E pur si move!
Lo avrebbe detto Galileo Galilei uscendo dal tribunale dell’Inquisizione nel 1633.
Galileo, come è noto, venne costretto all’abiura delle sue teorie astronomiche (aveva sostenuto, come già il collega Copernico, che fosse la Terra a ruotare intorno al Sole e non il contrario), e disse ai giudici: “Con cuor sincero e fede non finta, abiuro, maledico e detesto li suddetti errori et heresie”.
Ma poi nell’atto di andarsene, riferendosi alla Terra, disse “Eppur si muove”.
In realtà, la frase gli fu attribuita più tardi, dallo scrittore Giuseppe Baretti.
Fu lui a ricostruire così la vicenda nel 1757, in un’antologia scritta in difesa dello scienziato.
Il nostro “E pur si move!”, invece, lo riferiamo alla Procura di Paola.
Tanti in questo paese aspettano che venga posto fine a tutte le forme di intollerabili abusi, di inerzie ingiustificate, di inaccettabili omissioni, di scelte diversificate, di comportamenti impropri ed inadeguati , di soprusi ingiustificati , di eccessive differenziazionie dei comportamenti pur in casi identici, di interessi privati, di danni erariali, eccetera.
Crediamo sia dipendente da tanto il fatto che una sirena nell’aria crea la speranza che sia successo o potrebbe succedere qualcosa.
O che una divisa che bussa alla porta del “nostro nemico” ci suggerisce di credere che quegli uomini notifichino la giusta punizione terrena in attesa di quella divina.
Ma anche un volto sconosciuto in giacca e cravatta o camicia e pantaloni che accede sempre a casa della persona odiata.
Forse è per questo che oggi chi hanno chiesto di scrivere sulla perquisizione effettuata ad Amantea.
Sappiamo nulla della medesima ma registriamo che dietro c’è la speranza , o forse certezza, che la Giustizia abbia aperto sul territorio non già i suoi occhi e le sue orecchie, ma le sue mani.
Spes- dicevano i romani- ultima dea.