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Padre Francesco CelestinoUn rapporto d'amore intenso nel segno della fede che a distanza di anni non è mai venuto meno.
Dopo aver dato alle stampe nel 2015 il volume “L’esperienza religiosa e l’umano simbolico: il contributo di Julien Ries”, padre Francesco Celestino approfondisce ancora di più questo suo percorso di ricerca, pubblicando il testo “Una chiesa che vuole incontrare l'uomo”. L’obiettivo dello studio è proporre una rilettura della vita pastorale della Chiesa alla luce dell'Evangelii gaudium” attraverso un itinerario segnato da un'esperienza pastorale che si rinnova a partire dalla presa di coscienza dell'essere Chiesa. “Una Chiesa che vuole stare con la gente per accompagnarla, consapevoli che l'incontro e il dialogo possono aiutare l'uomo di oggi ad avvicinarsi a Dio e ai fratelli”.
«La dimensione ecclesiale – afferma padre Francesco Celestino - ci fa cogliere il decisivo incontro tra Dio e l'uomo come esperienza generativa di un popolo fedele in cammino. In gioco ci sono le relazioni fraterne che vanno ben oltre le semplici dinamiche di gruppo e che, attraverso una pastorale dell'incontro e del dialogo, si fanno carico delle solitudini e delle ferite dell'uomo di oggi. Un'attenzione particolare è riservata al dialogo interreligioso e al suo rapporto con la prassi pastorale».

padre francesco

Si è svolto questa sera, nel magnifico scenario del Convento San Bernardino – dove l’autore è stato parroco e Guardiano della Fraternità conventuale – la presentazione del libro “Una Chiesa che vuole incontrare l’uomo” di Padre Francesco Celestino.


All’evento, aperto al pubblico ma con accesso limitato per via del Covid, hanno dialogato con l’autore: Padre Ilario Scali, parroco di San Biagio in Amantea, il docente Salvatore Sciandra e Franca Dora Mannarino.


Edito da “Libreria Editrice Vaticana” e fresco di stampa, il testo (con prefazione del teologo e filosofo Edoardo Scognamiglio) ha proposto una rilettura della vita pastorale della Chiesa alla luce dell'enciclica Evangelii Gaudium, dove papa Bergoglio mostra la via per far diventare il Vangelo, sussidiario del cristiano, rilevante nell’ attualità del mondo e nell’attualità della Chiesa.

 

Una Chiesa che si innova a partire dalla presa di coscienza dell'essere Chiesa, che decide di stare con la gente per accompagnarla, consapevoli che l'incontro e il dialogo aiutino l'uomo di oggi ad avvicinarsi con dinamismo e rinnovato fervore a Dio e ai fratelli.

 

In altri termini, una pastorale dell'incontro e del dialogo, che si faccia davvero carico delle solitudini e delle ferite dell'uomo di oggi.

 

Nel testo di Padre Francesco Celestino, inoltre, un'attenzione specifica è stata riservata al dialogo interreligioso e al suo rapporto con la prassi pastorale, e l'esperienza di Francesco di Assisi viene letta come traccia per le scelte pastorali di papa Francesco, che inaugurano un cammino per costruire una fraternità universale che trova il suo fondamento nella fede.

 

L' identità di un popolo, che sia di un comune o di una regione o di uno stato non fa differenza, è formata dalla sua storia comune, dalle sue tradizioni, dai riti e dalle usanze.

 

Nei comuni, o parte di essi come sono le parrocchie, anche dai parroci che sono stati uomini silenziosi ma vigili, quelli sempre presenti nella vita della gente, sin dai primi giorni con il battesimo e fino alla fine dei giorni con il sacramento finale.

 

Proprio per questo padre Francesco Celestino ha fatto bene a ricordare don Filippo Aloisio e gli oltre 40 anni di apostolato nella chiesa Matrice.

Ne ha invocato la presenza quando la statua di San Giuseppe si è fermata alla chiesetta dei Furgiuele e ne ha chiesto la benedizione , forse anche per sé, oltre che per la comunità.

 

E don Filippo non si è sottratto.

E l’applauso che la comunità della processione ha tributato all’inizio ed alla fine è la riprova di quanto ancora questo uomo pur anziano ma sia stato dimenticato sia oggi ancora apprezzato dai parrocchiani e dai fedeli di San Giuseppe.

