Ieri notte per qualche ora sul mio terrazzo son rimasto ad osservare fulmini e tuoni senza suono all’orizzonte del mare di Ulisse. Un uomo con gli occhi velati dai sogni stava in punta di piedi su una vecchia finestra sotto un cielo grigio, travolto da quel vago “qualcosa” che è sempre presente in un’anima abbastanza sensibile da percepirlo. La grande forza delle emozioni e della sensibilità lo avevano condotto su quel davanzale come unico scopo e mezzo di rivelazione. Una voce gli sussurrava nell’orecchio: “Coloro che sognano di giorno sono consapevoli di molte cose che sfuggono a coloro che sognano solo di notte.”
Gli antichi Greci collegavanol’esistenza dei sogni all’azione del dio Morpheus, figlio di Ipnos, dio del sonno, e di Nyx, dea della notte. Di tutte le definizioni che nei secoli a venire si sono succedute, questa sembra essere la più accattivante. A confermare questo indiscusso legame ci si è messa anche la scienza moderna quando, nel 1953 due ricercatori americani, Eugene Aserinsky e Nathaniel Kleitman scoprirono che oltre alla veglia e al sonno gli esseri umani vivevano anche un’altra dimensione, il sonno REM (Rapid Eye Movement), in cui il nostro organismo oltre a dormire svolgeva molte altre attività: annulla il tono dei muscoli, attiva il cervello, muove rapidamente i bulbi oculari, fa variare i battiti del cuore, la frequenza del respiro … e sogna.
“Se queste ombre vi hanno offeso , pensate
(e cada ogni malinteso)
Di aver soltanto sonnecchiato
Mentre queste visioni vi hanno allietato.
E questo tema ozioso e futile
Non più di un sogno vi sarà utile.
Gentili amici, non rimproverate;
Miglioreremo se perdonate...”W. Shakespeare
Gigino A Pellegrini e G elTarik in sogno