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grotta sanUna stretta di mano, un numero di protocollo e l’intenzione di proseguire insieme lungo lo stesso cammino.

 

Il sindaco di San Pietro in Amantea, Gioacchino Lorelli, ha fortemente voluto per la prossima stagione estiva legare la sua città alla Grotta dei desideri, ospitando la serata dedicata alle donne che si terrà il prossimo 3 agosto.

 

«Da alcuni anni – evidenzia lo stesso Lorelli – patrociniamo abitualmente il fashion contest che è oramai divenuto un evento di caratura nazionale.

Accogliendo le sollecitazioni di una buona parte della collettività sanpietrese abbiamo chiesto alla direzione artistica della kermesse, nel nome del buon vicinato che intercorre con Amantea, di sviluppare una delle serate in programma nel nostro suggestivo borgo. E così è stato.

 

Abbiamo già provveduto ad effettuare un sopralluogo e a determinare le possibili location per consentire il perfetto svolgimento dello spettacolo. San Pietro in Amantea è una comunità che si nutre di bellezza e di incanto.

La suggestiva piazza, la calma dei suoi vicoli, le produzioni a chilometri zero, l’aria salubre della collina ed il centro storico sono solo alcuni dei fattori di attrattiva che meritano di essere conosciuti e apprezzati. La presenza di giornalisti e di personaggi del jet – set nazionale ed internazionale, unitamente al lavoro di divulgazione già prodotto fino a questo momento, consentirà un ulteriore passo in avanti in questa direzione».

«L’invito del sindaco – rimarca il direttore artistico Ernesto Pastore – non poteva non essere accolto. Abbiamo sempre detto che la Grotta dei desideri è l’evento non solo di Amantea, ma di una regione che vuole cambiare atteggiamento, che vuole aprirsi al nuovo.

 

Già lo scorso anno, grazie alla disponibilità del primo cittadino Filomena Greco, abbiamo deciso di effettuare la cerimonia di consegna delle borse di studio a Cariati, consentendo alla Ionio e al Tirreno di abbracciarsi nel segno della moda e della bellezza.

Adesso cercheremo di unire il mare con le colline, nella consapevolezza di creare un evento che possa calarsi perfettamente nella realtà di San Pietro in Amantea, consentendone la massima fruizione. L’attenzione al territorio, del resto, è dimostrata nei fatti. La Grotta dei desideri, infatti, ha patrocinato anche l’evento solidale “Mamme per le mamme” che avrà luogo il prossimo 14 maggio ad Amantea (Cs).

Si tratta di una passeggiata a sostegno delle mamme in difficoltà economiche, fisiche e psichiche. La partenza è prevista per le ore 16 dal piazzale antistante il Lido Azzurro sul lungomare di Amantea.

Tutto ciò permetterà di raccogliere fondi che saranno interamente destinati al centro di accoglienza “Stella del mare” di Paola (Cs).

«Da circa tre anni a questa parte – conclude il direttore artistico – perseguiamo il concetto di responsabilità sociale. Due anni addietro abbiamo contribuito all’iscrizione al campionato dell’Ac Amantea; nel 2016 abbiamo donato al comune di Amantea la nuova toponomastica posta all’ingresso del parco della Grotta e per il 2017 abbiamo rivolto la nostra attenzione alle mamme, allo scopo di far comprendere quanto esse siano importanti».

Prosegue, inoltre, fino al prossimo 28 aprile la selezione pubblica riservata ai modelli e alle modelle che vorranno prendere parte ad uno degli eventi di moda più importanti del panorama nazionale ed internazionale. Il bando di selezione è aperto a ragazzi e ragazze di età compresa tra i 18 e i 28 anni. Tutta la documentazione è scaricabile dal sito www.grottadeidesideri.com e dalla pagina Facebook ufficiale.

Su entrambi i canali verranno pubblicati, entro il prossimo 8 maggio, i nominativi dei prescelti. L’obiettivo è offrire una possibilità di lavoro concreta alle nuove generazioni che vogliono intraprendere una carriera professionale in questo particolare settore.

Fino ad ieri San Pietro in Amantea era considerato un paese agricolo, paese di emigranti, paese di Maria e delle Telecomunicazioni Sociali.

 

Ora bisogna aggiungere Paese di accoglienza agli immigrati dell’Africa.

