Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota sull'acqua potabile.
“Cambia Paola e Rifondazione Comunista-FdS appoggiano la mobilitazione dei cittadini di San Miceli, Sotterra, San Salvatore e Serricelle, che hanno deciso di scendere in piazza il 16 gennaio per protestare contro la scandalosa gestione del servizio idrico, che, da quando è stato privatizzato, è diventato sempre più costoso e sempre più malsano. Del pari, approviamo la decisione del comitato “Cittadini Uniti per Paola” di differire di qualche giorno la manifestazione già annunciata per il 25 gennaio, al fine di favorire il massimo concentramento di energie nell’organizzazione dell’iniziativa promossa dai cittadini della periferia nord.
D’altra parte, la ragioni della protesta del comitato “Cittadini Uniti” vanno oltre la crisi della potabilità dell’acqua, investendo questioni più ampie e variegate, che vanno dall’impressionante pressione fiscale, al degrado dei servizi comunali, all’emergenza sociale e alla precarizzazione del lavoro, alla mancanza di trasparenza nell’accesso agli atti comunali; tutte questioni che Cambia Paola e Rifondazione Comunista-FdS hanno messo al centro della propria iniziativa politica ben prima che in città si cominciasse a prenderne seriamente coscienza.
Anche in tema di acqua, del resto, Cambia Paola e Rifondazione Comunista-FdS si battono da anni per una nuova cultura dei beni comuni, ridotti negli ultimi anni, a Paola come altrove, a squallida occasione clientelare, utile solo ai cattivi governanti per elargire fuori da ogni controllo prebende ad aziende private nate dal nulla e posti di lavoro precario. L’effetto sui cittadini è sotto gli occhi di tutti: dipendenti dei servizi senza stipendio, gestione del servizio totalmente inefficiente e aumento delle tasse a carico dei cittadini.
Solo per il 2014, il Comune di Paola ha deciso di spendere 1.255.000 euro per l’appalto LaoPools e 827.000 euro per la Sorical, ricevendone in cambio erogazione di acqua inquinata, mentre avrebbe potuto riportare il servizio in mano pubblica, valorizzando le nostre sorgenti e intervenendo con i risparmi a rendere efficiente la rete di distribuzione, il cui pessimo stato è diventato un costo insostenibile per la città, dato che va perduta oltre la metà dell’acqua che compriamo a caro prezzo da Sorical.
Perché non si segue l’esempio dei comuni virtuosi che, anche in provincia di Cosenza, hanno deciso di sottrarsi a questo odioso balzello aggiuntivo dovuto alla Sorical che ci rivende la nostra acqua? Perché, poi, non si segue anche l’esempio di chi ha attuato il risultato referendario del 2011, reinternalizzando il servizio e offrendo lavoro stabile e garantito al personale impegnato? Solo così si potrebbero risparmiare oltre 2 milioni di euro (i tre quarti del costo totale) e si potrebbe dare una prospettiva dignitosa a decine di lavoratori e rispettive famiglie.
Inoltre, visto l’allarme conclamato nella periferia nord e in alcuni Comuni limitrofi (San Lucido e Cetraro, fra gli altri, tutti serviti dalla stessa condotta regionale), vista la preoccupazione suscitata da alcuni cittadini residenti a Fosse, Sant’Agata, a Rione Croce e nel centro storico, che lamentano acqua torbida e maleodorante , chiediamo che il Comune di Paola esegua e soprattutto renda pubbliche analisi periodiche sulla qualità dell’acqua potabile, valutando l’ipotesi di chiamare a responsabilità la LaoPools, la Smeco e la Sorical, in modo da rientrare nei costi di ripristino e tenere indenni gli incolpevoli cittadini.