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Il Sindaco Mario Pizzino e l’assessore all’artigianato Luca Ferraro “sciolgono” le riserve e decidono di tutelare gli artigiani .

Cominciando, ovviamente, da quelli locali, regionali.

 

 

Artigiani veri che producono quello che vendono.

Non prodotti , cioè, che vengono dalla Cina.

All’uopo richiamiamo i due esperimenti già attuati da questa amministrazione di cui uno durante la Fiera di Ottobre con la Fiera speciale degli artigiani della DSE realizzata nel cortile della scuola elementare di Via Baldacchino, durante le vacanze natalizie realizzata nel mercato agricolo del capoluogo sempre dagli artigiani della DSE.

Gli stessi artigiani durante l’estate arricchiranno il lungomare di Amantea e lo abbelliranno con i loro prodotti .

L’amministrazione ha deciso di lasciare libero da qualsiasi occupazione lo spazio antistante il lido Azzurro perché sia fruibile per spettacoli e manifestazioni varie

Lo spazio utilizzabile quindi per queste attività artigiane è quello antistante e seguente il Lido Mediterraneo

La scelta dell’amministrazione è anche orientata a tutelare le attività commerciali a posto fisso che in tal modo non riceveranno concorrenza sleale.

Non sarebbe male poi, sempre per arricchire il Lungomare, che successivamente agli artigiani si creasse un’area per il commercio dell’Antiquariato minore e per il riuso.

In tal modo chiunque voglia rivendere o scambiare un proprio oggetto usato potrà farlo

Una possibilità che potrà essere offerta anche ai turisti, attraendo, magari, chi voglia completare o vendere la propria collezione di francobolli, arricchire o dismettere la propria collezione di Ferrari, di bambole.

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Ovviamente parliamo di una prima soluzione.

Quella definitiva è molto lontana da venire ed è certamente impossibile che possa realizzarsi se almeno il comune non chiede, e fortemente, alla regione nuovi alloggi.

 

Come sembra opportuno, in verità, visto che gli ultimi finanziamenti sono datati a moltissimi anni fa.

Per ora i problemi sono almeno due.

Il primo è quello relativo alle occupazioni abusive che in Italia sembrano tollerate anche dalla magistratura che in tal modo sembra quasi autorizzarle.

Il secondo è quello relativo alla disutilizzazione, totale o parziale, degli alloggi.

Dappertutto in Italia si avverte la mancanza di reali ed incisivi controlli sulla costanza di uso degli alloggi e sulla persistenza del diritto a conservarli.

Ma ora sembra che ci siamo, per una soluzione, a breve, dei due o tre casi di bisogno di alloggi popolari rappresentati da alcune famiglie amanteane e camporesi che da tempo, ormai, presidiano il comune ed in particolare l’anticamera del gabinetto del sindaco Pizzino.

Una situazione insostenibile per gli amministratori che talvolta sembra, agli astanti, siano vicini anche ad una aggressione.

Chiaramente verbale, non fisica.

Sembra, cioè, che , tra poco, i primi alloggi possano essere resi liberi.

Proprio per questa ragione sono state inviate diffide a lasciare liberi alcuni alloggi da parte degli assegnatari per i quali si è accertata la mancanza di diritto a mantenerli.

In questo modo gli stessi potranno essere assegnati, sia pure provvisoriamente, ai richiedenti ed aventi diritto.

Una assegnazione che presuppone che gli immobili siano resi liberi da persone e cose.

Ben diverse la situazione ove gli intimati non rendono liberi gli alloggi.

In questo caso occorrerebbe usare la forza.

Il che, francamente, apparirebbe molto strano, considerato che sarebbe , se non erro, la prima volta ad Amantea.

Una cosa tra tante è quella che appare inaccettabile .

Perché non si cedono in proprietà agli assegnatati legittimati gli alloggi occupati spesso da oltre 50-60 anni?

Che senso ha riscuotere fitti irrisori ( 5-10-15-20 euro mensili) spendendo molto di più per gestire il servizio?

E perché non si cede la gestione totale degli alloggi popolari ai comuni, garantendo agli stessi i relativi finanziamenti?

Ecco un tratto di una Italia vergognosa ed inaccettabile!

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Amantea (Cosenza) – Sedici lavoratori completamente “in nero” sono stati scoperti dalla Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Cosenza, nel corso delle ordinarie attività di controllo economico – finanziario del territorio, presso le unità locali di una società attiva nel settore delle “Costruzioni”.

I controlli delle Fiamme Gialle della Compagnia di Paola e della Tenenza di Amantea, sono stati effettuati nel territorio Amanteano, dove i militari della Guardia di Finanza accedendo con i loro poteri ispettivi presso le sedi della società, individuate mediante precedenti sopralluoghi, hanno scoperto i 16 lavoratori “in nero” impiegati dall’impresa, la quale non aveva provveduto ad alcuna preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro.

Dopo l’accesso nei locali societari, le violazioni riscontrate sono state oggetto di verbalizzazione al fine di applicare le sanzioni previste dall’art. 3 del D.L. 12/2002, il quale, alla luce delle modifiche introdotte dal D.lgs. 151/2015 attuativo del Jobs Act, stabilisce che in caso di impiego di lavoratori senza preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro da parte del datore di lavoro, si applica una sanzione amministrativa che va da 1.500 euro a 9.000 euro per ciascun lavoratore irregolare che non abbia superato, però, i 30 giorni.

Le sanzioni, invece, possono arrivare fino a 36.000 euro per ciascun lavoratore, se impiegato per oltre 60 giorni di effettivo lavoro.

La società controllata, inoltre, è stata “diffidata”, così come previsto dall’art. 13 del D.Lgs. 124 del 2004, alla regolarizzazione delle inosservanze riscontrate, entro i previsti termini e i lavoratori riconducibili a tali imprese dovranno essere assunti per almeno 3 mesi.

Giovedì, 17 Maggio 2018

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