Poi la processione ha ripreso la sua strada per percorrere l’antico tragitto che un tempo definiva la parte più abitata della città.

 

Una processione semplice per gente semplice.

 

Come sempre il popolo della sua chiesetta sulle pendici di Camoli, ed in particolare chiazzitani e catocastresi, e poi la gente di Petratagliata e di Camoli.

Un processione che non cambia nel tempo e nella quale le verginelle fanno bella mostra di sé e ricordano sia la verginità della Madonna, sia quella tradizione fatta di immagini vive e perfino anticipatrici della attuale società filmografia e televisiva.

Una processione immutabile come la fede che la sostiene e che si avverte nella ritualità dei canti, di musica e di silenzi.

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Giovedi 15 dicembre ore 19.30 - Chiesa monumentale di San Bernardino da Siena in Amantea.

 

Intervengono:

Dottor Aldo Andreani Presidente Associazione Prospettive.


Professoressa Lidia Gagliardi Associazione Prospettive Coordinatrice del progetto.


Padre Francesco Celestino Custode provinciale dei Frati minori conventuali.


Superiore del convento di San Bernardino da Siena in Amantea.


Letture, poesie, musiche e canti.


Partecipano alunni del polo scolastico, della scuola primaria e secondaria di I° grado di Amantea.


Gruppi della Romania, della Nigeria e della cultura arbereshe.

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Racconta una vecchia leggenda messa in piedi chissà da chi, e certamente contraria alla immagine di Amantea e della sua gente, che in una data imprecisata , e comunque prima del suo allontanamento per la Francia, Padre Francesco da Paola, uscendo da Amantea, sul ponte sul Catocastro , si sarebbe tolto i calzari e li abbia scossi per togliersi la terra e la polvere di Amantea , quasi che volesse evitare qualsiasi anche impalpabile rapporto con una città ed un popolo.

 

Siamo in grado di smentire le vecchie dicerie di contrasti tra san Francesco di Paola ed Amantea, così contribuendo a scrivere la vera storia che ben oltre le leggende o le dicerie popolari.

Lui, uomo di carità ed amore !

Dal dibattito svoltosi ieri l’altro è emerso, invece, il grande amore di Amantea per san Francesco di Paola

Un dibattito partecipatissimo, svoltosi ieri 10 gennaio nella sala del convento di San Bernardino, promosso dall’associazione Prospettive, presenti il Presidente dell’Associazione Prospettive dr Aldo Andreani, Padre Francesco Celestino , custode dei Minori Conventuali di Amantea, e padre Rocco Benvenuto, già Correttore provinciale della provincia monastica di San Francesco di Paola, è stata confermata , per voce di padre Rocco Benvenuto, la esistenza in Amantea di un convento intitolato a san Francesco di Paola.

Possibile che possa esserci stato un rapporto così negativo tra il santo e la città e poi i frati minimi siano venuti a prendere possesso di un convento intitolato al loro santo?

Il documento è stato fornito in copia proprio da padre Rocco Benvenuto e da oggi appartiene a tutta la città e chiunque può trarne copia .

Il documento è stato affidato al prof Roberto Musì per la sua attenta traduzione ed a breve appena fornitaci ne daremo totale conoscenza.

Intanto il documento conferma quanto da noi già conosciuto e cioè che il convento venne fondato il 19 maggio 1617- due anni prima della sua canonizzazione- in quel di Catocastro , vescovo in Tropea monsignor Fabrizio Caracciolo, grazie alla munificenza di Rutilio Cavallo, gentiluomo di Amantea .

Il convento aveva anche un dormitorio che poteva ospitare 4 o 5 frati.

Ma non basta.

Dal dibattito è emersa anche la lettera che la città di Amantea ha invito al Papa “perche si degni di aggregare Padre Francesco di Paola nel numero dei santi”

La lettera porta la data del 25 novembre 1516 e venne inviata da L’Università , ed uomini della Città dell’ Amantea

Ecco il testo:

Al Papa.

Beatissimo Padre , dell’Universale Chiesa Pastore.

Dopo aver umilmente baciati i suoi santi piedi, e la divota e la continua raccomandazione, ne conviene far certa la santità sua alquanto delle virtù, e la vita del Beato padre Francesco di Paola.

