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Miocomune un sito web locale riporta una notizia incredibile, per talune versi sconvolgente.

 

 

Tutto sommato una buona, notizia. Il Commissario Massimo Scura è indagato.

Ha ricevuto una comunicazione giudiziaria per l'omessa esecuzione della Sentenza del Consiglio di Stato, favorevole ai comuni di Praia a Mare e Tortora, i quali avevano contestato la chiusura dell'ospedale di Praia a Mare. E' questa la certezza.

 

L’indagine è condotta dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Catanzaro ed è coordinata dal Pm Vincenzo Luberto.

Il concetto di base è semplice: il Consiglio di Stato aveva preso una decisione inequivocabile, riportare un barlume di sanità sull'alto Tirreno cosentino.

La Procura della repubblica di Paola, quindi, intende garantire il diritto alla salute dei calabresi.

Non solo del bacino di primo interesse dell’alto tirreno cosentino ma almeno di tutta la fascia tirrenica, atteso che non è raro nemmeno per gli amanteani bypassare Paola e Cetraro e servirsi del più lontano ospedale.

 

La Guardia di Finanza, ieri, ha fatto visita al sindaco di Praia a Mare.

«Sono venuti qui al Comune di Praia a Mare e sono andati anche a Tortora – ha detto Praticò – per acquisire tutta la documentazione posta in essere dai due comuni e per vedere se avevamo ricevuto risposta dal Commissario Scura in merito all'esecuzione della sentenza».

Sulla questione, come è noto c'era anche un esposto di Papa, Mandarano e Marsiglia.

E tante battaglie, incatenamenti, notti insonni di Gino Domenico Spolitu.

Marce di cittadini.

Ma anche una sorta di rassegnazione a questo progressivo smantellamento di pezzi di sanità.

I cittadini, spesso, hanno solo “subito” le scelte prese dall'alto.

In molti hanno cercato di riparare aggrappandosi ai presidi della vicina Basilicata.

Altri, hanno “girovagato” negli architettonici apparati degli Spoke: esami in un ospedale, ricovero in un altro, trasferimento in ambulanza, quando possibile, compreso.

Una buona notizia anche per Amantea che ora ricomincia a sperare che i responsabili della sanità siano toccati dalla magistratura quando non garantiscono la salute dei cittadini.

Dda noi mancano però Papa, Mandarano, Marsiglia e Gino Domenico Spolitu. Chissà?

Pubblicato in Alto Tirreno

Oliverio ha scritto alla Lorenzin:

"La volontà espressa del Parlamento dovrebbe essere sempre custodita, prima fra tutti dagli organi dello Stato.

Negli ultimi giorni, la Struttura Commissariale calabrese ha tenuto comportamenti molto gravi, con una anomala accelerazione dopo il voto del Parlamento sulla Legge di Bilancio 2017.

 

Sono stati adottati provvedimenti di natura strategica che impegnano attività e risorse dei prossimi anni, oltretutto senza l'acquisizione dell'istruttoria preventiva del Dipartimento regionale, richiesta dalla legge:

-budget per le attività private accreditate;

-piani di assunzioni di personale a tempo indeterminato;

-stralci di piani territoriali delle Aziende Sanitarie.

Tutto ciò sta determinando tensioni fortissime e nei territori coinvolti e forti perplessità tra i rappresentanti degli enti sanitari e degli enti locali, oltre che degli erogatori privati, tanto che il Consiglio regionale all'unanimità ha approvato una mozione che mi impegna ad assumere tutte le iniziative tese a scongiurare atti della Struttura Commissariale illegittimi o quantomeno inopportuni nella presente fase di transizione, in attesa delle determinazioni del Consiglio dei Ministri.

 

Con separata nota ho provveduto a rappresentare le necessarie rimostranze anche alla Struttura Commissariale.

Ti chiedo di voler intervenire affinchè sia assicurato il rispetto della legge e della volontà del Parlamento".

