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Un duro confronto tra il consulente dell'accusa ed i difensori degli imputati ha caratterizzato l'udienza del processo per la morte dei lavoratori dello stabilimento Marlane di Praia a Mare, chiuso ormai da tempo. Nel processo sono imputate 13 persone tra ex responsabili e dirigenti dello stabilimento Marlane di Praia a Mare, accusati di omicidio colposo per la morte di lavoratori dello stabilimento.

L'accusa sostiene che un centinaio di operai dello stabilimento sono morti per tumori provocati dall'inalazione dei vapori emessi nella lavorazione dei tessuti, in modo particolare nel reparto di tinteggiatura.

Stamane e' stato sentito il consulente del pubblico ministero, Giacomo Brancati, perito nominato dal Pubblico ministero Antonella Lauri per riferire sulle cause che hanno determinato le malattie tumorali per gli ex lavoratori della fabbrica tessile del centro tirrenico, il quale ha effettuato una perizia circa il nesso di casualità tra i prodotti chimici utilizzati nello stabilimento e le neoplasie di cui si sono ammalati molti operai che poi sono deceduti. Nel corso dell'udienza il consulente della Procura ha ribadito l'esistenza di un collegamento tra i prodotti usati per la produzione e la morte degli operai.

Nelle conclusioni di Brancati si legge: “Nello stabilimento Marlane, in relazione alla tipologia delle sostanze chimiche utilizzate, alle modalità di impiego delle stesse nei processi lavorativi, alla conformazione degli ambienti di lavoro ed alle cautele per la sicurezza dei lavoratori adottate, vi è stata un’esposizione eccessiva dei dipendenti a sostanze nocive potenzialmente cancerogene; da parte dei lavoratori applicati allo stabilimento Marlane durante la propria permanenza in attività presso lo stabilimento stesso ed a seguito di tale esposizione è stato subito un rischio elevato di contrarre patologie tumorali; sulla base dell’analisi epidemiologica effettuata, è evidente un nesso di causalità tra le sindromi tumorali sofferte dai dipendenti in questione e i processi lavorativi utilizzati nel ciclo produttivo in corso all’interno dello stabilimento Marlane”.

La tesi del consulente e' stato contrastata dai difensori degli imputati sulla base di perizie fatte dai loro periti.

Dopo otto ore di interrogatorio fatto da accusa e difesa il processo e' stato aggiornato al 12 aprile quando sarà sentito il perito nominato dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Cosenza in occasione dell'incidente probatorio.

Pubblicato in Alto Tirreno

Riceviamo e pubblichiamo il seguente articolo:

“Francesca Bocchino di Maratea è morta nel 1995 all’età di 49 anni per carcinoma al colon, Maria Rodilosso di Aieta è morta nel 1998 all’età di 50 anni per carcinoma mammario, Nelide Scarpino di San Nicola Arcella è morta nel 1999 all’età di 60 anni per tumore allo stomaco, Teresa Maimone di Maratea è morta nel 2000 all’età di 54 anni per tumore all’utero, Pasqualina Licordari, di Gallina è morta nel 2002 all’età di 61 anni  per carcinoma del colon,  Resina Manzi di Aieta è morta nel 2005 all’età di 62 anni per tumore mammario,Domenica Felice di Tortora è morta nel 2003 all’età di 48 anni per  carcinoma midollare della mammella, Maria Iannotti di Trecchina morta nel 1988 all’età di 48 anni per tumore maligno del colon.

Queste alcune delle decine e decine di operaie della fabbrica della morte , Marlane di Praia a Mare colpite o decedute per terribili tumori maligni dovuti ai fumi cancerogeni che venivano fuori dalle vasche del reparto tintoria e dalle polveri dell’amianto sparse per  l’unico ambiente del capannone. Lavoravano tutte senza mascherine, né tute di protezione, né guanti, in un unico ambiente al centro del quale vi erano le macchine della tintoria dove venivano usati ,all’insaputa di tutti terribili veleni chimici.

VENERDI’ 8 MARZO NEL TRIBUNALE DI PAOLA SI CELEBRERA’ L’ENNESIMA UDIENZA DELL’INFINITO PROCESSO AI 12 IMPUTATI DIRIGENTI A VARIO TITOLO DELLA FABBRICA. UN PROCESSO CHE NON VUOLE ESSERE CHIUSO E CHE PUNTA EVIDENTEMENTE, COMPLICI LA BUROCRAZIA, LE LEGGI FAVOREVOLI AI PADRONI E IL COLLEGIO DI DIFESA PADRONALE ALLA PRESCRIZIONE DEI REATI.