Infatti il Comune è pronto e disponibile ad accogliere gli immigrati e si candida con Deliberazione di Giunta del 28-03-2017 N.7 per l’attuazione di un progetto di accoglienza integrazione e tutela a favore di richiedenti, titolari di protezione internazionale e beneficiari di protezione umanitaria, garantendo il cofinanziamento minimo del 5% sul costo complessivo.

Il progetto di accoglienza ha per finalità: avviare percorsi di inserimento socio economico; vitto e alloggio; inserimento scolastico; assistenza socio sanitaria; apprendimento della lingua italiana; orientamento al territorio e ai suoi servizi; orientamento legale; percorsi individuali di inserimento socio-economico.

 

Poiché il Comune non ha strutture proprie in grado di gestire il progetto individuerà un soggetto collaboratore di comprovata esperienza e competenza nei servizi a favore dei destinatari del bando.

Il progetto prevede l’organizzazione dei servizi per N.20 (venti) ospiti e sarà attivato solo in caso di approvazione e finanziamento.

Il Comune garantirà la percentuale del 5% quale quota di cofinanziamento del progetto generale e che detta quota si sostanzia mediante la fornitura di prestazioni professionali e strutturali e mediante l’accollo di tutte le utenze elettriche, servizio idrico, raccolta rifiuti, altre imposte ed attività necessarie al corretto svolgimento del progetto stesso.

 

Il progetto ha un costo complessivo di Euro 282.068,00 (Duecentoottantaduemilasessantaotto) per 12 (dodici) mesi con una percentuale di cofinanziamento di Euro 14.500,00 (Quattordicimilacinquecento) che sarà conferito dal Comune che presenta i seguenti dati salienti:

1.Coinvolgimento di N.20 beneficiari.

2.Una equipe multidisciplinare.

3.Un soggetto esterno al Comune che lo gestirà.

 

Con la deliberazione il Comune ha aderito alla rete SPRAR ai fini dell’applicazione dei benefici previsti dalla legislazione sui richiedenti asilo e dei rifugiati su territorio nazionale.

Nel progetto c’è anche una tabella con descrizione del costo del personale stabilmente impiegato subordinato e parasubordinato degli operatori sociali, degli interpreti, dell’operatore legale, degli addetti alla pulizia, degli assistenti sociali, psicologi e altre figure, gestione locali e strutture, opere di manutenzione ordinaria e relativi materiali, affitto locali, acquisto attrezzature, vitto, abbigliamento, materiale ludico, spese per la salute, spese trasporto urbano e extraurbano, spese scolastiche, pocket money (questo lo ignoro), alfabetizzazione, spese di orientamento e assistenza sociale, costi interpretariato, spese integrazione, borse lavoro e tirocini formativi, contributi straordinari uscita, spese patenti di guida, laboratori, spese per convegni, per consulenze fiscali, spese cancelleria, spese allestimento e gestione uffici di supporto alle attività del progetto.

 

Non faccio alcun commento altrimenti il Sindaco di San Pietro in Amantea scriverà al Direttore di TirrenoNews.Info che io faccio polemica spicciola e gratuita e che quello che ho scritto è frutto della mente illuminata del “Professore Gagliardi”.

Perciò accludo soltanto la deliberazione di Giunta N.7 del 28 marzo 2017. Se ora vuole smentire il suo operato, faccia pure.

Pubblicato in Basso Tirreno

Il Sindaco di San Pietro in Amantea con una ordinanza, la n.6 del 14 aprile 2017 comunica alla cittadinanza che il tratto di strada SP258 progressiva Km 9,5 in direzione Lago è stato ripristinato.

 

 

Il suddetto tratto era stato chiuso al transito veicolare e pedonale il 29 gennaio 2017 per caduta massi, ordinanza n.1/2017.

Ci sono voluti la bellezza di 76 lunghi giorni per la riapertura della strada da parte della Provincia di Cosenza.

 

Il masso caduto si era fermato sul ciglio della strada come dimostra la foto che allego e non ostruiva minimamente la circolazione.

 

Mi fa piacere che il Sindaco è lieto di aver comunicato agli utenti il ripristino della viabilità prima della Santa Pasqua.

Ha voluto ringraziare e ha fatto benissimo il Presidente della Provincia e tutti gli uffici provinciali che si sono interessati perché si ottenesse in così breve tempo questo importante risultato.

