
Sarebbe utile supportare i Comuni nell’elaborazione dei Piani di Zona
COSENZA, 13 MAGGIO 2021 - La delibera numero 171 del 3 maggio 2021 approvata dalla Giunta regionale sulla “Riorganizzazione dell’assetto istituzionale del sistema integrato degli interventi in materia di servizi e politiche sociali”,rappresenta l’ennesimo nulla di fatto sul Welfare.
L’unica novità è che dopo 21 anni si è deciso di fissare il termine del 31 maggio per la trasmissione alla Regione dell’Atto di programmazione di Ambito, e quello del 21 giugno per l’approvazione dei Piani di Zona.
Sarebbe utile supportare i Comuni mettendo a disposizione un gruppo di esperti per la predisposizione dei Piani di Zona o coinvolgendo, ad esempio, i CSV delle Province, gli Enti dei vari settori e docenti delle nostre università in modo da individuare priorità e obiettivi strategici. Realizzare i tantissimi Piani di Zona previsti in Calabria significa avere una mappatura dettagliata del territorio in modo da conoscere i bisogni reali di una regione che è stata duramente colpita dalla pandemia.
Ad oggi senza i Piani di zona e senza indicazioni chiare dalla Regione Calabria, nonostante le Linee di indirizzo per la Pianificazione territoriale,non si riescono a convenzionare le 300 strutture socioassistenziali storiche e le oltre 500 che sono state autorizzate ma non accreditate nel corso di questi anni.
Non è possibile lasciare un settore così delicato, come quello del Welfare, nel caos più totale, i bisogni sono drammaticamente aumentati e molte famiglie si ritrovano senza alcuna assistenza sociosanitaria.
L’assessorato alle Politiche sociali ha il compito di istituire un tavolo tecnico-istituzionale al fine di supportare i Comuni capo ambito per la redazione dei Piani di Zona, vista la carenza di personale e di esperti in questo settore. È difficile rispettare la scadenza del 21 giugno imposta dalla Regione, vanno superati anni di inerzia e di immobilismo.
Nelle more di questo processo, proprio per cominciare a dare certezze, si faccia in modo che i Comuni capo ambito provvedano rapidamente alla sottoscrizione delle convenzioni.
In tanti sicuramente ricorderanno che nella passata legislatura, al di là degli schieramenti politici, si era concordi sul fatto che le Riforme per avere successo devono avere le risorse necessarie. In Calabria, invece, siamo al paradosso: aumentano le strutture, siamo passati da 500 a oltre 800, aumentano le rette ma le risorse restano sempre quelle.
In Calabria per le politiche sociali si spendono 27 euro procapite per cittadino, contro una media nazionale di 124 euro. I dati confermano, nella loro drammaticità,la mancata risposta in termini di bisogni sociali e le difficoltà in cui sono costretti a operare le strutture socioassistenziali.
Senza un adeguato aumento della copertura finanziaria, di almeno 20 milioni all’anno da inserire nel Bilancio della Regione, non saremo in grado di poter erogare prestazioni qualitativamente e quantitativamente adeguate alle esigenze di un tessuto sociale fortemente segnato dalla pandemia. In questi anni nulla è stato fatto. Ci saremmo aspettati da parte di tutti maggiore responsabilità e consequenzialità rispetto alle battaglie che sono state condotte in questi ultimi quattro anni in Consiglio e nelle varie sedute della Terza Commissione regionale.
Carlo Guccione
Consigliere regionale PD
Appare veramente incomprensibile l’atteggiamento assunto dalla Commissione Straordinaria dell’ASP di Catanzaro che continua ad omettere di assumere quei provvedimenti indicati dal Commissario alla Salute, Guido Longo, e non adotta le conseguenti statuizioni di cui alle sentenze emesse dal TAR del capoluogo. Una condotta che sembra voglia penalizzare pesantemente una struttura di eccellenza come il S. Anna Hospital che negli ultimi 10 anni ha eseguito oltre 35.000 interventi, salvando innumerevoli vite umane. La Lega, che ha chiesto, anche, l’immediato intervento del Presidente del Consiglio, prof. Mario Draghi, e dei Ministri dell’Interno, dott.ssa Luciana Lamorgese, e della Salute, On. Roberto Speranza, ha presentato un articolato esposto alla Procura della Repubblica di Catanzaro e, in particolare, alla attenzione del dott. Nicola Gratteri. Dinnanzi a condotte che appaiono in palese contrasto con le statuizioni emesse dal TAR di Catanzaro e con le indicazioni assunte dal Commissario alla Salute, è stato chiesto all’Autorità Giudiziaria che si eseguano adeguate e celeri indagini per verificare se nei comportamenti assunti dalla Commissione Straordinaria dell’ASP si possano ravvisare ipotesi di reato e, in particolare, la violazione degli artt. 328, 323, 331 e 388 del Codice penale. In sostanza, si è chiesto alla Procura della Repubblica di accertare se nelle evidenti condotte omissive assunte dalla triade vi sia la violazione di legge e dei propri doveri di imparzialità, efficienza e trasparenza, con espresso riferimento al mancato riscontro alle richieste di sottoscrizione dei contratti, al possibile abuso d’ufficio e, comunque, alla elusione di provvedimenti giudiziari. Si è chiesto, altresì, di verificare se vi siano anche stati comportamenti omissivi da parte del Commissario alla Salute e dei Ministri Speranza e Lamorgese in relazione alla possibilità sia di rimozione della Triade che di sostituzione alla stessa. Una situazione veramente incomprensibile che, però, rischia di portare alla chiusura di una struttura di eccellenza che ha salvato migliaia di vite umane e alla perdita di oltre 300 posti di lavoro. Ancora una volta questi fatti, se non ci sono elementi sconosciuti, dimostrano di come siano fallimentari le nomine di commissari che appaiono inadeguati e completamente staccati dalla realtà dei territori e spesso omettono condotte per paura di poter sbagliare. Ma, se così dovesse essere, ci si chiede perché non si dimettono e lasciano spazio a chi potrebbe dare un vero contributo di crescita e sviluppo alla Calabria. Anche in questo caso, però, appare evidente il danno causato ai calabresi e l’inadeguatezza dei commissariamenti che hanno finora fornito e causato solo rilevanti danni alla comunità calabrese.
