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vaporizzatori-erbaIl modo con il quale siamo abituati a consumare la cannabis è stato modificato, se non addirittura rivoluzionato, dai vaporizzatori. Che si tratti di usare la canapa per scopi terapeutici o con finalità ricreative, vaporizzare i fiori rappresenta un sistema affidabile e al tempo stesso efficace per un consumo gradevole e, soprattutto, privo di tutte le conseguenze negative che sono correlate al fumo. È una vera fortuna, quindi, che i vaporizzatori stiano diventando così diffusi, complice la riduzione delle loro dimensioni resa possibile dai progressi tecnologici.

La manutenzione del vaporizzatore

È importante che il vaporizzatore sia sottoposto a una manutenzione regolare e costante: solo in questo modo si può essere certi di beneficiare sempre di una vaporizzazione ottimale. Per altro, il produttore fornisce sempre un manuale con le istruzioni da seguire; in ogni caso il dispositivo deve essere pulito con regolarità, anche perché si tratta di un apparecchio costoso, e non vale la pena di doverne comprare uno nuovo solo perché non si è prestato attenzione a quello vecchio.

Come si usa il vaporizzatore: no alla combustione

Nel momento in cui si vaporizza, il primo aspetto a cui si deve pensare è evitare la combustione. In altri termini, è necessario imparare a non bruciare l’erba: per riuscirci ci vuole un po’ di pazienza, visto che occorre sperimentare con varie temperature in modo da individuare il vapore ideale. La combustione non è altro che il processo che comincia nel momento in cui si accendono un bong, un blunt o una canna. Il problema è che quando l’erba brucia si creano i famigerati radicali liberi a causa della rottura dei legami chimici nella pianta. Tali composti danno vita ad altre sostanze, e molte di esse sono cancerogene o comunque tossiche.

Quanto tempo aspettare per arrivare alla temperatura giusta

I vaporizzatori non entrano in temperatura subito, ma necessitano di un po’ di tempo per farlo. Soprattutto nel caso dei modelli tascabili più datati, può esserci bisogno di aspettare un po’ prima che si raggiunga la temperatura desiderata; lo stesso discorso vale per i vaporizzatori da tavolo. A prescindere dal modello di vaporizzatore che si utilizza, ad ogni modo, è utile dare un’occhiata alle istruzioni per capire in che modo si deve effettuare il preriscaldamento. Se si usa un vaporizzatore moderno comunque non ci dovrebbero essere problemi, dato che in pochi secondi riescono ad arrivare alla temperatura voluta.

Come inserire l’erba

Il modo con il quale l’erba viene introdotta all’interno della camera di vaporizzazione condiziona tutta l’esperienza, proprio come avviene se si usa una pipa o un bong. L’esperienza è fondamentale in tal senso: ognuno deve capire qual è la quantità di erba giusta per fare sì che possa essere prodotta una nuvola di vapore gradevole. Una quantità eccessiva potrebbe causare danni dentro al vaporizzatore, o comunque ostacolare il passaggio di vapore verso il bocchino. Insomma, mai strafare.

Il monitoraggio della temperatura

Come si sarà capito, per la vaporizzazione uno degli aspetti più importanti è rappresentato dalla temperatura. Molti utenti sono convinti che gli effetti della vaporizzazione siano diversi a seconda delle temperature: nello specifico, il rilassamento e l’euforia avrebbero una maggiore intensità con temperature superiori, mentre tenendo temperature più modeste si manterrebbe una lucidità migliore. Tuttavia non è molto semplice individuare la temperatura perfetta, che comunque oscilla tra i 180 e i 210 gradi. Le temperature variano anche a seconda dei cannabinoidi, e l’umidità è un altro fattore che condiziona la qualità del processo. Ecco perché occorre fare tanti test.

