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La prima è quella relativa all’interessamento mostrato dal consigliere regionale Pino Aieta, già sindaco di Cetraro ,oggi presidente della commissione Bilancio in consiglio regionale, che ha incontrato il portavoce del comitato "Ricostruiamo il ponte sul Savuto" al quale ha assicurato il suo sostegno alla iniziativa della ricostruzione del ponte a tanto impegnandosi.

Nella stessa mattinata sempre i rappresentanti del comitato per la ricostruzione del ponte si sono recati a Catanzaro dove hanno incontrato prima l' ingegnere Siniscalco, dirigente del settore competente, il quale ha dato garanzie il quale ha garantito che si sta passando alla fase definitiva della progettazione del ponte il cui costo non supererà i 3 milioni di euro

Successivamente Giuseppe Ruperto del comitato ha incontrato il presidente della provincia dr Enzo Bruno da cui sono pervenute conferme intanto della disponibilità della esistenza del finanziamento dei 537mila euro del piano per la mitigazione del rischio sismico disposto con decreto il 28 aprile dal capo della Protezione civile e pubblicato sul Bollettino ufficiale lo scorso 29 settembre, ma anche della sussistenza dell’impegno del CIPE, solo da formalizzare, per i 3 milioni di euro.

Peraltro la conferma viene anche dalla recente presenza dell’onorevole Nencini il quale ha dichiarato che ci sono pronti 2,8 miliardi di Euro per investimenti al SUD .

Il problema è quello della pressione che sarà esercitata dalla politica locale non tutta sempre attenta alle vicende del ponte sul Savuto che risulta essere sempre più indispensabile alla Calabria viepiù sintanto la SS18 resta a rischio di crollo sotto gli effetti dei marosi .

Il comitato "Ricostruiamo il ponte sul Savuto" ha raccolto sull’apposito documento ,le firme di diversi sindaci e consiglieri comunali

Ed a tal proposito le amministrazioni comunali della zona del Tirreno Cosentino e dell’area del Savuto si sono impegnate ad un incontro sulla tematica al quale sarà chiesta la partecipazione di politici nazionali, del governatore Oliverio e di amministratori regionali, provinciali e locali

Pubblicato in Primo Piano

Il portavoce del comitato Giuseppe Ruperto ringrazia l' Hotel Torrione per aver concesso  l’uso del piazzale interno peri manifestare.

Ringrazia inoltre Azienda Grafiche Calabria di Mario Pellegrino per aver offerto gratuitamente i volantini e i manifesti

Ringrazia ancora le aziende agricole che hanno portato i loro trattori  Ruperto Giuseppe, Ruperto Antonio, Ruperto Michele, Mollame Silvana, Patania Maurizio, Rossi Franco, Rossi Domenico, Ruggiero Michele, Ruggiero Francesco, Russo Dino, Russo Domenico, Longo Domenico, Vincenzo Mastroianni

Ringrazia i sindaci erano presenti con la fascia tricolore di Nocera Terinese geometra Gaspare Rocca, l'assessore Emanuele Mancini, Franco Pontieri e il consigliere di minoranza ingegnere Antonio Albi, il sindaco di Motta Santa Lucia avvocato Amedeo Colacino, il sindaco di Cleto prof Giuseppe Longo e gli assessori Franco Giannuzzi e Antonio Bruni, gli ass. del comune di Amantea Sergio Tempo , Gianluca Cannata e Antonio  Rubino, i consiglieri di minoranza  Concetta Veltri della lista Insieme per la città, Sergio Ruggiero de La nuova primavera Spirito Libero e Francesca Menichino del Movimento 5 Stelle . Tutti i presenti hanno firmato il documento che verrà inviato al prefetto, al presidente della regione Calabria Mario Oliverio e al presidente della provincia di Catanzaro.

Conclude poi il portavoce evidenziando che “ il ponte è un bene comune e non ha colori politici , quindi bisogna essere tutti uniti”

Infine la affermazione della insopportabilità di questi ritardi ed il rischio che la prossima manifestazione possa essere meno pacifica.

