Le indagini della Procura di Paola riguardano raccolta rifiuti, servizio di assistenza scolastica per disabili, tributi e mense scolastiche. Coinvolti un amministratore pubblico e due imprenditori
Tre persone sono state arrestate dalla Guardia di Finanza di Scalea nell’ambito di un’indagine su gare d’appalto in alcuni Comuni della provincia di Cosenza.
L’inchiesta della Procura di Paola riguarda un pubblico amministratore e due imprenditori, implicati nella gestione di diversi appalti pubblici a Buonvicino, Maierà e altri centri dell’alto Tirreno cosentino, per la raccolta dei rifiuti, il servizio assistenza scolastica per persone diversamente abili, il servizio di supporto dell’Ufficio Tributi, le mense scolastiche.
Nei provvedimenti cautelari, emessi dal gip di Paola, Rosamaria Mesiti, su richiesta del procuratore Pierpaolo Bruni e dei sostituti Antonio Lepre e Teresa Valeria Grieco, vengono contestati i reati di corruzione e turbativa d’asta.
Sono state eseguite varie perquisizioni presso vari Comuni e altri enti nella provincia di Cosenza. Alle ore 10.30 si terrà una conferenza stampa nei locali della Procura di Paola.
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Alto Tirreno
Non te lo aspetti nella nobile Emilia Romagna e tantomeno nella nobile Modena ed ancor meno nel Policlinico che offre a tantissimi calabresi tanta scienza e tanta attenzione umana.
Ma succede se ieri 70 carabinieri del Nas sono entrati in azione con il supporto dei colleghi dell’Arma territoriale, ed hanno dato luogo in 16 province di 8 Regioni a ventiquattro misure cautelari reali relative a conti correnti e dieci decreti di perquisizione domiciliare, emessi dalla Procura modenese.
Il primo bilancio parla di 63 persone indagate tra professionisti e dirigenti pubblici.
Tra gli indagati anche l’ex direttore generale del Policlinico, Stefano Cencetti, suoi stretti collaboratori e professionisti, responsabili a vario titolo di associazione per delinquere, corruzione, abuso d’ufficio, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, riciclaggio.
Forte la reazione di Carlo Lusenti, assessore regionale alle Politiche per la salute il quale ha dichiarato che “Da parte nostra forniremo la massima collaborazione alle Autorità inquirenti, in modo tale da far emergere al più presto eventuali responsabilità individuali, a tutela del buon nome che il sistema sanitario dell’Emilia-Romagna ha saputo conquistarsi nel tempo.I fatti che vengono contestati dalla Procura di Modena, riferiti alla precedente gestione prefigurano, qualora venissero accertati, responsabilità gravi e fortemente lesive per l’immagine di integrità dell’intero sistema sanitario regionale. E’ evidente che in questa vicenda la Regione Emilia-Romagna e l’intero Servizio sanitario regionale sono parte lesa, ed in quanto tale ci tuteleremo in ogni sede, nel rispetto delle tante persone che lavorano onestamente nelle nostre strutture sanitarie e della qualità dell’assistenza che ci viene universalmente riconosciuta”.
Ed è vero!
Sono in corso sequestri preventivi, ai fini della confisca, di circa euro 1.500.000,00 sui conti correnti bancari riferibili a indagati e società collegate. Gli atti eseguiti saranno,ora, sottoposti al vaglio dell’Ufficio GIP del Tribunale di Modena.
La indagine dei NAS Carabinieri di Parma, coordinata dalla Procura della Repubblica di Modena, ha portato a smascherare un collaudato sistema di tangenti per l’acquisto di strumentazioni mediche e per l’affidamento di lavori al Policlinico di Modena. In particolare i pubblici amministratori procedevano, attraverso appalti pilotati, all’aggiudicazione di lavori e forniture di strumentazioni mediche con la procedura dell’individuazione diretta della ditta senza rispetto dei principi della libera concorrenza e della scelta del contraente in violazione delle norme del Codice degli Appalti.
Giuseppe Marchese
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