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Redazione TirrenoNews

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Riceviamo e pubblichiamo dal dr Egidio de Luca, Presidente di Trio Ambiente Italia, la seguente nota con la quale si partecipa a tutti gli amanteani, in Calabria, in Italia e nel mondo, a tutti coloro che amano l’ambiente ed i suoi tesori, spesso nascosti, che il TG3 nel suo settimanale di approfondimento parlerà del corallo nero e dell’ Area Marina Protetta Scogli di Isca. Ecco il testo :

“La delibera dell' Ampliamento della Area Marina Protetta Scogli di Isca , allo scopo di inglobare l'area della scoperta del Corallo Nero, patrimonio naturalistico raro del nostro mare di Amantea, dello scorso Novembre, ha creato molto interesse sul territorio di Amantea e dintorni ed e' stata da me sostenuta con l' Associazione Trio Ambiente Italia e con tutte le forze sociali.

Il ruolo e' ampiamente riconosciuto nella delibera e l' Assessore all' Ambiente ha avuto grande merito e grande solerzia.

Sono pervenute ad adiuvandum anche le sollecitazioni di' interesse dell' Ispra e del Ministero Ambiente Tutela e protezione, ma anche sviluppo del territorio ed educazione ambientale.

La UE connette molto interesse ai progetti che attengono alla tutela della biodiversita' con Programmi quadro come quello scaduto di recente " Ocean of tomorrow" che si focalizza sulle tematiche che riguardano le nuove tecnologie per il monitoraggio in tempo reale del pericolo biologico e della contaminazione chimica di origine umana dell' ambiente marino.

Ma a questi progetti si può partecipare solo se l' iter della delibera ha completato il suo percorso con l' approvazione in consiglio regionale.

Siamo in attesa che questo avvenga e sia pubblicato. Altrimenti la delibera rimane cosa morta, inanimata , senza ricadute utili per il territorio.

Di questa scoperta e della sua grande importanza a livello naturalistico e biologico parleremo domani 16 Marzo alle ore 12.25 nella rubrica del Tgr Calabria " il Settimanale".

Dr. Egidio de Luca Presidente Trio Ambiente Italia.

Non finisce di sorprendere il nostro romanziere Sergio Ruggiero. Ovunque li presenti i suoi romanzi ricevono la attenzione delle commissioni giudicatrici e gli ambiti riconoscimenti. Ecco l’ultimo in ordine di tempo. Parliamo del premio internazionale Tulliola – FORMIA))

Ed ecco la Motivazione della premiazione:

“Se sullo sfondo narrativo incombe la guerra straziante tra cristiani e mussulmani o l’incubo delle continue scorribande dei saraceni lungo le coste della città marinara di Amantea o di quelle tirreniche tra XV-XVI SEC., il romanzo di Sergio Ruggiero, Il respiro del mare, edito da Man-narino, Brescia, si connota per l’intrigo delle vicende individuali e collet-tive e, in particolare, per la riuscita dipintura psicologica delle figure femminili. In una terra intrisa di sangue, con il respiro cupo di angosce e sofferenze secolari, segnata da odi religiosi e da passioni violente e ine-stinguibili, l’Autore fa vibrare due grandi affetti: l’amore e l’amicizia. Il primo, tra due poveri giovani, Mariella e Sbardo, che dopo mirabolanti peripezie coroneranno la loro sacra unione; il secondo, tra il coraggioso Petrilishca e Sbardo, fin da ragazzi schierati in opposte bande che si fronteggiano a colpi di sassaiole e di randellate, per poi ritrovarsi e aiutarsi l’un l’altro fino all’estremo sacrificio dell’uno a salvezza dell’altro. Sulle vicende di questi protagonisti s’intrecciano, su piani diversi, le va-rie storie dei fatti d’arme e si dipana l’ordito stesso della trama. Tuttavia, nello scorrere veloce delle pagine, il romanzo si fa coinvolgente, oltre che per il prorompente e a volte fascinoso linguaggio nella rappresentazione di miti e favolose leggende, anche per le coraggiose incursioni nelle tra-dizioni popolari rievocate, in più punti, con il dialetto. Anzi, sarebbe ve-nuta meno quella speciale patina di autenticità narrativa che il romanzo gelosamente custodisce, qualora l’Autore ne avesse sottratto la sapida sapienza degli stacchi lessicali con abili intarsiature, ora in di un latino chiesastico – adattissimo per la creazione di densa atmosfera di denun-cia di sette e di stregoneria, in uno scenario sacrale e orripilante, ora di formulari o conversari vernacolari studiati con cura dall’Autore, tanto che Egli stesso si premura, nella pagina dei ringraziamenti, di ricordare gli studiosi e gli amici le cui fonti gli hanno permesso spunti e riferimenti preziosi per la tessitura del suo testo. In più, se la battaglia di Lepanto è il momento di snodo tra le due parti del romanzo, è anche vero che essa è l’occasione per l’Autore per ritagliarsi il suo cantuccio per denunciare – per voce dei suoi personaggi - l’iniquità bestiale della guerra, che per al-cuni è mezzo di gloria per il blasone della casata, per altri è la condizione di un riscatto sociale e civile, per molti è la presa d’atto – ex post – che quel conflitto ha creato, nello stesso tempo, inutile violenza e nuovi e ir-riducibili rancori. Quindi, questo romanzo - Il respiro del mare - che ci consegna paesaggi di rara bellezza, con la fragranza delle onde tirreniche meridionali, ci riconsegna un mondo sì primitivo, ma con eroi piccoli e grandi di un’epica virilità, di indomito coraggio e contrassegnati da un innato spirito di dominio e di rivolta. L’Autore è ben consapevole di pos-sedere strumenti narrativi ben collaudati con lungo e appassionato eser-cizio di lettura, ma è anche fornito di una robusta capacità inventiva e costruttiva, che gli garantiscono di graduare l’incalzare degli avvenimen-ti, senza stancare né l’occhio del lettore né perderne la complice simpatia per l’attesa della chiusura della trama.

