Quest’anno, dopo la parentesi del Covid che, ha lasciato grandi tracce e strascichi (morti, locali commerciali chiusi, fabbriche emigrate altrove e perdite di lavoro), il nostro amato paese lentamente si sta riprendendo ed è stato invaso da migliaia di turisti stranieri, la maggior parte americani. Gli stranieri vanno pazzi per il nostro paese non solo per le opere d’arte che custodisce, per i monumenti, le chiese, i luoghi archeologici, ma anche per gli spaghetti, la pizza e il mandolino. Per i nostri mari e le nostre spiagge di Rimini, Riccione, Cattolica, Portofino, Gargano, Salento, Gallipoli, Capri, Ischia, Procida, Sorrento, Amalfi, Tropea, Soverato, Scilla, Taormina, Cefalù, Mondello.
Un boom così nessuno se lo aspettava. E a dire il vero non ci siamo preparati a dovere. I turisti stranieri lo hanno compreso abbastanza e dopo aver visitato le principali città d’arte come Roma, Firenze, Pisa e Venezia, tornando poi nei loro paesi d’origine con entusiasmo e a volte con ironia, ma anche con sarcasmo raccontano sui social e sui giornali come hanno vissuto le vacanze in Italia e a volte le loro tristi avventure ( ritardi dei treni e degli aerei, cibo nei ristoranti scarso, scippi, rincari nei bar e negli alberghi, mancanza di manutenzione delle strade, immondizia dappertutto, acqua che fanno pagare nei ristoranti, negozi e bar chiusi per ferie durante i mesi estivi, bagni introvabili nelle grandi città e in stato di abbandono in alcuni treni regionali, etc.). Negli Stati Uniti d’America l’acqua è gratis. E’ quella del rubinetto, però. Non è acqua minerale. Quei cartelli appesi sulle vetrine dei negozi “Chiusi per ferie” li rattrista, danno loro molto fastidio. Ma come, dicono, gli italiani si lamentano che c’è poco lavoro e poi quando c’è davvero da lavorare chiudono i negozi per ferie. Se ne vanno al mare o in montagna, anche loro hanno diritto al riposo e allo svago. L’Italia è invasa dai turisti, però non siamo del tutto contenti. A noi piace lamentarci. Il detto napoletano calza a pennello: chiagnano e fottano. Noi italiani siamo maestri nell’arte di “Chiagni e fotti”. Sono troppi gli stranieri che arrivano in Italia, deturpano a volte il paesaggio, imbrattano vie e strade, finanche le mura del Colosseo e degli scavi archeologici di Pompei. Non siamo contenti. Fa freddo e vogliamo il caldo, piove e vogliamo il sole, il sole picchia perché siamo in estate e vogliamo il freddo, la neve e il gelo. Valli a capire questi italiani! Poi, però, quando gli stranieri vanno in vacanza altrove e preferiscono la Spagna, la Francia, la Grecia e la Croazia, giù critiche a non finire contro gli albergatori, i ristoratori, i negozianti, gli amministratori locali, il governo, i Ministri del Turismo perché non hanno saputo accogliere nel modo adeguato gli stranieri. Non hanno saputo fornire servizi necessari come accoglienza, pulizia e ordine. In molte città mancano bagni pubblici, luoghi di sosta, spazi per picnic, panchine dove riposare, strade sicure per passeggiare e fare shopping. Poi, però, multiamo gli stranieri se siedono sui gradini delle chiese e dei monumenti nazionali, fanno il bagno nella Fontana di Trevi, consumano un panino tra le rovine del Colosseo e degli scavi di Pompei, buttano bottiglie nella Barcaccia di Piazza Navona, buttano per terra i mozzoni di sigarette e i sacchetti di plastica o se fanno la pipì lungo le strade affollate. Sono troppi i turisti? Ci lamentiamo. Sono pochi i turisti che vengono a visitare il nostro paese? Ci lamentiamo. I turisti sono una ricchezza. Portano soldi. Danno da mangiare e da vivere a milioni di persone. La nostra economia se ne avvantaggia. Il turismo in Italia ha una incidenza sul PIL del 7% e di due milioni di occupati. Ogni anno le nostre strutture ricettive accolgono milioni di persone con circa 350 milioni di pernottamenti negli alberghi. I turisti, però bisogna anche dirlo, oltre alla ricchezza portano dei disagi specie a quella parte della popolazione che non benefica del turismo e che a dire il vero sono la maggioranza del paese. Allora bisogna eliminare questi disagi. Il compito è dei Sindaci delle grandi città d’arte. Alcuni esempi: l’aumento dei prezzi dei servizi pubblici, l’aumento dei generi alimentari, l’aumento degli alberghi, nei bar e nei ristoranti, il traffico caotico nelle città invase da grandi pullman, i suoni assordanti, la sporcizia nelle strade, i cassonetti della spazzatura pieni, i marciapiedi e le strade letteralmente invase da folla variopinta e vociante, la vendita di sostanze alcoliche durante le ore notturne. Qualcosa va fatta e qualcosa si sta facendo. Non basta. Per migliorare questo turismo di massa, perché volente o nolente, questi turisti portano reddito e benefici al paese, bisogna agire subito.