Come si inala

I tiri dovrebbero essere leggeri e brevi, quando si inala. In passato era comune l’abitudine di effettuare tiri profondi e lunghi, ma questo tipo di aspirazione presenta alcuni difetti. In particolare, con dei tiri intensi e lunghi c’è il rischio di aspirare dalla camera un po’ di erba, che può finire nel bocchino e da qui in bocca. Inoltre, non bisogna dimenticare che un’aspirazione intensa determina l’ingresso di aria fredda all’interno della camera. Ciò favorisce un abbassamento della temperatura all’interno del vaporizzatore, che così è obbligato a lavorare di più. Il risultato? La qualità del vapore che viene rilasciato è più bassa.

Dove trovare i migliori vaporizzatori

Quanti sono interessati a vaporizzatori erba di ultima generazione, possono trovare diversi modelli nel catalogo di Grow Shop Italia, shop online che è specializzato nella vendita di materiale per la coltivazione della cannabis sia al dettaglio che all’ingrosso. L’assortimento di prodotti comprende molte altre proposte, come i vaporizzatori appunto, ma anche i concimi biologici, la cannabis light, i semi da collezione e i materiali per la coltivazione idroponica. La militanza cannabica è alla base dei valori di Grow Shop Italia, un vero punto di riferimento per chi vuole iniziare a consumare la canapa legale anche senza avere esperienza in merito.

Pubblicato in Viaggi e Tempo Libero

piantSolitamente ci si immagina le piante di cannabis più o meno come se fossero arbusti rigogliosi, verdeggianti e ricchi di foglie. Delle piante che terminerebbero con il classico profilo appuntito delle inflorescenze, con queste luccicanti di resina dalle varie sfumature cromatiche.

Ebbene, questa è solo una delle possibili varietà di cannabis, in particolar modo quelle che derivano dai semi autofiorenti nane.

Si tratta di una varietà di cannabis molto particolare: in natura la pianta di canapa tende ad assumere, al contrario, una forma più slanciata, simile ad una canna. Ma quanti tipi di cannabis ci sono?

Qual è la pianta di cannabis maggiormente indicata per crescere in spazi ristretti?

Dall’Asia all’America: le altezze della cannabis

La pianta di cannabis è una delle varietà vegetali più diffuse sul pianeta, capace di crescere nell’ampia fascia climatica temperata, coprendo le zone dell’Europa, dell’America e dell’Asia Centrale.

Si tratta di territori con caratteristiche molto diverse tra loro e che, di conseguenza, hanno portato la pianta ad assumere diverse conformazioni. In base a questi diversi sviluppi evolutivi si contraddistinguono tre principali specie di canapa:

-          Ruderalis, prevalentemente diffusa in territorio Europeo. La canapa Ruderalis presenta un fusto di media altezza e sottile, tende a crescere in folti cespugli con il fogliame concentrato nella parte alta del fusto;

-          Sativa, prevalentemente diffusa nei climi più caldi e umidi dell’America. La canapa Sativa presenta un fusto anche molto alto (può raggiungere i 5/6 metri), con foglie più ampie, ramificazioni distribuite lungo tutto il corso del fusto e foglie più ampie;

-          Indica, prevalentemente diffusa nell’Asia Centrale. La canapa Indica tende a mantenere stature contenute e a concentrare in poco spazio numerose ramificazioni e un fitto fogliame. Questa conformazione a cespuglio le permette di superare le stagioni aride e i forti venti degli altipiani asiatici;

Attualmente la maggior parte delle varietà di cannabis presenti sul mercato sono frutto di selezionate ibridazioni che permettono di far prevalere alcune caratteristiche dell’una e dell’altra varietà. Questo ha permesso alla cannabis di adattarsi praticamente a qualsiasi ambiente.

Principali tipologie ibride

Tra le principali tipologie di ibride, le più comuni sono indubbiamente le piante di cannabis autofiorenti, quelle femminizzate e quelle ermafrodite.

Le piante di cannabis femminizzate, come il nome stesso indica, sono piante geneticamente selezionate per essere tutte di sesso femminile. La probabilità che un seme femminilizzato porti ad una pianta di cannabis maschio sono inferiori allo 0,01%.