DEDICHIAMO QUESTA GIORNATA AL RICORDO DELLE TANTE OPERAIE CHE NON POTRANNO FESTEGGIARE IL GIORNO DEDICATO ALLE DONNE E PROPRIO IN LORO NOME RESTEREMO VIGILI E PRESENTI , FUORI E DENTRO IL TRIBUNALE CON LE NOSTRE LENZUOLA BIANCHE , PERCHE’ IL PROCESSO SI SVOLGA CON LA MASSIMA CELERITA’ PER GIUNGERE ALLA VERITA’ E DIA GIUSTIZIA ALLE OPERAIE , AGLI OPERAI ED AI LORO FAMILIARI CHE HANNO SUBITO E CONTINUANO A SUBIRE TANTE SOFFERENZE .

APPUNTAMENTO ORE 8 DAVANTI IL TRIBUNALE DI PAOLA PER DEPORRE UNA MIMOSA IN MEMORIA DELLE OPERAIE DELLA MARLANE .

SI.COBAS PROVINCIALE E NAZIONALE, MOVIMENTO AMBIENTALISTA DEL TIRRENO,COMITATO PER LE BONIFICHE DEI TERRENI,FIUMI E MARI DELLA CALABRIA , OSSERVATORIO NAZIONALE AMIANTO”

Il nostro sito, interpretando, crediamo correttamente, anche il sentimento dei nostri lettori,ha ringraziato i promotori di questa
iniziativa, sostenendo che la giornata di domani deve essere non solo una giornata di memoria, ma anche una giornata di vigilanza per evitare di dover ricordare sempre troppo tardi le donne, le donne mogli e madri ,protagoniste delle famiglie, le donne operaie, impiegate e dirigenti, le donne protagoniste vive della nostra società

Pubblicato in Alto Tirreno

Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa.

“Si riunirà GIOVEDI' 24 gennaio 2013 alle ore 17 il Comitato per le bonifiche dei terreni,fiumi e mari della Calabria, nella sala parrocchiale in località Laccata di Praia a Mare.

L'assemblea aperta a tutti si riunisce per decidere nuove iniziative di lotta per IMPORRE le bonifiche che ancora oggi non sono all'ordine del giorno di alcuna agenda politica , in particolare quella dei terreni della Marlane ancora avvelenati dai rifiuti tossici della stessa Marlane .

Il Comitato si rammarica anche per non aver avuto alcuna risposta dal parte del sindaco di Praia, Antonio Praticò per un incontro richiesto subito dopo la manifestazione per le bonifiche svolta a Praia nel dicembre scorso.

Il Comitato valuterà iniziative che andranno in questa direzione, anche perché ha dimostrato di non aver alcuna chiusura verso nessuno e di non avere nessuna preclusione politica, che invece altri hanno avuto nei nostri confronti. I militanti del Comitato ricordano anche a tutti i cittadini praiesi e non di partecipare alle udienze del processo Marlane ancora in corso il venerdì e dove ancora oggi diverse testimonianze dimostrano come all'interno di quella fabbrica siano state usate sostanze nocive che hanno portato alla morte per tumore di centinaia di operai ed  operaie.

Venerdì 25 gennaio nel tribunale di Paola ci sarà una nuova udienza dopo i tentativi da parte degli avvocati della difesa dei padroni, l'avv.Ghedini in prima fila , di far rinviare il processo portando varie scusanti, umilianti per i morti e le loro famiglie. Il Comitato fa appello a tutti alla partecipazione attiva “. 

 

Pubblicato in Alto Tirreno

Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato:

 “Non si terrà l’attesa udienza del processo Marlane Marzotto di Praia a Mare fissata per venerdì 18 gennaio, venendo meno alla consueta cadenza settimanale finora prevista.

A determinarne il depennamento è ancora una volta il legittimo impedimento, riaffacciandosi alla ribalta il discusso caso “Ruby” patrocinato dai vari Sisto, Ghedini & C. impegnati anche nel processo Marzotto.

Come a dire che i morti della Marlane possono attendere, essendo “nulla” a confronto delle implicazioni del noto personaggio da cronache rosa e ciò ha costretto la procura a riconsiderare le convocazioni rimandando le audizioni ad altra data. Sarebbe auspicabile che in futuro si ponesse un freno a tali impedimenti, aventi lo scopo non tanto celato di condurre il processo sulle secche della prescrizione.

La magistratura paolana pur nel rispetto delle esigenze delle parti, deve farsi carico di tutte le richieste dilatorie che ad essa provengono.

Un processo come è quello in itinere, notoriamente a caratura nazionale, non può scadere come già avvenuto nel recente passato col caso delle “navi dei veleni”.

Si leva forte l’urlo dello SLAI Cobas, respingendo con sdegno il baratto dei 100 e più morti della Marlane con un grottesco “bungabunga” qualsiasi, e fa voti a chi è chiamato a farlo affinchè vigili responsabilmente sul corretto svolgimento di questa causa da corte d’assise sussistendo la volontarietà e il dolo e approdata incredibilmente in un tribunale di provincia. Prossima “puntata” venerdì 25 gennaio salvo imprevisti dell’ultimora, ovviamente Ruby e C. permettendo.

 Comunicato stampa SLAI Cobas Cosenza

 

 

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