Com'era prevedibile e come ci era stato dallo stesso confermato alcuni giorni fa, dopo le notizie dell'imminente presentazione di un ricorso dell'Amministrazione Pizzino, l'ex candidato a sindaco di "una città nel cuore", Tommaso Signorelli, ci invia una nota che ha anche condiviso anche sui profili social nella serata di ieri, in cui per mezzo dei suoi legali presenta un ricorso contro la diffamazione, a suo dire, della Prefettura di Cosenza, in primis, ed avverso il Ministero degli Interni, in merito allo Scioglimento del Consiglio Comunale di Amantea.
CARISSIMI CONCITTADINI,
ho conferito mandato difensivo ai miei legali per agire nelle sedi competenti nei confronti
della PREFETTURA DI COSENZA e del MINISTERO DEGLI INTERNI per la tutela della mia onorabilità e per sconfessare le assurde affermazioni contenute nella relazione di accesso del Comune di Amantea, che ha poi scaturito lo scioglimento dell’ente.
Nella citata relazione, infatti, il mio nome e la mia lista elettorale sono state accostate
inopinatamente a condotte nelle quali la mia persona DOVEVA E DEVE ESSERE CONSIDERATA PERSONA DANNEGGIATA.
Per tale ragione NON INTENDO sostenere l’eventuale azione amministrativa del Sindaco Pizzino e della giunta, che, da notizie di stampa, intendono, impugnare il decreto di scioglimento del Comune.
Appare inverosimile indicare, quale concausa della decisione di commissariare il comune di Amantea, fatti e vicende riguardanti la mia persona risalenti ad oltre 13 anni addietro e sulle quali la magistratura ordinaria ha ESCLUSO con SENTENZA DEFINITIVA ipotesi di responsabilità penale.
La relazione della Prefettura di Cosenza, IGNORA il contenuto della citata sentenza, svilendone lo stesso e l’esatta importanza che quella decisione deve possedere negli atti ufficiali.
NON SI PUÒ nonostante UN’ASSOLUZIONE A FORMULA PIENA ed INCONDIZIONATA continuare ad INFANGARE un cittadino che ha già vissuto la TRAGEDIA DI UN GRAVE ERRORE GIUDIZIARIO.
Non si comprendono le ragioni sottese alla decisione della Prefettura di Cosenza di riportare stralci dell’operazione c.d. Nepetia, che NULLA HANNO A CHE VEDERE sui motivi che hanno condotto allo scioglimento del comune di Amantea.
Ecco perché intendo procedere giudizialmente per far valere i miei diritti nelle sedi competenti e riportare la verità su tutto ciò che è avvenuto in questa cittadina.
E due, dopo l’arresto di Natale Rizzo effettuato ieri pomeriggio ecco il secondo.
Anche questo un arresto atteso.
Anche questo effetto della pronuncia di avantieri della Cassazione ha reso definitive le posizioni processuali di tutti coloro che erano stati coinvolti nel processo Nepetia.
Stamattina le sirene delle volanti dei carabinieri hanno suonato per Amantea
E la voce si è sparsa per la città.
Si sono portati via Paolo Launi.
Come abbiamo scritto ieri Paolo Launi è stato con dannato a 7 anni e 4 mesi.
E così ci giunge notizia che stamattina, 16 dicembre, i Carabinieri hanno proceduto al suo arresto traducendolo poi in carcere.
Nulla viene dato sapere su altre posizioni interessate dalla sentenza della suprema corte.
Parliamo di
Giovanni Amoroso condannato a 13 anni e 6 mesi), per il ferimento di due carabinieri, che nel 2007 lo avevano individuato durante la latitanza ad Amantea;
Giuliano Serpa condannato a 4 anni.
Ulisse Serpa condannato a 4 anni.
Un arresto atteso.
La pronuncia di ieri l’altro della cassazione ha reso definitive le posizioni processuali di tutti coloro che erano stati coinvolti nel processo Nepetia.
Qualcuno ha potuto finalmente sorridere come avvenuto per Tommaso Signorelli, per Francesco Berardone, per Concetta Schettini, tutti assolti o per altri per i quali intervenuta la prescrizione.
Altri invece sapevano che sarebbero stati arrestati per completare la pena comminata.
Natale Rizzo nel febbraio 2015 è stato condannato ad 8 anni e 10 mesi.
E così ci giunge notizia che stasera, 15 dicembre, i Carabinieri hanno proceduto al suo arresto traducendolo poi in carcere.
Nulla viene dato sapere su altre posizioni interessate dalla sentenza della suprema corte.
Ricordiamo che la Corte d’Appello di Catanzaro aveva ribaltato in buona parte la sentenza di primo grado del processo Nepetia, scaturito dall’omonima operazione scattata nel 2007 ad Amantea contro la cosca Gentile-Africano e le presunte infiltrazioni mafiose negli appalti del comune.
