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Locandina - un ricordo di Paolo Borsellino e degli agenti della scorta - 19.7.18-1Carissime cittadine e carissimi cittadini,

il 19 luglio di 26 anni fa alle ore 17.00 circa un’autobomba con 50 chili di tritolo esplodeva in via d’Amelio uccidendo il giudice del pool anti mafia Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta.

I valori e i principi di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone - ucciso dalla mafia due mesi prima - non sono finiti con la loro morte. E noi abbiamo il dovere di mantenerli vivi e farli conoscere alle nuove generazioni.

Per tali ragioni - a partire da giovedì 19 luglio in Piazzetta Amanteani nel Mondo - sarà allestito un percorso di immagini dedicato alla memoria di Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

Le immagini esposte vogliono favorire un processo di ricostruzione del valore storico, sociale ed istituzionale delle loro figure.

Fino a domenica i pannelli espositivi potranno essere visitati facendo così un piccolo viaggio nella memoria di uomini dello Stato morti per le loro idee, per senso del dovere e per migliorare la società in cui viviamo.

Vi invitiamo a visitarli.

L’Amministrazione comunale

Pubblicato in Politica

Ieri 19 luglio Amantea ha dimostrato di essere viva.

 

E lo ha fatto con semplicità, ma, insieme, con forza.

Nel pomeriggio con una cerimonia di un gruppo di amici di Falcone e Borsellino che hanno assistito alla posa di un mazzo di fiori, sulla nuda terra, simbolo del luogo dove anche gli eroi giacciono, come da 25 anni i due magistrati, da parte di un giovanottino che ha voluto dedicare a Paolo Borsellino la sua tesina di licenza di scuola media.

Uno dei pochi, se non l’unico nella nostra cittadina.

 

Si chiama Umberto De Luca ed era insieme al fratellino più piccolo (vedi prima foto)

In serata con una cerimonia ben più importante organizzata dall’amministrazione comunale di Amantea che ha porto ai due eroi un altro mazzo di fiori.

 

Una cerimonia molto partecipata, presentata da Enzo Giacco e durante la quale sono stati recitati passi relativi ai due celebrati eroi.

Poi in serata su RAI 1 il pregevolissimo docufilm firmato da Attilio Bolzoni, scritto da Salvo Palazzolo, Emilio Fabio Torsello, Diana Ligorio, che ci ha tenuto incollati allo schermo per quasi un ora, ricordando quei dolorosi momenti per le famiglie e l'Italia tutta intera.

Un film che ha emozionato e che è stato il programma più visto di mercoledì 19 luglio 2017.

 

Un film che ci impone di chiederci il perché del sacrificio di questi due Guerrieri, ed ancora se esso sia stato vano o meno.

Guerrieri che tutti vorremmo fossero ancora qui con noi per avere oggi un Italia migliore.

Di questo straordinario documento filmico è indimenticabile la frase del fratello di Paolo il quale ha ricordato che il Giudice Paolo Borsellino aveva fretta e continuava a ripetere a colleghi e familiari “Non ho tempo, no rimane poco tempo”.

 

Il magistrato era perfettamente consapevole che il suo destino era segnato e diceva “La domanda è quando mi ammazzeranno, non se mi ammazzeranno”.

Eppure è andato incontro alla morte forte della fede che lo ha sempre assistito , emulo di quel Cristo che takuni dimenticano.

Non solo i colleghi di Caltanissetta, che stavano per interrogarlo, ed ai quali avrebbe fatto i nomi dello Stato colluso, ma anche gli uomini di Cosa Nostrasapevano delle confidenze del suo amico Giovanni Falcone.

Cosa Nostra era a conoscenza di quell'appuntamento, delle tante cose che Paolo Borsellino avrebbe detto ai magistrati di Caltanissetta.

 

Del resto era stato proprio a preannunciarlo, un mese esatto rima della sua morte, il 19 giugno 1992, nell'atrio della Biblioteca Civica di Palermo, in un convegno organizzato da Micromega per rendere onore alla memoria di Giovanni Falcone.

