Alcuni anni fa Elio e le Storie tese cantavano al Festival di San Remo: La terra dei cachi. Italia sì, Italia no. Oggi i parlamentari italiani prima di andare in vacanza cantano in coro sì La terra dei cachi, ma al posto dell’Italia hanno introdotto la parola “cravatta”. Cravatta sì, cravatta no, ma sempre terra dei cachi. La giornata parlamentare del 3 agosto 2023, prima della pausa estiva e della Camera dei Deputati chiusa per ferie, verrà ricordata non per la discussione degli armamenti, della guerra in Ucraina, del caro benzina e del caro voli, del decreto riguardante i taxi, della legge sul bilancio, della legge sull’autonomia differenziata, della legge sulla riforma della Giustizia e del salario minimo, della legge sui vitalizi parlamentari, sul reddito di cittadinanza abrogato, ma sul Dress code. Ma cos’è? Non è una cosa che si mangia. E’ in lingua inglese e i nostri parlamentari la usano per non far capire nulla agli italiani. Vuol dire: Codice di abbigliamento. In parole povere e comprensibili a tutti, a quelli che la lingua inglese la masticano un po’ e pure a quelli che l’invasione di parole straniere dà fastidio, in Parlamento si è discusso della proposta avanzata dal Deputato dei Fratelli d’Italia Caiata: I Deputati, i dipendenti, i visitatori dovranno indossare sempre la cravatta e niente sneakers. Cravatta sì, cravatta no: La terra dei cachi, questo è il problema. Alla maggioranza degli italiani, ai lavoratori, ai pensionati, ai precettori del reddito di cittadinanza, alle casalinghe, alle badanti, ai giovani disoccupati e a quelli in cerca di prima occupazione, ai senza casa, alla gente comune, queste argomentazioni non sono piaciute. Sono indignati. C’è gente che ha perso il lavoro, c’è gente che ha perso il reddito di cittadinanza ed ora non sa cosa fare, c’è la benzina che ha superato 2 euro al litro, c’è la pioggia, la grandine e il vento che stanno flagellando alcune città del Nord Italia, ci sono paesi e borghi che ancora soffrono l’alluvione dei mesi scorsi, c’è gente che davvero non arriva a fine mese, ma nella Camera dei Deputati si perde del tempo per discutere se bisogna sempre indossare giacca e cravatta.Finalmente qualcosa di concreto per gli italiani! Ma non si vergognano neanche un po’ di discutere di cravatte, di scarponi, di stivali, di scarpe da ginnastica, quando in Italia ci sono davvero tantissimi gravi problemi e molto più seri da risolvere. La benzina aumenta, caos negli aeroporti, alcune regioni italiane bruciano, altre sono invase dalle acque, i raccolti sono distrutti dalla grandine, alberi abbattuti, case scoperchiate e macchine distrutte, campi allagati e la Camera dei Deputati pensa ad altro, pensa alle cravatte e al Deputato Soumahoro che entra in aula con gli stivaloni sporchi di fango. Cosa direbbe il grande Totò se fosse ancora in vita? Ma mi faccia il piacere!