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La Sorical scrive sul suo sito web che” Dopo innumerevoli tentativi bonari atti a far pagare le proprie fatture dai singoli Comuni ha deciso di ridurre la portata di fornitura idrica agli Enti che hanno accumulato debiti di importo rilevante, sia in termini economici che finanziari, nei suoi confronti.

In particolare-continua la Sorical.- con la riduzione della portata idrica ai comuni morosi So.Ri.Cal. intende primariamente ridurre i costi di gestione del servizio stesso, evitando dunque che la morosità di pochi comuni influisca sulla qualità e sulla continuità del servizio offerto a tutti gli altri Utenti.

In particolare prima intima il pagamento e solo dopo effettua la riduzione della portata

Insieme ( tra gli altri)a Castrovillari, Scalea, Diamante, c’ è Amantea

Una per il capoluogo ed una per la frazione Campora SG

AMANTEA - 12/11/2019PROT. 402/LIQU DEL 17/09/2019

AMANTEA- 10/12/2019PROT. 402/LIQU DEL 17/09/2019

Vedremo.

Pubblicato in Politica

rubinetti-a-seccoLa questione della carenza idrica in estate ad Amantea è oramai una storia troppo vecchia che da anni pesa sulle famiglie, e sui tanti turisti che popolano in agosto il nostro meraviglioso paese.

È da decenni che nessuna amministrazione si è mai preoccupata di investire le giuste risorse/attenzione allo svecchiamento della rete di distribuzione.

Puntualmente, ogni estate, si vive con l’incubo di tornare a casa e non trovare l’acqua per i normali bisogni familiari.

In tutti questi anni, piuttosto che attivarsi per efficientare la rete idrica comunale, ci si affanna a proporre “sagre di paese”, sperando di ottenere consenso sull’effimero.

Vanno dicendo che la carenza d’acqua è dovuta alla troppa richiesta, difficilmente gestibile!!

Ci credo, vi invito a fare un sopralluogo nei vari serbatoi comunali, resterete sorpresi dalla quantità d’acqua che va persa.

Una rete idrica “colabrodo” che lungo la distribuzione va perdendo acqua in ogni dove, risultando di fatti inadeguata a soddisfare il fabbisogno della popolazione.

Sono questi i veri mali del nostro paese, l’incuria verso le grandi questioni irrisolte, perché evidentemente poco percettibili a fini elettoralistici.

Certamente fa più consenso un concerto per la notte bianca che ammodernare la rete idrica.

Amantea e’ ricca di sorgenti d’acqua, si inzii a lavorare da subito ad un progetto serio di efficientamento idrico; questo dovrebbe essere il programma estivo da offrire ai turisti il prossimo anno!!

Per carità, ci vogliono anche i concerti, ma nella gestione del benessere dei cittadini che pagano le tasse ci sono certamente delle priorità a cui non ci si può sottrarre.

In queste condizioni il nostro non è un turismo competitivo, puntualmente ogni estate, chi vive Amantea, deve avere l’incubo di non potersi lavare dopo una giornata di caldo come oggi.

Continuo a non capire il silenzio degli operatori turistici che sono quelli maggiormente esposti, probabilmente non hanno ancora ben chiaro che questa “indifferenza” di fronte ai problemi del nostro paese, sta uccidendo tutti!!

Vincenzo Lazzaroli

Pubblicato in Politica

“Signor Procuratore, ci restituisca la legalità nelle tariffe in Calabria e ci liberi dall’odiosa “tangente” contenuta nelle bollette dell’acqua”. Inizia così l’accorato appello formulato dal Codacons al Procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri.

 

“I comuni Calabresi impongono ai cittadini somme determinate in maniera illegittima – sostiene Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons – si tratta di una vera e propria truffa, perpetrata nel silenzio generale e con complicità diffuse, che ha portato i Calabresi a pagare tariffe maggiorate per 190 milioni di euro. Un somma spaventosa ma che, se non si interviene, negli anni sarà destinata ad aumentare. In Calabria la gestione degli acquedotti è stata affidata, a far tempo dall’1 novembre 2004, ad una società per azioni, la SoRiCal, partecipata dalla Regione (53,50%) e dalla multinazionale francese Veolia (46,50%).

