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Giuseppe Marchese

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La vicenda del pane rosso si avvia ad una possibile conclusione.

Tutto grazie alla d.ssa Giuliana Bernaudo , direttrice del distretto Tirreno, la quale avvertita da questo sito web ha proceduto ad interessare della vicenda il responsabile dell’igiene dell’Asp della provincia di Cosenza dr Marcello Perrelli, direttore del Sian.

Immediato l’intervento del dr Perrelli che ha chiesto una urgente relazione sulla vicenda del pane che diventa rosso.

Sulla medesima vicenda questo sito con note 183549 e4 183 559 del 15 settembre ha informato i medici responsabili del distretto di Amantea.

Contemporaneamente, riteniamo opportuno precisare ai nostri lettori che le frese che abbiamo indagato non sono prodotte in Amantea, ma ad Amantea vendute e consumate, e la medesima informazione è stata inviata ai dirigenti di cui in premessa.

In sostanza, il fenomeno non è locale, nel senso di una produzione puntuale, ma sembra appartenere ad un territorio più vasto, forse corrispondente alla intera provincia, forse ad essa addirittura ultroneo.

Proprio stamani il laboratorio interessato per le prime indagini ci ha verbalmente partecipato che al mistero originario se ne è aggiunto un altro

I nuovi campioni di frese e fresine da noi inviati al laboratorio e trattati con acqua distillata non sarebbero diventati rossi

Due le possibilità, giunti a questo punto.

La prima è che trattandosi di nuovi campioni questi non presentassero ab origine gli stessi problemi dei primi campioni.

La seconda è si tratti di inquinamenti batterici derivanti da insufficiente, se non mancata, igiene dei laboratori di produzione o da addetti alla produzione e/o manipolazione portatori sani del batterio e carenti nella igiene personale.

In buona sostanza occorre condurre approfondite indagini sulla origine del fenomeno evitando di sottovalutarlo.

Non sappiamo quali panifici siano stati interessati alla vicenda similare occorsa sempre in Campora San Giovanni alcuni anni fa e della quale si è saputo ben poco.

Al più si è avuto modo di sapere in via indiretta che il batterio ( lo stesso di oggi) sarebbe stato trovato sui piani di lavoro e che l’indagine si sarebbe poi fermata a tale dato senza ulteriori indagini sulla provenienza del batterio stesso.

Speriamo ( noi lo pretendiamo) che questa volta le indagini siano ben più approfondite.

D’altro canto il fatto che questa volta la vicenda ha raggiunto la pubblica opinione impone che appena possibile i competenti uffici dell’Asp partecipino i risultati raggiunti e tranquillizzino la comunità camporese, amanteana e provinciale.

Noi siamo ben disponibili.

Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia


Vibo Valentia 15 settembre 2014 Si è svolta nella mattinata di oggi, alla presenza del Direttore Marittimo della Calabria e della Lucania – Capitano di Vascello (CP) Gaetano MARTINEZ, la Cerimonia Ufficiale di passaggio di Comando della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Vibo Valentia Marina tra il Capitano di Fregata Paolo MARZIO (Cedente) e il Capitano di Fregata Antonio LO GIUDICE (accettante).

Al passaggio di consegne, oltre allo schieramento di tutto il personale della Capitaneria di Porto e dei dodici Uffici Marittimi ricadenti nel Compartimento Marittimo di Vibo, uno dei più grandi d’Italia per estensione territoriale, vi erano presenti le più alte Autorità Civili e Militari delle Province di Vibo, Catanzaro e Cosenza e tutti i Comuni costieri con i Labari, nonché i rappresentanti dell’ANMI e delle Associazioni di Arma e Combattentistici.

Il Comandante MARZIO, Ufficiale cedente, durante il discorso di saluto ha ringraziato tutto il personale della Capitaneria di Porto di Vibo, per tutti i risultati conseguiti durante l’intenso triennio di comando, auspicando sempre maggiori soddisfazioni. Da domani l’Ufficiale Superiore sarà destinato a Roma presso il Gabinetto del Ministero delle Politiche agricole Forestali ed Alimentari, quale membro permanente dello staff del Ministro.