Decine e decine di coltivatori diretti, molti dei quali con i loro trattori, temporaneamente strappati alla terra , artigiani del PIP di Amantea, molti amministratori di maggioranza e di minoranza del comune di Amantea giornalisti e televisioni locali si sono riuniti nell’ampio piazzale dell’Albergo del Savuto per manifestare la propria adesione alla iniziativa del Comitato Ricostruiamo il Ponte sul Savuto guidato da Giuseppe Ruperto che ha fortemente voluto questo sit-in.

Hanno detto basta ai ritardi della politica.

Hanno detto basta ai silenzi della politica

Hanno detto basta alle bugie della politica

Sono arrabbiati, stanchi ed insoddisfatti

“Così non va!”- è la loro ultima parola- “E’ tempo di azione”. Poi continuano dichiarando”prima delle elezioni tutti ad interessarsi, ora vogliamo che si mantenga fede agli impegni assunti ed alle prese di posizione a favore di un’opera che era ed è indispensabile”

Poi concludono con un appello :” Chiediamo un incontro urgente con il presidente Oliverio che ci aveva assicurato che diventato Governatore della Regione avrebbe provveduto alla soluzione del problema del ponte”

Infine la affermazione forte che “ Se al massimo entro 15-30 giorni non saremo convocati ci vedremo costretti ad altre forme di lotta più radicali. Siamo stanchi di essere presi in giro”

Peraltro del Ponte sul Savuto sembra che non si interessi più nessuno.

Si parla della SS18 e del rischio che il mare la porti via , ma del Ponte sul Savuto più nulla

Si parla della Galasso per intendere il collegamento con la autostrada ma del ponte niente come se nel progetto più grande possa essere ricompreso il problema dell’isolamento dei collegamenti tra nord e sud della Calabria

Si parla del Porto e di Coreca e di Oliva ma del Ponte sul Savuto poco o niente

Per fortuna invece agricoltori, imprenditori ed alcuni politici locali sembrano avere le idee più chiare.

Parliamo dell’agricoltore che ha ricordato che sono costretti ad usare la statale 18 per raggiungere i campi di lavoro aumentando così i rischi per loro stessi e per coloro che usano questa strada trafficata; il ponte in sostanza non solo risponde in caso di emergenza ma costituisce anche una via alternativa per i mezzi agricoli

Parliamo del presidente della associazione per la tutela e lo sviluppo della cipolla rossa signor Antonio Veltri della omonima azienda Veltri il quale ha ricordato che la mancanza del Ponte sul Savuto è una grave lesione allo sviluppo della principale coltura agricola che è proprio la cipolla rossa dolce che da lavoro a migliaia di persone.

Parliamo dell’assessore ai Lavori Pubblici del comune di Amantea dr Sergio Tempo e dell’assessore all’agricoltura , sempre del comune di Amantea, dr Gianluca Cannata.

Parliamo dei consiglieri di Minoranza del comune di Amantea Veltri Concetta, Francesca Menichino e Sergio Ruggiero

Parliamo dei consiglieri di Minoranza Alessandro Salvatore e Elena Arone.

Tutti i politici intervenuti ed intervistati dalle televisioni locali hanno sottolineato la concorde volontà della amministrazione comunale di Amantea, senza distinzione di posizione politica, di operare decisamente nella direzione della ricostruzione del Ponte, perché solo questa ricostruzione offre la garanzia della conservazione del collegamento tra il nord ed il sud della Calabria, dell’accesso in tempi corretti per la vita delle persone agli ospedali di Lamezia e di Catanzaro, della fruizione dell’aeroporto di Lamezia terme, del conferimento degli stessi rifiuti alle poche discariche autorizzate , dell’accesso agli uffici regionali di Catanzaro e di Reggio Calabria.

Anzi, per vero, i consiglieri di minoranza di Amantea hanno diretto la loro attenzione verso un incontro al quale invitare non solo il territorio ed i suoi attori, tra cui aziende, imprenditori, organizzazioni di categorie e sindacati , ma anche i politici regionali e quelli dei comuni interessati tra cui Amantea, Cleto e Nocera Terinese, proprio per rafforzare la comune volontà che deve essere spiegata unitariamente e fortemente a fronte di inaccettabili ritardi e di fortissime esigenze di sicurezza e di sviluppo.