 

Ci sono voluti due mesi e mezzo perché intervenisse la Provincia.

Sono pochi?

Sono tanti?

Ma davvero la strada è stata riaperta?

 

La segnaletica che si trova sulla provinciale lato destro ingresso cimitero di San Pietro in Amantea dice che la strada è ancora interrotta.( Vedere foto che allego). di Francesco Gagliardi

Pubblicato in Basso Tirreno

Questo il breve comunicato stampa inviatoci da Gioacchino Lorelli, sindaco di San Pietro in Amantea

“Lo scrivente è veramente lieto di comunicare ai cittadini ed in particolare agli utenti (non pochi)

 

che prima della Santa Pasqua la Strada Provinciale 258 è stata riaperta al traffico veicolare e pedonale con ordinanza n. 6 del 14/04/2017 di revoca dell’ordinanza n. 1 del 29/01/2017.

Nel comunicare con soddisfazione l’apertura della strada un sentito, forte e doveroso ringraziamento deve essere rivolto al Presidente della Provincia dr. Franco Iacucci che ha preso a cuore la questione e poi a tutti gli uffici provinciali in particolar modo all’ing. Claudio Le Piane che hanno dato il massimo perché si ottenesse questo importante risultato in tempi che possono definirsi brevi.

Questo a dimostrazione che una politica vicina ai cittadini è possibile quando oltre alle capacità personali ci si mette anche il cuore.

GIOACCHINO LORELLI SINDACO DI SAN PIETRO IN AMANTEA”

Pubblicato in Basso Tirreno

Riceviamo e pubblichiamo la “dura” risposta che “Il “Professor” invia al Sindaco di San Pietro in Amantea!

“Rispondo pacatamente al Signor Sindaco di San Pietro in Amantea che ha volutamente replicare al mio articolo apparso su Tirreno News alcuni giorni fa.

Ma quale polemica spicciola e gratuita!

Che i cinghiali siano una emergenza non ci voleva la mente illuminata del Professore Gagliardi a dirlo. Benissimo.

Allora perché gli altri che non hanno la mente illuminata non l’hanno detto e scritto?

Non l’hanno detto e scritto perché 9 consiglieri comunali della sua maggioranza non abitano a San Pietro in Amantea o abitano nelle contrade.

E perché il Sindaco fino ad oggi non ha preso provvedimenti?

I non professori sanno che non è solo un problema che attanaglia il territorio di San Pietro in Amantea.

Ma cosa hanno fatto i non professori fino ad oggi?

Io avevo invitato il Signor Sindaco di cercare di risolvere il problema.

Punto. Solo questo.

Lui si è sentito offeso ed ha replicato dicendo un sacco di fesserie, corbellerie, bugie, menzogne. Ma questa volta ha sbagliato personaggio, perché sa benissimo che il maestro Gagliardi che lui chiama con disprezzo Professore è una persona onesta, corretta, integerrima, che non ha mai preso dal Comune di San Pietro in Amantea una sola lira quando ha ricoperto la carica di consigliere comunale, assessore e vice Sindaco.

I cinghiali che scorazzano per le vie di San Pietro, dice il signor Sindaco, è una mia invenzione e dunque non è commentabile.

Certo non è commentabile, perché lui abita in Amantea e non vede i cinghiali che scorazzano per le vie del paese.

E non ha visto quello che hanno combinato nei giardini, nei terreni dello stesso Professore, di Ciccio Grassullo, di Rosa e Domenico Guido, di Pasquale De Grazia ed altri e nei territori circostanti.

Ma cosa centra poi e cosa abbia voluto dire non l’ho capito che io faccia pure il paragone con le lucertole, le galline, i ragni, le formiche per rafforzare le mie affermazioni.

Mi sa che il signor Sindaco va cercando “finocchielli e timpe” come si dice in paese.

E li vada a cercare altrove se ne ha il coraggio.

Sta delirando e quindi ha bisogno di un calmante o di un ricovero. Invece di scrivere corbellerie faccia   presto a far aprire la strada provinciale Amantea- Cosenza interrotta allì ”Cecati” da diversi mesi per caduta massi altrimenti chiuderà finanche la farmacia in San Pietro.

Il signor Sindaco questa volta ha sbagliato di grosso a scagliarsi contro di me che chiama con sarcasmo e disprezzo Professore.