Questa varietà è particolarmente apprezzata da tutti i produttori che desiderano ottenere grandi quantità di resina. Sono proprio le piante femmine della canapa, infatti, a presentare una maggior produzione di sostanza resinosa, specialmente in corrispondenza delle inflorescenze.

Le piante di cannabis ermafrodite, invece, sono maggiormente indicate per la produzione di semi e di fibre. Si tratta di varietà selezionate geneticamente per avere sia organi riproduttivi maschili che femminili. In questo modo, infatti, si garantisce l’impollinazione di ogni pianta e un’alta produttività di semi.

Le piante di cannabis autofiorenti, invece, rispondono ad un’esigenza totalmente diversa. Queste, infatti, permettono alla pianta di effettuare autonomamente il passaggio dalla fase vegetativa a quella di fioritura. Questo significa che possono essere cresciute anche in ambienti chiusi, nei quali la pianta non può affidarsi all’esposizione alla luce solare.

Le autofiorenti nane e la diffusione della cannabis indoor

In particolar modo, quando si parla di autofiorenti, si fa particolare riferimento alle autofiorenti nane. Questa varietà di cannabis, infatti, presenta il vantaggio di uno sviluppo in altezza limitato a poco più di un metro e mezzo.

In questo modo risulta essere particolarmente adatta ad essere coltivata in serra o come pianta ornamentale all’interno delle abitazioni.

Un’opportuna selezione del patrimonio genetico della specie indica, infatti, permette alle autofiorenti nane di assumere un fenotipo cespuglioso e compatto, risultando adatte alla coltivazione in vaso. Il fatto che non richiedano grande spazio per crescere a pieno, inoltre, permette di gestire più efficientemente i piccoli spazi.

Specialmente per quanto riguarda la coltivazione in serra, questo permette di produrre fibre, semi e resina di canapa anche in zone climatiche, come quelle fredde, ove la pianta non potrebbe attecchire. Una soluzione, questa, che ha reso la canapa accessibile anche a quelle nazioni, come il Canada, in cui le ore di luce sono poche e le temperature inclementi.

Comprare semi autofiorenti nane online

L’acquisto di semi autofiorenti nane online è una pratica che si sta diffondendo sempre di più man mano che i tabù sulla cannabis vengono meno.

Con l’approfondimento degli studi e delle ricerche e la riscoperta delle tradizioni, dei miti e degli antichi culti della cannabis, infatti, sempre più persone sono rimaste affascinate da questa pianta. In apparenza una pianta che non possiede le caratteristiche estetiche tipiche di un vegetale ornamentale.

Tuttavia la pianta di cannabis stupisce anche i più scettici in poco tempo: la sua crescita esplosiva, il vigore che dimostra e l’energia che ne caratterizza lo sviluppo la rendono una pianta dal carattere forte.

La sua presenza all’interno di un’abitazione è capace di conferire agli ambienti una forte identità e di introdurre nelle mura domestiche un frammento dell’impulso vitale naturale.

Per questo motivo sempre più persone si stanno rivolgendo a store online, come quello di SensorySeeds o altri, per sperimentare questa nuova moda.

Pubblicato in Viaggi e Tempo Libero

Praticamente un po’ come il peperoncino calabrese! Una piantina su ogni balcone!

E’ la rivoluzione del green.

Le sezioni unite della cassazione ha dichiarato che la coltivazione di marijuana, ma in generale di piante da cui sono ricavabili sostanze stupefacenti, è depenalizzata se indirizzata al solo consumo personale

 

 

 

 

Le Sezioni unite scrivono che devono essere considerate escluse dall’area del penalmente rilevante «le attività di coltivazione di minime dimensioni svolte in forma domestica, che, per le rudimentali tecniche utilizzate, lo scarso numero di piante, il modestissimo quantitativo di prodotto ricavabile, la mancanza di ulteriori indici di un loro inserimento nell’ambito del mercato degli stupefacenti, appaiono destinate in via esclusiva all’uso personale del coltivatore».

