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violenza moglieE’ finito in carcere il marito violento che un paio di giorni fa era stato denunciato ai carabinieri di Amantea per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali nei confronti della moglie. 

In quell’occasione l’uomo – il 49enne  P. L., di Amantea, da poco uscito di prigione per un residuo di pena per reati contro il patrimonio, era stato solamente denunciato, ma a seguito dell’intervento dei Carabinieri di Amantea alla guida del Maresciallo Maggiore Munafo' hanno chiesto e ottenuto dall’autorità giudiziaria il via libera all’arresto.

Nella mattinata di oggi, quindi il 49enne, è stato arrestato e portato in carcere a Paola, dove si trova tutt’ora.

Per l'uomo le accuse sono decisamente pesanti; è ritenuto gravemente indiziato del delitto di maltrattamenti in famiglia, posti in essere ai danni della moglie attraverso l'uso della violenza.

A scoperchiare il vaso sulla terribile vicenda, era stata la moglie stessa che, appunto un paio di giorni fa, l’aveva denunciato e aveva raccontato ai Carabinieri l'accaduto.

Una situazione al limite per la quale alla fine l’uomo è stato condotto in carcere.

Una storia come purtroppo, nel corso degli ultimi anni, se ne registrano tante. 

Una storia fatta di violenza domestica, di soprusi, vessazioni, di botte da parte di un marito violento.

Un inferno che la donna,  residente ad Amantea insieme al marito, ha subito    

fino a quando ha deciso di chiedere aiuto ai Carabinieri di Amantea, i quali,  ascoltato la testimonianza della stessa, hanno subito avviato le indagini. 

Il risultato è stato quasi immediato  e, dagli accertamenti  eseguiti,  i militari  hanno provveduto immediatamente  all'arresto  del 49enne.

Ora la donna, sulla scorta della denuncia e dell’arresto, potrà decidere d’intraprendere o meno tutte le iniziative previste dalla legge a tutela della propria incolumità.

violenza donne2-2-2Per oltre due anni ha costretto la figlia della convivente, appena adolescente, a subire atti sessuali di vario genere, con ripetute minacce e percosse. Per questo un pensionato di Cosenza di 68 anni, A.D.E., è stato arrestato da personale della squadra mobile di Cosenza, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del tribunale su richiesta della Procura diretta da Mario Spagnuolo.

L'incubo dell'orco in casa

La ragazzina, oggi tredicenne, avrebbe iniziato a subire le attenzioni dell’uomo quando aveva appena 11 anni. L’aguzzino l’aveva ridotta ad uno stato di assoluta soggezione finché la piccola non ha trovato il coraggio di confidare le molestie alla madre. La donna, venuta a conoscenza delle reiterate violenze sessuali, nonostante le numerose intimidazioni e minacce di morte subite dal compagno, ha denunciato i fatti in questura. Le indagini svolte dagli agenti della sezione reati contro la persona e in danno di minori, hanno consentito di procedere contro il pensionato per il quale si sono aperte le porte del carcere.

fonte notizia

Pubblicato in Cosenza

Una ragazzina di appena 14 anni racconta in un tema scolastico di essere stata violentata per ben due volte dal padre lo scorsa estate e non ha avuto il coraggio di raccontare la brutta avventura alla mamma.

 

Lo ha fatto, però, in un tema in classe.

Siamo a Cassino in provincia di Frosinone, Istituto Tecnico.

La maestra d’italiano detta un compito in classe. Tema:- Ragazzi raccontate alla mamma una cosa che non avete voluto dirle -.

In quella classe c’è una bambina di 14 anni che chiamiamo col nome fittizio di Anna che scrive una cosa agghiacciante: Sono stata violentata da papà la scorsa estate per ben due volte mentre mamma e le altre sorelline dormivano tranquille.

La maestra è rimasta senza parole e letto lo svolgimento del tema senza esitare, subito si è precipitata col tema in mano tremante e piangente dal Preside, il quale, vista la gravità del caso, immediatamente senza pensarci due volte ha composto due numeri di telefono ed ha avvertito la Polizia e la Procura.

Immediatamente sono scattate le indagini e il padre della ragazzina è stato allontanato da casa con l’obbligo di portare il braccialetto elettronico.

Il padre della ragazzina è un agente della Polizia Penitenziaria e si dice che abbia violentato anche un’altra figlia ora maggiorenne.

Aveva addirittura promesso alla moglie che non l’avrebbe fatto mai più.

La mamma della ragazzina aveva, però, avvertito la figlia piccola di non restare mai sola in casa col padre.