Saprà dunque questo S.Padre, per Religione, Santimonia ed infiniti miracoli, esser stato celebre, innomerabili infermi da vari morbi oppressi, e tormentati, in virtù di Dio Onnipotente, aver sanati, e liberati, esser anco entrato in un’ardente fornace, e uscitone libero, ed illeso, oltre infiniti, ed innumerevoli fatti impossibili a farsi, de’ quali tutti si rende vero testimonio, oltre la pubblica voce, e fama nelle parti nostre, e per tanto veridicamente esclamante.

Di modo che senza rossore di faccia colle ginocchie chine siamo costretti a supplicare, siccome divotamente, ed umilmente supplichiamo la santità Vostra, che per onor a così sovrano Uomo, sua religione ed ordine, e per aumento della divozione né i Cristiani, esso padre nel numero de’ Santi canonicamente, ed onorevolmente si degni aggregare.

Che di nuovo, e sempre baciando i suoi piedi, apparecchiati di continuo servire la Santità sua, facciamo fine umilmente la sua santa benedizione invocando

Della Città dell’Amantea 25 Novembre 1516

Della medesima santità Vostra

Ubbidienti e divoti

L’Università , ed uomini della Città dell’ Amantea

Può esserci mai stato un rapporto negativo tra Amantea e l’allora Beato Francesco di Paola se la città e tutta la sua gente implora il papa di santificarlo? Certamente no!

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padreFrate Francesco Celestino, padre guardiano del complesso conventuale di San Bernardino da Siena e Custode provinciale dei Frati Minori Conventuali di Calabria ha conseguito nei giorni scorsi il dottorato in teologia. La discussione della tesi, dal titolo “L’esperienza religiosa e l’umano simbolico in Julien Ries”, ha avuto luogo presso l’Università pontificia dell’Italia Meridionale di Napoli Sezione San Tommaso D’Aquino. La commissione esaminatrice, composta dal direttore padre Eduardo Scognamiglio e dai relatori don Antonio Ascione e don Antonio Palmese, ha attribuito al frate il punteggio di centodieci e lode.

Lo studio di padre Francesco, che verrà pubblicato da qui a poco, rappresenta una pietra miliare per comprendere il pensiero e la figura del cardinale Julien Ries (1920-2013), considerato uno dei massimi studiosi della storia delle religioni.

Secondo Ries, definito da Benedetto XVI «eminente uomo di fede e servitore della Chiesa», la dimensione simbolica dell’uomo è insita nell’uomo stesso. «La capacità simbolica – afferma padre Francesco nella sua ricerca – inizia con l’iniziare stesso dell’uomo, non ci sarebbe dunque prima l’uomo e successivamente lo sviluppo della funzione simbolica. La tesi di Ries è che l’uomo è per sua natura religioso: dal momento della formazione della coscienza l’uomo è homo religiosus. Si parte dall’uomo per arrivare all’uomo. Lo scopo è ricostruire la dimensione simbolica della persona umana negli scritti di Julien Ries: colui che ha sempre cercato di testimoniare la fede in uno spirito di dialogo. Ries ci invita a ritrovare il senso del relazionare attraverso il simbolico. Recuperare la dimensione simbolica dell’uomo significa recuperare la dimensione del trascendente, perché è il simbolo stesso che riporta al trascendente. L’obiettivo è dimostrare come l’umano simbolico sia oggi la base per costruire un dialogo con le altri religioni. È un riscoprire una nuova evangelizzazione che richiama nuovi scenari e nuovi ambiti per vivere un dialogo con le religioni, come l’arte, la poesia, la danza e la musica. La visione simbolica della vita aiuta il processo di umanizzazione del mondo e dell’affermarsi dell’assoluto come garante di un possibile futuro, nel rispetto della dignità di ogni persona. Il fatto che la persona umana è strutturalmente orientata verso il divino è per Ries uno dei segni costitutivi di questa umanizzazione. Le sue ricerche hanno profondamente innovato il campo dell’indagine antropologica, suscitando un dibattito tra gli studiosi delle religioni e tra i cattolici. L’uomo si interroga, si pone delle domande di senso ed ha bisogno di un cammino educativo che faccia comprendere appieno il concetto dell’umanizzazione di Gesù. Chi segue Gesù uomo perfetto diventa anche lui più uomo. L’uomo dunque è la grammatica del dirsi divino, la sintassi della rivelazione».