Oltre ad alcuni rappresentanti del comitato Ricostruiamo il Ponte sul Savuto erano presenti decine di aziende agricole di cui alcune con i propri trattori ( azienda Rossi Domenico e Rossi Franco, azienda Russo Domenico, azienda Dino Russo, azienda Ruperto Michele , azienda Ruperto, azienda Longo Domenico)

Menichino e veltri

Alcuni trattori

Pubblicato in Cronaca

Il problema del Ponte sul Savuto è sempre di attualità.

 

Forse non soltanto perché è un servizio indispensabile per coloro che abitano la zona agricola di interesse, ma anche perché collega facilmente Nocera Terinese con Amantea, la relativa stazione ferroviaria e la frazione Campora San Giovanni e, soprattutto, perché se “Dio ce ne liberi” una forte mareggiata dovesse interrompere la SS18 mancherebbe il collegamento nord-sud della costa tirrenica calabrese e, virtualmente, in caso di forte nevicata che interrompa la A3, perfino il collegamento con e dalla Sicilia.

 

Ed allora eccovi una lettera aperta diretta ai candidati al governo della regione Cono CANTELMI,  Nico D’ASCOLA, Wanda FERRO,  Domenico GATTUSO, Mario OLIVERIO.


“In qualità di promotore del “Comitato Ricostruiamo il ponte Savuto” e a nome di migliaia di cittadini che hanno firmato la relativa petizione, chiedo ai candidati alla Presidenza della Giunta Regionale della Calabria di voler inserire la ricostruzione del ponte tra i loro programmi, prendendo contatto con il territorio interessato per avere l’esatta percezione del significato dell’opera.


La ricostruzione del ponte sul fiume Savuto riveste importanza prioritaria per un vasto territorio a cavallo tra le province di Catanzaro e Cosenza. Posto sulla strada provinciale 163/1 tra Nocera Terinese e Campora San Giovanni e trasferito dall’Anas all’Amministrazione provinciale nel 2000, il viadotto è stato prima danneggiato dal maltempo nel 2006 e poi definitivamente distrutto da un’alluvione del 2008.


Il crollo ha creato problemi di ordine economico, finanziario e produttivo a centinaia di imprenditori che lavorano nei comparti dell’agricoltura, dell’edilizia, del commercio e dell’artigianato. Basti pensare che ci sono aziende che hanno terreni ed interessi sia nel versante cosentino che nel versante tirrenico del fiume Savuto, e l’assenza di una struttura viaria adeguata penalizza e costringe gli operatori a percorsi alternativi lunghi e costosi. Esso, inoltre, è necessario per garantire sul versante tirrenico i collegamenti Nord-Sud della regione, interrotti di frequente nella zona Campora S. Giovanni a causa delle continue erosioni marine della statale 18.


Le informazioni di stampa ci dicono che la Giunta regionale ha approvato, con la delibera pubblicata sul Burc del 19 giugno 2014, la rimodulazione delle risorse Cipe del Piano per il Sud. Vi preghiamo pertanto di prendere nella debita considerazione il problema e farci conoscere le vostre modalità per accelerare i tempi di realizzazione dell’opera, al fine di porre fine ai disagi dei cittadini e delle tante attività economiche e produttive presenti sul territorio.

Rimango a vostra disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti e incontri, e Vi ringrazio a nome dei numerosi cittadini che hanno firmato l’appello per la ricostruzione del ponte. Giuseppe Ruperto”.

 

Pubblicato in Lamezia Terme

mura savuto mini 1Il fiume Savuto è stata una importante strada di accesso verso le zone interne, dove gli insediamenti che sorgevano a mezzacosta e sui pianori sono stati occupati in epoche successive da vari popoli, fino agli Italici, che parlavano la lingua osca e che seppero dare vita ad una propria cultura locale.

Attraverso la sua valle i Neolitici penetrarono nelle zone collinari e montane e si insediarono nelle terre di Nocera, San Mango, Savuto, Cleto, Martirano e Conflenti.