Il grande regalo di Natale a tutti i consumatori italiani.

La decisione delle Sezioni unite, intervenuta su un caso di coltivazione di 2 piante di marijuana (una alta 1 metro con 18 rami, l’altra alta 1,15 metri con 20 rami) pone fine a un contrasto interno alla stessa Cassazione e alle Sezioni semplici.

Secondo un primo orientamento per potere fare scattare il reato previsto dall’articolo 28 del Testo unico sugli stupefacenti (Dpr n. 309 del 1990) non è sufficiente la semplice coltivazione di una pianta conforme al tipo botanico vietato che, per maturazione, ha raggiunto la soglia minima di capacità drogante, ma è necessario verificare se questa attività è in concreto idonea a compromettere la salute pubblica e a favorire la circolazione della droga alimentandone il mercato.

Secondo un altro orientamento, invece, la capacità offensiva della condotta di coltivazione consiste nella sua idoneità a produrre la sostanze per il consumo.

Secondo questa linea interpretativa, non ha importanza la quantità di principio attivo ricavabile nell’immediatezza, ma la semplice conformità della pianta al tipo botanico previsto e la sua attitudine, anche per le modalità di coltivazione, a giungere a maturazione e a produrre sostanza stupefacente, con l’obiettivo di scongiurare il rischio di diffusione futura della sostanza drogante.

Felice il senatore Mantero del M5s

Pubblicato in Italia

Una banda di 21 persone è finita agli arresti a Catania, con l’accusa di gestire intere piantagioni di cannabis da spacciare poi in tutta la provincia etnea.

Una storia di ordinario proibizionismo, arricchita dal fatto che tra i membri della banda, composta da almeno 21 persone, ci fossero due poliziotti ed un carabiniere.

L’organizzazione, individuata a partire dalle testimonianze di un pentito di mafia appartenente al clan Nardo, si occupava direttamente della coltivazione e della vendita di cannabis con la quale riforniva il mercato catanese.

Già un anno fa, durante le indagini, la polizia aveva sequestrato circa 2500 piante di marijuana e scoperto un terreno, attiguo a quello coltivato dall’organizzazione, pronto per essere utilizzato.

Le accuse formulate dal Gip nei confronti dei 21 arrestati, in gran parte pregiudicati, sono: associazione a delinquere, coltivazione, produzione, trasporto, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti, possesso di armi, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e favoreggiamento personale.

Tra i 21 arrestati figura l’assistente capo della polizia Matteo Oliva, di 46 anni, ritenuto uno dei capi della banda, e il carabiniere Stefano Cianfarani, di 49 anni, indicato come organico al gruppo. I due, indagati anche per corruzione, sono stati condotti in carcere.

Mentre l’assistente capo di polizia Giuseppe Bennardo, di 50 anni, è risultato estraneo alla coltivazione di marijuana, ma posto agli arresti domiciliari per favoreggiamento, in quanto avrebbe cercato di depistare le investigazioni sui colleghi.

Come di consueto i tre appartenenti alle forze dell’ordine sono stati rapidamente bollati come semplici “mele marce” del sistema. «Casi sporadici ed isolati, elementi spuri di un organismo sano ed efficiente che troviamo sempre accanto a noi a collaborare nelle indagini di contrasto alla criminalità», secondo le parole del procuratore di Catania Carmelo Zuccaro.

Pubblicato in Italia

Il 90% degli adolescenti considera normale consumare cannabis e fumare spinelli, anche in casa.

Circa il 50% lo vede fare ai propri compagni prima di entrare in classe, il 66% una volta usciti di scuola.