Di lui non si doveva fidare.

L’agente penitenziario già sospeso dal servizio per ludopatia, cioè spendeva tutto quello che guadagnava nei giochi d’azzardo e alle slot machines.

A giorni gli Agenti del Commissariato di Cassino sentiranno i compagni di classe della ragazzina, gli insegnanti di classe e il Preside che ha sporto denuncia.

Gli abusi sulla ragazzina sarebbero avvenuti, come lei ha scritto sul tema, nella sua cameretta, di notte, quando gli altri familiari dormivano.

Non ha avuto il coraggio di raccontare le violenze subite alla mamma.

Le ha raccontate in un tema in classe.

Per il momento la ragazzina frequenta regolarmente la scuola di Cassino e il suo andamento scolastico pare non abbia subito contraccolpi malgrado la sua giovane età.

Viene seguita, però, con la massima attenzione dagli insegnati e dai servizi sociali.

Riuscirà la ragazzina a superare l’incidente probatorio?

La sua testimonianza potrebbe inchiodare il papà orco alle sue responsabilità e spalancargli le porte del carcere, forse lo stesso carcere in cui prestava servizio.

non-stiamo-in-silenzioLa tredicesima edizione di “Racconti e desideri storie di sogni e realtà”, che avrà luogo sabato 25 novembre a partire dalle ore 18.45 nel complesso conventuale di San Bernardino ad Amantea (Cs), non sarà incentrato soltanto sul conferimento dei premi alle eccellenze nepetine che si sono distinte nell’arco dell’anno, ma affronterà, con decisione, il tema della violenza contro le donne. Il 25 novembre, infatti, ricorre la “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, istituita dall’assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1999. Così come fatto in passato per altre argomentazioni, la direzione artistica della kermesse ha deciso di strutturare uno spazio dedicato a coloro che, da anni, operano nella lotta contro le varie forme di violenza di genere. Sulla base di tale scenario interverranno l’avvocato Ilaria Dolores Lupi del Foro di Cosenza, responsabile della sezione “Dalla parte delle donne” nell’ambito della GDD Fashion Week, e la psicologa clinica Libera Reale che, oltre ad operare presso il Centro di riabilitazione pediatrica di Acri, è la referente del gruppo sulle “dipendenze affettive” presso il Cat (Club alcolisti in trattamento) della stessa città.

«L’obiettivo – spiega Ilaria Dolores Lupi – è riprendere il confronto sul tema delle dipendenze affettive, intese come condizione di soggezione psicologica ed emotiva che rende la donna vulnerabile e quindi potenziale vittima di violenza, già affrontata la scorsa estate durante la tredicesima edizione della Grotta dei Desideri, con la partecipazione del prefetto e del vice prefetto di Cosenza Gianfranco Tomao ed Emanuela Greco, delle psicologhe Simona Musacchio e Libera Reale, e della giornalista Federica Montanelli. Nello specifico saranno “raccontante” le nostre realtà territoriali, al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere un sistema di politiche sociali volte a contrastare l’odioso fenomeno della violenza sulle donne. La violenza contro le donne rappresenta una violazione dei diritti umani oltre che una forma di discriminazione ingiusta ed ingiustificata- Si rende dunque necessario intervenire con un piano di contrasto mirato e strutturato a vari livelli, partendo proprio dalle piccole realtà territoriali».

Sulla scia del classico talk-show televisivo conoscenza e riflessione cammineranno di pari passo. Oltre ai premi conferiti a coloro che con il loro agire quotidiano hanno raggiunto traguardi professionali di altissimo livello in diversi campi cognitivi, verranno accolti anche i migliori studenti delle quattro scuole superiori presenti in città: un riconoscimento che vuole essere una sorta di buon auspicio per le nuove generazioni che inseguono il proprio futuro. L’appuntamento è dunque fissato per sabato 25 novembre alle ore 18.45 (dopo la celebrazione della Santa Messa) ad Amantea nella suggestiva cornice del convento di San Bernardino.Per essere sempre informati basta collegarsi alla pagina Facebook ufficiale: www.facebook.com/raccontiedesideri/.

Pubblicato in Italia

violenza-sessuale“Il paese è piccolo e la gente mormora” è stato sempre affermato sui piccoli centri o comuni di provincia. Ma questa volta non è accaduto, purtroppo.

 

E a farne le spese è stata una innocente ragazzina di Melito Porto Salvo, comune del reggino.

Per ben due anni la ragazza è stata violata e selvaggiamente stuprata da bestie feroci tra i quali c’erano quello che lei credeva essere il suo fidanzatino e il figlio del boss del luogo.