E questa è la nota inviata da Oliverio a Scura:

"Come Le sarà certamente noto, il Consiglio Regionale, nella seduta del 21 dicembre 2016, ha approvato una mozione con la quale mi impegna ad assumere ogni iniziativa finalizzata a rimediare all'illegittimità di alcuni decreti da Lei recentemente adottati e, in particolare, l'approvazione del piano delle assunzioni a tempo indeterminato di personale del SSR la definizione del livello massimo di finanziamento, per l'anno 2017, delle strutture erogatrici di prestazioni ospedaliere, nonché territoriali, quest'ultimo assunto successivamente al predetto deliberato del Consiglio Regionale.

Tali provvedimenti risultano tutti meramente distributivi di risorse economiche e illegittimi per mancanza di istruttoria e conseguentemente privi di idonea motivazione in ordine ai bisogni di salute dei cittadini calabresi (vengono utilizzati dati relativi al 2013 ignorando quelli del 2015, già disponibili), indispensabile requisito di legittimità di ogni provvedimento amministrativo.

L'ampio dibattito sviluppatosi in seno alla più alta rappresentanza regionale ha evidenziato l'illegittimità o quantomeno l'inopportunità dei Suoi provvedimenti, laddove assumono scelte strategiche, con inevitabili ricadute negli anni futuri, peraltro in assenza dei necessari requisiti di legittimità. Non posso non evidenziare che la Sua sollecitudine nella illegittima distribuzione delle risorse trova una strana coincidenza con l'approvazione della Legge di Bilancio 2017 che, non Le sarà sfuggito, rimuove l'incompatibilità di funzioni tra Presidenti di regione e Commissari ad acta per il debito.

In attesa delle determinazioni del Consiglio dei Ministri sul punto, sarebbe stato doveroso soprassedere nell'assunzione di provvedimenti di rilevanza strategica sulle politiche sanitarie regionali.

La invito, pertanto, a voler procedere alla sospensione dei provvedimenti adottati, al fine di una più compiuta e approfondita analisi dei bisogni di salute della popolazione calabrese ed anche per evitare l'insorgere di controversie giudiziarie tra Regione e Struttura Commissariale".

Vogliamo ricordare a tutti e tre i protagonisti della grave situazione della sanità calabrese che:

-Il valore economico annuo delle migrazioni sanitarie è pari a circa 300milioni di euro ed investe 60.000 famiglie di calabresi;

- nel 2014 l’80.6% dei calabresi emigrava per tumore del polmone, nel 2015 diventano il 92,7%;

- nel 2014 il 41,1% delle donne calabresi con cancro del seno sono andate fuori Regione, mentre nel 2015 il dato cresce al 45,6%:

- complessivamente, considerando la chirurgia per le neoplasie più importanti (polmone, seno, colon retto, prostata, vescica e tumori ginecologici), la migrazione sanitaria oncologica in Calabria nel 2015 supera il 40% ed a Crotone.

Dati sconcertanti che non possono essere ignorati.

Pubblicato in Calabria

Ignoranza ed ipocrisia sembrano essere i mali del secolo. Ed ovvia mente non solo ad Amantea, ma Aman tea non esclusa. Anzi, forse, da noi questi elementi comportamentali della società raggiungono la loro massima potenza espressiva e diventano la prima supponente e la seconda vera e propria malafede.

 

Ed è difficile lottarle quando diventano costume, abitudine. Si impone allora di cogliere ogni occasione per denunciarle scoprendo coloro che le espongono se non le rappresentano.

Ma torniamo a bomba.

In questi giorni grazie alla sensibilità esposta da alcune persone e soprattutto da alcune organizzazioni sta prendendo vita una rete per la difesa del diritto alla sanità

 

Una cosa inusuale per un paese che non parla, quasi, mai, se non per blandire ed elogiare gli inelogiabili ed i potenti.

Quasi un miracolo.

Tanto più che la nascita di questo momento di rivoluzione sociale e culturale ha preso le mosse in un universo di silenzi ipocriti e di ignoranza ridondante.