 

Il carattere di "normalità" che ha assunto il consumo di cannabis, non più vissuto come comportamento deviante come in passato veniva considerato, in analogia con il consumo di eroina, emerge da una ricerca su 2.671 ragazzi delle scuole superiori, licei e istituti professionali. La ricerca non si è basata su domande dirette su consumi e vissuti personali ma sulle esperienze di amici e compagni di scuola.

Dall'indagine, svolta dalla Asl Roma 2, insieme alla Cooperativa Parsec, emerge che il 90% degli intervistati racconta di conoscere o frequentare amici che consumano, in modo regolare o sporadico, cannabis.

In particolare, sono stati intervistati i ragazzi di 14 istituti del centro storico e della periferia di Roma per capire anche se il territorio di riferimento incida sulla percezione del rischio del consumo.

Il quadro che emerge rileva un rischio di un uso regolare più intenso tra gli amici degli studenti degli Istituti professionali rispetto a quelli dei Licei, mentre non si evidenziano sostanziali differenze tra le diverse aree geografiche della periferia e del centro storico di Roma.

Quasi metà degli studenti intervistati, pari al 47,2%, dichiarano che ai loro amici e/o conoscenti capita (qualche volta o frequentemente) di fumare spinelli in casa.

L'uso domestico della cannabis sembra dunque essere ampiamente diffuso tra gli amici degli intervistati.

Anche in ambito scolastico si percepisce la "normalizzazione" del consumo.

La maggioranza degli studenti afferma di avere amici o conoscenti che consumano cannabis o prima di entrare a scuola (51,4%) o all'uscita della scuola (66,6%).

Anche in questa dimensione non si rilevano sostanziali differenze tra gli studenti che frequentano le scuole del territorio della ASL Roma 2 e quelli iscritti ad istituti del centro storico.

Un forte indicatore di rischio è quello della presenza di amici che hanno avuto malori legati al consumo di cannabis.

La percentuale di soggetti che hanno dichiarato di avere almeno un amico che ha avuto un malore oscilla tra il 32,8% nelle scuole di periferia e il 33,8% nelle scuole del centro cittadino.

Anche per il rischio relativo ai problemi legali o alle segnalazioni avute per il consumo di cannabis non si notano differenze sostanziali tra le due aree geografiche.

La percentuale di soggetti che hanno dichiarato di avere almeno qualcuno degli amici che ha avuto problemi legali o segnalazioni oscilla tra il 42% nelle scuole di periferia e il 43,6% nelle scuole del centro cittadino.

I risultati della ricerca, "Sto apposto così" Cannabis: realtà e percezione dei rischi legati al consumo di cannabis negli studenti degli Istituti Superiori sono stati presentati nel corso di un convegno oggi a Roma.(ANSA).

Pubblicato in Italia

La Calabria, si sa, è la Patria di tantissimi prodotti agricoli di straordinaria qualità.

Tra questi è nota la famosa Cipolla rossa dolce, che dopo l’Olio è quella che raggiunge la massima quantità prodotta.

 

Forse occorre dire “era” alla luce delle continue scoperte di piantagioni di cannabis

L’ultima piantagione conteneva 41.660 piante di cannabis di varie dimensioni.

E’ stata trovata al confine tra Lamezia Terme e Acconia di Curinga, in località “Mucata”.

Dopo prolungati servizi di osservazione e di mirati accertamenti svolti nei giorni scorsi, i carabinieri hanno individuato diverse serre all’interno delle quali erano coltivate migliaia di piante di cannabis indica.

L’operazione è stata eseguita nel corso della mattinata dell’8 agosto, quando, i militari della Compagnia di Girifalco (nello specifico i militari della Stazione CC di Curinga e quelli del Nucleo Operativo), hanno scoperto la piantagione.

In particolare, i Carabinieri, in una zona da oggetto di analoghi interventi in passato, hanno focalizzato l’attenzione su un’azienda agricola, di proprietà di un 60enne originario di Maida, C.A., incensurato, dopo aver notato i “movimenti sospetti” del titolare e la presenza, in mezzo alle altre colture, di 5 serre di grandi dimensioni.