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Ieri sera 23 novembre 2013 la splendida Chiesa di San Bernardino è stata ancor più abbellita da un evento di straordinaria bellezza. Tra le sue volte hanno riecheggiato musiche, canti, ascoltati da una comunità attenta e viva; un insieme unito dalla percezione che la fede è sempre un dono che va apprezzato, accresciuto, ma anche invocato.

Una serata per concludere l’anno della fede

Un evento voluto dal Concerto bandistico Mario Aloe, dalla parrocchia S Biagio VM , dai cori delle parrocchie amanteane.

La bella voce di Nicola Perri si è spiegata tra le arcate della cinquecentesca chiesa per viaggiare nella intera città portando con le sue note cultura e fede.

A dirigere sempre il maestro Roberto Francesco ed il quasi maestro Daniele Croce che ha diretto Panis Angelicum di Cesar Franck, cantata da Nicola Perri, ed, in modo travolgente ed appassionato, il Jesus Chiste You Are My Life di monsignor Marco Frisina, arrangiato per banda proprio da lui Daniele Croce e sempre con la splendida voce di Nicola Perri.

E’ la sintesi di un evento che ha offerto anche la sensibilità e la cultura di una comunità che vanta sensibilità musicali e canore di tutto riguardo

La sintesi di un evento che aggrega la comunità nella fede, avendo come contenitore magno la splendida cornice di san Bernardino e come catalizzatore la cultura musicale

Il coro, composto da coristi e coriste dei cori parrocchiali San Bernardino Da Siena e Santa Maria la Pinta, ed accompagnato alla banda, si è esibito in Dolce Sentire ( da Fratello Sole e sorella luna) di Riz Ortolani.

In Canto della terra di Andrea Bocelli con la voce di Nicola Perri.

In Panis Angelicum di Cesar Franck, cantata da Nicola Perri, e diretto da Daniele Croce.

In Jesus Chiste You Are My Life di monsignor Marco Frisina, diretto da Daniele Croce e sempre con la splendida voce di Nicola Perri ed accompagnato dal battito delle mani della intera sala.

La banda poi ha suonato la gran marcia sinfonica Alise di A Patera

La Free World fantasy di Jacob de Haan

Il Concerto d’amore sempre di Jacob de Haan

La sinfonia l’Italiana in Algeri di Gioacchino Rossini magistralmente diretta ed eseguita

La chiusura alla marcia sinfonica Squinzano di Michele Lufrano

Splendida e sorridente, come ogni volta , in verità, la professionale presentazione di Francesca Menichino.

Nell’intervallo tra le due parti lì intervento di Padre Francesco Celestino che ha scosso i cuori dei presenti con i richiami alla necessità dell’amore nella fede.

Tra i presenti il parroco Don Luigino Zoroberto , il consigliere Marcello Socievole, l’ex direttore del distretto sanitario Lupi.

Non possiamo non sottolineare( e ci dispiace) l’assenza dell’amministrazione comunale alla quale erano state riservate tutte le sedie della prima fila che sono rimaste vuote. Il sindaco Vadacchino, la presidentessa del consiglio Sabatino , l’assessore Mazzei , il consigliere Pugliano erano al dibattito di Michele Emiliano, sindaco di Bari.

 

 

GALLERIA FOTOGRAFICA


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Amantea. Dai due pullman bianchi scendono un centinaio di fedeli della madonna di Medjugorje

Gli altri, di Amantea o giunti con propri mezzi, sono già nella chiesa di san Bernardino dove alle 17.00 puntualmente inizia il Santo Rosario.

Poi alle 1730 i presenti hanno ascoltato la commovente testimonianza di Roland Patzleiner della comunità “ I figli del Divino Amore” di Medjugorje

E’ seguito alle 18.00 la Santa Messa celebrata da Padre Francesco Celestino

Infine la sentita e partecipata Adorazione Eucaristica

Un incontro di preghiera animato da “ I figli del Divino Amore” di Medjugorje, quello che si è svolto ieri nella monumentale chiesa di San Bernardino, ed al quale hanno partecipato centinaia di fedeli in comunione .

Roland Patzleiner ha ascoltato decine e decine di fedeli ognuno dei quali ha voluto chiedergli una benedizione o suggerirgli un tema di attenzione religioso per la Calabria o la città di Amantea. Tra questi anche la vicenda di Giovanni Massali ed i cenacoli di preghiera che si sono tenuti nel magazzino dove è presente l’armadio delle effigi.