Il Gagliardi, che sono io, è quello che ha insegnato a tante generazioni a tenere in mano la matita e la penna e stia tranquillo che questi strumenti li sa usare alla perfezione.

Se ne accorgerà ora che ha voluto dichiararmi guerra.

Nel mio articolo lo avevo invitato, pur sapendo che la caccia al cinghiale è vietata, ad autorizzarne la caccia in via eccezionale.

Cosa c’è di strano, di male in questa semplice richiesta che un cittadino rivolge al proprio Sindaco? Evidentemente al Sindaco non è piaciuta la richiesta. Dobbiamo stare tutti zitti.

Ai problemi ci pensa solo lui. Ne ho preso atto.

Lasciamo che i cinghiali scorazzino per le vie e le piazze del paese, tanto lui non li può vedere perché come ho scritto prima abita in Amantea. Ma quelli che ci abitano li hanno visti, li vedono e li vedranno.

Sarà mio compito fargli avere alcune foto.

Et de hoc satis, diceva un mio Direttore Didattico, ma forse il Sindaco, non avendo studiato il latino, non comprende il significato.

Lo comprendono sicuramente i professori che gli stanno attorno.

Francesco Gagliardi

Pubblicato in Basso Tirreno

omi35 anni non sono bastati per capire l’origine di un crimine così efferato

Con riferimento all’articolo apparso su Iacchitè del 7 aprile u.s. dal titolo “Cosenza,rapporto-choc sul Tribunale:gli avvocati e il delitto Sesti”, mi preme precisare alcune cose sull’efferato delitto dell’Avv. Silvio Sesti, mio carissimo amico e compagno di tante partite a calcio giocate finanche con palle di pezza nell’aia del Cav. Francesco Sconza e nel piazzale antistante la chiesa della Madonna delle Grazie in San Pietro in Amantea, quando ancora entrambi indossavamo pantaloncini corti. L’ispezione ministeriale del 2005 scrive per la prima volta in maniera chiara la verità, si è scritto nell’articolo. Io quella verità l’avevo scritta anni prima con un articolo apparso su “Il Quotidiano” domenica 20 ottobre 2002, sul mensile “Oggi Famiglia” del Centro Socio Culturale “Vittorio Bachelet” di Cosenza e sul libro “San Pietro in Amantea dal 1933 al 2002” a Pag.175.

Perché è stato ucciso l’avv Silvio Sesti? E’ stato eliminato perché troppo intelligente, troppo preparato e quindi toglieva spazio agli altri colleghi meno bravi e meno richiesti nei processi in Tribunale e in Corte d’Assise. Racconta il Magistrato Otello Lupacchini “…l’omicidio dell’avv. Sesti determinò l’occupazione del proscenio da parte di una ristretta cerchia di avvocati, che si appropriarono dello spazio lasciato libero dal collega assassinato”. Anche i familiari dell’avv. ucciso hanno cercato in questi lunghi anni di indicare la strada giusta, non sono stati ascoltati. Continua l’articolo:- Eppure non doveva essere difficile per un magistrato perbene approfondire le cause legate al decesso di un personaggio così importante-. Sì, non doveva essere difficile. Sono trascorsi 35 anni e ancora non si sa chi abbia ucciso l’amico carissimo che noi ancora oggi lo ricordiamo con stima e affetto.

Ecco l’articolo apparso su “Il Quotidiano”, lunedì 14 ottobre 2002, n.282 Anno 8 a firma di Roberto Grandinetti

Pubblicato in Calabria

Il consiglio comunale di San Pietro alla unanimità ha approva la proposta della consigliera di minoranza dottoressa Argia Socievole.

Ecco integrale la proposta letta in consiglio comunale ed avente ad oggetto:

OGGETTO: 60° ANNIVERSARIO DEI TRATTATI DI ROMA

Nella ricorrenza del 60° anniversario dei Trattati di Roma ricordato a Roma il 25 marzo 2017, il Consiglio Comunale di San Pietro in Amantea riunito in sessione ordinaria il 31.3.2017 ore 19:00:

PREMESSO

- che in Europa si sta affrontando con sempre maggiori difficoltà la lunga crisi economica e finanziaria, l’emergenza rifugiati e il problema della sicurezza interna ed esterna;

- che la situazione di diffusa incertezza contribuisce all’erosione del consenso dei cittadini nei confronti del progetto di integrazione europea;

