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Redazione TirrenoNews

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Elezioni regionali Friuli Venezia Giulia.

Alla chiusura dei seggi ha votato soltanto il 49,63% degli aventi diritti al voto.

Metà degli elettori ha disertato le urne.

Ha vinto, come previsto, con una schiacciante maggioranza il candidato leghista del centro destra Massimiliano Fedriga.

Adesso si conteranno, si peseranno le preferenze date ai singoli partiti.

Il Pd, ancora una volta non ha vinto.

Ha subito l’ennesima sconfitta in una Regione italiana che governava con la Serracchiani, vice segretario del partito ai tempi di Renzi, fino ad ieri.

E’ stato, ancora una volta, umiliato da quegli stessi elettori che nel 2013 avevano dato la vittoria a Serracchiani strappandola al centro destra.

In 5 anni il Pd non solo ha perso la Regione, ma ha perso nei capoluoghi Trieste, Pordenone, Gorizia e la roccaforte operaia di Monfalcone.

Matteo Salvini gongola.

Ha atteso i risultati del Friuli a Marina di Lesina (Foggia) insieme alla sua compagna dopo due settimane di tour de force elettorale.

L’esito del voto, come del resto quello della settimana scorsa in Molise, avrà un valore politico molto rilevante.

Il Movimento 5 Stelle è in netto calo, è in evidente difficoltà.

Quindi lo spocchioso, lo spaccone, l’arrogante Di Maio, se vuole davvero governare, deve fare i conti con tutto il centro destra, nessuno escluso.

Rispetto alle elezioni politiche del 4 marzo scorso, questo è un dato di fatto importante, il Movimento ha perso 10 punti.

Tre disastri, tre flop in una sola settimana e sono davvero troppi.

E questa volta Di Maio sarà costretto ad abbassare la cresta.

L’esito del voto in Friuli avrà sicuramente riflessi nel confronto tra Di Maio e Salvini, nella complessa vicenda e ricerca di una soluzione politica per la formazione di una maggioranza di governo. vista la sconfitta del Pd e il “No” di Renzi ad una eventuale alleanza tra Pd e 5 Stelle.

Ieri sera Matteo Renzi dopo un lungo silenzio durato 2 mesi è apparso in televisione nel programma di Fazio e ha frenato il patto tra il Pd e 5 Stelle.

E’ pronto a trattare su un eventuale programma coi grillini ma ha escluso un’alleanza.

Marco Travaglio non ci sta e attacca l’ex Premier per aver detto “No” a Di Maio e di aver fatto fallire la trattativa in corso.

In una settimana due Regioni guidate dal Pd vengono conquistate dal centro destra.

Voglio augurarmi che il botto sia arrivato anche a Roma e che Mattarella non faccia come fece alcuni anni fa Napolitano quando fece finta di non aver udito il botto che arrivava dalla Sicilia.

Un bel segnale per Roma e per quei politici nostrani che a Roma dormono e amoreggiano, fregandosene del voto espresso dagli italiani.

Il crollo dei 5 Stelle dopo appena due mesi dal voto nazionale ha una logica spiegazione.

Paga il fatto di non essere riuscito a formare un governo dopo 56 giorni dalle elezioni politiche del 4 marzo u.s. dalle quali uscì come primo partito con il 32% dei voti.

Sono stati individuati diversi allacci abusivi alla rete idrica.

Non si tratta certamente della soluzione definitiva al problema dell’acqua, ma è pur sempre un primo deciso passo nella direzione giusta.

 

 

Sempre che ,come avvenuto in passato, quando gli accertamenti vennero compiuti dalle locali forze dell’ordine, si giunga alle obbligate denunce penali per furto.

Ove succeda   questo riteniamo sia necessario che l’amministrazione comunale faccia stampare decine e decine di manifesti per invitare la comunità a far immediatamente installare i contatori per ogni allaccio, sia di abitazioni, che di uffici, che di attività commerciali.

Come si comprende bene non si tratta di fare cassa facendo pagare agli abusivi i 5 anni precedenti, ma di educare la gente al rispetto della legge.

Non c’è giustizia a recuperare qualche lira ( euro ), c’è giustizia quando tutti sono obbligati a rispettare la legge.