Retroscena di una violenza inaudita e di raccapriccianti particolari ai quali non si può non prestare attenzione senza sollevare dei dubbi.

È mai possibile che nessuno nel paese e nei dintorni, dico nessuno (domanda sollevata anche dal giornale Il Dispaccio) non si sia domandato cosa ci facesse in auto una bambina con tutti quei ragazzi non una ma più volte? E i genitori e i più stretti familiari non si sono mai chiesti nulla sugli spostamenti della ragazza? E gli insegnanti sul suo probabile comportamento in aula? Gli amici dov’erano?

È mai possibile che basta la presenza del figlio di uno ‘ndranghetista su “queste scene” per dimenticare quali siano i principi della solidarietà e della coscienza ed interrogarsi se riveste carattere di normalità tale “via vai”, tale vicinanza promiscua tra quelle figure (FIGURI a dire il vero!) di sesso maschile e la bambina?

Ma, purtroppo, quando “conviene” o quando si ha paura si dimentica che i bambini, anche i figli degli altri, sono il bene più prezioso da tutelare e da proteggere.

Si dimentica tutto ciò financo a scordarsi di trovarsi in una piccola realtà territoriale e che il pettegolezzo ed il mormorio a fin di bene si può e si deve fare, E SI DEVE DENUNZIARE.

Purtroppo anche l’annoso silenzio di coloro che sapevano rientra nell’ambito dell’omertà che è propria di gran parte del popolo calabrese e della quale si serve la ‘ndrangheta per i suoi spudorati affari.

Il coraggio della ragazzina e l’encomiabile attività investigativa dell’Arma ha portato all’arresto dei responsabili.

L’associazione Risveglio Ideale, fondata e presieduta dall’Onorevole Napoli, esprime un sincero ringraziamento ai Carabinieri per aver assicurato alle patrie galere quegli esseri spregevoli confidando che vengano loro inflitte le pene più severe senza alcuno sconto o attenuante.

Ufficio Stampa RISVEGLIO IDEALE

            3 settembre 2016

Pubblicato in Mondo

Padre-Fedele-Bisceglie-ultrà-del-CosenzaSalvatore Magarò, già consigliere regionale della Calabria e presidente dell’Associazione Più di Cento – Tana per la Legalità ha rilasciato la seguente dichiarazione:

 

“Ho trascorso la mia fanciullezza nel convento dei francescani a Castiglione Cosentino, per questo  conosco Padre Fedele da oltre quarant’anni.

 

Ne ho sempre apprezzato l’impegno nei confronti delle persone più bisognose ed indigenti ed il lavoro instancabile prestato al servizio della comunità.

L’immagine caritatevole di Padre Fedele Bisceglia ha varcato i confini nazionali attraverso l’organizzazione di missioni nei paesi più poveri, soprattutto in Africa centrale.

 

Nel gennaio del 2006 appresi con incredulità la notizia del suo arresto.

A quelle accuse infamanti non ho mai creduto tanto che nell’immediatezza della sua carcerazione, mi sono recato nella sua cella presso la casa circondariale per manifestargli vicinanza e affetto.

Ho testimoniato in suo favore nel corso del processo e la correttezza delle mie posizioni è stata sancita dalla Suprema Corte.

 

Oggi che questo calvario giudiziario si è finalmente concluso e che l’immagine di Padre Fedele è stata definitivamente riabilitata, auspico che gli venga restituita la facoltà di celebrare messa e che possa tornare a dirigere l’Oasi Francescana, la straordinaria opera che il frate ha costruito grazie alla generosità di tutti i cosentini”.

 

Pubblicato in Comunicati

donneLa Consulta per le pari opportunità, presieduta da Giusi Osso, ha organizzato per il prossimo 11 dicembre un interessantissimo convegno dal titolo “Il coraggio di parlare. Donne e violenza: diamo voce al silenzio”.
L’incontro, programmato per le ore 17.30 presso la sala consiliare di corso Umberto I, intende affrontare un tema quanto mai attuale, analizzandolo dai diversi punti di vista.

 

Dopo i saluti di rito del sindaco Monica Sabatino, della stessa presidente Osso e di Alessandra Lappano che dirige la Commissione pari opportunità del comune di Castrolibero, interverranno Cinzia Altomare, storico ed archivista, Nadia Gambilongo, sociologa, Maria Giovanna Napoletano, psicologa, Monica Capizzano, criminologa ed esperta di droghe da stupro, Francesca Rennis, giornalista, Antonio Bianchi, avvocato e presidente della Camera minorile di Castrovillari. I lavori saranno moderati da Anna Canè.

