E’ finito il tempo in cui la nomina del segretario del PD ad Amantea era una battaglia tra pirilliani ed antipirilliani.
Mistero della politica. Oggi Pirillo è fuori dalla partitocrazia e dalla stessa politica e scomparso Pirillo sono scomparsi anche gli antipirilliani.
Il problema però resta. Comunque sia gli iscritti del PD , prima, avevano le proprie insegne sotto le quali militare e da seguire come eserciti invincibili.
Oggi non è più così. Oggi è necessario raggruppare i voti dei maggiorenti locali per poter concorrere alle elezioni, oltre che-ovviamente- per avere changes reali. E non basta.
Ieri il candidato era obbligato dalle cose , oggi ,invece, occorre anche trovare un candidato a segretario che nel contempo sia capace, disponibile ed equilibrato.
Cosa non facile , atteso, anche, che,insieme, occorre che il partito tenga conto delle due anime della città e della politica. Intendo il capoluogo e la frazione Campora San Giovanni.
Proprio per questa ragione ritengo si possa escludere il supposto e proposto candidato camporese L.F., se non per una azione di disturbo che, però, potrebbe anche ritorcersi contro chi la fa e chi la dispone.
Plebiscitaria ,al contrario, è la candidatura di E.G., il Cincinnato del PD, che non solo ha avuto i necessari contatti con alcuni “possessori” di tessere, ma che ha anche le garanzie della politica regionale ed ha vicino i giovani del PD.
L’unico problema che rilevo è che il neo segretario del PD di Amantea potrebbe diventare domani anche il catalizzatore di voti per le prossime elezioni comunali. Tanto più che la voce del popolo PD ascrive a Campora la vicesegreteria.
Non che questa maggioranza sta per cadere e quindi si debba andare ad elezioni. Al contrario.
Ma perché in politica è tutto possibile, anche se si può sempre invocare il cambiamento delle regole.
In Italia, ed Amantea ne fa parte sintanto non diventi un regno a sé, il vangelo secondo “Matteo” può anche essere cambiato, o, meglio, corretto, integrato, reinterpretato.
Ormai il Signore è salito in croce e gli Italiani siamo quasi tutti ai piedi della croce.
E la “religione” della politica è fortemente cangiante.