- che la sua stessa sopravvivenza è sempre più spesso messa in discussione insieme al progetto di pace e integrazione che essa incarna

CONSAPEVOLE

- che l’unificazione europea è stata, e resta, la condizione necessaria per la pace, la prosperità ed il progresso del nostro continente;

- che da oltre 60 anni le Comunità Europee e l’Unione Europea hanno reso possibile:

1) il nostro sviluppo economico e sociale,

2) garantito e rafforzato le nostre democrazie,

3) abolito la forza delle armi sostituendola con la forza del diritto;

- che le radici delle attuali difficoltà sono da ricercare nell’assetto Istituzionale dell’Unione Europea, incompleto e inadeguato;

- che solo con un sistema di governo soprannazionale efficace, responsabile e democratico, l’Europa può divenire abbastanza forte da garantire il futuro dei propri cittadini;

PRESO ATTO

che l’esito del referendum nel Regno Unito rende ancora più urgente l’avvio della riforma delle istituzioni europee e dimostra la necessità di prevedere la coesistenza all’interno dell’Unione Europea di diversi livelli di integrazione tra gli Stati membri;

AUSPICA

che i capi di Stato e di Governo riunitisi a Roma il 25 marzo u.s., per rilanciare e completare l’unità economica e politica dell’Europa, avviino le politiche necessarie per far fronte:

PERTANTO ADERENDO ALLE RAGIONI DELLA MANIFESTAZIONE PROMOSSA IL 25 MARZO A ROMA DALLE ORGANIZZAZIONI EUROPEISTE C H I E D E

AL GOVERNO – AL PARLAMENTO NAZIONALE – ALLE ISTITUZIONI EUROPEE

- di adoperarsi affinché il 60° anniversario dei trattati di Roma diventi una occasione di svolta per la storia europea;

- di andare oltre gli attuali trattati verso una unione federale, del popolo europeo, con il popolo europeo, per il popolo europeo al fine di realizzare il progetto di Ventotene sulla base di un nuovo patto politico europeo.

C H I E D E AL CONSIGLIO COMUNALE

- di trasmettere copia della presente al MFE (Movimento Federalista Europeo), alla Prefettura di Cosenza, alla Presidenza della Regione Calabria, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, alla Presidenza della Repubblica, alle Istituzioni Europee;

- che con separata conforme votazione la presente deliberazione sia immediatamente eseguibile ai sensi dell’art. 134, comma 4 del D. Lgs 267/2000.

San Pietro in Amantea 30.3.2017  

Pubblicato in Basso Tirreno

Il nostro amico Francesco Gagliardi ci consegna una amara nota.

Eccola, integrale:

“Cinghiali indisturbati nelle vie di San Pietro in Amantea di Francesco Gagliardi

Cinghiali grandi e piccoli da diversi anni indisturbati scorazzano per le vie e nelle piazze del centro abitato di San Pietro in Amantea.

Se il Signor Sindaco e l’Amministrazione Comunale vogliono davvero tutelare la sicurezza e l’incolumità degli abitanti del piccolo borgo dovrebbero autorizzare la caccia ai cinghiali.

So che ora la caccia è vietata, ma è preferibile avere un abitante vivo che un abitante morto.

Perché dovrete sapere, amici lettori di Tirreno News, che i cinghiali sono pericolosissimi specialmente se in compagnia dei piccoli.

In alcuni Paesi si sono verificati luttuosi episodi dove alcuni uomini intervenuti per difendere i loro giardini, i loro frutteti e i loro prodotti agricoli sono stati aggrediti e morti dopo l’aggressione del branco.

Prima che succeda qualcosa di brutto anche nel nostro paese invito il Signor Sindaco ad assumersi tutta la responsabilità.

I cinghiali scorazzano e passeggiano indisturbati, non hanno più paura di nulla, per le vie del centro e la notte circondano le case ed entrano nei giardini, negli orti, nei terreni, rovistando dappertutto facendo danni incalcolabili.

Dove passano loro la terra sembra lavorata con il trattore.

E non esagero.

Basta recarsi a Terramarina, al Vallone soprano e sottano, alle Valle, al Ponte del vallone e ognuno potrà notare lo scempio che questi animali moltiplicati a dismisura combinano.

Oltre ad essere pericolosissimi perché attaccano l’uomo sono molto dannosi all’agricoltura.