Il legislatore – scrive Di Lieto – prevedeva che, per quelle gestioni nelle quali il servizio idrico non era integrato ma avveniva in maniera disgiunta – come, appunto, in Calabria – la competenza per determinare gli adeguamenti tariffari era del C.I.P.E. ovvero dello Stato. In Calabria, invece, gli adeguamenti per gli anni 2004, 2005, 2006, 2007 e 2009 sono stati stabiliti con atti della Regione mentre nel 2009 e nel 2010 lo ha fatto direttamente SoRiCal. Un capolavoro”. “Ovviamente erano tutti consapevoli di aver disposto degli aumenti in maniera illegittima, – si legge nella nota del Codacons – tant’è che la Regione Calabria decise di proporre un ricorso alla Corte Costituzionale, proprio per rivendicare la propria competenza per la determinazione delle tariffe idriche”. “Nel luglio del 2009 la Corte Costituzionale (con la sentenza nr. 246/2009), bacchettando la Regione, ha ribadito la competenza esclusiva dello Stato negli adeguamenti delle tariffe idriche. Quindi la Regione non poteva e non può aumentare le tariffe. In altre parole – precisa Di Lieto – la Consulta ha dichiarato illegittimi gli adeguamenti determinati ed applicati ai Comuni calabresi da SoRiCal”.

“Eppure, signor Procuratore – continua Di Lieto – in Calabria non fu annullato nessun atto giudicato illegittimo e le tariffe non furono riportate nei binari della legalità sancita, come detto, da quella sentenza della Corte Costituzionale. Non vorremmo pensare che le sentenze della Corte Costituzionale, così come Cristo, si fermano ad Eboli”. E nella nota si precisa che “l’Assessore regionale ai lavori pubblici all’epoca del ricorso alla Consulta e della successiva sentenza era l’on. Luigi Incarnato, che oggi ricopre il ruolo di Commissario Liquidatore di SoRiCal”. “Ma non è solo la Corte Costituzionale a sancire l’illegalità calabrese. Infatti nel dicembre del 2011, la Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti rilevò diverse criticità nella determinazione delle tariffe idriche applicate ai Comuni, – dice ancora il Codacons – ribadendo la competenza del Cipe e la mancata applicazione della delibera nr. 117/2008 della stessa Autorità. Assolutamente inascoltato, poi, è stato il Comitato di Consulenza Giuridica della Giunta Regionale, che nel ribadire l’assoluta incompetenza della Regione a modificare le tariffe idriche, addirittura ha sollecitato la Regione Calabria al ripristino della legalità tariffaria stabilendo che SoRiCal avrebbe dovuto operare i conguagli ai Comuni calabresi “tra le tariffe concretamente applicate e quelle scaturenti da una corretta applicazione delle linee guida contenute nella ripetutamente citata Delibera Cipe nr.117/2008″. Praticamente un appello a restituire i soldi!. Gli adeguamenti applicati ai comuni negli anni successivi sono stati determinati incrementando tariffe che, come visto, erano illegittime; questo ha determinato una differenza tra l’importo fatturato ai Comuni e quello corrispondente alle tariffe legittime che, – afferma Di Lieto – a tutto il 31 dicembre 2018, è valutabile complessivamente in 190 milioni di euro e che, negli anni, è destinato ad aumentare”. “Per questo motivo – conclude la nota del Codacons – confidiamo che il dott. Gratteri voglia immediatamente intervenire per ripristinare la legalità nella nostra regione e con essa la fiducia nelle pubbliche amministrazioni”.

La determina del 19 novembre dell’Ufficio Tributi ha per oggetto “ Approvazione ruolo quota fissa annuale anno 2018”.

La determina fa riferimento alla delibera di Giunta n 72 del 5.6.2013 di approvazione delle tariffe del servizio idrico integrato.

 

 

Ahimè tale delibera non è trovabile sul sito del comune per cui non possiamo fare le opportune minime riflessioni.

