Questo il comunicato della minoranza del comune di Longobardi:
“La legge nazionale impone censimenti, piani e regolamenti per lo sviluppo e la salvaguardia del verde pubblico, ma Longobardi lo vende.
E’ quanto affermano i consiglieri di opposizione del comune di Longobardi Francesco Cicerelli e Nicola Bruno.
Non è tollerabile –prosegue il capogruppo di minoranza Nicola Bruno- che la maggioranza, guidata dal sindaco Giacinto Mannarino, tra quantità minime, forse, non più garantite e proposto cambio di destinazione urbanistica dei lotti, oggetto di cessione, venda, previo pubblico incanto, il verde urbano.
E non solo perchè è lo spazio della comunità, ma anche perchè la normativa urbanistica vigente individua le quantità minime inderogabili di spazi pubblici o riservati alle attività collettive, a verde pubblico o a parcheggi da osservare in rapporto agli insediamenti residenziali, nelle singole zone territoriali omogenee, mentre la cessione dei lotti, siti in località Acquavona, effettuata nei giorni scorsi, non garantisce più la suddetta quantità minima inderogabile di spazi, nè, ad oggi, la giunta Mannarino ha provveduto a reperirli nelle adiacenze immediate.
Peraltro, nelle more dell'aggiudicazione definitiva dei lotti in questione <<la giunta, con delibera n° 102 del 20/10/2016, ha assegnato ai lotti di località Acquavona la destinazione futura di "dep. mat. non molesti">> .
Chiara è, invece, la posizione del gruppo consiliare "Progetto Longobardi" sul verde pubblico: <<In linea di principio -conclude Bruno- siamo contrari alla cessione delle aree comunali, tuttavia, il comune, nel corso degli anni, può includere, nel piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari, aree destinate a verde pubblico, ritenendole non strumentali all'esercizio delle funzioni istituzionali: noi siamo favorevoli alla monetizzazione delle suddette aree solo a condizione che si tratti di reliquati di aree comunali, prive di utilità pubblica e che le somme derivanti dalla eventuale cessione siano reinvestite sul territorio.
Ma la maggioranza, ormai, vende il verde e affida "in concessione il servizio segnaletica stradale, istituzionale, commerciale, cartellonistica pubblicitaria stradale, totem informativi e pubblicitari": ora anche il manifesto funebre costerà di più!>>.”