Annibale nel 202 avanti Cristo lo attraversò grazie al ponte a campata unica, in pietra, ancora sito nel territorio di Scigliano.

Un "fiume dalla scarsa fortuna letteraria ma con una grande importanza in età classica; infatti, insieme alla più centrale valle del Crati, costituisce il principale asse naturale di collegamento interno fra la Calabria settentrionale e quella meridionale, nel quale il nodo topografico di Cosenza fa da cerniera, e quindi da luogo forte di controllo, fra i due sistemi fluviali". Così scrive Gian Piero Givigliano.

Juliette de La Genière, nata Massenet(1) archeologa francese , dopo aver ipotizzato l'esistenza di centri abitati nell'area compresa tra Cozzo Piano Grande di Serra d'Aiello, Cleto, Valle del Torbido e Campora S. Giovanni, ci informa che i sentieri lungo il Savuto collegavano la costa tirrenica con la valle del Crati e con la zona di Sibari, e risalendo il fiume si poteva giungere pure alla valle del Neto e a Crotone.

Ed il Piano di Tirena, posto allo sbocco del Savuto e del fiume Grande, era un punto d'incrocio delle strade terrestri e marittime.
E che il Savuto fosse via di comunicazione lo scrive anche scriveva anche padre Fiore nel 1691 :"fiume grosso e navigabile, noto per la gran copia dell'acque".

Per il Savuto, come pochi, sembra il caso di richiamare Cosimo Damiano Fonseca quando ricorda che da espressioni geografiche o delimitazioni confinarie i fiumi sono divenuti essenziali tramiti di cultura e di civiltà fra centri dell'una e dell'altra sponda, tra il mare e le aree interne: "Vita e morte sembrano indissolubilmente legate allo scorrere dei fiumi, al loro ineludibile intersecarsi con le tormentate vicende delle comunità umane... D'altro canto l'acqua è amica dell'uomo in quanto fonte di vita e mezzo di trasporto, serbatoio di energie e strumento di sussistenza. Ma l'acqua è anche nemica dell'uomo, in quanto essa va combattuta per preservare e proteggere la fertilità dei terreni e per evitare l'erosione del suolo attribuibile alle inondazioni o alla scomparsa della vegetazione delle montagne e delle colline".
I segni di tanta importanza sono ancora presenti ma via, via distrutti dal tempio e dalla incuria umana

E John Antonio Szumskyj al quale dobbiamo le foto sostiene che le grandi mura impressionanti per mole (In alcune parti è alto più di 4 metri, in altre parte è in piedi in altre completamente coricato) in tecnica bizantina probabilmente sono pertinenti ad un antico porto.

A tutto questo dramma di vestigia antiche distrutte anche dalle imprese che eseguono lavori deve essere aggiunto il rischio costantemente segnalato dall’ecologista Giuseppe Ruperto dello smaltimento di diserbanti, veleni, rifiuti.

Una storia che si perde, un ecosistema che viene distrutto

  1. Lei è un membro del Istituto Nazionale di Studi Etruschi ed Italici (de) di Firenze , Jean Bérard centro di Napoli , l' Istituto Archeologico Austriaco , l' Istituto Archeologico Germanico , l'Istituto per la Storia antica siciliano di Palermo , Istituto di Magna Grecia , la Commissione vasorum Antiquorum Corpus e corrispondente della Archaeological Institute of America .
  2. mura savuto medie 1
  3. mura savuto medie 1
Pubblicato in Lamezia Terme

E’ sempre più frequente vedere autocarri che spargono diserbanti sui cigli delle strade.

Sono dell’Anas, delle province ed dei comuni

L’effetto è di vedere seccare l’erba ai lati delle strade.

Viene fatto per garantire la migliore visibilità della carreggiata e della stessa segnaletica

Normalmente, quando c’erano i “cantonieri” si usava la tecnica dello sfalcio, oggi che occorre risparmiare in costo di lavoro si appalta l’irrorazione dei diserbanti.

Ma che cosa contiene questo diserbante?