In sostanza sembrerebbe che le tariffe siano identiche da almeno 5 anni.

Possibile che si possano considerare ancora valide le tariffe approvate nel 2013, senza tenere conto della popolazione attuale, dei consumi attuali, del numero degli esercizi attuali, del numero dei contatori attuali, dell’acqua comprata, di quella venduta, delle perdite di rete, eccetera?

A noi sembra inaccettabile.

Purtroppo dobbiamo , almeno per il momento, evidenziare la parzialità della determina che non reca alcun elemento probante.

Nessuna indicazione degli utenti , distinti, ovviamente, per tipologia, laddove a diverse tipologia facciano riferimento diverse tariffe.

Tanto più quando si scopre che la “bonifica” della TARI ha ridotto il numero degli utenti di oltre 500 unità

Ed allora una prima domanda si impone : “ Anche il ruolo dell’acqua è stato bonificato di 500 unità” ?

Possibile che nessun consigliere di minoranza se la sia posta ed abbia richiesto ed avuto i ruoli della tari e dell’acqua?

Possibile che nessun consigliere, né di maggioranza, né di minoranza abbia chiesto il Piano tecnico economico dell’acqua?

A nessuno interessa sapere quanto incide la quota fissa sull’intero ruolo?

Possibile che nessuno abbia preso conoscenza della Delibera 28 dicembre 2015 664/2015/R/idr che reca la “Approvazione del metodo tariffario idrico per il secondo periodo regolatorio MTI – 2” atteso che questo provvedimento definisce le regole per il computo dei costi ammessi al riconoscimento tariffario, sterilizzando quindi i provvedimenti comunali antecedenti a tae data?

A nessuno interessa sapere, come è diritto dei cittadini, quanta acqua compriamo, quanta acqua vendiamo, quanta acqua si perde, eccetera, eccetera?.

A tal punto ed in attesa che finalmente la “nostra” amministrazione esponga tutti i dati necessari non resta che aspettare l’intervento degli organi di controllo ( Anac, Finanza, Corte dei Conti, Procura penale). E’ un problema di democrazia!

Pubblicato in Primo Piano

Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota:

“Ci rivolgiamo di nuovo a quel lettore non troppo distratto, per dirgli che a tre mesi dall’ultima alluvione di Acquicella, ecco la doppietta del 20 e 21 agosto.

Meno grave, perché ad Acquicella avevamo provveduto alla pulizia dei fossi terminali, ma di nuovo stiamo spalando fango.

Non è lo spalamento che ci disturba, siamo gente con i calli alle mani, ma piuttosto la raccapricciante latitanza del Comune al quale avevamo fatto assegnamento.

A seguito dell’ultima alluvione di maggio scorso, di cui ricorderai, caro lettore non distratto, abbiamo inoltrato al Comune solleciti corredati da elaborazioni tecniche e documentazione fotografica, sottolineando il pericolo incombente e proponendo per soluzione un’Ordinanza che stabilisca il ripristino e la manutenere dei fossi di guardia a Camoli inferiore, previo incontro con i proprietari interessati di cui è stato fornito elenco e indirizzi.

Costo zero a carico dell’Ente, solo un po’ di impegno da parte degli Amministratori i quali, ricordiamolo, sono lì per governare!

Eppure, nonostante i solleciti, le segnalazioni verbali e protocollate, le carte e le relazioni, ecco di nuovo il fango sulla strada ad ogni pioggia, senza che sia stato fatto niente.

Né più né meno come l’Amministrazione precedente, ricordi, lettore caro?

Quella dell’Ordinanza sbagliata, mai corretta e mai eseguita, e degli operai mandati alla vurri vurri.

Capirai, caro lettore non troppo distratto, come non possiamo che essere incazzati.

Viene da domandarsi: a che serve un’Amministrazione se non a governare il territorio raccogliendo le sollecitazioni, se del caso giovandosi della collaborazione offerta dai cittadini?

E invece:

NON UNA CONVOCAZIONE;

NON UNA COMMISSIONE;

NIENTE, NIENTE, NIENTE, NIENTE.

