L’odore di salsedine che ti avvolge appena arrivi ad Amantea, la voglia di avventura che ti pervade guardando l’immensità del mare e traguardando gli scogli d’Isca, un tempo punto di riferimento per chi navigava lungo la costa tirrenica della Calabria Citra, i racconti delle antiche gesta di questa città, famosa per il suo porto fin dal periodo Magno-Greco, i canti e la gestualità degli ultimi pescatori “da Marina da Chiazza”, una marineria che sta scomparendo con tutto il suo antico sapere, tutto testimonia il legale indelebile ed eterno tra gli amanteani e il mare.
Già i temesani omerici, progenitori degli amanteani odierni, sfruttavano le loro doti marinaresche e la collocazione geografica della città, per i loro traffici verso le Eolie, rendendo questa città Temesa (collocata nell’attuale territorio che comprende Serra d’Aiello e Campora San Giovanni-Amantea) un Emporio famoso in tutto il mediterraneo. Altre imprese in altri periodi storici ci ricordano questo legame, come la presenza di un Amanteano su una delle caravelle di Colombo nella più famosa delle scoperte quella dell’America, un certo Anton detto “el Calabres” per indicare la provenienza, che si era imbarcato sulla Pinta, la prima delle tre caravelle che arrivò sul suolo del Nuovo Mondo. Non dimentichiamo l'impresa, che palesa la perizia e il valore degli amanteani sul mare, la memorabile battaglia di Lepanto (1571), che le potenze navali dell'occidente condussero vittoriosamente contro i turchi in difesa della cristianità, minacciata dall'islamismo. Il nobile amanteano Scipione Cavallo arruolò a sue spese trenta marinai sulla galea “Luna de Napoles”, che faceva parte della flotta cristiana agli ordini di Don Giovanni d'Austria.
Altre imprese e altri amanteani nei secoli hanno onorato il mare e lo hanno amato fino a renderlo compagno di vita e di avventura fino ai giorni nostri, quando in maniera quasi fortuita, un altro figlio della nostra città è riuscito a scrivere una bella pagina su questa relazione atavica tra uomo e mare, MARCO DIGNITOSO classe 1977, manager nella vita e velista per passione è il nuovo campione d’Italia di Vela d’Altura classe 0-2 Crociera insieme a tutto l’equipaggio di “Milù III” un Mylius di 48 piedi. Da alcuni anni Dignitoso è entrato a far parte, con caparbietà e spirito di sacrificio, di alcuni team velici di tutto rispetto, riuscendo a vincere ancora velista “acerbo” La Copa del Rey, che si disputa a Palma de Mallorca nel 2017, in classe Corinthian (non professionisti) con il Team QQ7.
Ritornando all’ultima regata che lo ha consacrato campione italiano, diamo alcune notizie: dal 17 al 20 luglio 2019 si è disputato il Campionato Assoluto di Vela d’Altura a Crotone, prima volta per questa importantissima regata in Calabria. Hanno partecipato alla competizione 25 tra le barche e gli equipaggi più forti e preparati d’Italia. A seguito delle otto prove previste e disputate sono stati assegnati tre trofei, uno per categoria d’appartenenza della barca Classe 3-4-5 crociera – Classe 0-2 Crociera – Classe Regata. E’ stata una settimana di sport bella e suggestiva incorniciata dallo splendido mare di Calabria. L’equipaggio di Milù III, che vanta tra gli altri Andrea Ballico, Giuseppe Tesorone e Luigi Ravioli pluricampioni in varie categorie, dalle derive ai cabinati, capitanati dall’armatore Andrea Pietrolucci proveniente dal circolo velico Fiumicino, di cui fa parte Dignitoso sono riusciti ad avere la meglio su altre barche altrettanto importanti e performanti ottenendo il titolo di Campioni ORC 2019. Grande soddisfazione per tutto il team, ma soprattutto per il nostro concittadino Dignitoso, che ironia della sorte in tutti i porti è conosciuto come il Calabro (el Calabres sarà un caso?), che ha mantenuto fede alla gloriosa tradizione marinaresca amanteana portando lustro ancora una volta alla città di Amantea e ai suoi uomini di mare.