Finalmente una voce che parla del distretto di Amantea, dei bisogni della sua popolazione. E’ la strada da seguire . Continueremo con impegno indicandola anche alle amministrazioni comunali del territorio che iniziando da quella di Amantea dormono sempre il sonno di aprile.
- Introduzione. Perchè l’integrazione tra ospedale e territorio non è avvenuta?.
- La rete territoriale dei servizi in particolare del settore della prevenzione: situazione attuale
- Mancato coordinamento ospedale- territorio (guardia medica, medicina generale, medicina specialistica e pronto soccorso: quali le ragioni?
- Operatività e costi dei direttori dei distretti e legittimità delle nomine considerato la mancata approvazione degli atti aziendali
Se Atene piange, Sparta non ride dice un proverbio italiano, tratto dall’opera teatrale “Aristodemo” di Vincenzo Monti. Questo per dire che se all’Ospedale dell’Annunziata la Sanità è oramai al collasso sul territorio non stiamo meglio!!! Anzi la mancanza di servizi territoriali capaci di dare risposte esaurienti al bisogno di salute fa aumentare sempre di più il carico di lavoro degli ospedali e, in particolare, dell’Annunziata. Se continua così nessun organico riuscirà a fare fronte alle richieste. Gli ospedali cosiddetti spoke (Cetraro-Paola, Castrovillari e Corigliano Rossano) sono in grave carenza di personale, anche perché il personale degli ospedali dismessi (Praia, Trebisacce, Cariati) non è stato ancora ricollocato.
L’integrazione tra la rete ospedaliera e la rete territoriale fatta di: Distretti, Dipartimenti di prevenzione, Dipartimenti per la salute mentale, Case della salute, che avrebbero dovuto prendere in carico i pazienti in una rete assistenziale integrata, di fatto non esiste, non è mai decollata. Dove sono la continuità assistenziale nelle 24 ore tra ospedale e territorio, il ruolo del MMG nella presa in carico, i Piani sociali di zona e i Piani Sanitari? Il Punto Unico di accesso ai servizi sociali e sanitari, l’obbligo della presa in carico del cittadino e del Piano di Assistenza Individuale, la Casa della Salute, ecc. di fatto sono rimaste tutte sulla carta. Sul territorio vengono lasciati dei Poliambulatori che non hanno collegamenti con la medicina di base e con la rete ospedaliera.
L’atto aziendale che prevedeva tale integrazione non è mai stato approvato dalla Regione. Nella riorganizazione si sta procedendo a pezzi senza un quadro di riferimento organico che produce ancora di più disorganizzazione e confusione. Intanto la magistratura rinvia a giudizio gli amministratori attuali e quelli precedenti per avere usato male il denaro pubblico.
Tutto questo, malgrado nell’Atto Aziendale proposto dal dott. Scarpelli, si affermi testualmente che: “L’Azienda Sanitaria di Cosenza riconosce, tra i propri valori fondanti, la centralità del cittadino, quale titolare del diritto alla tutela della salute, nella definizione delle prestazioni sanitarie e nella fruizione dei servizi per favorire una scelta consapevole nell’ambito delle prestazioni e dei servizi offerti. A tal fine assicura la partecipazione del cittadino, sia come singolo che tramite le associazioni di volontariato e di tutela dei diritti, alle fasi di programmazione delle attività, di valutazione della qualità dei servizi dal punto di vista degli utenti e di tutela dei diritti, nel rispetto della vigente normativa nazionale e regionale in materia, anche attraverso forme innovative di partecipazione.
Vista la situazione, lasciamo al futuro le forme innovative di partecipazione, chiediamo sommessamente che ci vengano garantite quelle tradizionali.
Nel Distretto Tirreno abbiamo chiesto di discutere gli obiettivi assegnati, le risorse e i soggetti necessari per poterli perseguire ma soprattutto come poter organizzare meglio i nostri servizi. Avremmo voluto coinvolgere in tale discussione possibilmente tutti i soggetti interessati, in una conferenza territoriale dei servizi, anche per conoscere come le risorse venivano spese. A tutt’oggi non è stato prodotto dalla Direzione del Distretto alcun documento di programmazione organico di gestione del territorio; al contrario si è scelto di procedere con singoli e disarticolati provvedimenti settoriali, sostenuti da una arbitraria mobilità del personale all’interno dei servizi.
L’ex Distretto Sanitario di Amantea è un polo sanitario interurbano con circa 30 mila abitanti, con una situazione particolarmente allarmante sotto il profilo sanitario, per il numero preoccupante di patologie legate all’inquinamento ambientale che, non può restare emarginato dal processo di riqualificazione dei servizi territoriali, predisposto dall’Azienda Sanitaria di Cosenza e che ha già interessato, anche se solo parzialmente, le aree più a nord. Fare anche del poliambulatorio di Amantea una moderna ed efficiente Casa della Salute è sicuramente l’obiettivo sul quale tutte le rappresentanze politiche locali e la Direzione del Distretto dovrebbero convergere, per una riqualificazione complessiva dell’offerta dei servizi sanitari distrettuali, che possa restituire dignità professionale e senso di appartenenza ai dipendenti della nostra struttura, e possa tutelare il diritto dell’utenza ad avere risposte puntuali al proprio bisogno di salute.
Se gli amministratori ed i dirigenti non sono in grado di garantire tutto ciò, a questo punto bisogna sostenere la liberazione della sanità dalla politica e chiedere la che la nomina sia fatta secondo criteri meritocratici, valutati in modo oggettivo. Altrimenti, perché spendere in stipendi di centinaia di migliaia di euro annui per manager che non devono rispondere di alcun obiettivo e che non garantiscono nessun risultato?