"Ho cercato di chiudere la Calabria introducendo misure anche più restrittive di quelle del resto del paese. I calabresi hanno collaborato e si sono adeguati bene. Ora si deve convivere con il virus e piano piano l'apertura di alcune attività è necessario". Così la presidente della Regione Calabria Jole Santelli a Tagada su La7. La presidente Santelli contesta poi la possibilità prevista di spostarsi tra regioni per chi ha il domicilio o la residenza. E contesta anche la possibilità prevista dal programma del premier Conte che vuole istituire punti covid per immigrati in Calabria. "Se io apro i caffè e i ristoranti con solo i tavoli all'aperto non sarà meno pericoloso dei centri covid e gli spostamenti?" si chiede il governatore. La Santelli risponde poi al ministro Boccia: "Mi aspetto dal governo leggi di cornice precauzionali e serie e all'interno di quelle la possibilità per noi di muoverci localmente. Appena ho fatto l'ordinanza si è scatenata una rivolta dei sindaci del Pd che però in consiglio mi ha chiesto la riapertura dei ristoranti".
"Non abbiamo contagi autoctoni - ha detto ancora la presidente - ma solo contagi di ritorno. Il problema è che nell'ultimo Dpcm il governo scrive che è vietata la mobilità interregionale, poi è consentito il ritorno nelle proprie residenze, nei propri domicili, nelle abitazioni. Cioè - ha sostenuto il presidente della Regione Calabria - il governo che oggi mi dice 'attenzione, perché stai facendo un passo improvvido e rischi di aumentare i contagi', in realtà contemporaneamente apre a un ritorno indiscriminato e senza alcun tipo di controllo. Aggiungo: su richiesta della Protezione civile e del ministero dell'Interno, nelle regioni del Sud - ha rilevato Santelli - si stanno attrezzando centri Covid per immigrati. Quindi il governo in Calabria, dove abbiamo fatto tanti sacrifici, mi manda 50 immigrati, in situazioni non di salubrità". Santelli ha poi evidenziato che "la fase 1 è iniziata con noi che avevamo chiuso le scuole e il governo che ha impugnato le nostre ordinanze, dopo di che poi 4 giorni dopo ha fatto esattamente le ordinanze che abbiamo fatto noi. Ora - ha spiegati il presidente della Regione Calabria -spetto dal governo delle leggi di cornice precauzionali serie, le normative di dettaglio le lasci alle Regioni. Noi stiamo dicendo che la fase 2 va governata insieme tenendo conto della specificità dei territori". Con riferimento alle polemiche in Calabria, Santelli ha osservato: "Appena ho fatto l'ordinanza, si è scatenata una questione tipicamente politica. Ho avuto l'attacco di tutti i sindaci del Pd a cui ricorderei, sommessamente, che in Consiglio regionale il Pd mi ha chiesto l'apertura dei ristoranti, in assoluto".
"O ci siamo noi a dare delle risposte o questo territorio diventerà preda di chi le risposte le dà e anche velocemente e si chiama criminalità organizzata". Lo ha detto Jole Santelli in un altro intervento a "La Vita in diretta" su Rai Uno parlando della decisione di emanare l'ordinanza sulla riapertura di bar e ristoranti con spazi all'aperto. "E' chiaro che si riapre - ha aggiunto Santelli - ma non è che avremo i ristoranti pieni. Ci sarà poca gente, c'è paura ma dovremo cercare di rimetterci in moto". "Ora siamo in una fase diversa. C'è stata una prima fase in cui la preoccupazione per la salute era l'unico argomento, l'unico obiettivo. Adesso abbiamo un obiettivo importante che è sempre la salute ma abbiamo anche iniziato a conoscere il virus a conoscerne la pericolosità però dobbiamo imparare a convivere col virus e, su questo, tutti dobbiamo essere consapevoli che l'Italia non si presenta in modo uniforme. Credo che il Governo innanzitutto rifletterà su queste cose". "Non parlo della Calabria - ha aggiunto Santelli - parlo dell'Abruzzo e della Basilicata perché non è uguale la situazione tra realtà dove ancora si registrano altissimi numeri di contagi e altre dove siamo a contagio zero. Quindi è difficile prendere delle mis