Solo la cosa più semplice da fare, operai e mezzi mandati qua e là a danno avvenuto, che fanno quello che possono, con ulteriori costi per l’Ente.

Non era meglio prevenire?

Non è vero che la sottovalutazione dei problemi e l’assenza di prevenzione produce danni, disastri e diseconomie?

Perché non è stata indetta l’apposita Commissione consiliare?

Forse la cosa non è di pubblico interesse? Forse non sono sufficienti tre mesi di tempo per convocare una Commissione?

Forse non è stato sufficiente averne parlato con l’Assessore competente il quale ha detto che avrebbe sollecitato il Presidente di Commissione?

A che serve l’Assessore?

A che serve la Commissione?

A che serve il Presidente di Commissione?

Forse avremmo dovuto fare più anticamera affollando ulteriormente (e inutilmente) i corridoi del Comune? Non è sufficiente come cittadini mostrarsi disponibili a collaborare?

Ma chi se ne fotte del fango, facimm a ‘mmuina, feste e celebrazioni?

In verità, caro Lettore, temiamo che intorno a questo Sindaco ci sia un vuoto, altrimenti, di fronte al pericolo che stiamo prospettando e i danni per privati e comunità che stiamo segnalando, qualcuno avrebbe dovuto attivarsi con preoccupata ed estrema premura.

E invece, ribadiamo, NIENTE. E siamo incazzati!

L’efficienza e la capacità di un’Amministrazione comunale si misura con la competenza, certo, ma anche con la prontezza e l’impegno con cui si affrontano i problemi, e ciò di cui parliamo, se ancora non s’è capito, E’ UN PROBLEMA GRAVE, UNA MINACCIA IDROGEOLOGICA INCOMBENTE di cui in questi ultimi tre mesi abbiamo visto solo un segno.

Caro Lettore non troppo distratto, è lecito a questo punto affermare che la politica sia una cosa troppo seria per essere intesa con la “leggerezza” che purtroppo registriamo ad Amantea. E non aggiungiamo altro, perché siamo troppo incazzati.

Ci accingiamo a rinnovare la questione al Nostro Sindaco, in quanto titolare della Sicurezza pubblica, ma non nascondiamo la delusione per l’assenza totale di risposte sinora riscontrata.

Subiamo danni, temiamo un disastro. E per favore, smettiamola di domandarci perché la Politica arrivi sempre dopo la Magistratura.

E temiamo un disastro!!!!

Lo abbiamo sempre saputo e sempre detto che Franco Iacucci è uno dei pochi politici calabresi che non hanno peli in bocca e che quindi quando parlano non hanno timore di dire la verità.

O meglio le verità. Quelle profonde.

Per esempio che le elezioni dei  40 componenti dell’Assemblea dell’Autorità Idrica della Calabria (AIC), svoltesi il 17 marzo scorso si sono svolte nelle sedi dei Comuni Capoluogo di Provincia.

Come risaputo avevano diritto al voto i sindaci di tutti i comuni della Calabria divisi per fasce di popolazione.

L’affluenza è stata complessivamente del 73,22%, cioè bassissima.

Più in dettaglio la percentuale è stata:

- del 77% nella provincia di Catanzaro,

-del 71,33% in quella di Cosenza,

-del 68,2% a Crotone,

-del 59,37% a Reggio Calabria,l

-del 90% nella provincia di Vibo Valentia.

Ed è anche risaputo che i comuni componenti l’assemblea sono i seguenti:

-in Provincia di Catanzaro 7 : Catanzaro, Lamezia Terme, Sellia Marina, Girifalco, Chiaravalle, Cicala, Miglierina;

- in Provincia di Cosenza 15 : Cosenza, San Giovanni in Fiore, Rende, Acri, Montalto Uffugo, Scalea, Amantea, Castrolibero, Trebisacce, Luzzi, Aiello Calabro, Spezzano Sila, Bianchi, Longobucco, San Lorenzo Bellizzi;

-in Provincia di Crotone 4 : Crotone, Cutro, Crucoli, Umbriatico;

-in Provincia di Vibo Valentia 4 : Vibo Valentia, Pizzo Calabro, Arena, Spadola;

-in Provincia di Reggio Calabria 10 : Reggio Calabria, Palmi, Siderno, Cittanova, Roccella, Montebello, Monasterace, Palizzi, San Lorenzo, Calanna.

