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Una 14enne della provincia di Cosenza, che viene da una famiglia indigente con entrambi i genitori disoccupati, si prostituiva con anziani, e indagini della Procura delegate alla polizia hanno portato all’arresto di un 72enne per pedofilia.

F.P. è ai domiciliari da sabato scorso in base a un provvedimento emesso dal gip di Castrovillari.

L’inchiesta è nata a luglio scorso, quando alcuni cittadini hanno esplicitato ad agenti del commissariato locale il timore che la ragazzina potesse essere oggetto di attenzioni o abusi sessuali da parte di persone molto avanti con gli anni anche in cambio di denaro, dato che avevano notato atteggiamenti troppo confidenziali nei confronti della ragazzina che, considerata la notevole differenza di età, erano sembrati insoliti.

Una attività di monitoraggio della minorenne, con deficit cognitivi di grado medio, hanno consentito di accertare le informazioni ricevute.

L’adolescente infatti era solita andare alle panchine lungo corso Garibaldi, in genere frequentate da persone in età avanzata.

L’attività investigativa, condotta con il supporto di attività tecniche e con metodi tradizionali, ha consentito di accertare e di segnalare alla Procura della Repubblica la veridicità delle informazioni ricevute.

E il 30 agosto scorso, proprio in Corso Garibaldi, davanti a una attività commerciale, sulla pubblica via e in pieno giorno, F.P., seduto al tavolino di un bar, è stato immortalato dalle telecamere di videosorveglianza, prima mentre palpeggiava la minore e successivamente mentre infilava la mano all’interno dei suoi pantaloncini

Pubblicato in Calabria

Rapporti sessuali con minorenni comprati a Mileto, Zungri, Briatico e Parghelia. Con l’ex parroco di Zungri coinvolti un pensionato ed un bulgaro, mentre altri vibonesi si trovano sotto processo

Ecco il giro che ha coinvolto don La Rosa

Coprono un arco temporale che va dal gennaio al febbraio 2016, con specifici episodi di corruzione di minore e prostituzione minorile che sarebbero avvenuti a Zungri, Briatico, Mileto, Parghelia e Vibo, le contestazioni mosse nell’inchiesta “Settimo cerchio” che ha portato oggi in carcere don Felice La Rosa, 43 anni, di Calimera (frazione di San Calogero), ex parroco di Zungri. La pena complessiva e definitiva per l’ex sacerdote ammonta a due anni e quattro mesi, ma il residuo da scontare è pari ad un anno ed un mese di reclusione. L’inchiesta della Squadra Mobile di Vibo Valentia ha permesso di fare luce su un giro di prostituzione minorile e corruzione di minore aggravata, portando alla luce uno spaccato del Vibonese ai più sconosciuto. Insieme all’ex sacerdote, infatti, nella medesima vicenda giudiziaria sono rimasti coinvolti e condannati in via definitiva anche il pensionato Francesco Pugliese, 66 anni, di Zungri (2 anni e 8 mesi) e Miroslaev Iliev, cittadino bulgaro di 31 anni, (5 anni e 6 mesi di reclusione e già detenuto). Quali pene accessorie, don Felice La Rosa e Francesco Pugliese sono stati interdetti in perpetuo da qualsiasi ufficio attinente la tutela e la curatela e da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché da ogni ufficio o servizio in istituzioni o strutture pubbliche o private frequentate abitualmente da minori. I tre condannati dovranno altresì risarcire le parti civili. Il parroco ed il pensionato avrebbero avuto rapporti sessuali con minorenni – reclutati dal bulgaro Miroslaev Iliev – dietro pagamento di 50 euro a prestazione. Venti euro sarebbero state trattenute dal bulgaro e 30 dal ragazzo minorenne. [Continua dopo la pubblicità]

L’inchiesta che ha portato stamane in carcere l’ex parroco non è però la sola che lo vede coinvolto insieme ad altri soggetti del Vibonese. La sua posizione rimane infatti stralciata per altra vicenda giudiziaria per la quale la Procura di Catanzaro ha già da tempo avanzato richiesta di rinvio a giudizio, ottenendola in ordine ad altre tre posizioni. In questo caso, per don Felice La Rosa la nuova accusa è quella di detenzione di materiale pedopornografico in ingente quantità, realizzato utilizzando minori di 18 anni. Sul suo telefonino, sequestrato il 16 novembre 2016, gli investigatori hanno infatti trovato 132 immagini pedopornografiche.

A giudizio è invece nuovamente finito Miroslaev Iliev con l’accusa di prostituzione minorile aggravata per aver reclutato, favorito, sfruttato ed organizzato la prostituzione di un 16enne dietro la corresponsione di somme di denaro o altra utilità. Con tali condotte avrebbe avviato il ragazzo minorenne al meretricio consentendo a Mariano Mamone, 56 anni, di Parghelia (anche lui rinviato a giudizio) di consumare con il minore rapporti sessuali in cambio di denaro dai 25 sino a 50 euro. Le condotte sarebbero avvenute dall’estate del 2015 sino all’estate del 2016 a Zungri ed a Parghelia. Stessa accusa di aver compiuto atti sessuali con il medesimo straniero minorenne, dietro somme di denaro sino a 50 euro, anche quella mossa dalla Procura di Catanzaro nei confronti di Luciano Restuccia, 54 anni, nativo di San Calogero ma residente a Mileto, pure lui rinviato a giudizio. La contestazione riporta quale luogo di commissione Mileto, dall’ottobre del 2015 all’ottobre del 2016. Mariano Mamone è anche accusato di aver tentato di compiere atti sessuali su altri due ragazzi stranieri minorenni che però avrebbero opposto un rifiuto alle avances. I fatti al centro delle contestazioni si sarebbero verificati in questo caso a Zungri nei mesi di giugno e settembre del 2016.

