Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota di Cambia Paola e Rifondazione-FDS
Il dramma dei dipendenti delle cooperative che gestiscono i servizi esternalizzati non si risolve attraverso vertenze separate e tavoli riservati ma con una battaglia unitaria che abbia di mira un principio unico per tutti: il Comune deve assumersi la responsabilità diretta della dignità del lavoro e dei lavoratori. I sindacati dovrebbero prenderne atto, e promuovere rivendicazioni che compattino le legittime richieste dei singoli. A Paola praticamente tutti lavoratori esternalizzati lamentano il mancato pagamento degli stipendi: Ecopa, Lofram, Agorà, San Francesco, Quadrifoglio, oggi anche Laopools. A chi giova dividerli?
Quello che accade oggi è il frutto avvelenato di un sistema instaurato da un apparato politico miope ed opportunista che, in nome della propria sopravvivenza, ha imposto alla città meccanismi che hanno prodotto da un lato precarietà, povertà, disperazione ed emigrazione; dall’altro, inefficienza, sprechi, disagi, disservizi, aumento delle tariffe. E non desta alcuna meraviglia il fatto che i sindacati abbiano avuto difficoltà a trovare, nei corridoi del Palazzo di Città, amministratori con cui discutere dei diritti dei propri assistiti. Quello che invece, in teoria, dovrebbe colpire è il fatto che in quegli stessi corridoi sia impossibile trovare i rappresentanti dell’opposizione. Ma il punto è che anche da quel versante si ha poco da dire: l’attuale sistema lo hanno instaurato molti degli uomini che oggi siedono nei banchi della minoranza, che hanno costruito le proprie fortune sul clientelismo che deriva dal ricatto. Se mi voti ti faccio assumere dalla tale cooperativa; se non mi voti ti faccio licenziare. O ancora: se tu, imprenditore, riesci a imporre ai tuoi dipendenti di votarmi in massa, allora ti assicuro l’affidamento del servizio; in caso contrario, mi rivolgerò a un’altra ditta. Questo è il funzionamento del sistema.
Peraltro, va anche detto che, purtroppo, il trattamento oggi riservato dalle cooperative a operai e tecnici non ha spesso nulla di illegale: le leggi nazionali varate negli ultimi venti anni, sia dal centrodestra che dal centrosinistra, consentono all’imprenditore questo e molto altro ancora. E un’amministrazione pubblica deve saperlo. E allora, se davvero si vuole incidere in maniera positiva sulle condizioni di vita complessive delle famiglie direttamente coinvolte, occorre smantellare il sistema di esternalizzazione e tornare alla gestione interna di quei servizi per i quali l’intera comunità paga ogni anno tasse e tributi sempre più pesanti.
Se un operaio è dipendente del Comune, verrà pagato con puntualità, come tutti i dipendenti pubblici. Se un operaio è dipendente del Comune verrà pagato per tutte le ore effettivamente lavorate e per le mansioni effettivamente svolte e alla fine della sua carriera avrà la pensione cui ha diritto. Se un operaio è dipendente del Comune opererà secondo i canoni di sicurezza sul posto di lavoro garantiti in tutta Europa. Se un operaio ha tutto questo, lavora meglio, il servizio funziona e allora perfino il pagamento delle tasse da parte dei cittadini acquista un senso. Quando non è così il lavoratore è debole, ricattabile, facile preda dell’amministratore senza scrupoli quando non dell’organizzazione criminale che si propone come garante di una stabilità malata.
E allora, come sempre abbiamo fatto in questi anni, noi continuiamo a insistere sull’urgenza di abbandonare la sciagurata politica delle esternalizzazioni selvagge e pianificare un ritorno alla gestione diretta dei servizi, con personale selezionato secondo le regole di trasparenza previste per le assunzioni pubbliche, salvaguardando i diritti di chi quel lavoro lo svolge già oggi. Nel frattempo, il Comune badi a preservare almeno i diritti contrattuali e previdenziali dei lavoratori, controllando che nelle loro buste paga vengano inserite le ore e le mansioni effettivamente svolte dagli operai e che i contributi Inps vengano effettivamente versati. Nel caso in cui, poi, dovesse venire fuori qualunque forma di abuso da parte dell’impresa nei confronti dei propri dipendenti, allora il Comune revochi immediatamente l’affidamento e proceda al pagamento diretto dei lavoratori, consentito dalla Legge proprio in casi come questo. Nessuno di noi, in città, vuole pensare che il funzionamento dei servizi nelle nostre strade o nelle nostre case debba essere ottenuto attraverso lo sfruttamento, il ricatto, il maltrattamento di nostri concittadini.