Il Comandante LO GIUDICE, proveniente dalla Capitaneria di Porto di Gioia Tauro, ove ha ricoperto l’incarico di Comandante in Seconda per circa sei anni, ha assicurato il massimo impegno e determinazione nel perseguimento degli obiettivi fissati dal Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto per la tutela e la difesa dell’ambiente marino, delle risorse ittiche, delle coste, per la salvaguardia della sicurezza della navigazione e della vita umana in mare, promettendo massima disponibilità al fine di garantire un efficiente servizio al territorio e soddisfare le legittime aspettative dell’utenza marittima.

Il Comandante Lo Giudice ha, altresì, sottolineato l’importanza, nonché la propria volontà ad implementare la collaborazione con tutte le istituzioni locali, nella convinzione che solo attraverso un’azione combinata ed una convinta cooperazione è possibile contribuire allo sviluppo del territorio nel rispetto della legalità.

Ad entrambi gli Ufficiali Superiori, il Direttore Marittimo, che ha preso la parola al termine della Cerimonia, ha augurato Buon Vento nei rispettivi incarichi, ringraziando il Comandante Marzio e i suoi uomini per quanto fatto nel triennio di comando della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia Marina.

Ndr Amantea era presente per rendere omaggio al Comandante cedente Capitano di Fregata Paolo MARZIO ed al Comandante accettente Capitano di Fregata Antonio LO GIUDICE, oltre che a tutto il personale della CP di Vibo V.

Tra i presenti anche il maresciallo Rocco Ragadale già responsabile della Guardia Costiera di Amanteae padre del tenente Antonello Ragadale in servizio presso la Capitaneria di Vibo V , un gruppo di soci della associazione dei marinai d’Italia sezione di Amantea guidati dal cav Giuseppe Cima presidente ed animatore, l’assessore comunale Gianluca Cannata, il responsabile del Porto Eugenio Mannarino, il comandante della PM Emilio Caruso, l’istruttore vigile urbano Giacomo Bazzarelli con il Labor del comune di Amantea.

 

Amantea: Svelato il mistero del pane "rosso"

Martedì, 09 Settembre 2014 21:46 Pubblicato in Primo Piano

Cominciamo a svelarvi il mistero del pane che diventa rosso. In attesa del risultato finale da parte del laboratorio specializzato che da giorni sta conducendo approfondite analisi sui campioni prelevati, vi raccontiamo la seconda parte della strana storia.

Abbiamo concluso la prima parte del nostro primo articolo precisando che dopo aver portato le altre due frese di altri due distinti panifici eravamo curiosi di sapere quale risultato avremmo avuto

“ Venite, venite. Anche le frese che avete portato voi sono diventate rosse. Anzi è diventato rosso anche il fazzoletto che le copriva!”


Saliamo in macchina e ci muoviamo per raggiungere Campora San Giovanni,(Cominciamo a svelarvi dove il fatto è avvenuto).


Scattiamo le foto.

La sorpresa non è solo mia ma anche della famiglia che mi ha segnalato il caso.

Ed insieme anche della teste che era con me.

Ora la prima riflessione.

Dopo il primo evento avevamo pensato che si trattasse o del pane o dell’acqua. Per questo la prova su frese di altri panifici

Ma ora il risultato positivo ci portava a ritenere che si potesse trattare (anche) dell’acqua.


Ci spingeva in questa direzione il fatto che le tre frese provenivano da tre panifici di tre distinti comune del cosentino.


Si, dobbiamo smentire le facili affermazioni che “ il pane del mio paese è indenne da questo problema”

Vi prego in attesa dei risultati del laboratorio specialistico preghiamo i nostri lettori di non azzardare ipotesi sul pane .


Il pane esaminato (al momento, ovviamente) non è di AMANTEA!