“Il respiro del mare” (Mannarino editore Brescia);

-premiato a Lucca quale finalista (quarto ex equo) al Concorso inter-nazionale “Giovane Holden” di Viareggio 2012;

-premiato dall’Associazione culturale “Sifeum” di Castrovillari 2012;

-premiato da Pro Loco e Amministrazione comunale di Bovalino 2012;

-premiato (secondo classificato) alla XXI Edizione del Premio Internazionale Tulliola 2012 – 2013 di Formia.

-Finalista al Premio Letterario Nazionale " Un libro amico per l'inverno", Rende (finale aprile 2013).

Per scrivere all’autore: mailto:ruggiero62@libero.it

A giorni finirà la gestione commissariale dei rifiuti in Calabria e la competenza, esclusiva, passerà nelle mani della politica calabrese e degli uffici regionali, figli di questa politica.

Ed allora la domanda cruciale si impone. C’è un peggio alla gestione dei rifiuti in Calabria?. Ovviamente la politica calabrese dice di no! Ed i loro uffici “minculpoppiani” bombarderanno di note e comunicati una stampa che nella gran parte, e da sempre, è prona, e talvolta sovvenzionata, se non pagata, in mille modi , per esempio con la pubblicità, al potere. E questo se non saranno anche gli uffici pubblici a prendere parte al sistema di disinformazione.

Noi, al contrario, crediamo decisamente di si! Cioè che potrà esserci un peggio. Anzi che sarà ben difficile che possa esserci un meglio.

Un meglio significa, infatti, preliminarmente, cercare le responsabilità, cercare le colpe, accusare di insufficienza , se non di incapacità, chi porta la responsabilità di questo drammatico fallimento.

E questo, in Calabria, non si è forse mai visto.

La Calabria è famosa perché mai nessuno ha colpa di quello che succede, perché nessuno porta la responsabilità di una situazione disastrosa. Come definire se non un disastro una gestione che vanta una raccolta differenziata pari al 12,43%, mentre sarebbe dovuta essere pari al 35% entro il 31 dicembre 2006 ed al 65% alla fine del 2012?.

Come definire se non oltraggiosa una gestione(tecnica, commissariale o politica poco importa) che costa milioni e milione di euro per bonificare quello che non doveva essere inquinato?

La Calabria è famosa perché la colpa è sempre di chi ci ha preceduto. Ed al massimo di chi ci subentrerà.

Nessun politico accuserà la popolazione diseducata, perché la popolazione li ha votati. Ed il popolo non deve essere accusato perché se lo si abitua poi sarà lui stesso ad accusare, magari la politica e poi la mafia e tutti gli altri poteri che governano silenziosamente ed efficacemente questa terra di Calabria.

Ed allora prepariamoci a vedere ed a far vedere ( ai nostri turisti, ai parenti che ritornano, ai nostri amici) questa Calabria piena di rifiuti.

Salvo che come, fanno taluni comuni, i rifiuti non siano allontanati “extra omnia”, fuori le mura, magari in un letto di fiume per finire a mare.

Pessimisti? Speriamo. E se invece avessimo ragione cominceremo a cercare i colpevoli e d a mandarli ………via?

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