Ho letto con molto dolore la denuncia della signora di Catanzaro ,moglie del paziente affetto
da coronavirus ricoverato nell'ospedale del capoluogo calabro. Mi è sembrato di vivere un
dejas vue anche se la malattia non è uguale ma i comportamenti sì e mi spiego . Ho perso
mio marito recentemente e in tutto il percorso della sua malattia in ospedale quello che mi
ha rattristato molto e mi ha prostrata ulteriormente è stata questa incapacità di umanità
riscontrata . Per carità ci sono casi anche di persone che si prodigano per il benessere dei
propri pazienti ma ,parlo per esperienza personale ,io purtroppo questa abnegazione non
l'ho trovata . Chiedere un informazione , trovare un minimo di partecipazione
condivisa,,essere coinvolti nell'evolversi della malattia è come chiedere una cosa che non
appartiene al loro mondo . Sono chiusi nei loro camici ,chiusi nei loro discorsi che non
accettano altri soggetti,che non ammettono pareri diversi . Che sanità è mai questa ? La
signora ha tutta la mia solidarietà ,tutta la mia comprensione ,tutta la mia pietas . Le auguro
di poter abbracciare presto suo marito e di dimenticare questa "umanità "che non ha niente
di umano. Speriamo che il coronavirus abbia pietà di noi e ci risparmi perché non avremo
nessuna possibilità ,nessuna alternativa di salvezza.
Ida Francescano