Non ci sembra corretto che i fessi debbano pagare l’acqua dei furbi.

Peraltro la mancanza di contatori induce a consumi abnormi.

Ci viene detto che qualche amministratore del comune di Amantea abbia intenzione di denunciare anche gli artigiani che hanno eseguito l’allaccio abusivo.

I 7 piccoli comuni di Terravecchia, Longobucco, Pietrapaola, Laino Castello, Alessandria del Carretto, Nocarae Panettieri, tutti in provincia di Cosenza, contestano la riduzione di orario degli uffici postali e ricorrono al TAR di Catanzaro. Era il 2105

A difendere i loro interessi l’avvocato Carmelo Salerno

Poi il procedimento amministrativo è passato al TAR Lazio

Ora, dopo 3 anni, il TAR Lazio dice «No alla riduzione dell’orario delle Poste

Il TAR ha stabilito che il servizio postale universale va garantito in ogni ambito territoriale e che ogni rimodulazione della organizzazione degli orari degli uffici va effettuata coinvolgendo preliminarmente i comuni interessati dalla riduzione di orario o addirittura dalla chiusura degli Uffici.

Con specifico riferimento poi al Comune di Panettieri, il Tar ha evidenziato che “il Comune di Panettieri è un comune montano e rurale, allocato in area svantaggiata, con strade di collegamento particolarmente malandate (ed in alcuni casi fatiscenti) che impongono tempi di percorrenza estremamente elevati, con mezzi di collegamento pubblici praticamente inesistenti; ha una popolazione molto anziana che spesso non è in possesso di mezzi propri; tali aspetti concreti non sono stati valutati da Poste Italiane che ha adottato provvedimenti standardizzati laddove, invece, avrebbe dovuto valutare la specificità delle situazioni in cui versano le popolazioni; va detto, altresì, che il Comune di Panettieri è situato ad elevata altitudine e, spesso, nei mesi invernali il collegamento pubblico non può essere garantito per lunghissimi periodi, per cui la consultazione con il Sindaco e la valutazione della rimodulazione congiuntamente al rappresentante della comunità locale si rendeva particolarmente doverosa”.

Soddisfatti tutti i sindaci, tra cui quello di Panettieri che ha affermato : «Sono soddisfatto per l’annullamento del provvedimento di riduzione dell’orario dell’ufficio postale del comune di Panettieri che dal 2015, epoca in cui è entrata in vigore la riorganizzazione dell’orario, ha visto fortemente pregiudicata la possibilità dei miei concittadini di poter fruire adeguatamente di tutti i servizi offerti da Poste Italiane.

È un dato di fatto che i piccoli comuni ubicati in zone montane e svantaggiate negli ultimi anni sono destinatari di provvedimenti politici, amministrativi ed organizzativi che vanno sempre di più a danneggiare le già precarie condizioni di chi vive nelle piccole comunità.

Gli abitanti dei piccoli comuni, i sindaci e gli amministratori spesso - anzi quasi sempre - affrontando le quotidiane difficoltà in completa solitudine, senza poter contare sulla vicinanza degli enti pubblici “sovraordinati” di solito più attenti ad assecondare le esigenze e le istanze provenienti da comuni e città a più alta densità abitativa, con ciò favorendo un continuo ed inarrestabile spolpamento delle aree interne e dei comuni montani che, com’è noto a tutti, rappresentano una ricchezza inestimabile per la nostra regione ed il nostro Paese.

Un ringraziamento va all’avvocato Carmelo Salerno che ha portato avanti con professionalità le tesi in favore del Comune, dimostrando grande sensibilità ed attenzione, politica oltre che professionale, per le ragioni della comunità di Panettieri».

La innovativa sentenza sembra comunque spendibile per tutti i comuni, anche di medie dimensioni, nella parte in cui afferma la universalità del servizio postale che deve essere garantito in ogni ambito territoriale e che comunque ogni rimodulazione della organizzazione degli orari degli uffici va effettuata coinvolgendo preliminarmente i comuni interessati dalla riduzione di orario o addirittura dalla chiusura degli Uffici. Ai comuni la difesa dei servizi!

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