E tutto grazie ad un “feudatario”, Massimo Scura (1) , inviato dalla “regina Beatrice” a governare la sanità calabrese che la politica ad ogni livello ( con la complicità della burocrazia e delle OOSS) ha distrutto nel silenzio e nell’ignavia del popolo che, ignominiosamente, anziché reagire è fuggito ( quando ha potuto) verso altre regioni nelle quali “fortunatamente” la sanità funzionava e funziona ( non si sa fino a quando) .

 

Tra le scelte del commissario quella portata dalla sua ordinanza n 84 del 21 luglio 2015 con la quale nel teorizzare il riequilibrio ospedale-territorio si propone la chiusura del laboratorio di analisi cliniche pubblico di Amantea ed a servizio dell’intero comprensorio lasciando presenti due laboratori privati che facilmente saranno fruiti dalla popolazione in alternativa alla assurda logica di prelevare il sangue nel comprensorio e di trasferirlo per le analisi in laboratori lontani.

Una decisione che contrasta con gli obiettivi fissati al momento della sua nomina e che lui stesso ricorda nella citata ordinanza essere quelli di “garantire in maniera uniforme sul territorio regionale, l'erogazione dei livelli essenziali di assistenza in condizioni di efficienza, appropriatezza, sicurezza e qualità, visto che toglie anziché aggiungere servizi, peggiora anziché migliorare, crea nuovi costi anziché ridurli.

Da qui la prima reazione che c’è da augurarsi cresca fino a diventare piena consapevolezza e mobilitazione generale contro chi crea differenze tra territori e popoli .

 

In questa ottica la decisione unanime di affiggere su tutto il territorio il seguente manifesto e di tenere quanto prima un incontro con il presidente Oliverio, il Commissario Scura, il direttore generale Filippelli.

Molti i presenti , diversi gli interventi, tra cui Enzo Giaco, Francesca Menichino, Sergio Ruggiero, Massimiliano Ianni, Giampaolo De Luca, Giusy Porchia, Clara Sciandra, Peppe Marchese, Conte , Cima, eccetera .

 

(1) Chi è Massimo Scura?

Massimo Scura è sindaco del comune di Alfedena in provincia di Aquila e che vanta 848 abitanti.

Di lui si dice che da sindaco ha sanato le finanze di Alfedena portando il bilancio in attivo semplicemente tagliando le spese superflue, riducendo e razionalizzando quelle essenziali, ottimizzando i servizi, riconducendo ai doveri e alla disciplina gli amministratori e via, via dall’alto in basso i responsabili, gli operatori, fino all’ultimo dipendente, valorizzando le loro professionalità, abolendo la pletora di consulenti, clienti ed improbabili fruitori delle pubbliche risorse di un piccolo comune. Un rigore per qualcuno spietato, per i molti saggio, prudente, onesto e di grande impatto, non solo simbolico, per la generalità dei cittadini, soprattutto di quelli più deboli.

Massimo Scura, è nato a Gallarate, da padre calabrese e da madre abruzzese di Alfedena  (AQ).

E’ stato Direttore Generale di varie aziende sanitarie locali di importanti capoluoghi di Provincia del centro-nord.

Dunque, un manager pubblico di alto profilo distintosi ovunque per il risanamento gestionale, la probità, la lotta alla corruzione e all’incompetenza.  

Per capire chi è il commissario ecco quello che ebbe a dichiarare al momento dell’incarico : «Io amo la Calabria, mio padre era calabrese.  Sono abituato a non perdere tempo, mi metterò pancia a terra a lavorare, so che in Calabria non si parte da zero, ci sono delle eccellenze che vanno valorizzate c’è tanto lavoro da fare che va fatto con il coinvolgimento di tutti gli operatori a partire dai medici di medicina generale e pediatri». «Nel mio agire – aggiunge il commissario – al primo posto metto gli utenti, il sistema sanitario li deve prendere in carico a partire dalle strutture territoriali, se necessario portarli in ospedale e poi, accompagnarli nella riabilitazione e assistenza domiciliare . Per fare questo c’è bisogno dell’impegno di tutti, medici, i tecnici, la sanità si organizza solo se si lavora tutti insieme per raggiungere lo stesso obiettivo».