Mangiano l’uva e danneggiano le viti, distruggono le piantagioni di granturco e gli alberi da frutta specie quando sono ancora piccoli.

L’altro giorno mentre ero nel mio terreno del Vallone intento a tagliare l’erba sono stato avvicinato da un branco di cinghiali ancora in tenera età.

Ho avuto tanta paura e sono stato costretto a scappare in casa per l’incursione di un grosso cinghiale, credo che fosse la madre del branco.

Ho fatto in tempo a chiudere il cancello in ferro altrimenti sarebbe entrato nel “catoio”.

Non è dunque sufficiente segnalare il caso ai Carabinieri di Amantea, alle Guardie Provinciali e alle Guardie Forestali che ogni giorno pattugliano la zona, bisogna intervenire al più presto prima che sia troppo tardi. Finora nessuno ha fatto nulla, solo chiacchiere.

E con le sole chiacchiere non si risolvono i problemi.

Da tempo abbiamo segnalato la presenza dei cinghiali che scorazzano indisturbati nel nostro paese mettendo in serio pericolo l’incolumità dei cittadini, specialmente ora che si avvicina l’estate e il nostro antico borgo si popola con l’arrivo di tanti bambini che amano giocare all’aperto.

Per la Coldiretti, l’aumento dei danni, delle aggressioni ed anche degli incidenti mortali ad opera dei cinghiali, è il risultato della incontrollata proliferazione dei cinghiali che ha superato in Italia il milione di capi.

E non esagero e non è neppure una battuta di pessimo gusto, ora come ora, nel mio paese ci sono più cinghiali che persone.”

Pubblicato in Basso Tirreno

Lo stabile del municipio è interessato da lavori di manutenzione straordinaria e così il consiglio si è svolto nella vicina vecchia chiesa sconsacrata ed oggi destinata a Museo dell’arte orafa calabrese.

 

Due i punti all’ordine del giorno.

Il primo è la approvazione dei verbali della seduta precedente.

Il secondo è “Modifiche allo Statuto del “GRUPPO DI AZIONE LOCALE DEL SAVUTO società Consortile a responsabilità limitata, in GAL SAVUTO Scarl”.

 

Una modifica che si sarebbe resa necessaria per l’adesione al GAL da parte di tutti i comuni del vecchio CIBTC, il primo e famoso consorzio del Basso Tirreno Cosentino, poi chiuso dal sindaco Tonnara, ed i cui comuni oggi si accorgono di doversi comunque unire per essere più espressivi( misteri della politica)

 

Ai comuni di Comuni di Aprigliano, Altilia, Belsito, Bianchi, Carpanzano, Colosimi, Figline Vegliaturo, Grimaldi, Mangone, Marzi, Panettieri, Parenti, Paterno Calabro, Pedivigliano,. Rogliano, S.Stefano di Rogliano, Carolei si sono aggiunti tutti quelli del CIBTC tra cui Aiello Calabro, Cleto, Serra d’Aiello,San Pietro in Amantea, Lago, Amantea, Belmonte Calabro Longobardi, Fiumefreddo Bruzio, Falconara Albanese e San Lucido,questo ultimi rappresentanti di un territorio completamente diverso da quello del Savuto.

 

Tutto per l’ interesse di questi comuni ai fondi del Por di cui è dotato il Gal che potrebbe erogare incentivi per lo “Sviluppo delle imprese dell’industria culturale e turistica” che prevede il sostegno allo sviluppo e al consolidamento delle micro, piccole e medie imprese dell’industria culturale, turistica, creativa, dello spettacolo e del settore manifatturiero tipico locale.

Tali incentivi si rivolgono alle imprese costituite in forma societaria da non meno di 36 mesi, incluse le cooperative che vogliono presentare progetti di investimento nei settori dell’industria culturale, turistica, creativa, dello spettacolo e dei prodotti tipici locali.

Sono finanziabili programmi di investimento fino a 500.000 euro nelle seguenti aree di intervento:

-promozione finalizzata alla valorizzazione delle risorse culturali

- recupero e valorizzazione di produzioni tipiche locali

-servizi per la fruizione turistica e culturale

Le agevolazioni sono concesse nei limiti del regolamento de minimis e prevedono congiuntamente:

-finanziamento agevolato a tasso zero fino al 60% della spesa ammessa, elevabile al 65% in caso

di impresa femminile, o impresa giovanile o in possesso del rating di legalità

—contributo a fondo perduto fino al 20% della spesa ammessa, elevabile al 25% in caso di impresa femminile, o impresa giovanile o in possesso del rating di legalità.

