Ho letto con molto dolore la denuncia della signora di Catanzaro ,moglie del paziente affetto
da coronavirus ricoverato nell'ospedale del capoluogo calabro. Mi è sembrato di vivere un
dejas vue anche se la malattia non è uguale ma i comportamenti sì e mi spiego . Ho perso
mio marito recentemente e in tutto il percorso della sua malattia in ospedale quello che mi
ha rattristato molto e mi ha prostrata ulteriormente è stata questa incapacità di umanità
riscontrata . Per carità ci sono casi anche di persone che si prodigano per il benessere dei
propri pazienti ma ,parlo per esperienza personale ,io purtroppo questa abnegazione non
l'ho trovata . Chiedere un informazione , trovare un minimo di partecipazione
condivisa,,essere coinvolti nell'evolversi della malattia è come chiedere una cosa che non
appartiene al loro mondo . Sono chiusi nei loro camici ,chiusi nei loro discorsi che non
accettano altri soggetti,che non ammettono pareri diversi . Che sanità è mai questa ? La
signora ha tutta la mia solidarietà ,tutta la mia comprensione ,tutta la mia pietas . Le auguro
di poter abbracciare presto suo marito e di dimenticare questa "umanità "che non ha niente
di umano. Speriamo che il coronavirus abbia pietà di noi e ci risparmi perché non avremo
nessuna possibilità ,nessuna alternativa di salvezza.
Ida Francescano
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Primo Piano
Ricordata l'opera di Giuseppe Marchese per la città
Si è svolta venerdì 28 febbraio una bellissima serata di beneficenza sulle note delle canzoni del grande cantante italiano Lucio Battisti. Nella chiesa di San Bernardino le associazioni cittadine “Lo Scaffale” (presidente Sergio Ruggiero), “Auser” (presidente Roberto Aloe) e “Caritas” (presidente Franca Marano) hanno raccolto fondi per aiutare le persone più bisognose del nostro territorio. Ha presentato la serata la signora Franca Dora Mannarino e fatto gli onori di casa Padre Ilario Scali il quale ha apprezzato l'iniziativa e auspicato, come un po' tutti noi, che ce ne siano tante altre. La chiesa di San Bernardino, d'altra parte, è sempre disponibile per occasioni di socializzazione, eventi di beneficenza, e per ogni altro momento di aggregazione. Le canzoni di Lucio Battisti sono state bene interpretate da Rocco Suriano e da Sergio Ruggiero. Da Emozioni, a Balla Linda, fino a I giardini di marzo e Un'avventura, e ancora La luce dell'est, Io vivrò senza te, non è Francesca, Il mio canto libero, Con il nastro rosa, Insieme e moltissime altre.
Ottime le interpretazioni delle canzoni, dicevamo, ed apprezzatissima la scorrevole e dolce conduzione di Franca Dora Mannarino.
I presidenti delle tre associazioni hanno ringraziato le persone che hanno partecipato all'iniziativa. Roberto Aloe dell'Auser ha elogiato l'iniziativa nata da un'idea dell'associazione Lo scaffale e ha contribuito, con i membri dell'associazione stessa, a rendere possibile l'evento. Franca Marano della Caritas ha esortato i cittadini a fare di più, tracciando un'analisi sullo stato del sociale in città che non può non essere condivisa. "L’opzione per gli ultimi, per quelli che la società scarta e getta via» è una scelta prioritaria - scrive la Caritas sul suo sito - che i discepoli di Cristo sono chiamati a perseguire per non tradire la credibilità della Chiesa e donare speranza fattiva a tanti indifesi. Sergio Ruggiero de Lo scaffale ha ricordato la figura di Peppe Marchese, membro della stessa associazione, e del ruolo svolto nella comunità sia nel campo della cultura sia nel campo del sociale. Ha ricordato la sua azione critica tesa alla ricerca della verità e a scuotere le coscienze, definendo la sua opera di giornalista come una sentinella della democrazia. A sua moglie Ida Francescano è stata consegnata una pergamena (foto) da parte dell'associazione.
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Economia - Ambiente - Eventi
Il romanzo di Tina Lojacono si legge tutto d’un fiato : la capacità di coinvolgere nella trama della storia, la fluidità del linguaggio e lo stile snello e agile sono tali da non permetter di sottrarsi all’incalzare degli avvenimenti che oscillano continuamente tra realtà e finzione.
Ho iniziato a leggere le vicende di Marta, Daniele, Caterina e Marco una domenica mattina e man mano che le pagine scorrevano, la mia mente veniva trascinata in una dimensione di cammino, di viaggio verso la conoscenza di sè e di scoperta dell’animo umano ,con le sue sofferenze,i suoi stupori, le sue insicurezze.
Quella domenica la mia immaginazione , sollecitata da suggestivi , intensi e drammatici flashback su vicende della nostra storia contemporanea , ha percorso ,in punta di piedi e trattenendo il fiato , la vita dei quattro personaggi del romanzo e ha condiviso la fatica della loro crescita.
Marta, abbandonata da due genitori disattenti e ripiegati su se stessi alle cure di una tata, cresce in solitudine e da bambina inconsapevole si trasforma in adolescente spigolosa, ribelle ,dallo sguardo imbronciato e soffocato dalla delusione dei tanti no e dalla rabbia del rifiuto. A fatica ed alternando momenti di sconforto a momenti di euforia, sceglie di camminare con le sue gambe , di diventare medico e di dedicare la sua vita alla cura degli altri.
E percorrendo la strada che conduce alla conoscenza di sè , incontra Fabio, l’amore di una vita, nato per caso ma destinato a interrompersi bruscamente, cancellato dallo sparo di un cecchino serbo.
Marco e Caterina si conoscono da sempre, da quando, bambini vivaci e solidali, si infilavano tra le siepi confinanti i loro giardini per giocare insieme. E poi insieme a scuola, alle feste condividendo gli amici , alle gite fuori porta e insieme anche la decisione di intraprendere gli studi di medicina.
Un percorso comune interrotto , in una giornata piovosa, dall’incontro con Rebecca , top model affascinante ma inaffidabile e sempre pronta a fuggire davanti alle responsabilità .
Daniele, bimbo adottato e figlio naturale di un’adolescente hippy diventata grande troppo in fretta , cresce in un ambiente familiare sereno ed equilibrato e l’abitudine al confronto ed al dialogo , lo convincono a scegliere , ormai adulto , gli studi di psicologia.
Anche lui però sarà costretto a rivedere i suoi progetti di vita a causa dell’incontro con Margaret, donna complicata, molto somigliante, in quanto a vicissitudini esistenziali, alla sua “ mamma di pancia” , quell’adolescente figlia dei fiori che lo aveva abbandonato senza troppi scrupoli.
E’ a questo punto che le traiettorie di vita dei quattro personaggi si incrociano: ognuno di loro deciderà di intraprendere un viaggio destinato a cambiare l’ esistenza e a far vacillare le certezze.
Un viaggio che, attraverso l’esperienza del volontariato, sarà anche riscoperta di sé e dell’altro, del piacere di donarsi superando quelle barriere umane che generano egoismo, incuranza, intolleranza e solitudine.
Perché , come affermava Marcel Proust, l’unico vero viaggio verso la scoperta non consiste nella ricerca di nuovi paesaggi , ma nell’avere nuovi occhi.
“ le nostre valigie erano ammucchiate sul marciapiede : avevamo molta strada da fare….. Ma non importava …la strada è la vita “ Jack Kerouac
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Cronaca