
Riccardo Clemente
Collaboratore dal 2009, da tempo ormai realizza insieme alla redazione articoli su Amantea, ma di fondamentale importanza è il ruolo di "informatore".
Splendidamente, infatti, raccoglie informazioni preziose su vicende locali ed in numerose occasioni ha permesso la realizzazione di veri e propri scoop di cronaca locale realizzati dallo Staff del portale TirrenoNews.Info
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Unical: Il Rettore accorda solo due giorni al comitato studentesco per il NO
Sabato, 15 Ottobre 2016 08:50 Pubblicato in CalabriaIl Comitato UNICAL per il NO nel Referendum Costituzionale ritiene necessario rendere pubblico un avvenimento preoccupante e non edificante, oltre che poco chiaro e antidemocratico.
Lo scorso 6 ottobre, infatti, il Comitato ha richiesto con regolare istanza al Magnifico Rettore dell’Università della Calabria Prof. Gino Mirocle Crisci la possibilità di allestire con cadenza regolare un banchetto informativo all'interno del campus, in modo da informare gli studenti riguardo l'importante appuntamento referendario del 4 dicembre e con lo scopo di favorire una più ampia partecipazione democratica.
Lo stesso Rettore, tuttavia, ha ritenuto di non concedere gli spazi per tutti i giorni richiesti, autorizzando solo due giorni per l’intero mese di Ottobre.
Si sottolinea, inoltre, l’assenza di chiarezza da parte del Magnifico Rettore, che non ha reso note le motivazioni, né ha richiamato alcuna normativa che potesse giustificare la sua decisione.
Tutto questo nonostante negli ultimi giorni egli avesse dichiarato ad una nota testata giornalistica locale l’impegno nel garantire a tutti i dovuti spazi per la campagna referendaria all’interno dell’Ateneo. Per questi motivi, il Comitato esprime preoccupazione, in quanto tale limitazione appare arbitraria e senza alcun senso.
Si ritiene infatti che l’allestimento di un banchetto informativo negli spazi pubblici del Campus sia fondamentale per informare un alto numero di studenti, essendo tra l'altro un metodo poco invasivo e rispettoso delle regole democratiche.
Il Comitato, inoltre, vuole sottolineare come la serenità del confronto sia stata già seriamente compromessa in precedenza dallo stesso Rettore, il quale si è schierato apertamente con il fronte del Sì partecipando in qualità di Rettore (e non a titolo personale) alle iniziative referendarie del 22 settembre e del 3 ottobre organizzate da alcune correnti del Partito Democratico all'interno dell'ateneo. Questa presa di posizione così netta, unita ai fatti riportati, desta il timore di non poter svolgere la campagna referendaria nel migliore dei modi a causa delle limitazioni imposte.
Il Comitato, dunque, auspica che il Rettore riveda la propria decisione riguardo gli spazi assegnati affinché possano essere garantite adeguatamente il pluralismo delle idee e la democraticità.
Crediamo infatti che la campagna informativa sul Referendum Costituzionale sia un’importante forma di espressione culturale e civica, e in una vera e propria culla della cultura quale dovrebbe essere l’Università della Calabria, essa non può assolutamente venire a mancare.
Piero Calamandrei, Padre costituente che contribuì alla elaborazione del testo costituzionale del 1947, parlando una volta ai giovani studenti, negli anni ’50, ha avuto modo di sostenere che “la libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”; non vorremmo che in molti studenti inizi a breve ad avvertirsi la sensazione che l’aria “cominci a mancare”.
Comitato studentesco UNICAL per il NO nel Referendum Costituzionale
Donne, abbigliamento e moda: vince lo shopping online!
Sabato, 15 Ottobre 2016 07:40 Pubblicato in Casa e Life StyleInternet e i social media hanno completamente rivoluzionato il mondo della moda e lo hanno cambiato per sempre.
Se in un primo momento, l'idea di acquistare capi d'abbigliamento, accessori o calzature online, destava qualche dubbio e perplessità da parte di tutti gli acquirenti, attualmente la situazione è completamente cambiata.
Lo shopping online, infatti, ha superato di gran lunga lo shopping tradizionale. Il legame che c'è tra la moda e l'internet, sembra essere nato quasi per caso anche se la cosa migliore sia sempre provare un vestito prima di acquistarlo.