Ecco una sintesi delle sentenze:
Franco La Rupa, ex consigliere regionale ed ex sindaco del centro tirrenico ( da 7 anni alla assoluzione);
Tommaso Signorelli ex assessore comunale ( da 6 anni alla assoluzione);
Franco Berardone ex assessore comunale ( da 1 anno e 8 mesi alla assoluzione)
Con l'assoluzione dei politici amanteani venne a crollare il castello accusatorio che legava il mondo della politica a quello della potente 'ndrina amanteana
Antonio Coccimiglio imprenditore (da 1 anno e 8 mesi alla assoluzione)
Settimio Coccimiglio imprenditore(da 1 anno e 4 mesi alla assoluzione)
Venturino Sposaro ( da 2 anni e 8 mesi alla assoluzione),
Antonio Sposaro ( da 2 anni e 8 mesi alla assoluzione),
Ecco le condanne:
Giovanni Amoroso (da20 anni e 4 mesi a 13 anni e 6 mesi), per il ferimento di due carabinieri, che nel 2007 lo avevano individuato durante la latitanza ad Amantea;
Natale Rizzo (da 10 anni ad 8 anni e 10 mesi).
Paolo Launi (7 anni e 4 mesi),
Giuliano Serpa (da 2 mesi a 4 anni)
Ulisse Serpa (da 4 anni e 2 mesi a 4 anni).
Gianluca Coscarella (da 1 anno ed 8 mesi a 1 e 3 mesi ed ora è intervenuta la prescrizione).
Angelamaria Marano (da 2 anni e 4 mesi ad 1 e 3 mesi ed ora è intervenuta la prescrizione).
Concetta Schettini ( da 7 anni e 6 mesi ad 1 anno e 6 mesi per il reato di turbativa d'asta ed ora assolta dalla Cassazione).
Che strana questa stampa e questo mondo del web!
Tutti prontissimi a scrivere e commentare della vicenda “Nepetia” quando occorse, quando ci furono gli arresti, tutti incredibilmente silenziosi ora
che si conclude con una serie sempre maggiore di sentenze assolutorie .
A distanza di un giorno salvo la Gazzetta ed il Quotidiano sul web troviamo( almeno sino a questo momento) qualcosa soltanto su “Il Velino”.
Cassazione ritiene inammissibile ricorso della Procura di Catanzaro su Tommaso Signorelli e altri tre finiti nell'inchiesta clan Gentile-Africano
Cosenza, 10:53 del 14 dicembre (AGV NEWS)
Ricorsi della Procura inammissibili.
In sintesi questa la motivazione con la quale la Cassazione ha posto la parola fine su un capitolo delicato dell’operazione ‘Nepetia’ e confermando l’assoluzione dell’ex assessore comunale di Amantea Tommaso Signorelli.
Prosciolti dall’accusa anche Concetta Schettino, Franco Berardone e Antonio Coccimiglio che erano finiti nella maxi inchiesta della Dda di Catanzaro sul clan Gentile-Africano che opera nella cittadina del Tirreno cosentino.
Nel corso di quelle indagini era emersa una serie di episodi delittuosi condotti dagli uomini della cosca che spaziavano dall’estorsione, all’usura passando al traffico di droga, alla turbativa d’asta e al riciclaggio.
Per questa inchiesta e' stato condannato in via definitiva il presunto boss del clan Tommaso Gentile Inoltre la Corte di Cassazione ha stabilito la prescrizione del reato per altre due persone coinvolte in quell’inchiesta (Angela Marano e Gianluca Coscarella) mentre ha accolto il ricorso della Procura di Catanzaro nei confronti di Giovanni Amoroso e Paolo Launi accusati di turbativa d’asta.
Perché questo silenzio?
Lo ha stabilito la Cassazione oggi pomeriggio.
Tommaso Signorelli non è responsabile di alcun reato connesso con il processo Nepetia.
Una vicenda che ebbe inizio nel dicembre 2007, or sono nove anni.
Poi il 29 ottobre 2012 al termine del processo di primo grado scaturito dall’operazione Nepetia in primo grado il tribunale di Paola condannò l’ex assessore del Comune di Amantea, Tommaso Signorelli, a 6 anni di reclusione.
Una sentenza completamente ribaltata in secondo grado quando il 18 febbraio 2015, dopo che il Procuratore Eugenio Facciolla al termine della sua lunga requisitoria aveva fatto cadere il reato di Associazione a delinquere di stampo mafioso, per giungere, tutt’al più al reato di concorso esterno, pur mancando gli elementi probatori, i giudici avevano mandato assolto l’ex assessore amanteano.
“Una sentenza che aveva posto fine ad una dolorosa vicenda processuale che ha macchiato non solo la sua persona ma anche la città che ne è uscita sporca, viziata”.
Parole, queste, che lui ha riferito felice ai suoi più intimi amici di Amantea e che ci sono state riportate.
Perché Tommaso Signorelli ci sperava in questa assoluzione.
Ma non bastò perché la procura fece ricorso alla sentenza e il processo si portò fino alla suprema corte.
E stasera la conferma dell’assoluzione definitiva da parte della Cassazione.
Un calvario durato 9 lunghi anni.
Nove anni di dolore, di lacrime, ma anche di amici che non gli hanno mai fatto mancare il loro affetto
9 anni di isolamento politico con una brillante carriera davanti che si è chiusa solo per via del processo Nepetia.
E per questo quando il su avvocato gli ha datola bella notizia Tommaso è stato vinto da un lungo irrefrenabile pianto che ha commosso non solo la sua famiglia ed i suoi parenti ma anche i tanti amici presenti nelle sua casa.
Tommaso Signorelli così esce "a testa alta" dal processo Nepetia. E per lui domani sarà un altro giorno