Il sindaco Scura

I presenti

Pubblicato in Cronaca

“Mandiamoli a casa adesso” è l'iniziativa dei parlamentari M5S contro il governatore e i commissari alla sanità.

Ecco il testo del comunicato stampa:

«MandiamoliacasaAdesso» è il titolo dell'iniziativa promossa per lunedì 5 ottobre dai parlamentari M5s calabresi, che per l'occasione con una lettera di fuoco hanno convocato addirittura i sindaci dei comuni della regione, con appuntamento a Catanzaro, in piazza Prefettura dalle ore 17,30.

Insieme agli attivisti, alla società civile e ai deputati M5s Luigi Di Maio, Riccardo Nuti, Alessandro Di Battista, Giulia Grillo e Mattia Fantinati, i parlamentari calabresi del Movimento 5 stelle parleranno dell'immobilità della Calabria per causa della lotta intestina nel Pd, dello scandalo 'Rimborsopoli', delle nomine illegittime dei vertici sanitari e della gestione fallimentare del piano di rientro, affidato ai commissari governativi Massimo Scura e Andrea Urbani.

«Sarà un'adunata – precisano in una nota i parlamentari M5s Dalila Nesci, Nicola Morra, Laura Ferrara, Paolo Parentela e Federica Dieni – dell'altra Calabria, quella lontana dalle camarille di palazzo, dagli illeciti nell'amministrazione della cosa pubblica, dai ricatti del governo Renzi e dai silenzi imbarazzanti del presidente della Regione, Mario Oliverio, blindato nel suo cerchio magico».

«Per Oliverio – continuano i parlamentari M5s – chiedemmo al governo la mera applicazione della legge, in base alla quale doveva gestire la sanità regionale.

Umiliato da Renzi, benché eletto a maggioranza, Oliverio non ha poi mosso un solo passo giusto, incaponendosi per le poltrone di Nino De Gaetano, di Santo Gioffrè e di Domenico Pingitore, accettando senza impugnazione la rete clientelare dell'assistenza ospedaliera decretata da Scura e Urbani e i loro deliri di onnipotenza; dalla mancata riapertura degli ospedali di Praia a Mare e Trebisacce all'assegnazione arbitraria dei nuovi budget, contestata perfino dal Tavolo ex Massicci. Oliverio, che si era presentato in discontinuità col passato, ha seguito passo per passo il predecessore Scopelliti e confermato ingiustificabili concentrazioni di potere come quella del dirigente generale dei Lavori pubblici, Domenico Pallaria».

«Oggi – concludono Nesci, Morra, Ferrara, Parentela e Dieni – il Movimento 5 stelle gli chiede il conto anche per aver permesso, con la sua palese ambiguità, lo sfascio della sanità da parte dei commissari governativi.

Per conto dei calabresi il Movimento 5 stelle manderà a casa Oliverio, Scura e Urbani, espressione di un sistema identico, marcio e nemico del bene comune».

Pubblicato in Calabria

Scrive Dalila Nesci:

«Fa l'acrobata il commissario alla sanità calabrese, Massimo Scura, al quale ricordo che in Calabria nessuno è fesso».

 

Lo dichiara la deputata M5s Dalila Nesci, a proposito delle giustificazioni fornite a mezzo stampa dal commissario, in merito al decreto sui nuovi budget sanitari che ha fatto scoppiare la polemica politica sull'assegnazione di fondi maggiori, rispetto al passato, a due delle tre cliniche facenti capo al gruppo imprenditoriale cosentino iGreco.

Poi prosegue la Nesci «Oggi Scura invita all'accesso agli atti lasciando intendere che la vicenda sia tutta e solo mediatica.