Le varie relazioni saranno alternate dalle letture curate da Franca Dora Mannarino e tratte dai libri “Gli uomini con cambiano” di Antonio Bianchi, “Nessuno mi chiese mai” di Francesca Rennis, “Le fate italiane” di Nadia Gambilongo. Verranno proiettati inoltre i cortometraggi realizzati dai Cinematici, un gruppo di cinque giovani adolescenti che attraverso le loro opere filmiche affrontano argomenti di grande attualità. Sarà allestita, inoltre, una mostra fotografica, curata dall’artista dell’immagine Tiziano Grillo e verranno declamati i versi di prosa dello scrittore Ciccio De Rose.

«Proseguiamo – ha spiegato la Osso – sulla strada della conoscenza, dell’informazione e della sensibilizzazione che abbiamo intrapreso da tempo. Il convegno vuole essere un mezzo per prendere coscienza della questione che non può essere taciuta o sottovalutata. Ringrazio i componenti della Consulta che in poco tempo hanno percepito le funzioni di questo organismo e si sono adoperate per portare a termine i progetti che ci eravamo prefissati. Il nostro obiettivo è semplice: essere un punto di riferimento per le donne della comunità».

Ufficio stampa comune di Amantea

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Pubblicato in Politica

violenza alle donneRiceviamo e pubblichiamo.

Un video per dire no alla violenza sulle donne. In occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, istituita dalle Nazioni Unite nel 1999 e che si celebra ogni anno il 25 novembre, la Consulta per le pari opportunità, presieduta da Giusi Osso, ha voluto produrre e divulgare un breve filmato, intitolato “Voci di donne”, realizzato nelle stanze del comune di Amantea, per invitare alla riflessione l’intera collettività.Il filmato, oltre a riportare in maniera incisiva le terrificanti cifre relative ai comportamenti violenti esercitati dagli uomini sulle donne, consente di apprendere quelli che sono i diritti ed i riferimenti normativi che consentirebbero alle donne vittime di violenza di rompere un muro di gomma che si genera in molti casi tra le mura domestiche.Alle riprese, effettuate dal filmaker Mario Lucio Pati, hanno partecipato Giusi Osso, Monica Sabatino, Miriam Bruno, Emma Pati, Linda Morelli, Concetta Veltri, Giusy Porchia, Franca Dora Mannarino, Lauretta Pagliaro, Liliana De Luca, Franca Santelli, Elena Arone e Caterina Ciccia. Ognuna di loro, oltre a metterci la faccia rimarcando il contenuto di un testo preparato ad hoc dalla stessa Giusi Osso, ha conferito all’iniziativa il valore aggiunto della cooperazione. Su un tema di così rilevante importanza, pur nel rispetto del proprio ruolo politico, le donne della minoranza e della maggioranza hanno fatto sintesi, sposando in pieno il progetto.«In occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne – spiega il presidente della Consulta Giusi Osso – ci siamo ritrovate tutte insieme per sensibilizzare senza vittimismo, ma in modo chiaro e costruttivo, la società civile nei confronti di un tema quanto mai attuale che purtroppo è lontano dall’essere risolto. Più di un milione di donne in Italia è vittima di violenza maschile. Un dato che ripetendosi arriva alla vergognosa cifra di 14 milioni di atti di violenza: dallo schiaffo allo stupro. Sono oltre 25 i casi quotidiani di stalking e 179 i femminicidi registrati nel 2013, in pratica una vittima ogni due giorni. Si tratta del 14 percento in più rispetto ai 157 del 2012. Nella metà dei casi la donna muore strangolata o a causa delle percosse e sette femminicidi su dieci si consumano all'interno del contesto familiare. Il problema è presente ovunque ecco perché non possiamo stare in silenzio».«È bene ricordare – rimarca la stessa Osso – che i diritti umani delle donne e dei bambini sono inalienabili e sono parte integrante e indivisibile dei diritti umani universali. La violenza sulle donne è un ostacolo al raggiungimento degli obiettivi di uguaglianza, sviluppo e pace: lottare contro ogni forma di violenza nei confronti delle donne è un obbligo dell’umanità. Essere donna non è una penalizzazione, ma una grande opportunità».Il filmato può essere visualizzato e commentato digitando il seguente link su pc, smartphone o tablet: https://www.youtube.com/watch?v=Jd_f63jY5RA&feature=youtu.be.

Ufficio stampa comune di Amantea

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Pubblicato in Primo Piano
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