C’è chi lo vive come un semplice svago, chi lavora nel settore e chi ha riscontrato come sia un settore dell’economia nostrana in ottima salute, fonte di numerosi introiti per l’erario. È il mondo del gioco d’azzardo, un universo non privo di criticità, prima tra tutte quella relativa al rischio di sviluppare una dipendenza. Ultimamente è stato al centro del dibattito pubblico e politico: da un lato c’è chi vorrebbe estendere i limiti già piuttosto severi introdotti dal Decreto Dignità, dall’altro ci sono i gestori, gli impiegati del settore e le società sportive.
Gli appassionati del gioco in Italia
Per capire meglio questo fenomeno, occorre avere una visione più approfondita della questione. Ad aiutare in tal senso ci pensa il report estremamente dettagliato diffuso a maggio dal Cnr. Questo studio, compilato dall’Istituto di fisiologia clinica della città di Pisa sulla base delle informazioni raccolte da IPSAD ed ESPAD, evidenziava come nel corso del 2017 il 42,8% della popolazione avesse tentato almeno una volta la sorte puntando, scommettendo o partecipando a un gioco a premi.
L’aumento dei giocatori è un fatto ben testimoniato dai dati: nel 2014 a giocare almeno una volta in 12 mesi erano stati 14 milioni di persone contro i 17 del 2017, di cui occorre specificare che 1,4 milioni ha utilizzato piattaforme online.
Tra il 2010 e il 2017, i volumi delle scommesse nel mondo dello sport sono aumentate di 10 punti percentuali, tenendosi comunque a debita distanza dai giochi che dominano il settore: l’inscalfibile Gratta&Vinci, preferito da ben il 74% degli amanti del gioco, e il Lotto e Superenalotto che, sebbene in calo, vengono apprezzati da più della metà degli appassionati.
Si evidenzia invece un complessivo calo d’interesse da parte delle generazioni più giovane: nel 2017 ha giocato almeno una volta nel corso di 12 mesi 1 milione di studenti rispetto agli 1,4 milioni del 2010.
I rischi connessi alle scommesse e la loro percezione da parte dei giocatori
È ambigua la percezione del gioco da parte di una fetta consistente degli appassionati. Il 39,1% sostiene che sia possibile arricchirsi giocando, mentre tra i ragazzi della fascia d’età che va dai 15 ai 19 anni (16,7%), trovano terreno fertile idee avulse dalla realtà, come quella secondo cui l’esito dei giochi aleatori come il bingo dipenda dalle capacità della persona e non dal caso.
Le iniziative promosse dai gestori in possesso della concessione AAMS volte a promuovere e a far conoscere un tipo di gioco responsabile, hanno contribuito al diffondersi di numerose informazioni utili e corrette, tanto che solamente 1 studente su 10 è all’oscuro del divieto al gioco che vige per i minorenni. Del resto, l’accesso al gioco online è impedito dai gestori: per aprire un conto gioco virtuale è indispensabile inviare un documento di identità che attesti il compimento del diciottesimo anno di età. Di contro, solamente uno studente su quattro ha riscontrato delle difficoltà nelle tabaccherie o negli altri esercizi pubblici; un segno, questo, che testimonia la scarsa e blanda attività di monitoraggio messa a punto nelle ricevitorie e simili.
La dipendenza dal gioco vista da vicino: tutti i numeri
E coloro che sono affetti dalla dipendenza dal gioco? Parallelamente all’incremento e al notevole successo delle scommesse e dei giochi basati sulla fortuna, si riscontra un aumento del fenomeno della ludopatia. Se nel 2010 ad esserne affetti erano 100mila individui, nel 2014 c’è stato un incremento pari al 2,4% che ha portato la somma a sfiorare le 400mila persone.
Ma quanto spende un giocatore? Nel corso di un mese, la cifra investita da una persona con un approccio sano al gioco non oltrepassa i 10 euro mensili. Coloro che manifestano un principio di disturbo toccano le 50 euro mensili in un caso su due, ma ben il 14,9% della popolazione arriva a spendere nel vizio del gioco anche più di 200 euro al mese.
Il diffondersi della ludopatia è un problema rilevante nella popolazione adulta, ma fortunatamente risulta in calo tra le giovani generazioni: qui si riscontra un calo soprattutto per quanto riguarda le regioni centrosettentrionali.
Prevenire i disturbi legati al gioco: tutti gli strumenti
Sin dal loro esordio nel mercato dell’Italia, i giochi di fortuna e le scommesse online sono stati sottoposti a numerosi controlli e verifiche da parte dell’ex AAMS, volti a impedire l’accesso al gioco da parte dei minorenni e a favorire e diffondere la cultura del gioco responsabile e legale tramite una serie di strumenti di autoregolazione, tra cui:
• Durante l’iscrizione, i portali di gambling e betting online attivi sul territorio italiano richiedono a ogni nuovo utente di impostare un limite di versamento settimanale massimo.
• Il giocatore ha la possibilità di indicare un tetto di spesa quotidiana e relativo alla singola puntata.
• È possibile escludersi dal gioco in via temporanea o definitiva. Tale misura blocca in automatico la possibilità di creare ulteriori conti gioco e inibisce l’utilizzo anche di quelli registrati presso eventuali altri gestori.
•Ogni portale certificato AAMS indica a chiare lettere come occorre approcciarsi al gioco e suggerisce all’utente di non spendere più di quanto possiede, ricorda che giocare equivale a spendere, rammenta che non bisogna scommettere o puntare per rifarsi delle perdite e ammonisce dal trascurare la vita professionale e affettiva a favore del gioco.
Queste indicate sono solamente alcune delle raccomandazioni su cui insistono i concessionari.
Prevenire la ludopatia: le misure del Decreto Dignità
Come abbiamo visto, il gioco virtuale ha sviluppato numerosi accorgimenti e suggerimenti per tutelare al meglio i suoi utenti, a differenza del circuito tradizionale, che continua a presentare numerose criticità. Per ovviare a questo problema, il Decreto Dignità ha stabilito che i nuovi apparati di gioco, tra cui anche le slot machine, a partire dal 1 gennaio del 2020 dovranno consentire obbligatoriamente una verifica della maggiore età. In che modo? Inserendo la tessera sanitaria, così come già avviene per gli articoli da fumatori.
Le slot machine fisiche rimangono infatti uno dei principali magneti per i giocatori patologici, con ripercussioni sulla vita del singolo, su quella familiare e, di conseguenza, sull'intera società.