"Quindi- proseguì il magistrato- io questa sera debbo astenermi rigidamente - e mi dispiace, se deluderò qualcuno di voi - dal riferire circostanze che probabilmente molti di voi si aspettano che io riferisca, a cominciare da quelle che in questi giorni sono arrivate sui giornali e che riguardano i cosiddetti diari di Giovanni Falcone.

 

Per prima cosa ne parlerò all'autorità giudiziaria, poi - se è il caso - ne parlerò in pubblico.

Posso dire soltanto, e qui mi fermo affrontando l'argomento, e per evitare che si possano anche su questo punto innestare speculazioni fuorvianti, che questi appunti che sono stati pubblicati dalla stampa, sul "Sole 24 Ore" dalla giornalista - in questo momento non mi ricordo come si chiama...  -  Liliana Milella, li avevo letti in vita di Giovanni Falcone.

Sono proprio appunti di Giovanni Falcone, perché non vorrei che su questo un giorno potessero essere avanzati dei dubbi".

E Borsellino andava fermato.

Vogliamo chiudere ricordando le più belle parole che Borsellino aveva letto il giorno della celebrazione dei funerali di Falcone, parole indimenticabili: “La lotta alla mafia (primo problema morale da risolvere nella nostra terra, bellissima e disgraziata) non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale , anche religioso, che coinvolgesse tutti, che tutti abituasse a sentire la bellezza del fresco profumo di libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e, quindi, della complicità”.

Riceviamo e pubblichiamo la seguente news letter del comune di Amantea :

19 luglio, ore 21.00 - Un ricordo di Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta

Carissime cittadine e carissimi cittadini,

mercoledì 19 luglio 2017 alle ore 21.00 in Piazza Falcone-Borsellino si terrà una cerimonia per ricordare i 25 anni dalla morte di Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta.

Durante la cerimonia Virginio Gallo reciterà dei passi in memoria del magistrato antimafia.

Al termine, il Sindaco della città poserà simbolicamente un fascio di fiori in ricordo di Paolo Borsellino, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

Vi invitiamo a partecipare alla cerimonia.

Con i più cari saluti

Il Sindaco Mario Pizzino

Il Portavoce dell’Amministrazione Enzo Giacco

NdR di tirrenonews. Noi ci saremo e vorremmo che tanti amanteani partecipassero

Le news

Ringraziamo Robert Aloisio per la sua speciale attenzione al luogo-memoria dei due magistrati morti per l' Italia.

Rosanna che attende alla aiuola che ospita l'immagine di Falcone e Borsellino

Franco che abbellisce l'aiuola che ospita l'immagine di Falcone e Borsellino

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Assolti, Gaetano Murana, Giuseppe Orofino, Cosimo Vernengo, Natale Gambino, Salvatore Profeta, Giuseppe La Mattina, Gaetano Scotto, Vincenzo Scarantino e Salvatore Candura.

 

 

Quest’ultimo era stato condannato solo per il furto della 126 che venne imbottita di tritolo e non per il reato di strage.

 

Orofino, invece, era stato ritenuto responsabile di appropriazione indebita, favoreggiamento e simulazione di reato

Con la strage di via d’Amelio loro non c’entravano nulla.

E adesso c’è anche una sentenza a sostenerlo.

A quasi venticinque anni esatti dal botto che fece strage del giudice Paolo Borsellino la corte d’appello di Catania ha assolto tutti i 9 imputati nel processo di revisione alle condanne emesse a Caltanissetta. Alcune delle sentenze decise dai giudici nisseni erano all’ergastolo.

 

Il processo di revisione è stato chiesto, inizialmente, dalla procura generale di Caltanissetta ed è stato celebrato a Catania, come prevede la legge.

