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Giuseppe Marchese

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sara murales sorridePace fatta dopo il brutto gesto di stamattina, ma inevitabile dire che il tam tam di solidarietà ed indignazione di Facebook ha funzionato alla grande.

 

Ed è così che sotto il ponte di Via Baldacchini un gruppo numeroso di giovani amanteani si è riunito come da espresso invito lanciato via Social Network.

Ovviamente insieme a Sara Fratini, la giovane artista, offesa da una mano ignota ed a Giulio Vita, malmenato da mano nota, erano presenti anche il responsabile tecnico dell’intervento culturale Pedro Bonavita , l’assessore al turismo GB Morelli, l’assessore Emma Pati.

Presenti anche i vigili urbani giunti con la bicicletta elettrica.

Buone parole gettate al vento ma si realizzava nell’aria la volontà di chiudere una vicenda che offende l’intera cittadina amanteana non abituata a fatti del genere.

Poi arriva William Guido con un prosecco ghiacciato al punto giusto.

Escono fuori i bicchieri e si brinda.

A stappare una delle bottiglie proprio Sara.

E le esce un bel sorriso, uno di quelli raramente godibili sul suo visino sempre serio.

Un sorriso che la dice lunga.

Ora come da invito dell’amministrazione comunale Sara appena possibile darà inizio al murales della parete di fronte.

Siamo curiosi di sapere come interpreterà la nostra città.

In gamba Sara.

Confcommercio e CNA vogliono le primarie

Domenica, 22 Giugno 2014 22:47 Pubblicato in Cosenza

Ecco il comunicato pro primarie della Confcommercio e del CNA di Cosenza.

Lo strano( molto strano) è che non parlano la Confcommercio ed il CNA regionali( e tantomeno quelli nazionali) ma solo quelli provinciali , il che ci puzza! Alquanto! Anzi troppo!

Ma forse le primarie saranno “una occasione per far saltare qualche testa coronata” e quella dei loro sodali, clienti ed adulatori!

“I recenti dati e le analisi contenute nel rapporto annuale sull’economia calabrese redatto dalla sezione regionale della Banca d’Italia testimoniano – incontrovertibilmente – come la situazione economica ed occupazionale della Calabria sia emergenziale.

A fronte di una diminuzione del Prodotto Interno Lordo che nel 2013 ha registrato un meno 2,8% a ben poco vale l’indicazione di una attenuazione della fase recessiva registrata tra la fine del 2013 e il primo trimestre del 2014; l’andamento pluriennale e l’esperienza di chi sul campo quotidianamente è impegnato in attività economiche ed imprenditoriali ci fanno dire che per un’inversione di tendenza ed una stabilizzazione positiva c’è bisogno di tempo e soprattutto di scelte politiche e di governo chiare ed in grado di determinare o agevolare processi di autentico e visibile sviluppo.

Questa premessa – segnata da una incontestabile oggettività – ci motiva e ci spinge a formulare alcune considerazione che, ci auguriamo, possano diventare patrimonio comune ed indurre scelte conseguenti.

In una Regione come la Calabria segnata da uno storico e complessivo ritardo, da un sistema economico fragile ed esposto più di altri agli effetti delle crisi tanto strutturali quanto congiunturali, da un gap infrastrutturale di significative proporzioni, dalla presenza di una pervicace e distorsiva economia illegale le scelte della politica – soprattutto per quanto attiene al livello istituzionale regionale – assumono un’importanza decisiva e determinante.

Una condivisa pianificazione che individui realistici e sostenibili percorsi di sviluppo, gli investimenti pubblici, il sapiente e produttivo impiego delle risorse europee, la capacità di snellire procedure e percorsi burocratici, sono tutti elementi in assenza dei quali a poco o nulla serve il coraggio, la determinazione e l’entusiasmo con i quali gli operatori economici resistono e continuano a credere in un lavoro che dovrebbe garantire reddito alle imprese ed occupazione ai calabresi.

Allo stesso tempo è bene sottolineare come tutte le scelte e le decisioni che auspichiamo a livello regionale debbano essere necessariamente precedute – ce lo testimonia la storia degli ultimi venti anni – da percorsi politici che abbiano il segno della condivisione e non lascino irrisolti quei nodi che poi, all’indomani delle elezioni, quasi sempre si sono trasformati in macigni che rallentano l’azione del Governo Regionale ed in qualche caso la neutralizzano completamente sprecando tempo ed opportunità.

Assistiamo nelle ultime settimane a ciò che inevitabilmente accade quando si è prossimi alla competizione elettorale, i partiti sono impegnati nella definizione di accordi ed alleanze ma soprattutto nell’individuazione di un candidato Presidente.

Come organizzazioni di rappresentanza, naturalmente, siamo ed intendiamo rimanere estranei a tali processi ma tuttavia – in ragione del nostro ruolo, delle necessità del sistema economico, delle esigenze complessive della società calabrese – crediamo sia giusto contribuire con una indicazione rivolta a tutte le forze politiche che si preparano a chiedere la fiducia ed il sostegno degli elettori.

