Ieri sera, 5 ottobre 2020, l’inviato Pinuccio di “Striscia la notizia” era in un paesino della provincia di Isernia “Sant’Angelo del Pesco” e ci ha dato questa sconcertante notizia: Candidopoli, nuovi risvolti. Il 20 e 21 settembre i cittadini del piccolo paese sono stati chiamati alle urne per il rinnovo del Consiglio comunale e per le elezioni del Sindaco. Si sono presentate quattro liste. Tutto a posto. Qualcuno dirà: Ma cosa c’è di strano? C’è di strano che una lista ha ottenuto un solo voto e un’altra zero voti. I candidati sindaci e consiglieri comunali delle due liste erano tutti residenti in altri Comuni di Isernia e di altre regioni e tutti appartenenti alle forze dell’ordine. Alle elezioni del 2015 addirittura, sempre nello stesso paesino, si erano presentate ben sette liste. Tre liste hanno ottenuto zero voti, la quarta 1 voto. Di questo triste ed agghiacciante fenomeno il primo ad occuparsene in Italia è stato il sottoscritto quando nelle elezioni comunali di San Pietro in Amantea nell’anno 2008 si è presentata una lista tutta composta da 13 componenti della Polizia Penitenziaria del Carcere di Cosenza, tutti residenti altrove, sconosciuti da tutti, mai venuti nel nostro paese. Non hanno trovato alcuna difficoltà nel presentare la lista “San Pietro per la libertà”, perché la legge non prevede nei piccoli comuni fino a mille abitanti le sottoscrizioni per la presentazione delle liste. Perché si sono presentati nel nostro comune? Cosa si prefiggevano? Cosa volevano ottenere? Trenta giorni di ferie ben retribuite. Sappiamo che la legge è dalla loro parte, Art.3 e Art. 49 della Costituzione. Ma gli articoli della Costituzione dovrebbero essere uguali per tutti. Chi se ne avvantaggia per fini ben reconditi allora commette reato punibile ai sensi di legge. La candidatura dei tredici Agenti penitenziari ha provocato danni alle casse dello Stato, hanno ottenuto 30 giorni di ferie ben retribuite per poter partecipare alla campagna elettorale. Ma c’è di più. La loro assenza dal posto di lavoro ha provocato danni e disagi alla Casa Circondariale di Cosenza. Dopo un anno, sabato 23 maggio 2009 del caso se ne è occupata “La Stampa” di Torino. Così ha scritto in prima pagina :- Altro che disaffezione per la politica. In Italia c’è chi le elezioni le aspetta con ansia divorante. Poliziotti, forestali, agenti di polizia penitenziaria affollano le liste elettorali. Al nord, al centro, al sud, spesso con liste improbabili, in luoghi improbabili. All’inizio può sembrare un caso o una scelta dei partiti dettata dalla fame di sicurezza che assilla gli italiani. Ma poi si capisce che ci deve essere dell’altro. Come spiegare altrimenti la lista che nel 2008 si presentò in San Pietro in Amantea (Cosenza): - I tredici candidati erano tutti agenti di polizia penitenziaria e nessuno era del paese – sospira Francesco Gagliardi, un maestro che segnalò l’episodio -. Così termina l’articolo a Pag. 9 :- Ferie, indennità, trasferimenti altrimenti impossibili…e poi c’è chi dice che la politica è lontana dalla gente -. Ma i governi e i Ministri degli Interni cosa hanno fatto dopo che il maestro Gagliardi ha segnalato l’episodio? Evidentemente Nulla.