Le imprese beneficiarie devono finanziarie con risorse proprie la quota di investimenti non coperta dalle agevolazioni.

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vascheLe vasche pubbliche quando ancora nelle nostre case l’acqua non era arrivata e le lavatrici non erano ancora state inventate, erano molto frequentate. Furono costruite in località Pantani e che noi chiamiamo Quattrocanali nell’anno 1898 ed una lapide ne ricorda anche l’anno di costruzione. Erano tante le donne di San Pietro in Amantea che al mattino giungevano ai Quattrocanali con il loro grande cesto in testa pieno di panni da lavare. Dopo averli insaponati e lavati per bene, li risciacquavano e poi li strizzavano per poter togliere più acqua possibile. Poi con le loro ceste sulla testa ritornavano nelle loro abitazioni e spandevano il bucato. Il lavatoio comunale, simbolo del lavoro femminile e della cultura di una intera comunità, è stato restituito di recente a nuovo splendore, grazie ad un intervento di manutenzione straordinaria eseguita dall’Amministrazione Comunale. E’ stata costruita una tettoia in legno. Il lavatoio presenta tre vasche di contenimento dell’acqua, due più grandi per il lavaggio dei panni e una molto più piccola per il risciacquo. L’ampiezza delle vasche consentiva il lavoro contemporaneo di più donne, però durante l’inverno, non essendo coperte, non offrivano riparo dal freddo e dalle intemperie. Le vasche sono alimentate da 5 fontane che sia d’inverno che d’estate permettevano alla popolazione locale non solo di lavare i panni, ma anche attingere acqua potabile molto fresca. Lo scolo dell’acqua serviva poi per irrigare i terreni circostanti. Il lavatoio, specialmente durante i mesi estivi, era frequentatissimo. Era un luogo di aggregazione sociale soprattutto per le donne, dove le ragazze da marito si scambiavano opinioni e pettegolezzi. Gli uomini non frequentavano il lavatoio. Erano addetti ai lavori dei campi. In alcune regioni d’Italia era proibito agli uomini avvicinarsi ai lavatoi quando c’erano le donne. (Vedi foto scattata a Tivoli). Esso, ormai, ha perso la sua funzione originaria di “lavanderia all’aperto”, di approviggionamento di acqua potabile, di eventuale abbeveratoio per gli animali. I panni ora si lavano con la lavatrice e non più a mano. Non c’è più bisogno di andare con i barili e i cannatielli a rifornirsi di acqua potabile. L’acqua l’abbiamo in casa. L’abbeveratoio non serve più, perché non ci sono più animali domestici che vengono allevati nel nostro territorio. Asinelli, mucche, capre, pecore, animali completamente scomparsi. Le mandrie di Felice e don Micu e di Peppino Rende sono solo ricordi del passato. Ora l’acqua potabile, sin dal 1970, raggiunge tutte le case del nostro paesello e negli ultimi tempi anche quelle delle nostre contrade. Le lavatrici elettriche hanno trasformato le nostre abitudini. I panni si lavano in casa e le donne possono dedicarsi ad altre occupazioni meno gravose. Così i lavatoi comunali sono diventati ormai solo luoghi di storia e di memorie. Non hanno più nessuna funzione e quindi sono stati abbandonati alla loro sorte. Oggi ai Quattrocanali non ci va più nessuno, nei lavatoi non si sente più il vivace chiacchierio delle donne intente al lavoro. Vi regnano sovrane la quiete e il dolce mormorio delle acque.