I sospetti dei militari sono risultati fondati quando, alle prime luci di ieri, il proprietario giunto presso i terreni è stato sorpreso dagli stessi intento ad azionare i sistemi di irrigazione delle serre all’interno delle quali (in tre di esse) venivano rinvenute 41.660 piante di cannabis di varie dimensioni.  

L’uomo, immediatamente bloccato e sottoposto a perquisizione personale, è stato anche trovato in possesso di un dispositivo elettronico utilizzato per captare l’eventuale presenza di sistemi audio-video (microspie e/o telecamere). C.A., quindi, appurata la mancanza di alcun genere di autorizzazione alla coltivazione della cannabis rinvenuta e constatata, da un preliminare accertamento speditivo, la presenza del principio attivo del THC nelle piante, è stato tratto in arresto per illecita coltivazione dell’ingente quantitativo di sostanza stupefacente e su disposizione del PM di turno della Procura di Lamezia Terme associato al carcere di Catanzaro dove si trova in attesa della convalida dell’arresto da parte del Gip.

I militari, inoltre, hanno sottoposto a sequestro l’intera area e, su disposizione dell’AG, estirpato e distrutto le migliaia di piante rinvenute (operazione che ha richiesto l’intero arco della giornata) prelevando alcuni campioni da sottoporre ai successivi accertamenti medico legali.

Pubblicato in Basso Tirreno

In Italia, nel 2016, 4 milioni di italiani adulti hanno consumato negli ultimi 12 mesi almeno un tipo di droga fra cocaina, cannabis, eroina, droghe sintetiche e nuove sostanze.

Non è certamente poco.

Si tratta di un italiano quasi ogni sette.

Il primo contatto, per un ragazzo su due, è intorno ai 14 anni: è nella prima adolescenza infatti che si comincia prima ad assaggiare, e poi a consumare, sostanze stupefacenti.

La droga più utilizzata da 9 ragazzi su 10 è la cocaina, in aumento rispetto al 2015.

Segue la cannabis, assunta dall'87%.

Il 57% circa dei neo entrati ha fatto uso di eroina

Seguono ecstasy (270), ketamina (144), anfetamina (81) e allucinogeni (152).

Da sottolineare come il 43% dei nuovi entrati non ha mai fatto uso di eroina.

Minore, ma comunque rilevante, l'uso di droghe sintetiche, con la ketamina e gli allucinogeni assunte, rispettivamente, dal 28 e 30% dei neo entrati.

Anche in termini di dipendenza primaria, la cocaina è balzata in testa (55%), mentre nel 2015 al primo posto figurava l'eroina.

Le percentuali aumentano sensibilmente fra i giovani (15-34 anni): più di 1 su 5 ha fatto uso di almeno una droga negli ultimi 12 mesi e quasi 1 su 2 (43%) nel corso della vita.

E salgono ulteriormente tra la popolazione studentesca: 1 studente su 4 (25,9%), pari a 640 mila ragazzi e ragazze ha fatto uso di almeno una sostanza illegale.

Non solo: non si tratta di una canna e stop, ma è sempre più diffuso il consumo della cocaina.

L'allarme arriva direttamente dalla Comunità di San Patrignano che oggi ospita 1.300 ragazzi e ragazze.

Sono saliti infatti a 509 (+8,8% rispetto ai 468 del 2015) gli ingressi nella storica comunità che ora comprende anche la struttura di preaccoglienza a Botticella per l'anno 2017: 85 ragazze e 424 ragazzi, ma fra i minorenni questo divario di fatto non c'è.

L'età media è di 28 anni: 33 sono sotto i 18 anni di età, 144 tra 18 e 25 anni, 197 tra 36 e 44 anni, 40 oltre 45 anni.

È la fotografia scattata dall'Osservatorio di San Patrignano sugli ingressi nel 2017 diffusi in vista della Giornata Mondiale per la Lotta alla Droga del 26 giugno e in occasione della celebrazione dei 40 anni di attività della Comunità a cui parteciperà anche il presidente della Repubblica.