Sospeso “a divinis” dal vescovo Luigi Renzo, don Felice La Rosa è stato ordinato sacerdote nel 2002. E’ stato parroco di Zungri per 11 anni ottenendo l’elevazione a “Santuario mariano” della locale chiesa dedicata alla Madonna della Neve, istituendo poi il “Premio mariano” e dando ospitalità alla missione dei padri francescani minimi. Sua la decisione di fondere l’oro della Madonna della Neve per far realizzare una corona, decisione contrastata da una parte della popolazione che si è costituita persino in un comitato. Nel dicembre del 2008, Vincenzo Grasso, dopo aver ucciso due cugini e sparato contro uno scuolabus a Briatico, si consegnò proprio a don La Rosa prima che arrivassero i carabinieri.

Da il Vibonese Di G. B. -

Pubblicato in Basso Tirreno

Una storia orrenda quella che arriva da Lamezia dove un uomo di 40 anni è stato arrestato per abusi sessuali su una bambina

Un quarantenne di Lamezia Terme è stato arrestato e posto ai domiciliari per aver abusato di una bambina di soli 10 anni.

 

 

L’uomo avrebbe approfittato dell’amicizia con la famiglia della vittima.

Arrestato dai Carabinieri è accusato di atti sessuali con minorenne.

Il quarantenne avrebbe colto al volo un momento in cui la piccola vittima, durante una festa in famiglia, si trovava momentaneamente sola, e dopo averla circuita, con un pretesto, l’avrebbe portata in un luogo più appartato, nel retro di un ristorante dove si trovavano.

Poi avrebbe iniziato a palpeggiarla senza che la ragazzina, impaurita, potesse in alcun modo reagire.

A fermarlo solo l’arrivo, casuale e provvidenziale, di un’altra persona che si è trovata davanti l’uomo immobile mentre la piccola è scappata in lacrime ma ha avuto il coraggio di raccontare tutto ai Carabinieri.

Oggi il quarantenne, a seguito di richiesta avanzata dalla Procura di Lamezia Terme, è stato sottoposto agli arresti domiciliari.

Pubblicato in Basso Tirreno

E’ una vicen da vera e soprattutto triste.

La nota alle gata è la sofferta lette ra inviata da un dirigente scolastico ( che ringra ziamo )ai docenti ed ai collaboratori scolastici.

Nella nota si richiama “la segnalazione di un genitore, che ha anche presentato una denuncia all’arma dei Carabinieri , relativa alla presenza di un supposto pedofilo, proveniente da fuori provincia, e che circola nella strade adiacenti, principalmente durante l’orario di uscita, a bordo si una **** bianca .

Si tratta di un uomo di mezz’età , pare già noto alle forze dell’ordine e che denudato mira ad adescare le bambine tentando di attirarle in auto”.

La dirigente continua affermando che “ E’ chiaro che , descritto in tale atteggiamento e comportamento , trattarsi di un pedofilo che si sposterebbe addirittura da Vibo Valentia per venire nella nostra zona”

E poi conclude” La presente non vuole ingenerare ansia ed eccessivo allarmismo tra i genitori bensì consapevolezza, conoscenza del problema, quindi particolare attenzione a non lasciare che i loro figli dopo l’uscita dalla scuola possano rientrare a casa da soli pur abitando nelle immediate vicinanze.

I docenti cui la presente è diretta informino del problema i genitori degli alunni affinchè stiano vigili ed attenti”

Non succede ad Amantea ( per nostra fortuna) ma in un paese limitrofo nella provincia di Catanzaro, ma ne diamo notizia perché fatti similari potrebbero accadere anche da noi, tanto più che il supposto pedofilo è motorizzato ed in teoria può spostarsi dove vuole.

Pubblicato in Primo Piano

Belvedere Marittimo. Quando si dice il caso! I carabinieri della bella cittadina tirrenica da tempo a caccia come le altre Forze dell’ordine di spacciatori di droga presidiano una zona nella quale si segnalava la presenza di spacciatori e tossicodipendenti.

Ed è così che notano movimenti sospetti di una ragazzina.

Le ulteriori indagini hanno portato ad evidenziare che la ragazzina prima di andare a scuola andava a casa di un quarantenne, disoccupato

Poi i militi la sorprendono con l’uomo che viene arrestato.

Secondo l’accusa l’uomo da tempo avrebbe abusato della minorenne

Pubblicato in Alto Tirreno

L’orco è in mezzo a noi. In Calabria. Quello di oggi vive a Sellia Marina la cittadina ionica nei pressi di Catanzaro.

L’orco ha tutte le età. Quello di oggi ha settantadue anni, i capelli canuti, nato durante la guerra mondiale.

E serve poco, quando succedono cose come quelle denunciate dalla stampa, che sia posto agli arresti domiciliari.

Le indagini hanno evidenziato “che l'anziano, dopo aver adescato la minore ed averla fatta entrare in casa, avrebbe rapidamente chiuso la porta dell'abitazione a chiave per impedirle di uscire e l'avrebbe costretta a subire atti sessuali”.

Pubblicato in Calabria
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