Tantissimi anni fa per lavare i panni venivano utilizzate anche le “cibbie”. E nel nostro paese ce ne stavano parecchie, specialmente nelle contrade. Le acque delle cibbie venivano usate principalmente per irrigare i terreni. Certe volte, però, i proprietari permettevano alle donne di fare uso delle acque anche dietro un piccolo compenso o scambio di favore. L’acqua potabile nel nostro paese è arrivata nel 1900. Prima di allora le donne o andavano ad approviggionarsi ai Quattrocanali o nelle fontanelle di campagna. L’acqua è stata incanalata tramite una condotta idrica dalla sorgente di Piè dei Timpi ed alimentava soltanto tre pubbliche fontane. Venne costruita una grande fontana in Piazza IV Novembre, una volta non si chiamava così, avente anche un abbeveratoio per gli animali. C’era il divieto assoluto di usare la fontana per altri usi e di usare l’abbeveratoio per lavarvi i panni e la verdura. Coloro che venivano sorpresi a lavare nella vasca erano puniti severamente. La Guardia Municipale don Nicola Coscarella, molto ligia al proprio lavoro, elevò la prima contravvenzione alla propria consorte Rosalia Presta. Le acque superflue, poiché le fontane erano sempre aperte giorno e notte, venivano convogliate attraverso canaloni nelle cibbie di Terramarina. Nelle altre due piazze del paese c’erano altre due fontane, molto più piccole e non caratteristiche come quelle di Nmienzu u Largu.Una in Piazza Municipio, ora Piazza Pietro Mancini e un’altra Nmienzu u Puritu, Piazzetta Margherita. Le acque di Nmienzu u Puritu venivano convogliate nella cibbia di donna Irene Luciani, quella di Piazza Municipio conosciuta anche come Nmienzu a Chiazza nella cibbia di don Lisandro. La cibbia di don Lisandro, molto capiente,non esiste più. E’ stata demolita per consentire la costruzione della strada comunale che va da Piazza Madonna delle Grazie a Piazzetta Margherita. Quella di donna Irene esiste ancora, però senza più acqua. E’ completamente abbandonata. Le acque reflue vanno a finire nella fognatura comunale costruita nel 1948 dall’Amministrazione democristiana, Sindaco l’Ins. Carratelli Nervi Ines, una delle prime donne ad occupare incarichi istituzionali in Italia. La domestica di donna Irene, Teresa Marano, non voleva che le donne del paese, specie quelle a lei invise, andassero a lavare i panni sporchi nella cibbia di Terramarina. Infatti, diverse volte, attraverso bandi pubblici, invitava la gente a non andare a lavare i panni nella cibbia altrimenti avrebbe preso severi provvedimenti. Un bando pubblico che mi è rimasto in mente recitava così:- Nessuno jisse a lavare i panni alla cibbia e Terramarina e donna Irene. U primu che ci piscu u puortu alla Pretura da Mantia. E nun c’è riguardu ppe nessunu-. Donna Irene, però, che era davvero una gran signora, permetteva a tutti di andare a lavare i panni nella sua cibbia. Bastava soltanto farglielo sapere in anticipo. Non ha detto mai di no a nessuno.

Il 23 agosto 1901, mentre in San Pietro in Amantea si svolgeva l’annuale fiera di merci e bestiame di San Bartolomeo Apostolo, in Piazza IV Novembre viene inaugurata con una certa solennità la pubblica fontana monumentale, quella fontana che oggi si trova ubicata al lato della strada provinciale vicino le abitazioni di Emilio Lupi e Francesco Lucchesi. Luogo, per me, non adatto. E poi l’abbeveratoio non esiste più. Quella fontana da noi oggi viene ricordata come la fontana Du zu Tittu. Forse perché l’acqua scorge da un orciuolo tenuto da un personaggio famoso che assomiglia a Mastru Titta. “ Il dottore Michele Ianne la ideò, suo figlio Roberto la realizzò dopo 25 anni”. Questa era la frase che doveva essere scritta nella lapide ricordo posta dietro la fontana sopra l’abbeveratoio, però beghe personali, odi, rancori degli amministratori comunali del tempo, dimenticarono l’operato dei Sindaci Ianne che tanto bene avevano fatto al paese e non posero mai la lapide. Avevano portato per la prima volta l’acqua nelle tre pubbliche fontane del paese. E in quei tempi era già tanto. L’acqua apparteneva alle famiglie più influenti del paese. Ma i sampietresi, riconoscenti, intitolarono poi, dopo diversi anni, una via all’ex Sindaco Michele Ianne, via che va da via Michele Bianchi ora Via del Popolo a Piazza Municipio ora Piazza Pietro Mancini. La conduttura dell’acqua potabile portò allora finanche l’acqua nel cortile dell’abitazione della famiglia di don Lisandro Sesti. Era l’unica abitazione che aveva l’acqua in casa, forse per un diritto acquisito o forse perché la sorgente dell’acqua di Sangineto ricadeva nel terreno di sua proprietà.

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