 

GALLERIA FOTOGRAFICA:

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Convento dei Frati minori Conventuali di san Bernardino 16 giugno 2013

Il Programma

0re 9.00 Accoglienza

Ore 9.30 Preghiera delle lodi e meditazione

Di mons Marco Frisina: Il canto come preghiera

Ore 10.30 Esecuzione dei canti francescani da parte dei partecipanti

Ore 12.30 Celebrazione eucaristia

Ore 13.30 pranzo

Ore 15.00-ore 16.00 Condivisione

Ore 17.00 fraternità francescana e conclusione

Carissimo fratelli, nell'anno dedicato alla fede, desideriamo invitarvi a trascorrere con noi la Domenica, Pasqua della settimana, per lodare insieme il Signore che opera cose buone e belle in ognuno di noi. Come ha scritto Sant'Agostino: "chi canta, ama e prega due volte" . Vuole essere un tempo dedicato allo Spirito, che, come il Poverello di Assisi, ritrova nell'inno alle creature il senso profondo dell'incontro con il Creatore. Il nostro incontro avrà un animatore speciale: Mons. Marco Frisina, che ci aiuterà a riflettere sul canto come preghiera. Vieni. Ti aspettiamo per cantare con noi.

Ma chi è monsignor Marco Frisina?

Mons. Marco Frisina è nato a Roma il 16 dicembre 1954. Dopo gli studi classici si è diplomato in composizione al Conservatorio di Santa Cecilia.

Nel 1978 è entrato come alunno al
Pontificio Seminario Romano Maggiore compiendo gli studi teologici presso la Pontificia Università Gregoriana e conseguendo la Licenza in Sacra Scrittura al Pontificio Istituto Biblico. Ordinato sacerdote nel 1982, da allora svolge il suo ministero nella Diocesi di Roma. È stato assistente spirituale al Pontificio Seminario Romano Maggiore e poi Direttore dell'Ufficio Liturgico del Vicariato di Roma dal 1991 al 2011. Attualmente è Presidente della Commissione Diocesana per l'Arte Sacra ed i Beni Culturali, Consultore del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione e Rettore della Basilica di Santa Cecilia in Trastevere.

È docente presso la Pontificia Università Lateranense e presso la Pontificia Università della Santa Croce.

Nel 1984 ha fondato - e da allora dirige - il Coro della Diocesi di Roma, attualmente composto da oltre 250 elementi e nato per l'animazione delle più importanti liturgie diocesane, molte delle quali presiedute dal Santo Padre. All’animazione di queste, si sono aggiunti negli anni Concerti in molte Diocesi italiane ed estere e la partecipazione a numerosi eventi istituzionali. Dal 1991 è anche Maestro Direttore della Pontificia Cappella Musicale Lateranense.

Nello stesso anno ha avuto inizio anche la sua collaborazione al progetto internazionale della Rai "Bibbia" sia come consulente biblista che autore delle musiche. Oltre ai film del “Progetto Bibbia”, negli anni ha composto le colonne sonore di molti film a tema storico e religioso realizzati per Rai e Mediaset, tra i quali “Michele Strogoff”, “Papa Giovanni”, “Giovanni Paolo II”, “Edda Ciano”, “Callas e Onassis” e i più recenti “Pompei”, “Puccini”, “Preferisco il Paradiso".

Autore di numerosi canti liturgici conosciuti ed apprezzati in Italia e all’estero, nella sua discografia sono presenti importanti collaborazioni a progetti di artisti italiani e internazionali. Tra queste, “Silent Night. A Christmas in Rome”, realizzato nel 1998 insieme al leader dei Chieftains Paddy Moloney e “Dalla Terra”, disco inciso nel 2000 da Mina, per la quale ha composto i brani “Magnificat” e “Nada te turbe”.

Ha composto ed eseguito dinanzi ai Pontefici Giovanni Paolo II e Benedetto XVI oltre 20 Oratori sacri ispirati a personaggi biblici o alla vita di grandi santi. Accanto a queste composizioni, meritano di essere citati altri due oratori sacri:“Cantico dei Cantici” scritto nel 2009 e “Passio Caeciliae” del 2011.

La musica può essere un'arma potente, capace di unire i vicini ai lontani facendoli vibrare all'unisono per la bellezza dell'amore di Cristo.

