“ Se dovessi sentirti male o per qualsiasi cosa chiamami; hai il mio numero di cellulare”.
Così gli aveva detto Marcello B., il vicino di casa, sensibile al fatto che Domenico vivesse solo.
Ma il destino non è stato propizio, sembra, a Domenico, probabilmente morto per un infarto fulminante che gli ha impedito di scendere dal letto e chiedere soccorso.
Così è stato trovato; sul letto con la gamba che sembrava dovesse portare fuori per scendere.
Marcello B. lo ha chiamato nei giorni scorsi, salendo o scendendo le scale, senza avere risposta ed alla fine, preoccupato, ha allertato le forze dell’ordine ed il 118.
Arrivano i Vigili Urbani che chiamano il 118.
Domenico ha il viso nerissimo.
Non c’è nulla da fare Domenico Presta, nativo di Belmonte Calabro, ottantenne, emigrato in Germania per tanti anni, è morto da giorni.
Le mosche infestano la stanza.
Sono state proprio loro a segnalare che qualcosa non andava.
E poi c’erano quelle finestre chiuse, non aperte nemmeno nei giorni di sole, come oggi, hanno chiuso il cerchio.
Appena aperte il tanfo mortale ha riempito il vicolo.
Arrivano anche i Carabinieri della locale stazione di Amantea che muniti di mascherine si avviano per compiere il delicato compito di accertamento.
Viene avvertito il magistrato di turno.
Poi il delicato compito del trasporto della salma fino al cimitero.
Rimane solo l’amarezza che nessuno gli sia stato vicino come pure sarebbe stato opportuno e necessario.
Già ma questa è la società della finta assistenza sociale.