Ma ci vuole Iacucci per sapere che lui è stato eletto con 30 voti nella “fascia” dei paesi su 110 Comuni del cosentino partecipanti.

E ci vuole sempre Iacucci per sapere che i sindaci di Rende, di Acri, di Montalto, di Amantea si sono eletti ognuno con il solo loro voto.

Ed ancora aggiunge “Nulla di personale con i colleghi, la cui elezione è legittima e con cui il rapporto è particolarmente cordiale e di stima reciproca».

Poi entra nel problema dell’acqua e ricorda:

“L’acqua è un bene pubblico e un bene comune, su questo non si cambia idea.

Tutti i Sindaci devono, da adesso in poi, divenire protagonisti diretti.

È vero che ho parlato di gestione privata, assolutamente, ma è altrettanto vero che tutto deve essere “sotto” la supervisione del pubblico. Il concetto è chiaro, inequivocabile.

Gli enti locali e i cittadini finora sono stati penalizzati da un sistema che è in grande difficoltà ed è tempo di cambiare.

Noi crediamo in questa cosa e, lavorandoci insieme con determinazione e andando oltre ogni steccato, si possono risolvere problemi e offrire servizi ai cittadini, in tutti gli ambiti.

L’acqua deve diventare una risorsa, ma nessuno pensa di fare l’ennesimo carrozzone.

Qui è la nostra sfida, la sfida dei sindaci appunto».

Iacucci si dice convinto che per un nuovo corso, dall’adduzione alla tariffazione, per far sì che le tariffe non schizzino e l’efficienza della riscossione sia massima, occorre pensare ad una gestione del privato che, “ribadisco, non è libero di far quel che vuole: il piano d’ambito viene concepito dall’Assemblea dei Sindaci che decide gli investimenti  e poi deve essere approvato dalla stessa Assemblea, ergo è super controllato.

Il soggetto gestore sa già a monte quel che deve fare e le linee da seguire, deve solo gestire ed attuare il piano d’ambito che – come ho già detto – viene redatto dall’Assemblea dei Sindaci che ne controlla l’attuazione, con vincoli e senza compromessi tra pubblico e privato. Anzi, con un rigore altissimo”.

Grandi affermazioni,importanti.

Ma noi abbiamo grandissimi dubbi che i calabresi avranno l’acqua e che avranno l’acqua a costi contenuti.

E siamo certi che il carrozzone sarà ancora peggio di quello di Renato Zero come si intuisce dal fatto che i sindaci tuteleranno i propri bilanci non i propri amministrati:

Il carrozzone va avanti da sé, con le regine i suoi fanti i suoi re;

ridi buffone per scaramanzia ,così la morte va via.

Musica gente cantate che poi. uno alla volta si scende anche noi;

sotto a chi tocca in doppio petto blu, una mattina sei sceso anche tu.

Bella la vita che se ne va, un fiore un freno la tua ricca povertà, il pane caldo la tua poesia ,tu che stringevi la tua mano nella mia

Bella la vita, dicevi tu, è un po' mignotta e va con tutti si però, però però proprio sul meglio t'ha detto no.

Il carrozzone riprende la via, facce truccate di malinconia, tempo per piangere no non ce n'è, tutto continua anche senza di te

Bella la vita che se ne va e ti coltivi dove il tempo vola e va i nostri sogni la fantasia ridevi forte la paura e l'allegria

Bella la vita dicevi tu e t'ha imbrogliato e t'ha fottuto proprio tu;

con le regine, con i suoi re , il carrozzone va avanti da sé.

A rileggerci tra qualche tempo.

Pubblicato in Campora San Giovanni

Questi i comuni “salvati” dalla Sorical!?!?