Nella maggior parte dei diserbanti in commercio il principio attivo presente è il gliphosate, una sostanza che, nonostante rientri nella gamma di prodotti fitosanitari autorizzati sia a livello nazionale che europeo, secondo autorevoli studi scientifici, condotti per esempio dal Mit di Cambridge, dalla Université de Caen e dalla University of Washington, può provocare a lungo termine effetti dannosi anche sugli esseri umani.

«È proprio l’esposizione cronica – spiega l’oncologa Patrizia Gentilini - a creare maggiori rischi di tossicità per la salute, e quello che emerge è una maggiore incidenza di tumori del sangue, alterazioni al sistema endocrino, disfunzioni ormonali e danni sui meccanismi di neurotrasmissione cerebrale».

Ora secondo il decreto legislativo 194/1995 un prodotto fitosanitario può essere autorizzato solo se “non produce effetti nocivi, in maniera diretta o indiretta, sulla salute dell’uomo o degli animali o sulle acque sotterranee”.

Eppure è proprio nelle schede di sicurezza dei diserbanti a base di gliphosate che viene riportato che: “Può provocare a lungo termine effetti negativi per l’ambiente acquatico”.

Inoltre dal rapporto Ispra del 2013 tra le sostanze più rilevate nelle acque superficiali c’è appunto il gliphosate, inquinante che in Lombardia è stato ritrovato quasi sempre in concentrazioni superiori ai limiti Standard di Qualità Ambientale (Sqa)

Abbiamo fatto una ricerca scoprendo che:

Gli animali esposti ai diserbanti contenenti glifosate hanno mostrato: anoressia, ipersalivazione, letargia, vomito e diarrea. I sintomi persistono per 2 – 24 ore seguenti l’esposizione. I segni clinici appaiono dopo 30 minuti fino a 2 ore dopo l’ingestione. Gli animali possono mostrare eccitabilità e tachicardia all’inizio, seguite da atassia, depressione e bradicardia. Casi severi possono portare al collasso e alle convulsioni.

Il Servizio Veterinario di informazione per gli avvelenamenti di Londra ha registrato 150 casi di cani esposti al glifosate principalmente dopo avere ingerito erba di recente trattata con glifosate.

Di questi circa 40% non ha mostrato segni clinici, 45% ha mostrato segni da deboli a moderati e 15% sono stati classificati gravi.

In Francia al Centro Nazionale di informazioni Tossicologiche Veterinarie sono stati riportati 31 casi di intossicazione di animali domestici, di questi 25 erano cani e 4 gatti: Il vomito si è verificato entro 1-2 ore dall’ingestione nel 61% dei casi, ipersalivazione nel 26% dei casi e diarrea nel 16% dei casi. Il glifosate è stato trovato nelle urine di persone esposte alle irrorazioni di glifoste.

La Monsanto ha tenuto per anni nascosti i dati per cui dopo 28 giorni dal “trattamento” si ottiene un livello di degradazione biologica pari al solo 2%.

Per non meno di 15 giorni animali come cavalli, bovini, ovini, cani, gatti, tartarughe... non devono entrare nelle aree trattate e per ancora più tempo si consiglia di non consumare frutti di alberi nelle cui vicinanze siano stati fatti trattamenti con il glifosate.

Il professor Séralini, docente all'Università di Caen, membro della Commissione di ingegneria biomolecolare francese ha condotto numerosi esperimenti sul Roundup e spiega, nel novembre 2006, che gli erbicidi a base di glifosate sono dei “killer di embrioni” e all'esposizione a questi prodotti è associato un rischio maggiore di aborto tardivo. Altissime concentrazioni di erbicida sono inoltre state misurate nelle urine degli agricoltori degli USA nei giorni seguenti alle irrorazioni nei campi. Intossicarsi è quindi più facile di quanto si pensi.

La Monsanto è stata condannata per pubblicità menzognere: il diserbante Roundup non è biodegradabile, è nocivo per l’ambiente e per la salute

Un ottimo diserbante naturale:

Miscelare 5 litri d’acqua, 1 kg circa di sale ed 1,5 litri di aceto.