A consentire il nuovo giudizio sono state le rivelazioni del pentito Gaspare Spatuzza, che ha riscritto tutta la fase esecutiva della strage sbugiardando il falso pentito Vincenzo Scarantino. Assolti dunque, Gaetano Murana, difeso dall’avvocato Rosalba Di Gregorio, Giuseppe Orofino, Cosimo Vernengo, Natale Gambino, Salvatore Profeta, Giuseppe La Mattina, Gaetano Scotto, assistito da Giuseppe Scozzola, Vincenzo Scarantino e Salvatore Candura.

Quest’ultimo era stato condannato solo per il furto della 126 che venne imbottita di tritolo e non per il reato di strage.

Le pg di Catania avevano chiesto per tutti la revisione tranne che per Salvatore Tomasello, sostenendo che a suo carico non ci fossero elementi per una valutazione nuova. La corte d’appello, invece, ha assolto anche lui, che però nel frattempo è morto.

Resta per chi ne rispondeva, tranne per Tomasello, la condanna per mafia già abbondantemente scontata da tutti tranne che da Scotto.

Sarà ora la corte d’appello di Caltanissetta a dover rideterminare la pena, passaggio fondamentale per quantificare i risarcimenti dei danni che chi è stato condannato ingiustamente chiederà.

Da risarcire, infatti, saranno solo i danni derivanti dalla ingiusta condanna per strage, visto che quella di mafia è definitiva.

I risarcimenti potranno essere richiesti quando la sentenza di oggi diventerà definitiva.

Alle battute finali del processo di revisione le due procuratrici generali avevano preso la parola per chiedere scusa alle persone condannate ingiustamente a nome delle Istituzioni.

“Quali rappresentanti dello Stato, ci sentiamo in dovere di chiedere scusa, nonostante non siano nostre le responsabilità, per le condanne ingiuste inflitte nell’ambito del processo per la strage di Via D’Amelio“.

Un’ammissione di responsabilità, seppure non personale, decisamente inattesa.

Il 20 aprile scorso, invece, si è concluso il quarto grado del processo Borsellino, nato sempre dalle dichiarazioni di Spatuzza.

Condannati all’ergastolo sono stati i boss Salvo Madonia e Vittorio Tutino, dieci anni sono stati inflitti ai falsi pentiti Francesco Andriotta e Calogero Pulci. Prescritto, invece, Vincenzo Scarantino. I giudici, infatti, hanno riconosciuto al picciotto della Guadagna la circostanza attenuante di essere stato indotto a fare le false accuse.

Resta da capire chi sia stato ad indurlo(Da Ilfattoquotidiano)

Pubblicato in Italia

Tra pochi giorni saranno 25 anni dalla strage in via Mariano D'Amelio a Palermo, nella quale persero la vita il magistrato italiano Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi (prima donna a far parte di una scorta), Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

L’agenda rossa del magistrato Paolo Borsellino è sparita misteriosamente subito dopo l’attentato di stampo mafioso del 19 luglio 1992 in cui lui perse la vita.

 

Un documento importante che conteneva appunti, nomi e forse rivelazioni sulla strage di Capaci in cui morì Giovanni Falcone.

Tutta l’Italia se l’è chiesto e se lo chiede ancora perché a queste domande non sono mai state date risposte.

L’AGENDA RITROVATA, un progetto ideato e promosso dall’associazione culturale l’Ora Blu per commemorare il venticinquesimo della morte di Paolo Borsellino e della sua scorta – attraverserà lo stivale sulle ruote di una bicicletta e, come un testimone, passerà di mano in mano fino ad arrivare in Sicilia (dove ci sarà la tappa conclusiva il 19 luglio) a riprova che c’è un’Italia che non ha dimenticato e che vuole ricordare e raccontare quel che è successo.

Mercoledì 12 luglio la ciclostaffetta di Agenda Ritrovata farà tappa nel borgo di Fiumefreddo Bruzio proveniente da Rossano Calabro, e il giorno seguente dalla Marina di Fiumefreddo (ore 8.00 Bar Regio) partirà alla volta di Pizzo Calabro.