Pubblicato in Italia

780 piantine di Cannabis, attrezzi agricoli, impianto d’irrigazione in campagna; marijuana e un impianto di una serra intro-locale in casa, in città

La coltivazione inizia a diventare un lavoro primario per molti che decidono di “curare” le piantine che fanno bene alla salute. In campagna libera coltivazione con quasi 800 piantine.

In città scoperta in casa una vera serra con tanto di luci e temperature mite. 

Questi gli scenari che hanno scoperto gli investigatori della mobile e gli agenti della squadra volante della questura di Cosenza.

Per tre è scattata la denuncia a piede libero.

In particolare nei giorni scorsi, personale dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico “Squadra Volante”, della Squadra Mobile, del Reparto Prevenzione Crimine Calabria Settentrionale e del Reparto Unità Cinofila di Vibo Valentia, in una prima operazione hanno denunciato  a piede libero I.D. e B.C. ambedue di anni 28 e residenti in un paese dell’hinterland cosentino per il reato di coltivazione di stupefacenti.

I due, sorpresi dal personale della Polizia di Stato in aperta campagna, sono stati trovati in possesso di 13 padelle (semenzai) contenenti complessivamente 780 piantine di Cannabis, attrezzi agricoli e tutto il necessario per un la messa in opera di un impianto d’irrigazione.

In un’altra operazione, i poliziotti della Squadra Volante hanno denunciato P.P. di anni 41 residente a Cosenza perché, anche in questo caso, a seguito di perquisizione è stato trovato in possesso di sostanza stupefacente del tipo marijuana, di sementi e di tutto l’occorrente per un impianto di una serra intro-locale per la coltivazione di Cannabis.

Anche in questo caso P.P. veniva denunciato a piede libero.

La Polizia di Stato continua nella sua azione di incessante prevenzione e lotta al fenomeno della criminalità in tutta la Provincia di Cosenza.

Il contrasto ai reati predatori e allo spaccio di sostanze stupefacenti, con controlli straordinari di controllo del territorio mirati, voluti dal Questore della provincia di Cosenza Giancarlo Conticchio, continua costantemente a dare i suoi risultati.

tortaTutti noi abbiamo assaggiato delle torte favolose che le nostre madri, le nostre mogli, le nostre sorelle hanno preparato in cucina o hanno comprato in pasticceria. Torte alle mandorle, torte al cioccolato, torte ai frutti di bosco, torte alla mimosa, etc., ma una torta alla marijuana credo mai. Eppure c’è stato qualcuno che ha preparato una magnifica e saporitissima torta alla marijuana e che ha mandato i propri genitori che l’hanno mangiata per sbaglio all’ospedale. Meno male e per fortuna che ne hanno mangiato solo una fetta altrimenti non saprei come sarebbe andata a finire. Sono finiti comunque all’ospedale e pare che non abbiano avuto gravi conseguenze. L’incidente, se così si può chiamare, si è verificato in provincia di Udine. Il figlio della coppia, approfittando dell’assenza dei genitori, ha preparato una bella torta al cioccolato e insieme agli ingredienti tradizionali ha aggiunto una gran quantità di marijuana. Rincasando hanno sentito un profumino accattivante proveniente dalla cucina. Sono andati a vedere. E sulla tavola hanno trovato una bella torta. Che bravo il nostro ragazzo, hanno pensato gli ignari genitori. Ha preparato per noi questa bella torta. Assaggiamola. Deve essere proprio buona. Che profumo! Hanno tagliato due fette, due soltanto e meno male, e le hanno mangiate. Buone! Che bravo figliolo! Ha voluto fare a noi una bella e dolce sorpresa. E credendo che davvero fosse un dolce qualunque hanno mangiato le due fette con gusto. Dopo un po’, però, sono incominciati i guai. Si sono sentiti malissimo. Chiamano il 118 e subito vengono accompagnati all’ospedale perché versano in gravi condizioni. Vengono ricoverati per gli accertamenti del caso. Ora il ragazzo di 20 anni è indagato per detenzione di sostanza stupefacente. I Carabinieri hanno poi sequestrato il resto della torta per analizzarla e individuare la concentrazione della sostanza. Il ragazzo ha ammesso di essere stato lui a preparare la torta alla marijuana. Ma a chi era destinata? E’ stata una ragazzata? Non è la prima volta che succedono cose del genere. Proprio l’altro giorno un giovane di 22 anni rientrando dall’Olanda aveva portato dei dolci alla cannabis. I genitori, ingordi, trovandoli ottimi ne hanno mangiato a volontà e così sono finiti anche loro al pronto soccorso per intossicazione.

