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Il generale libico Khalifa "Haftar sta facendo il massimo sforzo per mettere fine all'operazione prima dell'inizio del mese sacro di Ramadan. Certamente il suo obiettivo è conquistare Tripoli".

 

 

 

 

 

Lo dichiara ad Aki-Adnkronos International Mohamed Anwar El Sadat, nipote dell'ex presidente egiziano ed attuale presidente del partito di opposizione 'Riforma e Sviluppo'.

Secondo Sadat, nei prossimi giorni dobbiamo attenderci un'offensiva durissima dell'autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna). Haftar, spiega, "sta facendo del suo meglio per raccogliere consensi e supporto perché durante il mese sacro di Ramadan - che dovrebbe iniziare la sera del 5 maggio - sarà difficile combattere". "Se non conquista Tripoli prima di Ramadan allora è un problema anche perché sembra che abbia calcolato male i tempi dell'operazione", dice Sadat, secondo il quale Haftar "ha approfittato degli incidenti in Algeria per iniziare la sua guerra, che tuttavia sta andando più avanti di quanto stimasse. Per questo "spingerà al massimo in questi giorni per conquistare più terreno possibile per poi negoziare una soluzione politica".

"HAFTAR NEGOZIERÀ MA SOLO DA POSIZIONE DI FORZA" - "Penso che possa esserci una soluzione politica ma solo dopo che Haftar avrà preso Tripoli. A quel punto sarà disposto a sedersi e discutere" afferma Mohamed Anwar El Sadat. "Penso che la posizione dell'Egitto sia chiara e ricalchi quella americana - prosegue - L'intenzione è di dare una possibilità a Haftar per eliminare tutte queste milizie militari e anche lo Stato islamico (Isis), ma poi il piano prevede di stabilire un tavolo per la soluzione politica. E credo che il generale abbia accettato ciò". L'Egitto ed altri Paesi europei hanno deciso di puntare su Haftar, aggiunge il nipote dell'ex presidente, "ma deve fare presto". Secondo il politico egiziano, l'uomo forte della Cirenaica "vuole ottenere una posizione forte per negoziare con Serraj e tutti quelli che supportano Serraj".

"POPOLO NON CREDE A NUOVA POSIZIONE DELL'ITALIA" - La maggior parte dei libici non crede a un cambio di linea nel governo italiano, sottolinea il nipote dell'ex presidente egiziano, commentando le recenti dichiarazioni del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. "Questa non è l'impressione che hanno le persone (in Libia, ndr), secondo le quali gli italiani sono schierati con Serraj e credono che ci sono molti esperti italiani dappertutto in Libia che provano a sostenere ed aiutare il governo Serraj". In merito al ruolo della Francia nella crisi libica, Sadat ritiene che Parigi "sta facendo con Haftar quello che l'Italia fa con Serraj".

(Afp) di Piero Spinucci

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Ali Kilic PashaTra i tanti nomi avuti da questo calabrese rubato dai Turchi preferiamo questo citato (con la grafia Uchalì) nel Don Chisciotte di Miguel de Cervantes, nel racconto che fa nel primo volume l'ex schiavo dei turchi.

Cervantes ricorda in questo brano sia Uluch Alì, sia il di lui figlio ed erede.

Presumibilmente aveva appreso le notizie su di loro durante la sua prigionia nei bagni penali di Algeri.

Ora un ultimo libro del docente e scrittore Enzo Ciconte che sarà presentato al Sistema bibliotecario vibonese domani, 17 aprile

La storia di Occhialì (così lo chiama l’autore) è intrigante ed affascinante, ed è quella di un povero giovinetto calabrese sconosciuto e destinato a una vita difficile nel suo paese, che riesce a raggiungere gloria e potere in un paese straniero dove ha avuto la stima di quattro imperatori, a conferma delle sue capacità non solo militari, universalmente riconosciute in campo amico e in campo nemico, ma anche dalla sua abilità di tessere relazioni personali, di costruire rapporti, amicizie, interessi.

Il suo personaggio richiamò l'attenzione dei contemporanei e, inevitabilmente, il suo fascino è arrivato fino a noi.

La sua vita si svolse tutta sulle sponde e nelle acque del mar Mediterraneo e ci racconta fatti accertati storicamente, ma è una vita che affascina perché ha molti tratti di fiaba e di favola che incantano e attraggono.

La Calabria ha dimenticato questo suo figlio e la sua storia ha avuto un andamento carsico: s'inabissa per molto tempo per poi riemergere all'improvviso quando uno meno se lo aspetta.

La Turchia ha di lui un ricordo più solido e duraturo perché quello che ha fatto non è stato dimenticato e la sua tomba continua ad essere visitata, meta di pellegrinaggi e di curiosi.

L’evento, promosso dal Sbv in collaborazione con la delegazione Fai di Vibo Valentia e Rubbettino Editore, vedrà la partecipazione di Teresa Saeli, presidente delegazione Fai Vibo Valentia, Domenico Romano Carratelli, presidente Accademia bibliofili e Stefano Mandarano , direttore de Il Vibonese.

Il Sistema bibliotecario vibonese ospiterà domani, 17 aprile, dalle ore 18, la presentazione de  “Il grande ammiraglio. Storia e leggende del calabrese Occhialì, cristiano e rinnegato che divenne re”(Rubbettino, 2018), il nuovo lavoro che lo scrittore Enzo Ciconte (docente di Storia della criminalità organizzata all’Università di Roma Tre e di Storia delle mafie italiane all’Università di Pavia) ha dedicato alla figura di Occhialì, giovane calabrese sconosciuto e destinato a una vita difficile nel suo paese, ma che riesce a conquistare gloria e potere nella lontana Turchia.

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Un barcone con 90 naufraghi in viaggio verso Lampedusa

Un barcone con a bordo una novantina di migranti è stato intercettato durante la navigazione verso le coste della Sicilia.

Una motovedetta della Guardia costiera di Lampedusa, come si apprende, sta raggiungendo l'imbarcazione per trasbordare i naufraghi. "Ancora non sono arrivati - spiega all'Adnkronos il sindaco di Lampedusa Salvatore Martello - siamo in attesa di capirne di più".

"In Italia si entra rispettando le regole. Siamo già al lavoro affinché i 90 clandestini arrivati a Lampedusa vengano rispediti a casa loro nelle prossime ore", il commento del ministro dell'Interno, Matteo Salvini.

Ma se il barcone viaggia rifornitelo di carburante, acqua e cibo e rimandatelo indietro.

Questo almeno fino a che l’Europa non decide sulla accoglienza dei migranti

Certo non è possibile accettare una invasione a spese degli italiani che già hanno i caxxi loro.

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