I Comuni interessati sono:

In Provincia di Cosenza: comuni di Corigliano Calabro, Rende, Rossano, Castrovillari, Acri, Cassano all’Ionio, San Giovanni in Fiore, Amantea, Cetraro, Scalea, Paola, Montalto Uffugo, Bisignano, Castrolibero, Luzzi, Crosia.

Nella Provincia di Cosenza sono interessati inoltre tutti i Comuni serviti dall’acquedotto Abatemarco, in virtù di uno specifico protocollo sottoscritto con la Prefettura di Cosenza.

In Provincia di Catanzaro: comuni di Lamezia Terme, Sellia Marina, Soverato, Borgia;

In Provincia di Crotone: comuni di Cirò Marina e Isola Capo Rizzuto;

In Provincia di Reggio Calabria: comuni di Taurianova, Siderno, Palmi, Gioia Tauro, Villa San Giovanni e Rosarno

In Provincia di Vibo Valentia: comuni di Tropea, Pizzo, Nicotera, Mileto, Serra San Bruno, Filadelfia, Ricadi e Rombiolo.

Si tratta della ricerca satellitare delle perdite di acqua

Sia dalle reti di adduzione che da quelle di distribuzione

Questa tecnologia è già usata in America, Australia e in Europa soprattutto in Spagna e Romania, e da quale anno anche in Italia.

Ora sarà attuata anche in Calabria e ad Amantea.

Arrivano tempi duri per gli allacci abusivi?

Secondo noi , NO!

Pubblicato in Primo Piano

Ma perché i comuni calabresi non pagano l‘acqua alla Sorical?

Forse perché i cittadini non pagano le bollette?

E perché i cittadini non pagano le bollette?

Perché non hanno soldi?

E perché, invece, li trovano per la luce?

Forse perché la luce la tagliano e l’acqua no?

Forse perché le tariffe dell’acqua sono troppo alte?

Forse perché basta raccomandarsi con l’assessore di turno?

Potremmo continuare a lungo senza avere risposte.

Certo che non basta affidarsi alle riduzioni della portata di acqua da parte della Sorical , secondo un vezzo di induzione della responsabilizzazione degli amministratori e dei funzionari come sta avvenendo

Né tantomeno sarà solutivo passare e all’elefantiaco ente regionale in via di costituzione per la gestione del sistema delle acque e della depurazione , anzi visto come funziona la regione ….

Anzi noi siamo certi che questo nuovo ente serva solo per creare problemi ulteriori

Intanto eccovi i comuni ai quali sarà ridotta la fornitura:

