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Venezuela, megarissa in Parlamento calci e pugni: una ventina i feriti

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Caracas. Calci, pugni, spintoni, sangue. La seduta di martedì dell’«Asamblea Nacional» in Venezuela si è trasformata in una mega-rissa tra parlamentari .

Una megarissa in pieno Parlamento. Uno scontro figlio delle tensioni crescenti, tra maggioranza e opposizione, dopo le elezioni presidenziali del 14 aprile.

In sostanza entrambi gli schieramenti si accusano reciprocamente di aver dato il via alla scazzottata e non ci sono testimoni esterni: la baruffa è scoppiata durante una sessione a porte chiuse, senza che i media fossero presenti.

Tutto è cominciato quando il presidente dell'assemblea, Diosdato Cabello, ha proibito agli avversari politici di intervenire in aula finché non riconosceranno i risultati ufficiali del voto, vale a dire la vittoria di Nicolas Maduro, successore di Hugo Chavez.

L'opposizione si è ribellata, mostrando anche uno striscione sui banchi. E i due fronti sono venuti alle mani. Alla fine i feriti sono stati oltre una ventina.

Venezuela, rissa tra parlamentari L’opposizione antichavista: «Feriti 7 dei nostri»

E Julio Borges mostrando in viso i segni delle botte (nella foto) ha dichiarato– «Potranno picchiarci, imprigionarci, ucciderci, ma non svenderemo mai i nostri principi». Poi, con un rivolo di sangue dallo zigomo al mento, ha concluso: «Questi colpi ci rendono più forti».

María Corina Machado, della Mesa de la Unidad Democrática, ricorda: «Cabello rideva mentre ci aggredivano e io ero a terra».

Dal canto suo Odalis Monzon, parlamentare del partito al governo, replica che anche lei e altre sue colleghe sono state aggredite: «Oggi, di nuovo – ha detto fiera – mi trovo a dover difendere l’eredità del nostro comandante (Chávez)».

In sostanza l’opposizione dice che la loro colpa sarebbe stata quella di aver dato inizio a una protesta con uno striscione perché gli era stato negato il diritto di parola. Poco prima, infatti, il presidente dell’Assemblea Diosdato Cabello aveva dichiarato: «Finché i membri l’opposizione non riconosceranno l’autorità e le istituzioni della Repubblica, non potranno parlare in quest’aula».

In Venezuela, da quando il 5 marzo è morto il presidente Hugo Chávez (leader per 14 anni), la situazione politica è incandescente: alle elezioni dello scorso 14 aprile ha vinto il delfino di Chávez Nicolas Maduro che ha sconfitto il candidato dell’opposizione Henrique Capriles con uno scarto del solo 1,5%. Capriles e i suoi da allora gridano al broglio e si rifiutano di riconoscere l’esito del voto. Il giorno dopo le presidenziali almeno otto persone sono morte negli scontri tra oppositori e chavisti.

 

Ma un video della zuffa è comparso, poche ore dopo il fatto, su molti siti venezuelani, da El Universal a Noticias 24. Il filmato è stato diffuso in realtà dalla televisione privata pro-opposizione Globovisio che dice di averlo avuto proprio da un parlamentare.

Redazione TirrenoNews

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