Stamattina sono stato chiamato dal sig Andrea Ganzino che ha invocato la mia presenza nella “sua villa sul mare”. E’ la seconda tenda a destra della tendopoli italica sul mar Tirreno.
Il sig Ganzino è disoccupato e si arrangia, ma Amantea non offre lavoro, nemmeno nelle cooperative che lavorano per il comune.
È stato anche sfrattato, ed ora, come detto, vive da mesi, in una tenda sulla spiaggia. Ha chiesto aiuto ma senza alcun risultato . Non è nemmeno assistito stabilmente dal comune di Amantea.
A sinistra , di fronte a lui, ma da ben da prima, la tenda di Giuseppe Pagliaro
Anche Giuseppe è disoccupato, separato da oltre un decennio dalla moglie , e dalla stessa data si arrangia a vivere dove capita
Da oltre due anni vive in una orribile “villa” fatta da cartoni, legni, ombrelloni, pezzi di cerata, esposta al sole, alla pioggia, al vento. Dentro un caldo infernale. I topi sono giganti. Giuseppe perdi vendersi ha alzato il letto ed ha creato intorno scivoli untuosi che impediscono ai topi di salire sul letto stesso. La notte non riesce a dormire ( adesso è anche pieno di dolori) e li osserva. Ma ha vicino a se anche un bastone se dovessero attaccarlo!
Ma Giuseppe è gravemente malato, molto gravemente. Nemmeno lui è assistito stabilmente dal comune di Amantea.
Sono stato da loro, con loro, ad ascoltare la loro rabbia, il dolore per una condizione inaccettabile. inumana.
Vorrebbero un alloggio ; una stanza con un servizio igienico; magari la cucina in comune dove prepararsi un caffè, se non un pasto.
Non si abbattono , però, come tutti gli uomini duri e grandi di questa terra di Calabria.
Andrea mi dice “ Sto prendendo sole più che posso e sono già diventato quasi nero. La mia speranza è che prima o dopo ci sia qualche sbarco di profughi anche qui da noi così da potermi infilare tra di loro ed ottenere come tutti gli altri migranti un posto letto, tre pasti al giorno, nuovi documenti, la speranza di un lavoro e soprattutto l’attenzione della comunità”.Una considerazione amara, terribilmente amara
Giuseppe,invece, mi mostra orgoglioso il suo giardino ricco di piante ed il suo micro orto nel quale crescono pomodorini che innaffia ogni giorno. Le piante sono la vita e lui ha bisogno di speranza e di vita.
Ho scritto di loro, li aiuto per quanto posso. E sono anche io fortemente arrabbiato per il silenzio che li accompagna.
Andrea e Giuseppe sono fantasmi, non uomini. Quasi nessuno li vede , forse nemmeno quelli che vanno a fare il bagno, lì nei pressi.
Andrea e Giuseppe sono soprattutto soli. Disperatamente soli, drammaticamente soli.
Scrivo a Voi perché così è giusto; perché Voi sappiate che ci sono Italiani disperati quanto e più degli altri del mondo ai quali viene data attenzione e sollievo, perché nel silenzio dell’amministrazione, Voi che siete lo Stato, vi muoviate a dignitosa compassione e disponiate un aiuto, qualsiasi aiuto anche chi come Andrea e Giuseppe non hanno nemmeno la forza di invocare giustizia!