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Sembravano essere in gra do di resistere ad ogni solle citazione ed avversità.

Ma non è stato così.

E dopo giorni e giorni di fibrillazioni ed indagini penali , ma anche di audizioni politiche amministrative, ecco le dimissioni.

Qualcuno pensa e qualcuno dice che non si tratterebbe di dimissioni volontarie, ma di dimissioni consigliate , suggerite.

Dimissioni dettate dalla consapevolezza che le indagini abbiano ormai raggiunto un punto così avanzato che stiano per aprirsi le cataratte della Giustizia ed arrivare più di un avviso di garanzia.

In sostanza dal le dimissioni deriverebbe l’allontanamento dagli uffici e dalle competenze ed i dimissionari non potrebbero più cambiare le carte in tavola e quindi non ci sarebbe l’aggravante della privazione della libertà personale.

E’ esagerato? Forse.

Più dubbi ci sono invece su quanto conterrebbero le lettere di dimissione.

Ma è molto probabile che i motivi delle dimissioni affondino le proprie radici in quanto avvenuto nelle ultime turbolente e tormentate settimane nell'agenzia regionale Calabria verde.

Peraltro la dimissioni metterebbero il silenziatore anche al prosieguo delle indagini nella direzione della ricerca ed individuazione dei “numi tutelari” del sistema “Calabria verde”e dei suoi dirigenti.

Furgiuele ed Allevato vengono , così, posti su una scialuppa di salvataggio e la nave “ calabria verde” continuerà il suo viaggio sempre guidata dai grandi e misteriosi manovratori.

E quando tutto sarà concluso se la scialuppa nel mentre non sarà affondata con tutti i naufraghi non mancherà un porto pronto ad accoglierla. Basta saper aspettare.

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Vivaddio ogni tanto un buona notizia. La rile viamo dalla classifica appe na pubblicata da Il Sole 24ore delle città italiane capoluogo di provincia più vivibili.

Se fossimo stati ultimi le nostre province sarebbero state ai posti 110-109-108-107-106( gli ultimi 5) e peraltro con un punteggio simile.

Ed invece no. Non è affatto così.

Per esempio Crotone è solo 89esima e dopo di lei ce ne sono ben 21! Non solo ma ha un punteggio di 444 punti , cioè solo 159 meno della prima ( Bolzano) .

E non solo lei. Anche Cosenza non è tra le ultime 5 città capoluogo. Con i suoi 427 punti ottiene la 98esima posizione.

E nei pressi anche Catanzaro che con 423 punti raggiunge la centesima posizione.

Sfuggono purtroppo a queste quasi positività Vibo Valentia 109esima con 414 Punti e Reggio Calabria ultima con 392 punti

Ad onor del vero occorre precisare che si tratta di una posizione ottenuta mediando i valori del tenore della vita, dei servizi e dell’ambiente, degli affari e del lavoro, dell’ordine pubblico, della popolazione del tempo libero.

Appare sorprendente che ottengono rispettivamente gli ultimi risultati ( 110 su 110) nelle rispettive tipologie :

Bologna nell’ordine pubblico

Genova nella popolazione

Carbonia-Iglesias negli affari e lavoro

Enna nel tenore di vita

Solo Crotone è ultima nei servizi e ambiente e tempo libero

Ed infine rispetto all’anno corso Crotone è scesa di 9 posizioni, Catanzaro di 10, Vibo valentia di 12, Reggio Calabria di 4 mentre Cosenza è rimasta stabile alla 98esima posizione.

Ed infine

Milano è prima per tenore di vita

Olbia tempio è prima per popolazione

Monza e Brianza è prima per servizi ed ambiente

Prato è prima per affari & lavoro

Nuoro è prima per ordine pubblico

Rimini è prima per il tempo libero

E Bolzano prima in graduatoria generale

Pr ultimo ecco la graduatoria generale completa

1. Bolzano

2. Milano

3. Trento

4. Firenze

5. Sondrio

6. Olbia

7. Cuneo

8. Aosta

9. Siena

10. Ravenna

11. Macerata

12. Bologna

13. Parma

14. Modena

15. Como

16. Roma
17. Belluno
18. Udine
19. Gorizia
20. Monza e Brianza
21. Ascoli Piceno
22. Pisa
23. Rimini
24. Bergamo
25. Forlì-Cesena
26. Reggio nell’Emilia
27. Livorno
28. Brescia
29. Mantova
30. Grosseto
31. Verona
32. Pesaro e Urbino
33. Savona
34. Trieste
35. Vicenza
36. Arezzo
37. Piacenza
38. Verbano-Cusio-Ossola
39. Cagliari
40. Massa e Carrara
41. Genova
42. Prato
43. Nuoro
44. Ancona
45. Lecco
46. Varese
47. Fermo
48. Venezia
49. Treviso
50. Ogliastra
51. Padova
52. Cremona
53. Lucca
54. Vercelli
55. Torino
56. Pistoia
57. Perugia
58. La Spezia
59. Oristano
60. Pordenone
61. Novara
62. Lodi
63. Ferrara
64. Biella
65. Terni
66. Imperia
67. Sassari
68. Viterbo
69. Rovigo
70. Pavia
71. Teramo
72. Alessandria
73. Latina
74. Chieti
75. Asti
76. Potenza
77. L’Aquila
78. Ragusa
79. Matera
80. Pescara
81. Avellino
82. Campobasso
83. Rieti
84. Frosinone
85. Barletta-Andria-Trani
86. Isernia
87. Carbonia-Iglesias
88. Bari
89. Crotone
90. Siracusa
91. Brindisi
92. Salerno
93. Enna
94. Medio Campidano
95. Catania
96. Trapani
97. Agrigento
98. Cosenza
99. Benevento
100. Catanzaro
101. Napoli
102. Caltanissetta
103. Foggia
104. Messina
105. Lecce
106. Palermo
107. Taranto
108. Caserta
109. Vibo Valentia
110. Reggio Calabria

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buon nataleDa oltre mezzo secolo la Calabria non riesce a ridurre il divario economico rispetto alle regioni del Centro Nord. Restano ampie differenze nel mercato del lavoro, nella struttura produttiva, nella capacità di esportare beni e servizi.

