È ufficiale.
Il consiglio comunale di Amantea è stato sciolto.
Ma non a causa delle sgangherate dimissioni del sindaco e dei consiglieri comunali.
È stato sciolto pochi minuti fa dal Consiglio dei Ministri per accertati condizionamenti criminali.
Regalo postumo di un sindaco che dai palchi elettorali ha vantato il sostegno di un pregiudicato condannato per voto di scambio politico mafioso e incandidabile.
E con il sindaco tutti i candidati che non hanno disdegnato quel sostegno, mentre si proclamavano le brave persone che potevano salvare Amantea.
Ipocrisia terrificante.
E costoro hanno raccolto più del 40% dei consensi degli elettori, che hanno accettato il compromesso.
Adesso non possiamo nemmeno condannare Pizzino, per quanto colpevole, perché lui si era dichiarato: l'aveva detto così chiaro che più chiaro non si può.
Piuttosto dovremmo riflettere sul perché e su che cosa si possa fare per creare ad Amantea una voglia di riscatto e di rinascita che dovrà essere trasversale allargata e profondamente sentita, superare gli ambiti partitici e diventare come una rivoluzione popolare.
Sarà possibile?
I commissari si fermeranno ad Amantea per lo meno fino all'autunno del 2021.
Il tempo c'è, occorre trovare la voglia di scrivere una storia diversa e onorevole per la nostra città.
Mi piacerebbe molto che a guidare questa rinascita sia una nuova classe politica con una grossa partecipazione dei giovani.