E per cortesia nella stessa ottica ed in attesa dei risultati che forse arriveranno domani o dopodomani nessuno si ipotizzi che si tratti dell’acqua di Campora San Giovanni

Ma continuiamo.


In questo bailamme decidiamo di ripetere la prova.


Prepariamo 9 piatti di plastica sui quali segniamo Pane A acqua Campora, Pane A acqua minerale, pane A acqua Amantea, e poi Pane B acqua Campora, Pane B acqua minerale, pane B acqua Amantea, ed infine Pane C acqua Campora, Pane C acqua minerale, pane C acqua Amantea,

Mettiamo tre pezzi del pane A (evitiamo di indicare il nome del panificio A) nei tre piatti in basso

Mettiamo tre pezzi del pane B (evitiamo di indicare il nome del panificio B) nei tre piatti al centro

Mettiamo tre pezzi del pane C (evitiamo di indicare il nome del panificio C) nei tre piatti in alto.

A parte abbiamo preparato tre diverse acque.

L’acqua di Campora SG, l’acqua di Amantea, un’acqua minerale comprata in un locale supermercato.

Bagniamo le frese come da indicazioni A sinistra acqua di Campora , al centro acqua minerale, a destra acqua di Amantea.

Poi aspettiamo.

Nel frattempo andiamo a Campora a vedere la due frese aggiuntive. Sono quelle nella foto. Incredibili.

La famiglia sta bene.


Una voce ci sussurra che quello che abbiamo verificato è già successo a Campora ma che i risultati non abbiamo destato allarme nella autorità sanitaria.

Non sappiamo quanto sia vero


Ogni tanto siamo andati a vedere le frese e le abbiamo fotografate.

Ci vuole il giorno dopo, cioè le 24 ore per vedere i primi risultati

Ancora una volta ci sorprendono

Quello che vediamo è incredibile.

In sostanza lo stesso tipo di frese hanno dato risposte diverse con le varie acque

Ma completamente diverse

Impossibile cioè ascrivere il rosso ad un pane o ad un’acqua specifichi.  Anche una fresa bagnata con acqua minerale (in bottiglia) è diventata rossa.
Intanto ci pervengono segnalazioni completamente diverse di esperimenti. C’è chi ci dice che un quarto tipo di pane bagnato con acqua è normale.

Qualcuno ci mostra pane fresco diventato anche “lui” rosato. A tal punto occorre chiedere informazioni. Ci rivolgiamo ad un esperto biologo e descriviamo le vicende.

In particolare segnaliamo il fatto che il pane viri al rosso , sempre più roso, man mano che passa il tempo.
E riceviamo una conferma del fatto che il caso sia stato già presente in loco anche se non ci viene riferito il panificio interessato

Poi ci viene anche indicato il possibile batterio che potrebbe avere provocato il fenomeno. A tal punto non resta che chiedere aiuto ad un laboratorio specialistico. Il laboratorio specializzato del quale attendiamo i primi risultati.


Nel frattempo una prima indicazione.

Chiunque può prendere una fresa, o pane, od altro prodotto da forno, bagnarlo con acqua ed aspettare che passino 24-36 ore.


Se il pane resta esente dal fenomeno, OK, se diventa rosso mandatecene una foto e regolatevi se continuare a mangiare lo stesso tipo di pane ed usare la stessa acqua .( NOI VI SUGGERIAMO DI ASPETTARE!)

Domani o dopo i primi risultati del laboratorio.


Seguiteci.

NB Ringraziamo chi ha voluto fornirci indicazioni. Per quanto si sappia al momento si tratta di un batterio non di una muffa; un batterio responsabile di un antico miracolo!


AH, DALLE FOTO ABBIAMO CANCELLATO I NOMI DEI PANIFICI

rosso a

Il colore macchia anche il tovagliolo

rosso prova 36 ore

Il tavolo della prova con i risultati prima del prelievo

Sotto le colonie batteriche

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