Ci preoccupano, infatti, tutte le schermaglie politiche e polemiche che si registrano nelle ultime settimane, ci preoccupa l’immagine – corrisponda o meno alla realtà – di forze politiche o di gruppi all’interno di esse che spesso solo tatticamente si muovono per raggiungere l’obiettivo a prescindere dalla visione d’insieme. Da parte nostra dunque l’indicazione che vogliamo fornire – anche quale conseguenza della premessa che abbiamo sviluppato con riferimento alla condizione economica calabrese – è quella relativa ad uno strumento che potrebbe sostanziare ulteriormente il concetto di partecipazione e risolvere tanti dei problemi che segnano questi percorsi.

A tutte le forze politiche chiediamo di impegnarsi – con linearità – nell’individuare il candidato a Presidente attraverso le primarie e cioè un metodo che aiuta nella conoscenza dei programmi, consente l’approfondimento dei profili politici, permette di stimolare ed irrobustire il grado di partecipazione e – soprattutto – attraverso il coinvolgimento e la fiducia fissa punti fermi nella definizione dei ruoli, delle responsabilità e dei contenuti della prossima agenda di governo regionale. E’ un metodo – quello delle primarie – assolutamente democratico ed inclusivo e forse è anche ciò che serve alla Calabria per allontanare definitivamente liturgie e bizantinismi di una vecchia ed improduttiva politica”

Gli uomini hanno sempre avuto paura ed hanno tentato di vincerla con riti apotropaici o propiziatori , culti che dal paganesimo sono continuati , benchè modificati , anche con l’avvento del Cristianesimo.

Sono riti che raccontano di uomini e donne , di feste gioiose , di erbe , di acque propiziatorie e di fuochi purificatori , del sole(fuoco ) e della luna ( acqua ).

Ed i momenti nell’anno che maggiormente si prestavano( e si prestano) a questi eventi sono sicuramente i due solstizi, quello estivo con Giovanni il Battista , quello invernale con Giovanni l’evangelista.

Il giorno del solstizio, che cadeva per gli antichi tra il 21 e il 24 giugno , quando il sole sembra fermarsi ( sol stetit dicevano i latini ), sorgendo e tramontando sempre nello stesso punto fino al 24 , il giorno di San Giovanni , il giorno del tempo sacro , del tempo del passaggio , del confine spazio –temporale in cui si credeva potesse accadere di tutto .

Una notte magica, ma anche una notte di paura. La notte delle streghe quella nella quale talune tradizioni vogliono che sia un momento astrale che favorisca la riunione delle streghe nei crocicchi delle strade per fare i loro sortilegi, dal momento che a loro volta erano favorite dalle speciali potenzialità dell’acqua di San Giovanni. La notte nella quale secondo molti antichi proverbi “tutto può accadere e a tutto si può rimediare”.

Ed il rimedio era nei riti apotropaici gran parte dei quali legati al fuoco, che vince il buio, la notte e la paura, la musica, il rumore, che tengono svegli e che allontanano il male .

Anche Amantea aveva i suoi riti apotropaici.

Nelle campagne, per esempio, venivano accessi grandi fuochi intorno ai quali si riuniva la comunità e lì intorno al suono di un organetto si raccontavano antiche fiabe, si ballava, si saltavano i fuochi secondo le antiche usanze greche.

Quella era poi la note nella quale si dovevano raccogliere le erbe magiche che avevano il potere di scacciare tutte lei malattie perché le loro caratteristiche e proprietà in quella notte erano esaltate e alla massima potenza.

Parliamo del vischio, del sambuco, dell’aglio, della cipolla, della lavanda, della mentuccia, del biancospino, del corbezzolo, della ruta ( a san giuvannu a ruta ogni malu stute) , del rosmarino.

Le donne, poi, ponevano queste erbe in un bacile pieno d’acqua per tutta la notte ed all’indomani si lavavano per aumentare la bellezza e preservarsi dalle malattie.

Ma ad Amantea il rito apotropaico più vitale e sociale era “ U ciucciu i San Giuvannu”

Il fantoccio di un asino che viene portato a spalla ed al quale poi si da fuoco per vincere il buio, la notte, le paure

Una scelta non casuale. Da sempre l'asino è stato per gli amanteani e la gente di campagna il compagno nei lavori, negli spostamenti, nei momenti sereni ed in quelli più tristi. Un lavoratore affidabile e costante, docile e collaborativo, dal carattere mite. Un compagno di vita leale ed un vero amico.

Chi altri per superare un momento difficile come la notte di san Giovanni, chi altri da sacrificare per vincere la notte

Chi altri da portare nel passaggio

Un rito quello di “U ciucciu i San Giuvannu” che si era perso nella memoria collettiva e che ora si tenta di recuperare, quasi ad affermare che ancora oggi la comunità amanteana deve affrontare momenti bui e difficili ed intende farlo insieme e riscoprendo gli antichi culti e riti che ne hanno accompagnato la millenaria esistenza.

Quasi che il tempo si sia fermato.

I complimenti di Tirreno news agli organizzatori

Ciucciu Locandina

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