Il programma dell’evento–promosso dal­la Cooperativa di Comunità “BorgodiFiume­”, in collaborazione con l’Amministrazione comunale e la Pro Loco, prevede (ore 18.30 Castello della Valle) l’accoglienza dell’agenda e dei ciclisti da parte del Sindaco Vincenzo Gaudio Calderazzo e dell’Amministrazione Comunale.

A seguire “Il dovere della Memoria.

Letture nel castello” un reading di brani tratti dagli scritti di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino (a cura di Franca Dora Mannarino del Piccolo Teatro Popolare Il Coviello) e Il convegno “Culture e pratiche contro le mafie. Tra impegno e memoria”

Al convegno, moderato dal giornalista Antonio Chiappetta, interverranno:

Bruno Giordano, Procuratore della Repubblica di Vibo Valentia;

il documentarista calabrese Claudio Metallo;

Mauro Francesco Minervino, antropologo e scrittore;

Piero Fantozzi, Ordinario di Sociologia dei Fenomeni Politici presso l’Università della Calabria

Pubblicato in Belmonte Calabro

La Mafia uccide solo estateLa seconda tappa, prevista venerdì 25 luglio, dell’evento “Parliamone” organizzato dall’Associazione “Risveglio Ideale”.
Interverrà al dibattito alla fine del film Salvatore Borsellino (fratello del giudice Paolo) “Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene.” (Paolo Borsellino)

Al via anche la seconda tappa del cineforum itinerante “PARLIAMONE” organizzato dall’Associazione “RISVEGLIO IDEALE” che continuando a seguire un percorso tematico incentrato sui contenuti della legalità, ci vedrà presenti in altre realtà regionali. Dopo il primo riuscitissimo dibattito svoltosi a Pizzo Marina lo scorso giugno, questa volta faremo tappa nella storica PIAZZA ITALIA di S. EUFEMIA LAMEZIA.

Il prossimo 25 luglio alle ore 20 dopo la proiezione del film “La mafia uccide solo d’estate”, per la prima volta proposto a Lamezia Terme, seguirà un dibattito che coinvolgerà il pubblico presente. Il film, interpretato è diretto da Pierfrancesco Diliberto, più noto come PIF, è una commedia drammatica che attraverso i ricordi d’infanzia del protagonista, ricostruisce in toni spesso paradossali e ironici, una sanguinosa stagione dell’attività criminale di Cosa Nostra a Palermo dagli anni ottanta fino ai giorni nostri. ll film racconta la vicenda di Arturo, giovane giornalista che narra in maniera del tutto originale i fatti di mafia che hanno punteggiato la sua vita fin dall'infanzia ed esplosi nella sanguinosa stagione stragista. La sua è una storia scomoda perché chiama in causa responsabilità collettive che costringono a interrogarsi sull’identità culturale del Paese, sul suo passato e sul suo futuro, rappresentando la mafia senza indulgenze celebrative. Scegliendo come protagonista un ragazzino che coltiva sogni e speranze, e che imparerà a sottrarsi alle regole della criminalità, il film ci ricorda che ribellarsi alla mafia si può sentendosi erede e portatore di quei valori sani per cui i veri eroi hanno combattuto sacrificando la propria vita.

Anche questa volta il dibattito che emergerà dopo la proiezione del film, vorrà riflettere proprio sulla possibilità che ciò possa realizzarsi. Interverranno al dibattito il dott. Salvatore BORSELLINO, fratello del giudice Paolo, ucciso a Palermo nella strage di mafia del 1992 e promotore del “Movimento delle Agende Rosse”, l’on. Angela NAPOLI, Presidente di Risveglio Ideale e Consulente della Commissione Parlamentare Antimafia, il professore Giorgio LO FEUDO, docente di Filosofia del linguaggio e semiotica del testo presso l’Università della Calabria, il dott. Luciano REGOLO, direttore de L’Ora siamo noi. Moderatore d’eccezione per questa seconda tappa di PARLIAMONE, il Direttore del Corriere della Calabria, dott. Paolo POLLICHIENI.

 

Pubblicato in Lamezia Terme
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