Aggiunge di una specifica informativa pronta dal 21 luglio.

Faccio notare allo smemorato commissario che il decreto in questione reca la data del 6 luglio, sicché, stando alle sue parole, i criteri di assegnazione sarebbero stati ricavati in seguito».

Ed ancora la parlamentare 5 stelle evidenzia «È curioso che Scura sia uscito soltanto ora allo scoperto, dimenticando che sulla questione pendono due diverse interrogazioni alla Camera, del 15 e del 16 luglio scorsi, e una al Senato.

Il suo lungo silenzio sul caso ha portato il Movimento 5 stelle a presentare anche un esposto alla Procura della Repubblica e alla Corte dei conti.

Fu lo stesso Scura, infatti, a dichiarare al tg Rai della Calabria del 13 luglio scorso che avrebbe riferito i criteri di assegnazione dei nuovi budget, il che non ha mai fatto, oggi nascondendosi dietro alla legge sull'accesso».

Infine conclude «Ancora più significativa è questa versione odierna di Scura, perché proprio in mattinata ho chiesto al dipartimento della Salute copia dei relativi atti d'istruttoria. Stia tranquillo il commissario, noi 5 stelle siamo la sua ombra».

NdR.Una sola domanda: Dove sono tutti gli altri parlamentari calabresi? Senza la Nesci chi garantirebbe la medicina pubblica in Calabria?

Pubblicato in Calabria

Ecco la Dichiara zione del Segre tario del PD Amantea Enzo Giacco in merito alla visita del Commissario Massimo Scura ad Amantea

“Ho appreso dalla stampa della visita del Commissario Massimo Scura ad Amantea. Una visita – per così dire – “riservata”.

Per tale ragione sento di esprimere una certa amarezza e perplessità.

Nei giorni scorsi, infatti, le forze politiche, sociali e sindacali della città – in ragione dei tentativi di depotenziamento dell’Asp del Distretto di Amantea ed in particolare in merito alla chiusura del Laboratorio di analisi decretato proprio dal dottor Scura – hanno avvertito il dovere di scrivere al Commissario e di manifestare il proprio dissenso ponendo specifici quesiti.

Spiace che non abbia avuto la sensibilità di comunicarci la sua visita – né chi ne era a conoscenza ha avvertito il dovere di farlo – e di aprire un confronto con tutte le forze politiche, sociali e sindacali presenti sul territorio, così da darci la possibilità di presentargli le nostre ragioni.

I problemi di un territorio, infatti, non possono certo risolversi con una foto scolastica, bensì interagendo con le forze che hanno contezza delle ansie, dei desideri e dei bisogni dei cittadini.

Come Partito Democratico ribadisco la richiesta di “non chiusura” del Laboratorio di analisi ed anzi l’invito è quello di non depotenziare ulteriormente e di tornare ad investire sui servizi per la cura dei cittadini in questo territorio.

Amantea, ad esempio, necessita con urgenza di una casa della salute ed i cittadini del Comprensorio hanno diritto a servizi sanitari qualificati e a cure celeri.

Auspico, infine – in quanto, sempre dalla stampa, apprendo che si è aperto un “confronto” – che le prossime visite del dottor Scura ad Amantea vengano partecipate alle forze politiche, sociali e sindacali (ma anche a tutti i cittadini), in modo da darci la possibilità di contribuire ad una discussione informata e a far valere gli interessi veri di tutti i cittadini”.

Amantea, 12 agosto 2015

Ndr. Siamo in presenza della ennesima riprova della arroganza dei potenti ed insieme della ignavia di un popolo-quello amanteano- che è sempre meno popolo avendo abdicato al suo dovere di essere forte nelle avversità , non tanto e solo per se stesso ma per i futuri popoli( figli e nipoti) della futura Amantea, posto che continuerà ad esistere.

Basteranno gli auspici di Enzo Giacco?

