Ignoranza ed ipocrisia sembrano essere i mali del secolo. Ed ovvia mente non solo ad Amantea, ma Aman tea non esclusa. Anzi, forse, da noi questi elementi comportamentali della società raggiungono la loro massima potenza espressiva e diventano la prima supponente e la seconda vera e propria malafede.
Ed è difficile lottarle quando diventano costume, abitudine. Si impone allora di cogliere ogni occasione per denunciarle scoprendo coloro che le espongono se non le rappresentano.
Ma torniamo a bomba.
In questi giorni grazie alla sensibilità esposta da alcune persone e soprattutto da alcune organizzazioni sta prendendo vita una rete per la difesa del diritto alla sanità
Una cosa inusuale per un paese che non parla, quasi, mai, se non per blandire ed elogiare gli inelogiabili ed i potenti.
Quasi un miracolo.
Tanto più che la nascita di questo momento di rivoluzione sociale e culturale ha preso le mosse in un universo di silenzi ipocriti e di ignoranza ridondante.
E tutto grazie ad un “feudatario”, Massimo Scura (1) , inviato dalla “regina Beatrice” a governare la sanità calabrese che la politica ad ogni livello ( con la complicità della burocrazia e delle OOSS) ha distrutto nel silenzio e nell’ignavia del popolo che, ignominiosamente, anziché reagire è fuggito ( quando ha potuto) verso altre regioni nelle quali “fortunatamente” la sanità funzionava e funziona ( non si sa fino a quando) .
Tra le scelte del commissario quella portata dalla sua ordinanza n 84 del 21 luglio 2015 con la quale nel teorizzare il riequilibrio ospedale-territorio si propone la chiusura del laboratorio di analisi cliniche pubblico di Amantea ed a servizio dell’intero comprensorio lasciando presenti due laboratori privati che facilmente saranno fruiti dalla popolazione in alternativa alla assurda logica di prelevare il sangue nel comprensorio e di trasferirlo per le analisi in laboratori lontani.
Una decisione che contrasta con gli obiettivi fissati al momento della sua nomina e che lui stesso ricorda nella citata ordinanza essere quelli di “garantire in maniera uniforme sul territorio regionale, l'erogazione dei livelli essenziali di assistenza in condizioni di efficienza, appropriatezza, sicurezza e qualità, visto che toglie anziché aggiungere servizi, peggiora anziché migliorare, crea nuovi costi anziché ridurli.
Da qui la prima reazione che c’è da augurarsi cresca fino a diventare piena consapevolezza e mobilitazione generale contro chi crea differenze tra territori e popoli .
In questa ottica la decisione unanime di affiggere su tutto il territorio il seguente manifesto e di tenere quanto prima un incontro con il presidente Oliverio, il Commissario Scura, il direttore generale Filippelli.
Molti i presenti , diversi gli interventi, tra cui Enzo Giaco, Francesca Menichino, Sergio Ruggiero, Massimiliano Ianni, Giampaolo De Luca, Giusy Porchia, Clara Sciandra, Peppe Marchese, Conte , Cima, eccetera .
(1) Chi è Massimo Scura?
Massimo Scura è sindaco del comune di Alfedena in provincia di Aquila e che vanta 848 abitanti.
Di lui si dice che da sindaco ha sanato le finanze di Alfedena portando il bilancio in attivo semplicemente tagliando le spese superflue, riducendo e razionalizzando quelle essenziali, ottimizzando i servizi, riconducendo ai doveri e alla disciplina gli amministratori e via, via dall’alto in basso i responsabili, gli operatori, fino all’ultimo dipendente, valorizzando le loro professionalità, abolendo la pletora di consulenti, clienti ed improbabili fruitori delle pubbliche risorse di un piccolo comune. Un rigore per qualcuno spietato, per i molti saggio, prudente, onesto e di grande impatto, non solo simbolico, per la generalità dei cittadini, soprattutto di quelli più deboli.
Massimo Scura, è nato a Gallarate, da padre calabrese e da madre abruzzese di Alfedena (AQ).
E’ stato Direttore Generale di varie aziende sanitarie locali di importanti capoluoghi di Provincia del centro-nord.
Dunque, un manager pubblico di alto profilo distintosi ovunque per il risanamento gestionale, la probità, la lotta alla corruzione e all’incompetenza.
Per capire chi è il commissario ecco quello che ebbe a dichiarare al momento dell’incarico : «Io amo la Calabria, mio padre era calabrese. Sono abituato a non perdere tempo, mi metterò pancia a terra a lavorare, so che in Calabria non si parte da zero, ci sono delle eccellenze che vanno valorizzate c’è tanto lavoro da fare che va fatto con il coinvolgimento di tutti gli operatori a partire dai medici di medicina generale e pediatri». «Nel mio agire – aggiunge il commissario – al primo posto metto gli utenti, il sistema sanitario li deve prendere in carico a partire dalle strutture territoriali, se necessario portarli in ospedale e poi, accompagnarli nella riabilitazione e assistenza domiciliare . Per fare questo c’è bisogno dell’impegno di tutti, medici, i tecnici, la sanità si organizza solo se si lavora tutti insieme per raggiungere lo stesso obiettivo».
Il sindaco Scura
I presenti