Chiude l'Unità, per la terza volta in verità dalla sua nascita, dal 1 Agosto salvo "miracoli" dell'ultim'ora non troveremo più in edicola la storica testata di Sinistra.
ROMA - Dal primo di agosto L'Unità non sarà in edicola. Lo comunica Nuova iniziativa editoriale spa in liquidazione, società editrice del quotidiano in crisi da tempo. «I liquidatori di Nuova Iniziativa Editoriale Spa in liquidazione, società editrice de L'Unità, a seguito dell'assemblea dei soci tenutasi in data odierna comunicano che il giornale sospenderà le pubblicazioni a far data dal 1° agosto 2014» si legge nel comunicato. La notizia campeggia nell'apertura del sito online del giornale sotto il titolo «L'Unità sospende le pubblicazioni».
«Fine della corsa. Dopo tre mesi di lotta, ci sono riusciti: hanno ucciso l'Unità», si legge nella nota diffusa dal comitato di redazione. «I lavoratori sono rimasti soli a difendere una testata storica. Gli azionisti non hanno trovato l'intesa su diverse ipotesi che avrebbero comunque salvato il giornale. Un fatto di gravità inaudita, che mette a rischio un'ottantina di posti di lavoro in un momento di grave crisi dell'editoria. I lavoratori agiranno in tutte le sedi per difendere i propri diritti. Al tempo stesso, con la rabbia e il dolore che oggi sentiamo, diciamo che questa storia non finisce qui. Avevamo chiesto senso di responsabilità e trasparenza a tutti i soggetti, imprenditoriali e politici. Abbiamo ricevuto irresponsabilità e opacità. Questo lo grideremo con tutta la nostra forza. Oggi è un giorno di lutto per la comunità dell'Unità, per i militanti delle feste, per i nostri lettori, per la democrazia. Noi continueremo a combattere guardandoci anche dal fuoco amico».
«iostoconlunita perché con sue idee, passioni e battaglie ha contribuito a cambiare l'Italia. Una storia che dobbiamo salvare».
Così, in un tweet, il governatore del Lazio Nicola Zingaretti.
«È sorprendente che il Pd non sia riuscito a trovare una soluzione per L'Unità: avrebbe almeno potuto appoggiare il progetto di Fago», socio di maggioranza della Nie in liquidazione, che aveva proposto di affittare e poi acquistare il ramo d'azienda. È il j'accuse del direttore Luca Landò.
«I segnali arrivati dal Pd sono stati non di aperto sostegno, ma un po' ambigui: il riferimento all'Unità come brand - sottolinea Landò riferendosi alle recenti dichiarazioni del premier Renzi - contenevano
l'indicazione di un interesse più al nome che al contenuto. Se si voleva che L'Unità restasse in vita, c'era la possibilità di appoggiare la soluzione proposta da Fago attraverso la società Editoriale 90,
l'unica che garantiva un futuro al giornale e alla quale si era detta favorevole anche la redazione. L'assemblea degli azionisti ha deciso di non accettare l'offerta e dunque i liquidatori, non essendoci a loro giudizio le condizioni per continuare, hanno deciso la sospensione delle pubblicazioni: il primo agosto sarà l'ultimo numero dell'Unità».
Per la terza volta nella sua storia - la prima durante il fascismo per motivi squisitamente politici, la seconda tra il luglio 2000 e il marzo 2011 per questioni economiche - il quotidiano fondato da Antonio Gramsci è costretto a lasciare le edicole: «Ora vediamo che cosa succede: la vertenza passerà nelle mani di un commissario che valuterà se ci sono le condizioni per andare avanti - dice Landò - o chiudere tutto. Il rischio è che si faccia avanti qualcuno che vuole prendere soltanto il marchio e non il resto. Spero che il Pd ci pensi: cin sono 80 lavoratori che da oltre tre mesi non prendono lo stipendio».
Intanto domani il giornale «uscirà con un numero speciale vuoto, in bianco: dimostreremo come sarà l'informazione senza L'Unità, un'informazione senza voce», annuncia il direttore.