Redazione TirrenoNews
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Il Partito è ”cosa nostra” e guai a chi lo tocca!
Mercoledì, 11 Aprile 2018 23:01 Pubblicato in Calabria"Pd alla resa dei conti: Adamo elimina (anche) Giudiceandrea
Quando è guerra è guerra. E in guerra vince chi spara di più. E a sparare contro Giudiceandrea, così come vi avevamo annunciato, è Luigi Guglielmelli.
Che si aggiunge alla già folta schiera di cecchini che Nicola Adamo ha mobilitato contro di lui.
Nicola ha deciso che Giudiceandrea non deve più far parte della loro paranza perché non lo ritiene affidabile.
E se si vuole ricandidare a consigliere regionale è meglio che inizi a cercarsi un altro partito da sfruttare.
Tanto, dice Nicola, Giuseppe è abituato a saltare fossi.
Perché il nostro prossimo candidato a consigliere regionale già c’è.
Ed è Luigi Guglielmelli.
Il perché Nicola abbia deciso di schierare le sue truppe in assetto di guerra contro Giudiceandrea è intuibile: impossessarsi totalmente di quel che resta del PD in Calabria, lasciando “dentro” solo coloro i quali hanno giurato obbedienza a lui e a Palla Palla.
E Giudiceandrea, che ha pretese di poltrone e velleità politiche varie, non rientra nell’idealtipo di Nicola.
C’è da scommetterci che dietro la ferma volontà di Nicola di dar battaglia a Giudiceandrea, c’è anche lo zampino di Ferdinando Aiello.
Che tanto si era speso per far eleggere Giudiceandrea in consiglio regionale.
Una “cortesia” che Giudiceandrea non ha mai ricambiato.
Tant’è che una volta eletto non c’ha pensato su due volte a mollare Aiello, pugnalandolo alle spalle.
Per meglio sistemare il suo culo sulla poltrona.
Lo scopo di Nicola e Palla Palla è quello di formare un bel gruppone di fedeli cagnolini, senza oppositori interni, e giocarsi quei pochi voti clientelari che gli sono rimasti alle prossime regionali, con la speranza di conquistare qualche nicchia di potere che gli permetta di sopravvivere ancora un altro po’.
E quei pochi voti clientelari che sono rimasti non bastano più per sistemare tutti. E le scelte si impongono.
Ecco perché Giudiceandrea, capito questo, tenta la sortita televisiva convinto, nella sua infinita stupidità, di impressionare Nicola e Madame Fifì, e di costringerli quantomeno ad una contrattazione.
Non capendo invece di aver fornito l’assist giusto a Nicola, che ora può accusarlo di mettere in cattiva luce il PD con le sue esternazioni personali non concordate con il partito, per dare il via al plotone di esecuzione.
Insomma Giudiceandrea, per Nicola, è nu lignu stuartu che è meglio abbandonare al proprio destino.
Porta sulu problemi. E di questo dovrà farsene una ragione anche Palla Palla che, se costretto a scegliere tra Nicola e Giudiceandrea, non potrà far altro che abbandonare il suo servo sciocco al proprio destino. Con la scusa di: “chi è causa del suo mal pianga se stesso”.
Di fare la sparata da Giletti non gliela aveva ordinato il medico.
L’attacco di Guglielmelli è mirato. Sa dove colpire.
E spara centrando il bersaglio della vera ragione del fare politica di Giudiceandrea: il denaro. E dice: se Giudiceandrea è così interessato a far risparmiare i cittadini abolendo i vitalizi ai consiglieri, come mai non scioglie il suo gruppo in consiglio regionale “Democratici e Progressisti”, di cui è il presidente, che costa alla collettività quasi 200mila euro all’anno, ed è attualmente composto da due persone? Che utilità ha mantenere questo gruppo in consiglio?
La risposta è semplice dice Guglielmelli: mantenere la gestione dei fondi destinati ai gruppi. Altro che lotta alla casta!
Guglielmelli svela a chi ha ancora qualche leggerissimo dubbio sulle qualità politiche del comunista col culo degli altri, la vera natura politica di Giudiceandrea: garantire a se stesso e alla sua cerchia, benessere e privilegi, amministrando, oltre il suo già lauto stipendio, altre forme di economia, che la carica di consigliere comporta.
Ma la sua parabola politica finisce qui. Mettersi contro Nicola non è cosa di tutti, men che meno di un Giudiceandrea qualsiasi. Nicola ha già sentenziato: Giudiceandrea e Guccione sono fuori, e questo è già nei fatti.
Non resta che “ratificarlo”. Ma non tutti i mali, a volte, vengono per nuocere. Chiusa una porta si apre un portone.
E il portone per Giudiceandrea potrebbe essere proprio Guccione. Una loro eventuale alleanza potrebbe, in qualche modo, disturbare il manovratore.
E non è detto che ciò non accada.
Chi guerra!