Pubblicato in Italia

emergenzaSbloccare la situazione e tornare a mettere i bisogni dei cittadini al centro della sanità. Un obiettivo che in questo momento diventa preminente, data la realtà sanitaria calabrese che da anni verte in condizioni di precarietà.
Solo per fare il punto delle ultime settimane, nel giro di pochi giorni si è assistito alla lettera scritta dal Presidente della Regione Mario Oliverio al Presidente del Consiglio dei Ministri Paolo Gentiloni ed al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, nella quale viene espressa grande preoccupazione per la grave situazione delle strutture ospedaliere calabresi a seguito della impossibilità di procedere alle assunzioni del personale medico e sanitario; alla presa di posizione piuttosto forte da parte della Cisl Fp Calabria, che ha richiesto interventi urgenti per la sanità locale con l’obiettivo di risanarla; all’intervento di Matteo Renzi, che si è voluto esprimere proprio sulla sanità calabrese, auspicando per quest’ultima un modello simile a quello di De Luca in Campania, quindi con un presidente della regione anche commissario.

Perchè tutto parte proprio da questo, ovvero dal commissariamento della sanità regionale deciso per il rientro dal debito. Una realtà che va avanti da anni e che ha portato ad una serie di tagli nei servizi per il cittadino.
La sanità calabrese oggi più che vivere tende a sopravvivere, tra enormi problematiche e disservizi per i pazienti; un’offerta “inefficiente, inefficace e costosa con un progetto di riorganizzazione della rete sanitaria mai andato a regime e che non riesce a garantire neanche i Livelli Essenziali di Assistenza” per dirla con le parole utilizzate in queste ore della Cisl Funzione Pubblica Calabria sopra citata.
Un contesto caratterizzato da carenza di personale e servizi insufficienti per i cittadini; come nel caso della possibilità di cura con la cannabis terapeutica, che in Calabria non viene garantita al 100%. Mentre in molte altre regioni d’Italia il meccanismo è partito fornendo il farmaco a carico del Servizio Sanitario Nazionale e iniziando a parlare addirittura di progetti pilota alternativi, come quello che vedrebbe l’autoproduzione per chi soffre di determinate patologie e la coltivazione in proprio di semi di cannabis autofiorenti o di altre qualità, in Calabria i pazienti che avrebbero diritto a curarsi assumendo il farmaco a carico della sanità pubblica sono costretti, spesso e volentieri, a pagarlo di tasca propria.

Così come di tasca propria devono affrontare le spese di viaggio visto che, con sempre maggiore frequenza, i cittadini calabresi tendono a recarsi in altre regioni per farsi curare, in quanto si tende a non dare fiducia alla sanità locale.
Un primo segnale di uscita da questo stallo si è avuto proprio in queste ore, con la firma da parte del commissario alla sanità Scura del decreto che sblocca l’assunzione di oltre mille unità da impiegare in ambito sanitario per dare supporto ad una forza lavoro che aveva da tempo bisogno dell’ingresso di altri operatori.

Un segnale da prendere come primo passo di un lungo percorso da affrontare per riportare la sanità locale su livelli accettabili.

Pubblicato in Calabria
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