La chiesetta di san Giuseppe, arroccata lì sulla collina omonima, proprio a fianco alla vecchia millenaria Traianea che permetteva di procedere da nord a sud e viceversa lungo la costa tirrenica calabra, vicina al bivio della stessa che portava al casino della antica famiglia amanteana dei Mileti sulla piana marina di Camoli , è certamente piena di fascino.
Il fascino del miracolo del santo che invocato che ebbe a salvare i marinai della nave che stava per affondare tra le onde anche per gli scogli antistanti la collina omonima.
Il fascino della chiesetta che anticipava ai Camolesi la città di Amantea.
Il fascino della chiesetta extra moenia, fuori le mura, e che anticipava, nell’ottocento la ben più antica casetta basiliana extra moenia che era stata realizzata lungo il fiume Licetto- Catocastro, anche essa sulla Traianea, anche essa proprio di fronte al quartiere antico di Catocastro
Un chiesetta miracolosamente salvatasi dalla frana che colpì dopo le grandi piogge che caddero tre anni fa il costone sottostante.
Poi sempre miracolosamente giunse un finanziamento da parte della giunta regionale del tempo, quella governata da Loiero che forse non è stato mai e certamente mai sufficientemente ringraziato.
Ora si attende un altro miracolo.
Il miracolo che si rende obbligatorio quando si pensa di stabilizzare spandendo sulla stesso (vedi foto) la rete che è stata usata dietro la chiesa del Carmine e lungo la Statale 18, là dove assume i nome di Strada Nova.
Almeno è quello che pensa “l’uomo comune” quello che avrebbe preferito almeno una serie di gabbioni di consolidamento sottostanti posti a gradone per evitare i collasso strutturale di una zona che presenta da tempo( da quando è stata abbandonata dall’uomo) una serie di micro frane.