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tommi2020Com'era prevedibile e come ci era stato dallo stesso confermato alcuni giorni fa, dopo le notizie dell'imminente presentazione di un ricorso dell'Amministrazione Pizzino, l'ex candidato a sindaco di "una città nel cuore", Tommaso Signorelli, ci invia una nota che ha anche condiviso anche sui profili social nella serata di ieri, in cui per mezzo dei suoi legali presenta un ricorso contro la diffamazione, a suo dire, della Prefettura di Cosenza, in primis, ed  avverso il Ministero degli Interni, in merito allo Scioglimento del Consiglio Comunale di Amantea.

CARISSIMI CONCITTADINI,

ho conferito mandato difensivo ai miei legali per agire nelle sedi competenti nei confronti 

della PREFETTURA DI COSENZA  e del MINISTERO DEGLI INTERNI per la tutela della mia onorabilità e per sconfessare le assurde affermazioni contenute nella relazione di accesso del Comune di Amantea, che ha poi scaturito lo scioglimento dell’ente.

Nella citata relazione, infatti, il mio nome e la mia lista elettorale sono state accostate

inopinatamente a condotte nelle quali la mia persona DOVEVA E DEVE ESSERE CONSIDERATA PERSONA DANNEGGIATA.

Per tale ragione NON INTENDO sostenere l’eventuale azione amministrativa del Sindaco Pizzino e della giunta, che, da notizie di stampa, intendono, impugnare il decreto di scioglimento del Comune.

Appare inverosimile indicare, quale concausa della decisione di commissariare il comune di Amantea, fatti e vicende riguardanti la mia persona risalenti ad oltre 13 anni addietro e sulle quali la magistratura ordinaria ha ESCLUSO con SENTENZA DEFINITIVA ipotesi di responsabilità penale.

La relazione della Prefettura di Cosenza, IGNORA il contenuto della citata sentenza, svilendone lo stesso e l’esatta importanza che quella decisione deve possedere negli atti ufficiali.

NON SI PUÒ nonostante UN’ASSOLUZIONE A FORMULA PIENA ed INCONDIZIONATA continuare ad INFANGARE un cittadino che ha già vissuto la TRAGEDIA  DI UN GRAVE ERRORE GIUDIZIARIO.

Non si comprendono le ragioni sottese alla decisione della Prefettura di Cosenza di riportare stralci dell’operazione c.d. Nepetia, che NULLA HANNO A CHE VEDERE sui motivi che hanno condotto allo scioglimento del comune di Amantea.

Ecco perché intendo procedere giudizialmente per far valere i miei diritti nelle sedi competenti e riportare la verità su tutto ciò che è avvenuto in questa cittadina.

Pubblicato in Politica

La commissione d’accesso si era insediata in via Perugini lo scorso 9 giugno proprio all’indomani dell’operazione “Crisalide” contro la cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri scattata il 23 maggio 2017.

 

 

La proroga di altri 3 mesi è stata infine richiesta nei primi giorni di settembre ma il lavoro della Commissione si è concluso prima.

Ora la Commissione d’accesso ha proposto lo scioglimento dell’Ente per infiltrazioni mafiose.

L’accesso nel Comune di Lamezia era stato disposto dal prefetto di Catanzaro, Luisa Latella, su delega del Ministro dell’Interno, a seguito dell’operazione “Crisalide”, condotta dai carabinieri su direttive della Dda di Catanzaro contro la cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri e che aveva portato a decine di arresti.

Nell’inchiesta sono indagati il vicepresidente del Consiglio comunale lametino, Giuseppe Paladino, poi dimessosi, e Pasqualino Ruberto, candidato a sindaco nel 2015 e sospeso dalla carica di consigliere comunale dal Prefetto di Catanzaro dopo essere stato arrestato nel febbraio scorso nell’operazione “Robin Hood”, condotta sempre dalla Dda di Catanzaro, sul presunto utilizzo illecito dei fondi comunitari destinati alle famiglie bisognose distratti, secondo l’accusa, anche col concorso di presunti affiliati a cosche lametine. (Ansa)

La relazione conclusiva è stata inviata al Prefetto che a sua volta redigerà un’altra relazione, entro 45 giorni, da inviare al Ministro dell'Interno.