Spes ultima dea: sperare sarebbe, forse, un errore.

Pubblicato in Politica

Si tratta di Massimo Scura , lombardo-toscano, e di Andrea Urbani , romano. Ecco chi sono.

Scrive per primo il M5S : «La montagna ha partorito il topolino. La nomina a commissario alla sanità calabrese di Massimo Scura e a subcommissario di Andrea Urbani dimostra le logiche spartitorie del governo Renzi. Gli appetiti ed equilibri di potere hanno avuto la meglio sull'interesse pubblico, per cui la Calabria resta terra di conquista, affarismo politico e collocamento di amici e compari».

Lo dichiarano i parlamentari M5s Dalila Nesci, Nicola Morra, Federica Dieni e Paolo Parentela, che aggiungono: «Eppure avevamo denunciato alla Procura di Catanzaro il presunto assenteismo di Urbani, tecnico fidato della Lorenzin. Chiedendone la rimozione, poi, avevamo anche evidenziato i suoi conflitti d'interesse, in quanto revisore Agenas».

Proseguono poi i parlamentari M5s «Queste nomine del governo confermano la distanza di Renzi dal governatore regionale, Mario Oliverio. Le mosse del Consiglio dei Ministri per il commissario alla sanità calabrese ci fanno pensare che il Pd nazionale resterà incollato a Ncd. I due partiti gestiranno in tandem la Calabria, scavalcando Oliverio, messo all'angolo».

Infine la conclusione «I fatti dicono che Renzi e i suoi dovevano soltanto tenere in pugno la sanità regionale. Ora il Movimento cinque stelle proseguirà con più decisione e coraggio la battaglia per il diritto alla salute dei calabresi».

E’ stata quindi vana la missione romana del governatore Mario Oliverio che aveva avuto in giornata un incontro con il ministro Beatrice Lorenzin, la quale gradiva la promozione di Andrea Urbani, il quale rimarrà alle spalle di Scura nella veste di subcommissario.

Oliverio avrebbe spinto per Piero Ciccarelli, toscano, come un po' tutti i manager sin qui indicati nella rosa dei papabili, che era stato al vertice dell'Azienda sanitaria unica delle Marche, regione che in tema di organizzazione sanitaria ha adottato un modello speculare a quello che è pronto a varare lo stesso Oliverio: via le Aziende provinciali, una sola Azienda regionale, un solo manager, via ai centri di spreco e di business.

Alla fine la scelta è caduta su Massimo Scura, 72 anni, e su Andrea Urbani , 51 anni. Ecco chi sono:

Massimo Scura è pensionato, originario di Gallarate e già direttore generale dell'Asl 7 di Siena prima ancora dell'Asl 6 di Livorno.

Ingegnere chimico laureatosi al politecnico di Torino, colletto bianco dell'Eni.

E' arrivato tardi alla sanità.

E, ancora più tardi, all'ufficio del commissario al Piano di rientro in Calabria.

Andrea Urbani, invece, e’ romano, dove è nato il 20.11.1964, commercialista , già consulente della regione Lazio per la quale ha svolto dal 2011 le funzioni di coordinatore del Nucleo regionale di Controllo sanitario, per il miglioramento del sistema dei controlli ssr ai fini dell’attuazione delle linee di intervento previste dal Piano di Rientro.

Eppure si era presentato bene Urbani ed appena arrivato in calabria nell’ottobre 2013 aveva dichiarato"ho studiato la situazione della sanità calabrese. Vedo che un lavoro è stato già fatto sul piano dei numeri e da domani mi occuperò della territorializzazione dell'assistenza, per una manutenzione della rete ospedaliera, affinché il cittadino possa trovare l'assistenza che cerca sul proprio territorio. Purtroppo, sono tanti i cittadini calabresi che si recano in altre regioni per curarsi, per questo dobbiamo provare a dare un'offerta più qualificata per farli stare a casa".

Che belle parole, rimaste tali!

Pubblicato in Calabria
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