Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota già inviata(inutilmente?) alla TV( tra cui Non è L’arena di Giletti)
Egregia Redazione, voglio segnalare la mia assurda condizione di cittadino italiano.
Sono in quiescenza dal 1° aprile 2019 per effetto dell’articolo 15, commi 1 e 3 , del Decreto 4-2019 (Cosiddetto “Quota 100) per avere maturato 42 anni e 10 mesi prima della pubblicazione del Decreto, concludendo la mia esperienza lavorativa con un totale di 43 anni e 05 giorni di contributi.
Dal 1° aprile 2019, però, è iniziata per me una vita molto problematica in considerazione del fatto che non ho altre fonti di reddito e devo fare fronte alle spese normali che impongono i vari servizi quali elettricità, telefono, gas, ecc. ed il pagamento di alcune rate supplementari, cosa impossibile senza avere un’entrata economica.
Ero fiducioso che l’intervallo di tempo per iniziare ad avere soldi della pensione fosse limitato a non più di un paio di mesi (così mi era stato detto dai più!) ma ormai devo prendere in considerazione che quasi certamente passerà anche il settimo mese di attesa.
Preciso che non ho ricevuto alcuna comunicazione da INPS e che nei vari contatti avuti con il call center dello stesso Ente, dal Patronato e dall’Ufficio del Personale dell’Ente statale cui appartenevo mi hanno dato più che ampia rassicurazione sulla correttezza della pratica che mi riguarda.
Continuo a subire un ping pong che mi ribalta eventuali responsabilità per tale mancato pagamento tra Roma (INPDAP-INPS) e Catanzaro (INPS) sede responsabile dell’iter amministrativo.
Intanto sono sei mesi che devo umiliarmi a ricorrere a prestiti da parte di amici (non ho familiari definibili tali) convivendo con notevoli difficoltà economiche.
Ma che Stato è il nostro che calpesta continuamente i diritti dei cittadini?
Come possiamo assicurare un futuro ai nostri figli che, forse giustamente, decidono di andare altrove, in giro per il mondo?
Cosa possiamo aspettarci da uno Stato, che evidentemente tale non è, che genera, oltre a calpestare i più semplici diritti del cittadino (Ahi, la Costituzione e le varie Leggi nazionali ed internazionali! Quanta propaganda sui media da parte dei politici!) disoccupazione, precarietà, la tragedia della nettezza urbana, la tragedia della sanità, il dissesto del territorio, la presenza “in attaccata dalle leggi” del lavoro nero, lo sfruttamento dei lavoratori (sia ben chiaro, non solo degli extra comunitari ma anche di tantissimi italiani), servizi inesistenti per i più deboli, trasporti da terzo mondo e mal gestiti, infrastrutture al limite del collasso strutturale, ambiente inquinato, ecc.
Con che coraggio possiamo dire ai nostri giovani di rimanere in Italia?
Ringrazio infinitamente sperando che un Loro intervento in trasmissione possa essere utile a me ed a tanti che potrebbero trovarsi nella medesima condizione.
Cordiali saluti.
Dino Antonio P.