Il compito di avanzare la proposta di scioglimento al Presidente della Repubblica, se lo ritiene doveroso, sarà del Ministero dell’Interno.

Il massimo esponente della Repubblica, invece, emetterà il decreto di scioglimento, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri entro 3 mesi a decorrere dalla presentazione della relazione del Prefetto.

La terza mannaia, se venisse confermato il responso nei prossimi mesi, calerebbe sul Comune di Lamezia proprio dopo i due precedenti scioglimenti arrivati nel 1991 e nel 2002

Lamezia Terme Lunedì, 23 Ottobre 2017

Pubblicato in Lamezia Terme

E’ stato pubblicato oggi 28 febbraio sulla gazzetta ufficiale n 49 l’atteso Decreto del Presidente della repubblica 8 febbraio 2017 relativo allo scioglimento del consiglio comunale di Amantea ed alla nomina del commissario straordinario.

 

Questo il testo del DPR:

“Considerato che nelle consultazioni elettorali del 25 maggio 2014 sono stati rinnovati gli organi elettivi del comune di Amantea (Cosenza);

Viste le dimissioni rassegnate, con atto unico acquisito al protocollo dell'ente, da nove consiglieri su sedici assegnati al comune, a seguito delle quali non può essere assicurato il normale funzionamento degli organi e dei servizi;

Ritenuto, pertanto, che ricorrano i presupposti per far luogo allo scioglimento della suddetta rappresentanza;

Visto l'art. 141, comma 1, lettera b), n. 3, del   decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;

 

Sulla proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;

Decreta:

Art. 1 Il consiglio comunale di Amantea (Cosenza) e' sciolto.

Art. 2 La dott.ssa Anna Aurora Colosimo e' nominata commissario straordinario per la provvisoria gestione del comune suddetto fino all'insediamento degli organi ordinari.

Al predetto commissario sono conferiti i poteri spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco.

Dato a Roma, addì 8 febbraio 2017

MATTARELLA                                  Minniti, Ministro dell'interno

 

Questo invece è l’allegato al Decreto:

Al Presidente della Repubblica

Nel consiglio comunale di Amantea (Cosenza), rinnovato nelle consultazioni elettorali del 25 maggio 2014 e composto dal sindaco e da sedici consiglieri, si e' venuta a determinare una   grave situazione di crisi a causa delle dimissioni rassegnate da nove componenti del corpo consiliare, con atto unico acquisito   al protocollo dell'ente in data 13 gennaio 2017.

Le citate dimissioni, che sono state presentate per il tramite di un consigliere dimissionario all'uopo delegato con atto autenticato, hanno determinato l'ipotesi   dissolutoria   dell'organo   elettivo disciplinata dall'art. 141, comma 1, lettera b), n. 3, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.

Pertanto, il prefetto di Cosenza ha proposto lo scioglimento del consiglio comunale disponendone, nel contempo, con provvedimento del 17 gennaio 2017, la sospensione e la conseguente nomina   del commissario per la provvisoria gestione dell'ente.

Considerato che nel comune non puo' essere assicurato il normale funzionamento degli organi e dei servizi, essendo venuta meno l'integrita' strutturale minima del consiglio comunale compatibile con il mantenimento in vita dell'organo, si ritiene che, nella specie, ricorrano gli estremi per far luogo al proposto scioglimento.

Sottopongo, pertanto, alla firma della S.V. l'unito schema di decreto con il quale si provvede allo scioglimento del consiglio comunale di Amantea (Cosenza) ed alla nomina del commissario per la provvisoria gestione del comune nella persona del viceprefetto dott.ssa Anna Aurora Colosimo, in servizio presso la prefettura di Catanzaro.