Il ritardo economico si manifesta nel permanere dei flussi migratori. In molti comparti dell’intervento pubblico vi è anche un significativo divario nella qualità dei servizi forniti ai cittadini; in importanti casi ciò ha luogo nonostante la spesa pubblica nel Mezzogiorno non sia inferiore a quella che si riscontra nelle altre aree del paese. Il flusso di risorse pubbliche verso le regioni meridionali resta ampio, riflette soprattutto il divario tra una spesa pubblica sostanzialmente proporzionale alla popolazione e basi imponibili di gran lunga inferiori in tali regioni. Qualcuno ha suggerito che il Sud si debba guardare in una prospettiva strabica. Si deve leggere nei suoi dati ricorrenti ma anche nei cambiamenti che, nonostante tutto, si manifestano nel corso del tempo che passa. È imbarazzante vedere un'Amministrazione navigare a “vista”. È imbarazzante guardarla mentre progetta qualcosa e poi scoprire che ha cambiato idea. Non si è dimenticato il rifacimento del lungomare. È ignobile come questo balletto venga presentato come il frutto di un ragionamento o di un “dibattito democratico”, quando in fondo è solo la triste manifestazione dell'incapacità ( per non dire altro) di un sindaco e la sua Giunta. Negli ultimi mesi sono stati posti dei quesiti a questa Amministrazione. Quesiti che non hanno avuto nessuna risposta. Il mare di Ulisse inquinato, le facili autorizzazioni che hanno deturpato il centro storico, le perplessità sull’ufficio comunale del demanio e le assegnazioni dei lotti estivi, i cancelli che ostruiscono l’attraversamento di un villaggio turistico. Si potrebbe continuare all’infinito. Questa è l'imbarazzante coerenza di un sindaco che pretende di governare una città tramite slogans, frasi fatte e, cosa ancora peggiore, seguendo gli umori “famigliari”. Naturalmente, chi ragiona così ha la memoria corta, ma noi no. In questo periodo il mio pensiero non può che andare agli indigenti e alla vergogna che i cittadini provano nel vedere un'Amministrazione stralunata che passa il tempo nel presenziare a qualsiasi stupido evento. Fra poco, a fianco della targa sulla mafia, affissa sulla facciata del Municipio, apparirà quella con su inciso “Stiamo lavorando per voi”. La Giunta ha capito che non serve più neanche il loro portavoce Sparaballe, bastano i volti sorridenti dei suoi componenti che quotidianamente appaiono su alcuni siti compiacenti del Web. È imbarazzante vedere un Comune che si comporta come una parrocchia, invitando i bambini a rivolgersi a Babbo Natale per ricevere qualche piccolo cadeau!  Niente, o quasi, sussidi, perché non sono educativi... e la gente, la gente ha sempre più fame. E la sorridente Giunta cosa fa? Niente, non sa cosa dire e cosa fare, balbetta articoli del regolamento, appellandosi alla facoltà di non rispondere. La politica liberal democratica dovrebbe esser fatta di programmi e di idee e una città senza una seria programmazione è spacciata. 

Risanamento - rivalorizzazione dei centri storici ed edificazione - valorizzazione delle periferie sono operazioni legate a filo doppio, anzi costituiscono due variabili di un medesimo meccanismo, frutto di quell'egemonia urbana che scaturisce dall'accordo di rendita fondiaria, imprenditoria edile e ceto politico: l'accordo più classico della città meridionale. Generazioni di architetti e urbanisti hanno, in questo secolo, affrontato di petto la questione della vivibilità delle zone urbane meridionali.  I paesi fantasmi sulle due coste della Calabria; il degrado dei centri storici, sforzandosi di pervenire, nelle aree periurbane, alla realizzazione di modelli alternativi di insediamento, ispirati ad una valorizzazione dell'uomo e dei suoi interessi e ad una modernizzazione-civilizzazione delle strutture abitative. Una ottimizzazione della rete distributiva, dei servizi e delle strutture sociali, sulla progettazione di architetture razionali ed al contempo "soft", non alienanti. Il tutto, nel Sud, è stato invano. In questo degrado ambientale e morale, forti degli interessi economici che si andavano addensando sulla zona a causa dell'edificazione selvaggia, si sono insediate con successo le organizzazioni criminali. Periferie e centri storici sono nel Mezzogiorno, accomunati dallo stesso, identico grado di invivibilità e marginalità sociale. Decadenza di valori tradizionali e difficoltà a rimpiazzarli, individualismo dilagante, stimolazione al successo e difficoltà a raggiungerlo, marginalità economica che diviene marginalità sociale e psicologica: questi i fattori maggiormente suscettibili di condurre alla devianza i soggetti marginali. Dove la mobilità è maggiore e dove di conseguenza i controlli vengono meno del tutto, come nella zona di deterioramento della città si sviluppano aree di corruzione, di promiscuità e di malcostume. Dunque, non è una bagatella da giustificare o sopportare, e cacciare questi amministratori è un obbligo di primaria importanza. Insomma, pur di evitare questi signori traviati possiamo accontentarci di un cretino o un ignorante totale che non faranno grandi cose, ma neppure grandi disastri e sicuramente, saranno in grado di ridare la luce elettrica alla statua di Padre Pio sul lungomare.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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