Quasi contemporaneamente si ha modo di leggere che Paola ( posta a metà strada tra la Cunsky cetrarese e la Jolly Rosso camporese) sarebbe la città dove i tumori imperversano in modo incredibile, quasi fossero “figli” di qualche “virus”, e che il misterioso fenomeno delle spiagge rosse si amplia.
Non solo ma, altro paradosso, nel mentre il presidente dei geologi calabresi Francesco Fragale “non esclude” l’origine naturale del fenomeno si ha anche modo di leggere che il fenomeno delle spiagge rosse inizialmente localizzato tra Fuscaldo e Paola, “ora il fenomeno si sarebbe allargato alle spiagge a sud del centro tirrenico. In particolare nell'area limitrofa al torrente Deuda che separa la cittadina tirrenica da San Lucido”. Quasi come se la sabbia asportata da nord si sia naturalmente portata a sud( chissà dove arriverà se vera questa ipotesi!)
Il geologo ha dichiarato infatti: “Non mi sento di escludere l'origine naturale del fenomeno. Anche se per avere certezza della vicenda occorrerebbero esami ancora più approfonditi sia petrografici che mineralogici”.
Poi ha aggiunto che in via teorica “la colorazione della spiaggia possa essere generata da un processo di ossidazione dei minerali” ed ha ricordato come “il vanadio, ma soprattutto il cobalto siano presenti nelle rocce metamorfiche dell'Appennino Paolano” e come “queste sostanze possono esser rilasciate in natura attraverso processi di diluizione delle rocce”.
Nè aiutano gli accertamenti fatti dall’Arpacal su disposizione della procura di Paola da tempo attenta alla vicenda.
Nel 2013 infatti erano stati registrati “ eccessi di concentrazioni di metalli pesanti (cobalto, vanadio, cromo totale e stagno) mentre ad una successiva analisi sono risultati con valori normali”.
Le analisi di oggi evidenziano invece che “ due elementi – il cobalto e il vanadio” sono stati trovati nella sabbia in “parametri più alti del limite di legge”.
Una sabbia ed un inquinamento flessibile, allora? Addirittura naturale?
No! Non basta , anzi c’è chi ricorda che se si esclude il vanadio ( usato nelle leghe di acciaio) il “ cobalto si presta a preoccupazioni molto allarmanti. Basti pensare che il 60Co, radioattivo, è un potente emettitore di raggi gamma, pertanto l’esposizione ad esso aumenta il rischio di cancro. Ingerito, viene eliminato dai tessuti solo lentamente”.
E sulla base di questi allarmi resta attuabile l’ordinanza del 18 marzo 2015 adottata dal sindaco di Paola Basilio Ferrari che ha interdetto al pubblico l’area demaniale (zona nord arenile) a margine del Torrente Regina e fino al Torrente Laponte, a causa dell’inquinamento della spiaggia”.
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Paola
Il sindaco di Paola ha emesso l’ordinanza n 35/2013 che intima la interdizione della zona nord a margine del torrente Regina.
La ragione sta nella nota del 21 giugno 2013, procedimento penale n 780/11/44, della procura della repubblica di Paola, con la quale si da avviso che un tratto dell’arenile e più precisamente quello antistante l località pagnotta risulta contaminato da Cobalto, cromo, vanadio e stagno, i cui valori superano il limite previsto dal DLgs 152/06, parte quarta, titolo V,allegato 5. Tabella 1, colonna A.
Ovviamente oltre al comune per la conveniente emissione di ordinanza sanitaria sono stati avvertiti l’Asp di Cosenza, la Capitaneria di porto di Vibo Valentia, l’assessorato all’Ambiente della Regione Calabria e l’assessorato all’Ambiente della Provincia di Cosenza.
Correlativamente alla ordinanza sono stati appositi i sigilli indicanti il divieto che saranno tolti allorquando saranno ultimate le operazioni di bonifica, sempre che possibile, od una o più forti mareggiate provvederanno a spostare le masse sabbiose inquinate diluendo gli inquinanti.
La collocazione dell’area nei pressi di un torrente può indurre a ritenere plausibile che gli inquinanti possano essere giunti sulla spiaggia proprio attraverso il torrente.
Le indagini potranno offrire le soluzioni necessarie per evitare il ripetersi di questo fenomeno.
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