Roma, 3 febbraio 2017                                    Il Ministro dell'interno: Minniti

 

Alcune considerazioni:

Nulla di nuovo( e non poteva esserci) rispetto agli atti anticipati e dai quali ha tratto origine la “epurazione” della commissaria Greco e dei suoi due sub commissari.

Da oggi 28 febbraio martedì di Carnevale decorrono i pieni poteri della neo commissaria Anna Aurora Colosimo alla quale auguriamo un buon lavoro di cui la città ed i cittadini hanno estremo bisogno.

Pubblicato in Politica

Prima la notizia e poi la riflessione sui costi

La notizia è quella che oggi mercoledì 21 gennaio il Tribunale amministrativo del Lazio ha accolto il ricorso presentato dall’allora sindaco Mario Caruso contro la decisione del Ministero degli interni, dell’ottobre 2013, di sciogliere il Consiglio comunale di Cirò per infiltrazioni mafiose.

 

Il consiglio era stato eletto da appena sei mesi.

Ora la giustizia amministrativa ha dichiarato che non c’è stata alcuna infiltrazione mafiosa e che lo scioglimento era sbagliato!

Ovviamente il Tar ha disposto la reintegra del Consiglio

Al tempo la commissione di accesso nominata dalla Prefettura di Crotone era composta dal vice prefetto Maria Carolina Ippolito, dal funzionario amministrativo contabile Giuseppe Belpanno e dal capitano Fabio Falco, comandante della Compagnia dei carabinieri di Cirò Marina.

La commissione aveva preso in esame gli atti della precedente amministrazione comunale guidata, sempre, da Caruso.

Coerentemente con la relazione della commissione, il prefetto Maria Tirone prima e il ministro degli interni Alfano, poi, motivarono la scelta dello scioglimento del consiglio con la necessità di “consentire le operazioni di risanamento delle istituzioni locali” e denunciarono “l’uso distorto della cosa pubblica si sia concretizzato, nel tempo, nel favorire soggetti o imprese collegate direttamente o indirettamente ad ambienti mafiosi”.

Tuttavia, già alla prima lettura della relazione si evidenziava che alcune delle tesi a supporto dello scioglimento del Consiglio erano molto traballanti.

Per esempio la famosa laurea pagata dal comune ad un dipendente comunale. Vicenda che finì sulle prime pagine di giornali nazionali, salvo poi scoprire che ad avviare quella disposizione, prevista da una legge dello Stato, era stata una commissione prefettizia (presieduta dal prefetto Gullotti) negli anni che precedettero l’Amministrazione Caruso.

Già a novembre scorso il Tribunale di Crotone (Maria Luisa Mingrone presidente, Rossella Nocera e Vladimiro Gloria giudici) aveva rigettato la richiesta di incandidabilità degli ex consiglieri comunale di Cirò formulata dal ministero dell’Interno dopo lo scioglimento del Consiglio comunale.

Anche in quell’occasione il Tribunale smontò punto per punto la tesi del ministero e della prefettura crotonese.

E proprio a quella sentenza si è rifatto il Tar del Lazio che ha smontato il dossier messo in piedi dalla Prefettura di Crotone e dal ministero degli interni, accogliendo il ricorso e disponendo il reintegro del Consiglio comunale nelle sue funzioni.

Mario Caruso contento dichiara “Era una battaglia giusta da fare per noi, ma soprattutto per togliere un’altra macchia alla comunità che non meritava una cosa del genere. Noi stavamo lavorando per rompere l’equazione Cirò-mafia e qualcuno ci ha voluto fermare”.

Ecco un sindaco che si preoccupa di sciogliere la macchia alla comunità!

Ora le domande.

Anche il sindaco di Cirò farà causa per aver riconosciuto la indennità per danni morali?

E quale sarà la indennità riconosciuta?

1,5 volte la indennità di amministratore come a Botricello o 6 volte come ad Amantea? ( vedi in Primo Piano “Ecco le “disparita'” italiane in materia di indennita' agli amministratori!”)

Pubblicato in Calabria
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