Irrorare

La questione è stata sollevata da Giuseppe Ruperto autore della foto, rappresentante della Coldiretti di Nocera Terinese, socio del WWF che ha scritto quanto di seguito:

WWF: LIMITARE L’USO DI DISERBANTI AI BORDI DELLE STRADE.

La necessità di eliminare la vegetazione che rende difficoltoso il transito automobilistico , finalizzata a garantire l’incolumità degli automobilisti, non deve comportare l’uso di sostanze chimiche che possono risultare pericolose per l’ambiente e per l’uomo.

Sono infatti sempre più numerose le segnalazioni di privati cittadini, provenienti da diverse parti della regione, preoccupati per la diffusione di diserbanti ai bordi delle strade, anche in vicinanza di luoghi frequentati e non distanti dai centri abitati.

Tale pratica non risparmierebbe ad esempio i bordi delle strade in prossimità di fontane pubbliche, e costituisce un pericolo per chi, in quei luoghi, è solito raccogliere piante selvatiche per usi alimentari.
Segnalazioni e testimonianze in tal senso sono giunte dalla provincia di Cosenza, da quella di Catanzaro (in particolare nel tratto costiero che comprende i comuni di Gizzeria, Falerna e Nocera Terinese), nonché da alcuni comuni dell’hinterland vibonese.

Sotto accusa, in particolare, sono i “neonicotinoidi”, componenti del “glyphosate” che, contrariamente alle rassicuranti dichiarazioni delle multinazionali , sarebbero tra i responsabili della scomparsa delle api e di altri utilissimi insetti impollinatori : ad esempio, basterebbero pochi nanogrammi delle sostanze presenti nei glifosati, per provocare la morte di metà degli insetti esposti, oltre a causare la perdita dell’orientamento e l’incapacità di ritrovare l’alveare.
Inoltre la parte polverizzata causerebbe dei danni alla preziosa fauna delle siepi e degli alberi posti in prossimità dell’area di intervento, senza sottovalutare il pericolo della penetrazione e della permanenza di tali sostanze nel terreno.

Un altro aspetto da non sottovalutare sono i danni che le particolari macchine utilizzate per la riduzione della vegetazione ai bordi delle strade arrecano indiscriminatamente ad alberi arbusti che invece svolgono una funzione ornamentale.

Tali macchine spesso spezzano e strappano arbusti e rami di alberi anche quando basterebbe un po’ di accortezza per salvare un Oleandro in piena fioritura, una Robinia, un Olmo ecc..
E’ poi singolare il fatto che , mentre si usano decespugliatori e macchine decespugliatrici per tagliare le cosiddette “erbacce”(spesso lasciate ai bordi delle strade a seccare e quindi con il pericolo che possano rappresentare il combustibile ideale per pericolosi incendi), nessuno si preoccupa di eliminare quelle autentiche discariche nastriformi che si osservano ai bordi delle strade e nelle piazzole di sosta, dove cartacce, lattine , bottiglie e l’immancabile plastica, accompagnano per chilometri gli spostamenti in auto dei calabresi , uno dei tanti segni di inciviltà da offrire a chi viene in vacanza in questa regione. WWF Calabria  

Pubblicato in Campora San Giovanni

Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota stampa sull’isolamento di Nocera Terinese:

“DA NOCERESE E DA DIRIGENTE DI COLDIRETTI, E' INACCETTABILE TUTTO QUESTO CHE STA SUBENDO IL NOSTRO MAGNIFICO PAESELLO.

ANCORA UN ALTRA STRADA CHIUSA; QUESTA VOLTA E' LA STRADA PROVINCIALE CHE ATTRAVERSA CENTRO STORICO DI NOCERA TERINESE E VA VERSO SAN MANGO; (STRADA) SULLA QUALE ERA GIA' INTERVENUTO UN ANNO FA, L' INVIATO DI STRISCIA LA NOTIZIA MORENO MORELLO   .

LA CHIUSURA DI QUESTA STRADA PORTA, GRAVISSIMI DANNI AI POCHI COMMERCIANTI CHE SONO RIMASTI , AGLI ABITANTI , AI PENDOLARI CHE TUTTE LE MATTINE SI RECANO A CATANZARO , PER MOTIVI DI LAVORO E DI SALUTE .  

