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Berlino come Nizza: Camion contro la folla

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Pur addolorato come ci ha scritto Francesco ( Ciccio) Gagliardi non manca di intervenire su quanto successo ieri l’altro a Berlino. Questo è il suo pensiero che pubblichiamo nel ridondante silenzio della politica e della cultura della nostra città:

“Ad una settimana del Santo Natale che è la festa più sentita e più grande per noi cristiani di solito ci siamo interessati di regali da fare agli amici e parenti, di panettoni e di pandori, di luminarie, di concerti che le Amministrazioni Comunali organizzano in,piazza, di cullurielli e di turdilli che le nostre mamme preparano in abbondanza.

Quest’anno, invece, ci dobbiamo interessare, e le pagine dei giornali sono piene di questo triste avvenimento, di un attentato terroristico avvenuto in Germania e precisamente in una via di Berlino dove si svolgeva il mercatino di Natale.

E’ vero che Berlino è molto distante dall’Italia, ma questi vili attentati contro gente inerme compiuti dai terroristi islamici in nome del loro Dio Allah, colpiscono anche le nostre coscienze.

Quello che è accaduto a Berlino potrebbe accadere anche nelle nostre città, sia grandi che piccole. Ancora una volta, a distanza di pochi mesi, un grosso camion è piombato sulla folla inerme che felice faceva shopping in un mercatino in una via di Berlino seminando distruzione e morte.

E pure questa volta anche una fanciulla italiana che si trovava a Berlino per lavoro é vittima di questo vile attentato terroristico.

Ancora una volta abbiamo vissuto l’incubo di Nizza, in Francia, quando 86 persone persero la vita falciate da un grosso Tir impazzito guidato da un terrorista islamico sulla Promenade des Anglais piena di gente, che assisteva ai fuochi d’artifizio in occasione della festa nazionale francese. A Berlino, per fortuna, i morti sono stati soltanto dodici.

I feriti una cinquantina, una ventina molto gravemente.

I giornali italiani oltre ad interessarsi delle crisi che affliggono le nostre banche, vedi il caso dei Monti di Paschi di Siena, del Governo Gentiloni che dovrà votare al più presto una nuova legge elettorale, della crisi dei vari partiti politici e delle lotte interne, della crisi dell’Azienda Mediaset sotto attacco da parte di una azienda francese, della crisi dell’Amministrazione Capitolina e del Sindaco di Milano costretto ad autosospendersi per un avviso di garanzia, si sono dovuti interessare, loro malgrado, di un vile attentato fatto in nome di un Dio e dell’uccisione dell’Ambasciatore Russo in Turchia ad opera sempre di un integralista islamico che ha voluto vendicare i bombardamenti Russi su Aleppo.

Tutti speravano stupidamente che almeno per il Santo Natale ci sarebbe stata una tregua, che non ci sarebbero stati attentati, uccisioni, lutti e rovine. Si sono sbagliati.

Anche a Natale si uccide.

Anche a Natale non c’è nessuna tregua.

E probabilmente si ucciderà ancora perché siamo in guerra, anche se molti fanno finta di non saperlo.

Questa guerra non finirà mai perché i terroristi islamici ci odiano, ci vogliono tutti morti. Anche noi li abbiamo nelle nostre città e forse anche nei nostri piccoli paesi dove ci sono centri di accoglienza. Essi vivono accanto a noi. Li vediamo tranquilli in fila al supermercato dietro di noi. Fanno finta di sorriderci, ma ci odiano.

Ci vogliano distruggerci perché siamo occidentali, europei e cristiani. Per sopravvivere dobbiamo tutti convertirci alla loro religione, rinnegare i nostri usi e costumi, le nostre tradizioni. Sono pronti ad ucciderci in nome del loro Dio Allah.

Non abbasseremo la guardia, chiese, monumenti, fiere e mercati sono presidiati dalle Forze dell’Ordine, siamo al sicuro dicono i nostri governanti. Balle.

Ci colpiscono quando vogliono e dove vogliono, negli stadi, nei mercati, nei supermarket, nelle piazze, nelle vie affollate, nelle chiese, nelle scuole, nelle discoteche, nei bar, ovunque. Ormai non siamo più al sicuro neppure nelle nostre case.

Non usano più bombe a mano, granate, pistole, mitragliatrici. Usano i mezzi di trasporto, camion di grossa cilindrata, perché più sicuri e senza controllo.

Uccidono e poi spariscono.

Poi, improvvisamente (ri)compaiono e uccidono ancora al grido di:”Allah è grande”.

Non hanno paura di morire anzi si offrono al martirio perché sono convinti che Allah ha preparato per loro il Paradiso e che ad attenderli ci saranno centinaia di vergini.”

Ultima modifica il Venerdì, 10 Febbraio 2017 15:25
Francesco Gagliardi

Nato in San Pietro in Amantea.
Insegnante elementare in pensione. Ex coordinatore provinciale per l'insegnamento delle lingue straniere nelle scuole elementari.
Ha frequentato l'Università Statale dell'Alabama U.S.A. Ha combattuto in Korea con U.S. Army.
Corrispondente del giornale "Il Popolo", "Giornale d'Italia", "Il Quotidiano di Roma" ora "Avvenire".
Suoi articoli sono stati pubblicati da "Oggi Famiglia", "Calabria Ora", "il Quotidiano", "Mezzoeuro", "La Provincia", "Idee per la sinistra", "Iniziativa". Consigliere comunale dal 1964 al 1970. Assessore e Vice Sindaco dal 1975 al 1985.
Ha pubblicato: Storia di San Pietro in Amantea; La Santona; Nell'Inferno di Korea; Viaggio nella memoria; Dolci e antichi ricordi; La valigia dei sogni; Paese di Maria e della Comunicazione; S.Pietro tra Storia, storie, leggende e attualità; Paese in lenta agonia.

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