Mons. Marco Frisina Nel 1997 è stato nominato da Papa Giovanni Paolo II Accademico Virtuoso Ordinario della Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti e Letteratura dei Virtuosi al Pantheon.

È stato responsabile musicale di alcuni importanti eventi del Grande Giubileo 2000, come la Giornata Mondiale della Gioventù e, recentemente, dell’evento RAI “La Bibbia Giorno e Notte - la più lunga diretta della storia televisiva”. Nel 2007 ha composto l’opera teatrale “ La Divina Commedia”, prima trasposizione musicale dell’omonimo capolavoro dantesco. Da gennaio 2009 è in scena anche il suo secondo lavoro per il teatro: “Il miracolo di Marcellino”, ispirata al romanzo di Josè Maria Sanchez Silva “Marcellino Pane e Vino”.

Nel 2011 è stato responsabile musicale per la Diocesi di Roma nelle Liturgie della Beatificazione di papa Giovanni Paolo II, del quale ha composto anche l’Inno Ufficiale. Sempre nel 2011 ha diretto il Coro della Diocesi di Roma nella sua prima tournée negli Stati Uniti, esibendosi nella Cattedrale di New York e nei più importanti Teatri del New Jersey proponendo con successo sia brani sacri che brani tratti dalla tradizione musicale italiana.

Numerosi premi e riconoscimenti hanno accompagnato la produzione musicale di mons. Marco Frisina

- 1994 due nominations per il CableACE Award in USA per Abraham e Jacob.

- 1995 vincitore del CableACE Award per Joseph.

- 1998 Premio "Colonna sonora 1998" dell'Ente dello Spettacolo per la musica della Bibbia televisiva.

- 2002 Premio "Colonna sonora 2002" dell'Ente dello Spettacolo per la colonna sonora del film "S. Giovanni l'Apocalisse".

- 2005 Premio internazionale per la cultura "Giuseppe Verdi", insieme al Maestro Claudio Abbado.

- 2006 Premio nazionale Fabriano Artisti dello spettacolo.

- 2006 Premio Giulia Ammannati - Grandi Maestri del Cinema.

- 2007 Diploma di benemerenza e Medaglia d'oro della Società Dante Alighieri per il progetto e le musiche de "La Divina Commedia"

- 2011 Premio Int. per il Dialogo tra i popoli e le loro culture "S. Francesco e Chiara d'Assisi".

- Il 15 dicembre 2012 è nominato Commendatore dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.

(dalla Biografia Ufficiale

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Il popolo dell’Unitalsi è giunto ad Amantea da ogni parte della Calabria. Un popolo festante nelle divise di infermierine o con la maglietta blu dei"Giovani in Cammino" che si sono dati appuntamento nella nostra città oggi 5 maggio 2013, un appuntamento teso a rafforzare il percorso che proprio loro hanno deciso di tracciare con fede all’interno dell’Unitalsi.

E nella villa comunale , di fronte alla grande grotta marina, anche le reliquie di Papa Giovanni Paolo II, il Beato Karol Wojtyla.

A coronare il tutto la S messa celebrata dal vescovo di Cosenza Bisignano monsignor Salvatore Nunnari assistiti tra gli altri da padre Francesco Celestino.

Nel parterre un pubblico numeroso di giovani dell’Unitalsi, molti anche di Amantea, sui quali è gravato l’onere della organizzazione della giornata, molti Amanteani felici di sentire messa nella villa comunale, tante autorità

Nella foto notiamo da destra il sindaco di Serra d’Aiello avvocato Antonio Cuglietta, il vicesindaco del comune di San Pietro in Amantea Daniela Ziccarelli, il vicesindaco del Comune di Amantea Michele Vadacchino, l’assessore Giovanni Barone del comune di Lago, il maresciallo dei carabinieri della Stazione di Amantea Antonino Claudio Vivona, il nuovo comandante della Polizia Municipale di Amantea dottor Emilio Caruso, il consigliere Vincenzo Pugliano.

Errano presenti anche il sindaco Francesco Tonnara, l’assessore Antonio Carratelli ed il responsabile del personale esterno Rocco Cima.

Tutti gli ospiti hanno pranzato sotto il grande tendone piazzato nella villa e sui lunghi tavoli collocati appositamente

Poi momenti di musica , canto ed allegria fino al momento della partenza.

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