UNA FORTE SEGNALAZIONE C' E' PERVENUTA, DA ALCUNI STUDENTI DEL CONSERVATORIO, COME IL GIOVANE FRANCESCO MARCO LO PRESTI, IL QUALE VIENE DALLA SICILIA DOPO ESSERSI SVEGLIATO ALLE 04:3° DEL MATTINO PER ARRIVARE ALLE 15 A NOCERA, E CHE HA SUBITO   SIA UN DANNO ECONOMICO E RALLENTANDO ANCHE LA SUA ATTIVITA' DI STUDIO, EVIDENZIANDO GIA' LA DIFFICOLTA' DI COMUNICAZIONE E DI MEZZI DI COLLEGAMENTO E COME SONO SEMPRE DI PIU' ABBANDONATE QUESTE AREE INTERNE.        

L' ALTERNATIVA E' LA SALITA DELLA VILLA DOVE C'E' UN 'ORDINANZA SINDACALE CHE STABILISCE CHE NON PUO’ ESSERE PERCORSA NE’ DAI PULMAN E NE’ DAI MEZZI PESANTI, GIA'ANCHE QUESTA A RISCHIO DATO CHE COSTEGGIA IL COSTONE FRANOSO.

IERI POMERIGIO HO CHIAMATO, IL SINDACO GASPARE ROCCA IL   QUALE MI HA DETTO CHE HA GIA' PRESENTATO UN PROGETTO ALL' AUTORITA' DI   BACINO, PER LA SISTEMAZIONE DI TUTTO IL FRONTE FRANOSO , DI CIRCA 600 MILA EURO E NEI PROSSIMI GIORNI AVREBBE EFFETTUATO, DEI LAVORI PER RENDERE FRUIBILE IL TRAFFICO.

INOLTRE MI HA DETTO CHE HA FATTO LE DOVUTE SEGNALAZIONI AL' AUTORITA' DI BACINO ,PROTEZIONE CIVILE E ALLA PROVINCIA DI CATANZARO.

INOLTRE HO CONTATTATO ALCUNI TECNICI DELLA PROVINCIA CHE MI HANNO DETTO   CHE LORO IN QUALITA' DI PROPRIETARI DELLA STRADA SONO LA PARTE CHE HANNO SUBITO IL DANNO DATO CHE LA FRANA E' PARTITA DA UN TERRENO SOPRASTANTE ALLA STRADA, COME HA AFFERMATO L'EX CONSIGLIERE DELLA PROVINCIA ARAGONA, NONCHE' ATTUALE CONSIGLIERE COMUNALE.

TUTTO QUESTO E' INACCETTABILE; CERTAMENTE NON RESTEREMO A GUARDARE , ASCOLTANDO LE SOLITE PROMESSE .

PER NON PARLARE, DEL PONTE SAVUTO ,CROLLATO DA 8 LUNGHISSIMI ANNI.

LA GALLASSO RESA INTRANSITABILE, DOPO ESSERE STATA DEVASTATA DEI MEZZI DI CANTIERE E DEI LAVORI DEL' AUTOSTRADA .  

LA CIRCOVALLAZIONE I QUALI LAVORI SONO INIZIATI OLTRE 40 ANNI FA E ANCORA NON TERMINATI.

TUTTO QUESTO PROVOCA DANNI A TUTTI I CITTADINI , AGRICOLTORI, STUDENTI ECC ECC..

UNA VOLTA SI COSTRUIVANO STRADE E PONTI PER FACILITARE SCAMBI DI MERCI E DI PERSONE.

ADESSO CHE STIAMO VEDENDO INCURIA ED ABBANDONO TOTALE, PRETENDIAMO L'IMMEDIATE RISOLUZIONI.

MI SEMBRA CHE SE SI CONTINUA COSI CI DOBBIAMO ATTREZZARE COME UNA VOLTA CON GLI " ASINELLI"

GIUSEPPE RUPERTO

Pubblicato in Lamezia Terme
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