Mi è capitato di scorrere “Tu che mi dovevi amare” la raccolta di poesie di Maria Antonietta d’Onofrio, una “Donna” , una di quelle capaci di “Donare” senza chiedere nulla in cambio, come una mamma, di tutti, nella profonda accezione dell’ “Io ti dono perchè tu possa donare ad altri”, senza pretese, senza scambi chiesti o sollecitati, per la gioia di donare, restando volutamente nascosti nel proprio io, nella propria anima.
Doni segreti, fatti in modo segreto, magari da persone segrete; o come nel caso delle poesie della d’Onofrio da persone sconosciute.
Maria Antonietta con le sue poesie dona emozioni; muove sorpresa, gioia e felicità, dolcezza, ma, insieme, anche tristezza.
Conservo il testo sul comodino pronto in ogni occasione ad aprirlo a caso ed a leggere o rileggere poesie, anche di poche righe, mandandole a mente, ripetendole a voce bassa, soffermandomi poi a luci spente a riflettere sulle parole e su quello che esse esprimono.
E quasi sempre il cuore, il cervello e l’animo si librano lievi ad inseguire parole come note di una musica amata .
Poi mi addormento con queste parole come ultime di un ultimo momento di lucidità.
Sono parole tutto sommato semplici, che troviamo in ogni vocabolario, ma che pochi sono capaci di mettere insieme perché assumano la forza che poi riescono ad esprimere quando diventano poesie . Una forza irresistibile, inarrestabile, come quella del coraggio, dell’amore, della fede.
Parlo di frasi come quelle che si leggono in quello che io considero il capolavoro della intera raccolta , quel “Canterò la vita”, un inno alla fede ed alla speranza, là dove dice:
“ Ora che il cielo è chiaro devo andare”: parole nelle quali sembra si possa leggere che “ la vita mi chiama al mio compito ; non ho più scuse e non ho più paure; anzi la luce è fuori, pronta ad accompagnarmi in questo difficile ma obbligato passo”
“c’è acqua e c’è pane sulla tavola” : parole nelle quali si può leggere che “ ho lasciato per gli altri quanto dovevo; vado via , vi lascio……”
“C’è una porta socchiusa ai miei passi”: è il destino che mi chiama, mi invita; basta attesa; quella porta che lascia entrare la luce sembra indicare che il percorso sarà agevole e dolce; devo andare!
“ Asciugherò il mio pianto e canterò la vita nei paesi del silenzio” : basta piangere, allora, ora andrò nel mondo, là dove altri (ancora) piangono, ad offrirmi , a cantare la vita, l’amore. Eccolo il dono di Maria Antonietta, non la sola speranza che il domani possa essere migliore, ma la certezza che si possa avere, se si cerca, un futuro consapevole, in particolare quando mentore nel mondo del silenzio sarà chi come lei sappia avvertire il calore del sole che sveglia l’anima che voleva perdersi e che oggi invece diventerà artefice di un risveglio globale, donando sprazzi di luce a tanti altri .
Musica non solo e tanto per le orecchie, ma per la mente, il cuore.
E chissà che non venga anche qui ad Amantea ad arricchirci con la sua “bellezza”
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