Da Iacchite - 11 aprile 2018
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Cosenza.Cannabis e serre “casalinghe”, tre denunce
Mercoledì, 11 Aprile 2018 22:48 Pubblicato in Storia locale della Calabria
780 piantine di Cannabis, attrezzi agricoli, impianto d’irrigazione in campagna; marijuana e un impianto di una serra intro-locale in casa, in città
La coltivazione inizia a diventare un lavoro primario per molti che decidono di “curare” le piantine che fanno bene alla salute. In campagna libera coltivazione con quasi 800 piantine.
In città scoperta in casa una vera serra con tanto di luci e temperature mite.
Questi gli scenari che hanno scoperto gli investigatori della mobile e gli agenti della squadra volante della questura di Cosenza.
Per tre è scattata la denuncia a piede libero.
In particolare nei giorni scorsi, personale dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico “Squadra Volante”, della Squadra Mobile, del Reparto Prevenzione Crimine Calabria Settentrionale e del Reparto Unità Cinofila di Vibo Valentia, in una prima operazione hanno denunciato a piede libero I.D. e B.C. ambedue di anni 28 e residenti in un paese dell’hinterland cosentino per il reato di coltivazione di stupefacenti.
I due, sorpresi dal personale della Polizia di Stato in aperta campagna, sono stati trovati in possesso di 13 padelle (semenzai) contenenti complessivamente 780 piantine di Cannabis, attrezzi agricoli e tutto il necessario per un la messa in opera di un impianto d’irrigazione.
In un’altra operazione, i poliziotti della Squadra Volante hanno denunciato P.P. di anni 41 residente a Cosenza perché, anche in questo caso, a seguito di perquisizione è stato trovato in possesso di sostanza stupefacente del tipo marijuana, di sementi e di tutto l’occorrente per un impianto di una serra intro-locale per la coltivazione di Cannabis.
Anche in questo caso P.P. veniva denunciato a piede libero.
La Polizia di Stato continua nella sua azione di incessante prevenzione e lotta al fenomeno della criminalità in tutta la Provincia di Cosenza.
Il contrasto ai reati predatori e allo spaccio di sostanze stupefacenti, con controlli straordinari di controllo del territorio mirati, voluti dal Questore della provincia di Cosenza Giancarlo Conticchio, continua costantemente a dare i suoi risultati.
22 migranti fuggono dal centro di permanenza per i rimpatri: La Polizia alla loro caccia
Mercoledì, 11 Aprile 2018 22:27 Pubblicato in Italia“Tu mi rimpatri?. Ed io scappo!. Od almeno ci provo”
Potenza, La notte ha coperto la loro fuga di gruppo, e che nutrito gruppo: ben ventidue stranieri di varie nazionalità sono scappati prima
che facesse giorno dal Centro di permanenza per i rimpatri di Palazzo San Gervasio, in provincia di Potenza, un luogo particolare destinato all’accoglienza temporanea di immigrati espulsi e in attesa di essere rimpatriati.
I 22 migranti fuggiti e, al momento almeno, sono introvabili…
E così, tra l’ospitalità in scadenza e il ritorno a casa definitivo, 22 di loro hanno pensato bene di sparire: le ricerche, scattate tempestivamente, sono tuttora in corso, affidati agli uomini della polizia e delle altre forze dell’ordine che, al momento, sono riusciti a rintracciare 3 dei fuggitivi.
Gli altri 19 ex inquilini del Cpr di Palazzo San Gervasio – che ospitati in attesa di rimpatrio perché già espulsi, ma con procedure definitive in corso di formalizzazione – risultano ancora irreperibili, volatilizzatisi nel nulla.
Stando alla ricostruzione dei fatti trapelata fin qui, sembra che gli immigrati siano saliti sui tetti dell’immobile durante la notte e che per guadagnarsi l’uscita dalla struttura abbiano lanciato delle tegole verso gli operatori.
Nessuno è rimasto ferito, ma il diversivo violento improvvisato ha impedito che il personale della struttura si mettesse, da subito, all’inseguimento dei fuggitivi.
Dei migranti, però, fattivamente ricercati nelle zone limitrofe – dato che si ritiene, e a ragione, che siano in un raggio di pochi chilometri, essendo allontanatisi a piedi – ancora nessuna traccia…
Ritrovati 12 dei 22 migranti fuggiti dal Cpr di Palazzo San Gervasio
Palazzo San Gervasio 10 aprile
Sono stati rintracciati 12 dei 22 migranti, fuggiti il 10 aprile scorso dal Centro di Permanenza per il rimpatrio di Palazzo San Gervasio.
Ad annunciarlo è la Questura di Potenza che fa sapere in una nota che le ricerche, avviate tempestivamente, sono state effettuate con l’impiego di uomini di tutte le forze dell’ordine territoriali.
I 22 cittadini extracomunitari nella mattinata di ieri, 10 aprile, avevano inscenato una protesta ed erano poi riusciti a fuggire scavalcando il muro si cinta che delimita la struttura.
I dodici uomini ritrovati sono stati riaccompagnati nel Centro di Permanente di Palazzo San Gervasio.
Le ricerche proseguono per rintracciare gli altri migranti fuggiti.
Palazzo San Gervasio. 11 aprile 2018
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