Il Commissario Regionale Lega
Giacomo Francesco Saccomanno
Il progetto per l’inserimento socio occupazionale degli immigrati sostenuto da Fondazione con il Sud. la cooperativa Fo.Co. farà da incubatore d’impresa, accompagnandoli nella fase di avvio dell’azienda. Insieme alla pasta, i tre giovani (tutti musulmani) produrranno anche le ostie.
Sono arrivati in Italia due anni fa. Con un sogno nel cassetto e tanta voglia di costruire una nuova vita. Ora, tre giovani migranti sono diventati “imprenditori”.
Nasce a Rogliano una nuova azienda per la produzione di pasta fresca e ostie. È la cooperativa di produzione e lavoro S.A.M. Il nome è l’acronimo dei tre soci fondatori: Madi Minougouy, 20 anni, della Costa d’Avorio, Adama Traore, 21 anni, Sadia Diaby, 21 anni, entrambi del Senegal.
I tre giovani sono stati ospiti per due anni del Sistema di Accoglienza e Integrazione (SAI) di Rogliano e Cosenza. Per loro, a conclusione del percorso, si è aperta una possibilità occupazionale. Il progetto “Fare Sistema Oltre l’Accoglienza” che si occupa dell’ integrazione socio – economica dei giovani migranti ha dato loro la possibilità di creare un’azienda.
Il progetto, finanziato da “Fondazione con il sud” nell’ambito del “Bando Immigrazione con il Sud”, è gestito da Cooperativa Fo.Co. di Chiaramonte Gulfi (Rg), AMU onlus, Associazione "Mondo Nuovo" di Manfredonia (Fg), Missione Famiglia Società Cooperativa Sociale – Onlus, Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione (ASGI) di Torino, Associazione Azione per Famiglie Nuove onlus – AFN onlus, Fondazione Vincenzo Casillo di Corato (Ba).
“Fare sistema oltre l’accoglienza” sosterrà economicamente la nuova start up: aiuterà ad acquistare le macchine di produzione, ad affrontare le prime spese di affitto e di adeguamento dei locali. La cooperativa Fo.Co. farà da incubatore d’impresa: un piccolo team supporterà l’attività di marketing, i primi contatti con i clienti fino alla completa autonomia della nuova azienda.
Sami, Madia e Adama si sono preparati a lungo: hanno frequentato un corso come “maestri pastai”, con laboratori e tirocinio. Il 15 aprile è stata costituita, con atto notarile, la nuova cooperativa.
«La costituzione della S.A.M. è un risultato di grande valore sociale – spiega Salvatore Brullo, presidente della cooperativa Fo.Co. - Sadia, Adama e Madi hanno accolto con coraggio e fiducia una sfida ed un progetto di vita: la sfida di trasformare la loro condizione individuale da persone assistite, bisognose di aiuto, a contribuenti attivi della società, persone che investono su se stessi con il progetto di diventare imprenditori che generano ricchezza sociale ed economica per il territorio. Crediamo molto in questo tipo di iniziative e abbiamo investito le nostre risorse per fare si che la cooperativa S.A.M. abbia successo imprenditoriale».
Ida Falconeè socia fondatrice di Mi.Fa. (Missione Famiglia), partner del progetto. «Dare avvio a questa start-up – spiega - è un modo incisivo e coraggioso di aiutare questi giovani a “trovare un lavoro”, per dare loro una reale occasione di integrazione in un territorio difficile come quello calabrese, dove il diritto al lavoro diventa una chimera anche per gli italiani. Quando poi i protagonisti sono migranti, si trasforma in una vera e propria sfida, ancor di più in un periodo di restrizioni Covid. Le difficoltà sono tante. Il punto di forza è la grande volontà di questi giovani di impegnarsi in questo percorso che li vedrà “imprenditori di se stessi”. Oggi i migranti sono parte del nostro tessuto sociale, sono una risorsa e una ricchezza. Spero che l’esperienza della S.A.M. ci spinga a mettere in campo azioni concrete di lavoro per i giovani, stranieri ed italiani».
Sadia, Adama e Madi sono entusiasti della nuova esperienza. Un particolare interessante: produrranno pasta fresca, ma anche ostie. E le ostie saranno prodotte da tre giovani musulmani! «Sono felice di poter avviare questa nuova azienda – afferma il presidente della cooperativa, Adama Traore – l’esperienza del corso ed il tirocinio nel pastificio sono stati bellissimi. La mia famiglia, in Senegal, è orgogliosa di me e tutti si aspettano tanto».