I lavoratori della Lamezia Multiservizi hanno annunciato lo stato di agitazione che appare probabile culmini in una giornata di sciopero.
Il motivo, spiegato in una nota delle Rsu nonché a firma delle sigle sindacali, Cgil, Cisl Reti e Uiltrasporti, è quello della “mancata retribuzione della tredicesima mensilità e del mese di dicembre 2017(Rifiuti a Lamezia)
Non solo ma la Multiservizi deve pagare a quattro anni di arretrati di buoni pasto
Gravi pertanto lo stato di notevoli disagio e le difficoltà alle centinaia di famiglie che vivono di questo solo reddito.
Tra questi anche i lavoratori del cantiere di Amantea.
Se la Multiservizi non provvederà a pagare il personale non resta che lo sciopero.
Ma la Multiservizi ha una notevole esposizione debitoria avendo elevatissimi crediti verso i comuni di Lamezia Terme e di Amantea
Un cane che si morde la coda.
I comuni non pagano la Multiservizi, il personale sciopera , le città restano sporche
Così stanti le cose . “A fronte di una situazione così delicata e nella totale incertezza di poter esigere nell’immediato quanto maturato, l’assemblea ha proclamato lo stato di agitazione che culminerà in una giornata di sciopero se i problemi sopra esposti non dovessero essere risolti nel tempo che la procedura stabilisce”.
Rifiuti a Roma
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Cronaca
Parla Soumahoro Aboubakar Responsabile nazionale Immigrazione dell'Unione Sindacale di Base (USB) .
Chiede al governo Monti abrogare la norma rapina che impone il pagamento di euro 72.12 per il rinnovo di un singolo permesso di soggiorno.
“Va ricordato che sulla testa dei lavoratori e famiglie migranti, pesa ancora tutt'oggi dal 2006 una spesa di 72.12 euro per il rinnovo di un singolo permesso di soggiorno. Una cifra che sfiora in certi casi uno stipendio base quando a rinnovarlo è una famiglia con più persone”.
“Il decreto firmato dagli (ex) Ministri Tremonti e Maroni con l'introduzione delle tasse sui rinnovi e rilasci dei permessi di soggiorno va abrogato, in quanto decreto rapina oltre che vergognoso”
“Il Governo Monti non può lasciare che entri in vigore il 30 gennaio prossimo questa norma imposta ai migranti negli ultimi anni, che sa di discriminazione e populismo”
“Oltre che nuove tasse, bisogna rompere il legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro. Perché sono centinaia di migliaia i lavoratori migranti che oltre ad aver perso il lavoro, si ritrovano oggi nel rischio di finire in CIE. Stiamo parlando non di numeri, ma di esseri umani che hanno lavorato, spesso sfruttati e sottopagati. Ecco perché -ha concluso Soumahoro – i migranti parteciperanno allo sciopero del 27 gennaio prossimo a Roma gomito a gomito con i loro colleghi, i precari, disoccupati, pensionati e senza casa”.
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