Sicuramente, ci sono ancora persone con qualche dubbio a riguardo, ma alla fine dei conti se qualcosa non è di nostro gusto, possiamo sempre restituirlo ed essere rimborsati. La maggior parte dei consumatori, però, sembra essersi totalmente buttata nell'era della moda online e tutti gli addetti ai lavori sostengono che sia troppo difficile tornare indietro, proprio perché su internet è possibile trovare moltissimi capi e anche sconti piuttosto convenienti rispetto ai negozi fisici.
Inoltre, sul web è possibile anche trovare capi d'abbigliamento rari che non si trovano nei negozi normali. Stando a una ricerca effettuata un po' di tempo fa da Netcomm, il numero degli acquisti online è cresciuto oltre il 55%, con più di 100 milioni di acquisti su siti web di moda o tramite applicazioni per smartphone e tablet.
Il tutto presenta conseguenze positive per tutto l'export italiano, proprio perché le esportazioni valgono un quinto delle vendite effettuate da siti internet italiani. Che si tratti di grande o piccola distribuzione, anche la maggior parte dei brand produttori, ha attivato un sito web personale per lo shopping online.
Grandi marchi come Yoox, Moncler, Zalando, Bonprix e Privalia hanno ottenuto ricavi netti consolidati di oltre i cento milioni di euro negli ultimi anni.
Il ruolo più importante, però, nella crescita della moda lo hanno rivestito i social network e le varie recensioni sui blog di moda.
Di fatti, al giorno d'oggi, grazie ai social e alle fashion blogger sono un grande fenomeno dell'industria della moda, in quanto gli utenti diventano follower dei vari brand presenti su Facebook, Twitter, Instagram, i blog di moda e così via, postando la propria foto e i commenti del proprio outfit.
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Nel settore degli investimenti il più delle volte i risparmiatori seguono le mode, cadendo spesso su scelte sbagliate, in quanto ogni scelta di impiego dei propri guadagni deve essere molto personale.
Tuttavia con l'attuale situazione italiana, la scelta di investire all'estero per la maggior parte dei risparmiatori è diventata quasi obbligata, proprio perché non potendo più assicurare a sé stessi o ai propri figli un futuro, si preferisce andar via dall'Italia.
Ma qual è l'orizzonte temporale da concedere ai propri investimenti e qual è la giusta somma di denaro da avere?
Attualmente ci sono diversi Paesi in cui con qualche migliaio di euro è possibile acquistare appartamenti.
Per esempio a Panama, dove la situazione politica non è così disastrosa. Tuttavia bisogna affidarsi ad agenzie specializzate sul mercato locale, in modo da non avere problemi con i documenti, o di rischiare di comprare non una proprietà ma solo un diritto.
Molti altri sono i posti che permettono d'investire all'estero con pochi soldi, ma è sempre opportuno prestare molta attenzione alla situazione politica del Paese. Un esempio lo riscontriamo in diversi Paesi africani, in cui attualmente i maggiori guadagni non vengono giustificati sufficientemente per determinati rischi.
Tra i tanti investimenti che si possono fare all'estero c'è anche l'acquisto di quote di partecipazione in varie aziende offshore, tuttavia anche in questo caso è necessario prestare attenzione, e diffidare dalla regolarità delle operazioni offerte.
Dunque, conviene investire all'estero o in una banca straniera? Possiamo affermare che, la globalizzazione dei mercati a tutti i livelli concede a ogni cittadino italiano di poter esportare con facilità i propri risparmi legalmente (leggi anche “dove conviene investire” di forexnotizie.it).
Per usufruire di una banca straniera per i propri investimenti, bisogna affidarsi alla consulenza più esperta e preparata nel settore, specialmente guadagnare tempo nel versamento delle tasse.
Di fatti, diversamente dal regime amministrativo italiano, all'estero il contribuente è obbligato a pagare le imposte relative. Tra i maggiori posti in cui investire all'estero c'è la Cina, che è pur sempre un mercato in continua crescita, ma con una politica valutaria costantemente controllata dal Governo.
L'idea di investire all'estero, quindi, è quella di sfruttare al meglio un meccanismo sicuro proprio come quello del conto deposito, ma allo stesso tempo beneficiare di guadagni molto più alti.
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