CARERI

BELVEDERE MARITTIMO

PAOLA

SETTINGIANO

TIRIOLO

BRIATICO

CONGESI

FOSSATO SERRALTA

SAN COSTANTINO CALABRO

SAN NICOLA DA CRISSA

ARDORE

BROGNATURO

CAROLEI

GIFFONE

PARGHELIA

PLACANICA

SAN SOSTENE

SOVERATO

VERBICARO

FIUMEFREDDO BRUZIO

MARANO PRINCIPATO

MONTALTO UFFUGO

UMBRIATICO

BORGIA

MAGISANO

LAMEZIA MULTISERVIZI

PORTIGLIOLA

SAN SOSTI

GIOIA TAURO

Pubblicato in Calabria

giggino pellOggi, dopo un po’ di acqua passata sotto i ponti, i capetti, di questa cittadina del Sud, non godono più della fama di un tempo, e sono guardati con qualche sospetto da una bella fetta di cittadinanza, che li ritengono – in parte anche a “ragione” – esageratamente “riflessivi” e privi di “mordente”; ma ciononostante, rimane senza ombra di dubbio un passo fondamentale per proporre tutta una serie di riflessioni che, negli ultimi decenni, dopo la fine della politica, stavano attraversando l’Italia, e per una volta non più solo a livello accademico, ma anche del sentire comune di tutta la “classe”, se così possiamo chiamarla, degli pseudo-intellettuali di provincia e non solo. Ho il terrore di venire in contatto con essi proprio come se fossero bestie feroci. Solo ora ne ho piena coscienza, a cominciare nel ricordare più adeguatamente ciò che ho provato l’altro giorno, quando tenevo in mano un ciottolo da spiaggia. Era una specie di nausea dolciastra, ciò che aggrediva le mie narici. Era veramente spiacevole! E proveniva dal ciottolo, ne sono sicuro, passava dal ciottolo nelle mie mani. Sì, è così, proprio così, una specie di nausea sulle mie mani. Ho interrotto il movimento antico che mi avrebbe portato a farlo saltellare sul mare di Ulisse, come avrò fatto migliaia di volte da ragazzino. ll rimbalzello era ed è un gioco che tutti conoscono e consiste nel lanciare un ciottolo, appunto, piatto nell’acqua in modo che rimbalzi più volte sulla sua superficie prima di affondare. Più rimbalzerà la pietra, più il lancio sarà riuscito. Ogni salto del ciottolo si chiama appunto "rimbalzo". Il meccanismo che permette il rimbalzo di un ciottolo (con una densità superiore a quella dell'acqua) si basa sulla superiorità della forza d'appoggio del ciottolo rispetto alla forza di gravità. La forza d'appoggio di un liquido è direttamente proporzionale al quadrato della velocità d'immersione del ciottolo nel liquido moltiplicato per la superficie di contatto del ciottolo con l'acqua (meccanismi analoghi agiscono nello sci nautico) . La forza di gravità è costante ed è definita soltanto dalla massa del ciottolo e dall'accelerazione in caduta libera. Ad ogni "rimbalzo", il ciottolo perde velocità e di conseguenza diminuisce anche la forza d'appoggio, e quando quest'ultima diventa minore della forza peso, la pietra affonda. All'estero, si svolgono campionati ed esistono associazioni che riuniscono appassionati di questo gioco. Mi son guardato in giro alla ricerca di una pattumiera adeguata a contenerlo. Non l’ho trovata. Così, ho raccolto una delle buste di plastica presenti sulla spiaggia e l’ho usata per trasportare il ciottolo fino alla sua nuova dimora: la soglia del municipio prossimo alla fine.
Gigino A Pellegrini & G el Tarik

Pubblicato in Cronaca

La situazione dei comuni è disperata e nessuno interviene per far riprendere la rotta nella direzione della correttezza contabile ed amministrativa.

 

E’ mai possibile che le amministrazioni comunali ed in primis gli uffici di ragioneria paghino con discrezionalità le fatture che loro stessi scelgono?

Noi riteniamo di no!

Noi pensiamo che le fatture debbano essere pagate in relazione alle prestazioni eseguite.

Ed ancora, è mai possibile che le amministrazioni comunali utilizzino le entrate dei propri tributi per spese di ordine generale senza pagare i servizi da cui derivano i tributi stessi.

Noi riteniamo di no!

E’ il caso del servizio acquedotto

E’ il caso dei servizi RSU

Ma quello che è osceno e vergognoso è che si contestano i debiti.

Anzi si minaccia la Sorical di portarla in Tribunale perché di fronte ai mancati pagamento ridice la fornitura di acqua.

Ma esiste un modo alternativo per procurarsi dai debitori i fondi per pagare il personale e le spese generali?

Portare i comuni in tribunale ed attendere 5-10 anni per avere una risposta giudiziaria, magari da un terzo sindaco perché nel frattempo il primo si è dimesso, il secondo ha finito il mandato ed il terzo ha trovato le casse del comune vuote?

Non solo.

Nel caso dei rifiuti si chiedono prestazioni migliori , nuove assunzioni, nuovi automezzi, la città pulita.

Cose impossibili da garantire quando i comuni non pagano ed il personale avanza mesi e mesi di stipendi, non si riesce a comprare il carburante, l’olio, non si riesce a manutenzionare i mezzi e così via.

E non basta.

Talvolta si scatenano le istituzioni amiche per fare rete contro.

Dove succede?

Dovunque le amministrazioni sono gestite da persone che ha perso la testa o forse non l’ ha mai avuta!

Dovunque le amministrazioni hanno dimenticato il passato , anche quello recente.

Dovunque si sono presi impegni allineati a quanto.

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